Commentario del 25.06.2016

IN PRIMA PAGINA
Brexit, tempesta nel cuore dell'Unione (Stampa). Crollano le Borse, si cerca un piano per salvare la Ue (Repubblica). Letta alla Stampa: "Roma e Madrid sono nel mirino". Europa, svegliati il titolo del Sole. Il Foglio: uno spettro si aggira per l'Europa: l'Europa. Esulta Libero: Dio strabenedica gli inglesi. Esultano anche Salvini e Meloni: "Dai che ce ne andiamo anche noi". Avvenire parla di autogol britannico. Padoan al Corriere: l'Unione rischia, va cambiata e rilanciata. Calenda al Sole: investire di più per superare le paure. Boccia al Corriere: "Maggiore crescita, ecco la risposta". Blair a Repubblica: "Giorno triste. Il populismo ha vinto forzando i toni sull'immigrazione". Gentiloni al Messaggero: "Rinnovare contro effetto domino". Schulz alla Stampa: "Ora un'Europa a più velocità. Prodi: "Un summit per rinascere". Varoufakis al Fatto: "Rivolta dei deboli, anche l'Italia rischia il collasso". Per Stampa e Fatto Renzi a ottobre rischia la fine di Cameron. Casini all'Unità: "Ascoltiamo il disagio dei cittadini". 

ITALIA-ECONOMIA
Shock brexit, crolla Piazza Affari (-12,5%), la sterlina torna ai livelli del 1985 (Sole p.2 e su tutti). Milano mai così male nella storia, nemmeno dopo le Torri gemelle (Sole p.9). Rete della Bce sui BTp, rimasti al riparo dal crollo con l'Italia che resta sorvegliata speciale per il suo debito pubblico (Sole p.8). Renzi: "Garantiti stabilità finanziaria e risparmio" (Sole p.12). E cerca un asse con Merkel e Hollande per accelerare le riforme economiche (Messaggero p.17). Ma ora il premier pensa a far slittare il referendum sulle riforme per mettere prima in sicurezza la legge di Stabilità (Corriere p.17). "Italia e Spagna pagheranno il conto dell'instabilità", dice l'ex premier Letta alla Stampa (p.16). "Roma a rischio per il suo enorme debito pubblico. Bisogna evitare il rischio di essere messi sotto esame, rilanciando l'eurozona". Padoan al Corriere (p.18): "E' il momento di pensare l'impensabile. C'è il pericolo disintegrazione, l'Ue non può occuparsi solo di banche. L'impatto su mercati, Borse, titoli di Stato non riguarda in particolare l'Italia. Ma non è da escludere che il quadro economico peggiori e ci sia una minore crescita. E questo avrebbe ripercussioni sulla finanza pubblica".  E rilancia la necessità del sì alle riforme: "Ma bisogna spiegare alla popolazione perché vanno fatte". Sul Sole (p.15) parla il ministro Calenda: "Servono più investimenti per superare le paure dell'Europa. Dobbiamo vincere la tentazione di fermarsi e andare all'attacco, completando gli accordi con Canada e Usa". Quanto all'impatto sull'Italia "abbiamo un export forte verso la Gran Bretagna ma la Sace ha stimato un impatto contenuto che fa da 600 milioni a 1,7 mld su 414 mld di export di beni". E annuncia novità sul credito alle imprese. "L'Italia regge se è competitiva" dice il presidente di Confindustria Boccia al Corriere (p.11). "La crescita dell'economia è la risposta urgente al voto. Su questo si gioca il futuro dell'Europa. Per difendere le nostre imprese dobbiamo puntare su produttività e competitività. Serve un intervento organico di politica economica che proporremo al governo entro settembre".
Sul Sole (p.17) cosa può cambiare su fisco e lavoro per chi ha interessi nel Regno Unito. Su Corriere (p.19), Sole (p.18), Messaggero (p.9) come gestire i risparmi mettendoli al riparo "dall'effetto Londra". Sul Messaggero (p.2) cosa cambia per economia e turismo.

