Commentario del 23.06.2016

IN PRIMA PAGINA
Il voto in Gran Bretagna sulla Brexit in apertura sui quotidiani. Il giorno più lungo d'Europa (Sole). L'Ue avverte: "Se Londra esce non si tratta" (Corriere). Miliband alla Stampa: "Rischio di implodere". Borse col fiato sospeso. Padoan in una lettera al Foglio: "Ci sono già tre gravi conseguenze generate dal referendum". Tra le vicende italiane domina il "si" della Cassazione a due  mamme: i giudici dicono si alle adozioni gay (Repubblica e tutti). Spazio anche ai malumori nel Pd. In vista del referendum Renzi nel panico: se lo chiede il Pd non si ritirerà in caso di sconfitta (Fatto). Intanto proseguono le polemiche con la minoranza. Il premier: "Parliamo agli italiani, non di poltrone" (Sole). A Roma primo giorno da sindaca per la Raggi: tornano le polemiche sull'incarico all'Asl (Corriere). Intanto il risultato elettorale a Roma pesa sul Pd, la ministra Madia a Repubblica: "Orfini lasci la guida del partito romano".

POLITICA
Le polemiche interne al Pd e il si della Cassazione alla Step Child adoption le notizie politiche in primo piano. "Ora serve più sinistra" attacca la minoranza dem, ma Renzi, in vista della resa dei conti di domani, replica: "Stop alle correnti. Parliamo agli italiani non di poltrone" (Repubblica p.10). Per Folli (Repubblica p.15) Renzi dovrà dar vita ad un rimescolamento della segreteria aprendo alle correnti più favorevoli al dialogo. Gozi a QN chiede di "sbaraccare le correnti". "La vendetta dei rottami" titola Feltri su Libero (p.1) evidenziando i nomi di D'Alema, Bersani e Prodi. Casini al Corriere (p.11): "Renzi cambi, non può solo dividere". Intanto è sul referendum di ottobre che si concentra il governo. Mentre sembra crescere il fronte del "No", il partito chiede al premier di non lasciare in caso di sconfitta. E Renzi è nel panico (Fatto in prima e p.2). E il ministro Madia, a Repubblica (in prima e p.11) "E' una questione di serietà. Se hai un programma che prevede la riforma della Costituzione e poi i cittadini te la bocciano non puoi fare finta di niente". E alla esplicita domanda di addio del governo in caso di vittoria del No, dice: "No, perchè vince il Si". Per la Stampa (p.11) Renzi starebbe pensando di far slittare il voto e avere più tempo per rilanciare il "si". Casini: "Non vedo la necessità di farlo ad ottobre. Non mi piace la campagna impostata da Renzi, ma gli argomenti di D'Alema per il No non mi convincono". Per Franco sul Corriere (p.11) Renzi è un leader accerchiato, che deve iniziare a preoccuparsi se dal partito lo invitano a rimanere in caso di vittoria del No. Tensioni anche nel centrodestra. Parisi al Corriere (p.15): "Chi mi accusa guardi i dati a Milano. Io ho rigenerato il centrodestra". Intanto Salvini tenta la svolta moderata (Stampa in prima e p.), ma in Fi ci sono dubbi sul "cantiere" del leader del carroccio (Sole p.11). E Berlusconi pronto a tornare presto in campo: nessun cambio ai vertici del partito (Giornale p.9).
L'altra notizia del giorno è la decisione della della Corte d'Appello: i giudici riconoscono il diritto ad adottare il figlio dell'altro genitore "se è nell'interesse del minore" (Repubblica in prima e p.8 e tutti). Ma la pronuncia spacca la maggioranza: centristi all'attacco "non rispettata la legge Cirinnà". Il ministro Costa alla Stampa (p.7): "La legge era chiara, non consentiva casi simili, ma la sentenza va rispettata" (Corriere p.25). Esulta la Cirinna: "Giusto così", ma il Pd non ci sta.

