Commentario del 26.06.2016

IN PRIMA PAGINA
Ancora dopo-Brexit in primo piano. L'Ue si divide su Londra: c'è chi vuole un divorzio dolce (Merkel) e chi chiede di far presto (Hollande). Intanto i due leader, insieme a Renzi, preparano un piano in 3 mosse "per salvarci in 6 mesi" (Repubblica). "Berlino, Parigi e Roma insieme per ricostruire" dice Amato al Sole. Intanto Renzi – che secondo la Faz è "entrato nel direttorio" (Corriere) - in una lettera al Sole: "Più crescita e innovazione, sicurezza e migration compact: così può svegliarsi l'Europa". "L'uscita della Gran Bretagna può essere una grande occasione di crescita per l'Italia" dice Messina (Intesa San Paolo) al Sole. Il governo italiano lavora ad un piano per le banche (Sole). Rossi (Bankitalia) al Messaggero: "i mercati attendono risposte rapide". Ma intanto in Inghilterra già raccolte 2 mln di firme per un nuovo referendum sull'Ue, mentre l'Europa si prepara a vivere l'appuntamento con le elezioni spagnole. E' uno dei molti fronti caldi, che comprendono anche la Danimarca, l'Olanda e l'Irlanda (Stampa). Trump alla Stampa: "Ora tocca a Italia e Francia". "Fate votare anche noi" è la battaglia per il voto sull'Ue in Italia di Libero, appoggiata dal Salvini e Meloni. Nelle vicende politiche italiane si torna a parlare di riforma costituzionale e Italicum e del possibile Renxit (Fatto).

ITALIA-ECONOMIA
Dopo Brexit, l'Italia resta sotto pressione: slitta la "svolta" sul rating (Sole p.8) e per McCormick, dell'Agenzia DBRS, "l'Italia è tra i Paesi con alto debito, quindi da tenere sotto controllo" (Sole p.8). Pesole (Sole p.6) guarda alla prossima manovra di bilancio per tamponare l'emergenza e guardare al futuro: l'obiettivo principale è conseguire l'1,2% di crescita del Pil previsto attraverso investimenti e sostegno ai consumi. Uno degli strumenti deve essere la leva fiscale – scrive Pesole -, anche se si cammina su un terreno minato a causa dei vincoli di bilancio. E nella nuova legge di bilancio sono in arrivo "fisco su misura" e patent, formule di sconti fiscali per attrarre investimenti (Sole p.6). Ma per Repubblica (p.8) le ricadute del voto britannico sulla ripresa economica pesano e rischiano di ridurre i margini di azione su tasse e rilancio dell'economia. "L'Italia è forse la meno esposta alle turbolenze provocate da Brexit – dice Delrio alla Stampa – ma qualche rischio c'è". "Tenere i conti in ordine è un valore. Un dovere, ma senza crescita non c'è lavoro. Senza investimenti non c'è domani. Senza flessibilità non c'è comunità": questa l'analisi di Renzi nella lettera al Sole. "Renzi può determinare l'agenda del Paese e quella europea, se non lo fa perde un'occasione unica – dice Carlo Messina (Intesa Sanpaolo), intervistato da Napoletano sul Sole (in prima e p.3) -. Se non torni ad investire e non tagli gli elementi di debolezza europea incomprensibili, ti avvi verso il lato perdente. Noi all'Ue non dobbiamo solo chiedere regole nuove, ma dobbiamo dimostrare di ridurre il debito pubblico italiano. In Ue vanno rivisti bail-in e "regole stupide" ma diamo un segnale magari cominciando a vendere i beni immobiliari dello Stato". Intanto Borse alle prese con i timori del contagio, mentre i banchieri centrali lavorano al paracadute. "Fmi pronta a qualsiasi intervento di emergenza" assicura Carlo Cottarelli (Fmi) a Repubblica (p.8). Per Salvatore Rossi (Bankitalia), intervistato dal Messaggero (in prima e p.5), "ai mercati servono subito le risposte sul futuro, la liquidità fornita dalle banche centrali è una prima misura per evitare il collasso". "Due anni di volatilità per i listini, le banche pagano il prezzo più alto" dice il Nobel Fama alla Stampa (p.10). Il governo lavora ad un piano di emergenza, in 5 punti, per le banche: unione bancaria, flessibilità sugli investimenti, piano finanza per la crescita, rafforzamento piano Juncker e assicurazione contro la disoccupazione (su tutti). Giavazzi sul Corriere (in prima e p.27): il nostro più grande rischio è che gli investitori perdano fiducia nelle nostre banche. La soluzione non è Atlante, ma uno scudo statale o europeo.