ITALIA-POLITICA
"Campanello d'allarme che ci deve far riflettere, perchè il populismo e l'antieuropeismo in questa fase hanno una grandissima presa": il premier Renzi, dopo Brexit, non fa drammi, ma spinge l'Ue verso le questioni fondamentali (Corriere p.17). Oggi incontrerà Hollande, lunedì la Merkel. "E' da ristrutturare, ma l'Europa resta la nostra casa" ha detto. Ma è effetto domino anche in Italia. Salvini festeggia e chiede di cambiare l'Ue: "Oppure ce ne andiamo" (su tutti). Un sondaggio Swg per il Messaggero (p.16) vede l'Italia divisa sull'uscita: il 53% sarebbe contrario. In molti vedono un nesso tra la vittoria del "leave" in Uk e il "No" al referendum costituzionale italiano. Gentiloni al Messaggero (in prima e p.13): "Non mi pare. Semmai certi aspetti anti-Ue mostrano insofferenza contro la burocrazia, referendum va nella direzione della semplificazione". Analogie tra voto inglese e referendum costituzionale: per Padellaro (Fatto p.11) ora bisogna capire come Renzi voglia evitare di giocarsi Palazzo Chigi, dopo aver puntato tutto sul referendum, con lo stesso gusto per l'azzardo che ha avuto Cameron.  Sorgi (Stampa p.3 e 29): con il complesso quadro politico italiano in rapida mutazione, la personalizzazione potrebbe minare le ambizioni di Renzi di "rottamatore" scelto per "davvero dagli elettori" per cambiare un sistema politico che non funziona. Per Palmerini sul Sole (in prima e p.12) da un lato Renzi è obbligato a vincere il referendum, dall'altro è costretto a riformulare l'ipotesi di dimissioni. Su di lui il peso di un destino non solo nazionale. Anche per Cerasa (Foglio p.1) il voto deve assumere un altro significato: non più sul premier ma sulla stabilità italiana, visto che in caso di sconfitta Renzi lascerebbe e - a lungo termine - il Paese verrebbe consegnato nelle mani di un partito anti-sistema (M5S). Per questo – scrive Cerasa – Renzi dovrebbe ragionare su un allargamento della maggioranza al centrodestra. Napolitano al Corriere (in prima e p.16): "Serve restituire neutralità al confronto sulla riforma costituzionale e ridurre la polarizzazione delle posizioni politiche per evitare rischi di destabilizzazione che si aggiungano ai rischi economici di Brexit". Uno studio del CsC evidenzia come una vittoria del "No" comporterebbe un crollo del 4% del Pil e 600 mila posti di lavoro in meno (Sole p.14). Verderami (Corriere p.17) si concentra sul possibile slittamento del referendum visto che il premier avrà bisogno di tempo per mettere in sicurezza la Legge di Stabilità. Si parla – scrive Verderami - di dicembre, dato che la consultazione popolare "avrà la tempistica prevista dalla Cassazione", come lo stesso premier ha dichiarato ieri alla Stampa.

EUROPA
Brexit, il giorno che ha diviso l'Europa (Stampa prima e tutti). 52%  per il "leave", Cameron fa un passo indietro. Tony Blair a Repubblica (in prima e p.9): "E' un giorno molto triste per la Gb e per l'Europa: la democrazia non può essere plebiscitaria, indire questo referendum è stato gravissimo. Ma per fermare i populisti serve una risposta al problema migranti". Ora Bruxelles deve arginare il contagio.  Gentiloni al Messaggero (in prima e p.13): "Unione da rinnovare contro l'effetto domino. Il nostro ruolo destinato a crescere visto il passaggio da 4 a 3 player principali". Mercoledì inedito vertice Ue a 27: "Subito il negoziato per l'uscita" per scongiurare la paralisi (Stampa p. 8). Schulz alla Stampa (p. 9): "Sia un'Europa a più velocità, ma i leader adesso smettano di darle la colpa di tutti i mali. Il voto britannico è irrazionale, se c'è stato un Paese che ha bloccato le decisioni, è stato il Regno Unito". Su Repubblica (prima e p. 31) Scalfari: "Merkel, Hollande e Renzi hanno adesso un obiettivo comune: quello di rilanciare l'Eurozona". Napoletano sul Sole (prima): "O lunedì, o niente. L'errore politico più grave che l'Europa potrebbe compiere è quello di fare finta di niente, di continuare a girarsi dall'altra parte". Sulla Stampa (p. 17) parla Prodi: "Decisivo vertice di Berlino, Ue può rinascere o fallire". Merkel dice no a decisioni affrettate. "Terza strada" è la proposta di  Schauble: fare del Regno Unito un "associato alla Ue" (Corriere p. 14 e su tutti). Il presidente del Bundestag, Rottgen, a Repubblica (p. 8): "Uscita Uk segna un indebolimento Ue, ma Berlino è pronta a fare da guida". Effetto domino. Hollande chiede "un sussulto", ma Le Pen cavalca lo strappo e dice: "Trionfo della libertà, uscire dall'Ue è possibile" (su tutti), altri pronti a indire referendum per l'exit. Varoufakis al Fatto (in prima e p.6): "Rivolta dei deboli, anche Italia al collasso. In Ue tutti hanno capito che pur vincendo in Paesi democratici, i loro governi non decidono nulla". Brexit in prima pagina anche sull'Osservatore Romano per il quale "con l'Europa che rischia di franare sotto se stessa, solo la maggiore integrazione può rappresentare una risposta".

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