ECONOMIA
Gli effetto del voto in Gran Bretagna in primo piano. Padoan in una lettera al Foglio (p.1) dice "no" al rischio effetti specifici per l'Italia: la nostra economia – scrive il ministro – subirebbe conseguenze analoghe a quelle diffuse in tutta la Ue. Non dobbiamo nasconderci: l'incertezza tende a penalizzare i Paesi che presentano fragilità strutturali, nel nostro caso abbiamo già sofferto gli effetti della volatilità dei mercati finanziari sul comparto della finanza e del credito. Il governo italiano è convinto della necessità di una maggiore integrazione Ue, puntando su crescita economica e occupazione. Intanto il Sole (p.4) vede possibili effetti su crescita, debito e deficit in caso di Brexit: potenziale rallentamento del ciclo economico ed eventuale ridimensionamento della stima di crescita dell'1,2% per quest'anno. Potrebbe diventare più arduo rispettare l'impegno a ridurre il debito già a partire da quest'anno e andrebbe rivisto anche il target del deficit. Secondo uno studio Nomisma i settori più penalizzati da Brexit sarebbero vino, turismo e manifatturiero (QN p.2 e Giornale p.2): la Gb pesa per il 4,5% sull'export delle nostre aziende, soprattutto manifatturiere. La Regione che teme di più è la Basilicata, dove si producono alcuni modelli di automobili Fca. Padoan sul Foglio, oltre a segnalare i rischi per l'Italia dal referendum, evidenzia le 3 conseguenze già generate dal referendum: rischio emulazione, indebolimento delle aspettative sul futuro  Ue e incertezza sui mercati finanziari. Intanto Borse attendiste alla vigilia del voto (Sole p.5). Bufacchi sul Sole (p.4) analizza l'andamento dello spread tra Btp e Bund, "un organetto" che si allarga e che si stringe a seconda della tendenza verso il "remain" o il "leave".
Per quanto riguarda l'economia strettamente italiana, è arrivato il primo "Sì" della Camera alla nuova legge di Bilancio (Sole p.4): addio alla Stabilità. Sulle tematiche legate a lavoro e immigrazione arriva l'accordo Confindustria-Viminale per inserire i rifugiati nel lavoro: nel 2015 gli stranieri hanno contribuito all'8,7% del Pil. Alfano: "Ora più integrazione" (Corriere p.34 e altri). Boccia, presidente Confindustria: "Lavorare per una società che include" (Sole in prima e p.7).

EUROPA
"Brexit, dentro o fuori". In primo piano su tutti "il giorno più lungo d'Europa" col mondo e le borse col fiato sospeso. Junker: "Nessun altro compromesso possibile, se Londra sta fuori è finita" (Sole p.2 e su altri). Farage: "Sarà il nostro Independence Day". L'ultimo appello di Cameron: "Restando in Europa rilanceremo il Paese" (Sole p. 3). Per Beddoes, direttrice dell'Economist, "la GB fuori dall'Ue rischia di diventare più povera e meno cosmopolita: l'incertezza iniziale non piacerà ai mercati" (Repubblica p. 4). Chiaro lo schieramento "Remain" del sindaco di Londra Khan su Repubblica (p.7): "Il futuro della mia Londra non può che essere europeo". Per l'ex commissario europeo Etienne Davignon, intervistato dal Sole (p. 2) "il contagio ha già attaccato l'Ue. Finora l'Unione ha evitato il peggio, ma questo non è un progetto per il futuro". Prodi intervistato dal QN (p. 3) scommette sul no alla Brexit: "Ma l'Europa rischia: divisa è nulla. Penso che la dissoluzione non avverrà: ci porterebbe al terzo mondo. Quello che preoccupa maggiormente è l'affievolirsi dello spirito europeo anche nei paesi pro euro".  Caso Windsor: anche la regina Elisabetta euroscettica? Il biografo della regina Robert Lacey ha rivelato che durante una cena gli avrebbe chiesto "tre buoni motivi per restare in Ue". Da Bunkingamp Palace nessuna smentita (Stampa p. 4 e Corriere p. 3).  Renzi al Guardian: "Uscita sarebbe scelta sbagliata" (Sole p. 4). Per Koenders (primo ministro dei Paesi Bassi) "non sarà la fine dell'Europa ma servono nuove strategie", mentre l'ex laburista Miliband spiega che "per noi uscire è un disastro e l'Ue rischia di implodere". Tra i commenti, quello di Guerrera (Stampa prima e p. 23) "Comunque vada, nulla sarà come prima". Maisano (Sole prima e p. 3) si sofferma sugli errori di Londra e su "una scelta storica ridotta a sceneggiata". Sul Corriere (prima e p. 31) Cazzullo - "Il valore di un voto" - mette in risalto l'omicidio della giovane deputata Jo Cox che potrebbe risultare decisivo qualora la Gb dovesse restare in Europa.

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