ITALIA-POLITICA
A due giorni dal voto britannico, Renzi in una lettera al Sole (in prima e p.7). "L'Italia c'è, è tornata. Le riforme di questi anni ci hanno consegnato la stabilità che non è un valore, ma pre-condizione per essere competitivi. E il passaggio referendario è lo spartiacque tra un sistema solido che favorisce la governabilità e l'incertezza permanente. Come ha ricordato Boccia, con il "No" l'Italia torna in recessione". Per Signore (Giornale p.3) come Cameron, Renzi ha deciso di legare il suo futuro ad un referendum: il voto inglese dimostra che l'onda populista è più forte di quanto si pensava e Renzi teme di finirci sotto. Ora a Palazzo Chigi l'idea è far slittare il voto. "Il referendum si farà – assicura Delrio alla Stampa (in prima e p.13) -. Ma non deve essere un test sul governo".  "Condivido l'analisi di Napolitano: sarebbe un pessimo segnale se l'Italia bocciasse il referendum su riforme che aspettiamo da 30 anni - dice Casini al Sole (p.7) -. Bisogna evitare di legare il referendum al destino di Renzi, chi lo vuole affossare è un irresponsabile". Stessa opinione anche per Veltroni, che a Repubblica (in prima e p.17) consiglia a Renzi di "evitare di trasformare un voto sul rafforzamento della democrazia in una elezione politica". Per il Fatto (in prima e p.6) Renzi è appoggiato dai vertici europei, ma per evitare il tracollo ad ottobre deve sperare che la Ue gli conceda la possibilità di sostenere il settore bancario con soldi pubblici. Il premier, bloccato in una situazione ingestibile, con un Paese in recessione, si presenterebbe ad ottobre sfibrato, e la Renxit sarebbe ad un passo. Per Bisignani (Tempo p.1) in caso di vittoria del "No" al referendum, l'ipotesi più gettonata è che Mattarella affidi un governo di scopo (per la legge elettorale) a Pietro Grasso. E proprio sulla legge elettorale si gioca un'altra partita decisiva. In molti – dalla minoranza dem alle opposizioni – vorrebbero rivedere l'Italicum, per scongiurare una eventuale vittoria del M5S. D'Alimonte (Sole p.16): modificarla si può, ma sarebbe un segnale di debolezza di Renzi. Per il Pd – scrive D'Alimonte – la strada maestra è battere il M5S sul campo. Intanto le opposizioni, che si preparano al "No" di ottobre, lavorano anche sulla consultazione popolare per chiedere agli italiani se vogliono restare in Ue. "Fate votare anche noi" titola Feltri su Libero (in prima e p.3): a sostenere l'iniziativa sono Lega e FdI.

EUROPA
Brexit, l'Europa divisa su Londra (Corriere prima e p. e tutti): c'è chi vuole un divorzio dolce (Merkel) e chi chiede di far presto (Hollande). Mentre nel Regno Unito sono state raccolte due milioni di firme per rivotare (su tutti), la vice di Juncker, Georgieva, a Repubblica (p. 3) dice: "sui passi futuri Ue Londra non avrà voce". Intanto cresce l'attesa per il direttorio a tre, con Renzi che dice a Hollande: "Abbiamo sei mesi per cambiare rotta". E nella lettera inviata al Sole (prima e p. 7), il premier scrive: "Dovremo portare il senso di responsabilità e il coraggio che hanno contraddistinto per anni gli italiani: crescita, innovazione, migranti e sicurezza: così può svegliarsi l'Europa, perchè l'Europa è casa nostra, la casa da lasciare ai nostri figli, che ci ha regalato settant'anni di pace, una comunità di 400mln di persone tra le più innovative al mondo".  Ma per Giornale (p.2) l'asse tra Francia e Germania può tagliare fuori Palazzo Chigi: su immigrati e crescita, Renzi prova ad avere voce in capitolo. Intervista a Trump sulla Stampa (in prima e p. 5): "L'Europa ha fatto troppi errori. Ora via anche Italia e Francia". Il repubblicano in visita in Scozia: "Il mondo è in tumulto, l'Ue sbaglia su economia e migranti, i tedeschi vogliono lasciare la Germania". Mogherini al Corriere (p. 5): "Dopo questo choc bisogna ridare fiducia. Non tutto va bene e molto dovrà cambiare". L'alto rappresentante per gli Affari esteri sottolinea che "in questo momento bisogna trasmettere il messaggio che l'Ue resta interlocutore fondamentale e forte".  Sulla faccenda Brexit, la lettera del settosegretario Baretta ad Avvenire (p. 6): "L'Ue paga anni di politiche ottuse, è tempo di osare: il voto britannico è solo la punta di un iceberg. Ma c'è una terza via tra fuga e "lacrime e sangue" rappresentata da riformismo e idealismo". La Scozia guida il fronte dei delusi: "Non perderemo il posto in Europa" (QN. p. 8). Altri fronti caldi in Danimarca, Olanda e  Irlanda (Stampa). Intanto oggi alle urne in Spagna con le bandiere Ue fuori dalle finestre: effetto Brexit sul voto (Repubblica p14 e su tutti). Dopo 6 mesi di ingovernabilità Podemos spiazza tutti con l'alleanza con Izquierda. Per Rossi di Bankitalia (Messaggero prima e p. 5) "in un certo senso l'esito del voto in Spagna è più pericoloso di Brexit perchè la Spagna appartiene all'area Euro".

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