Commentario del 27.06.2016

IN PRIMA PAGINA
Europa in primo piano col voto spagnolo che premia Rajoy ma non risolve l'impasse governabilità (Repubblica), la Scozia che chiede di bloccare Brexit e Cameron che prende tempo sull'addio all'Unione (Messaggero). Bill Gates al Corriere: non fermeranno il progresso (Corriere). Il Papa: "L'Europa rischia la balcanizzazione". Attesa per il vertice a tre Merkel-Renzi-Hollande. Renzi: "Serve una svolta". Ma Berlino frena (Messaggero). Attesa anche per la riapertura dei mercati, con le Borse col fiato sospeso dall'Asia all'America. Piano del governo per entrare nelle banche (Fatto, Repubblica): scatterebbe in caso di nuovi tracolli a Piazza Affari. Patuelli al Mattino: "Esposti agli speculatori, vietare le vendite allo scoperto".Su Affari&Finanza chi paga il conti di Brexit. Su CorrierEconomia casa, azioni e bond per resistere. Sul Messaggero (e tutti) la festa per il raddoppio del Canale di Panama e la sfida vinta delle tre imprese tricolore. Spazio anche alla politica, con Di Maio che avverte Renzi: "Se perde il referendum voto anticipato al 2017". Di Battista a Libero: "Europa, Italia, governo: nel 2017 cambiamo tutto". Europa in campo anche…di calcio: stasera Italia-Spagna. Conte: niente è impossibile. La Francia soffre, la Germania fa paura (Repubblica)

ITALIA-ECONOMIA
Borse col fiato sospeso: si teme un altro scossone (Messaggero p.11). Governo pronto a un blitz nelle banche se ci saranno nuovi crolli (Repubblica p.7, Fatto p.2). Il Fatto parla di un intervento da 40 mld finanziato con emissione di nuovo debito pubblico che Palazzo Chigi starebbe negoziando con la Commissione Ue per stabilizzare il sistema bancario diventando azionista delle banche in difficoltà. Il meccanismo sarebbe quello dei "Monti bond" sperimentato su Mps. Repubblica (p.7) non dà cifre ma parla di risorse finanziarie nazionali concentrate sugli istituti più in difficoltà, Mps in prims. Risorse che potrebbero essere usate per sgravare i bilanci ai crediti deteriorati o per rafforzarne il capitale. Molto dipenderà dall'andamento dei mercati. Renzi ne discuterà a Berlino oggi con Merkel e Hollande. Quanto ai titoli di Stato, si continua a confidare sul qe della Bce. E c'è attesa per quanto dirà oggi Draghi da Sintra, al forum annuale della Bce (Repubblica p.6, Corriere p. 6): per Fubini stavolta la crisi finanziaria è frutto di una crisi politica e istituzionale ma è probabile che anche stavolta le banche centrali si coalizzino per cercare di mitigarne gli effetti. Già venerdì la Bce è entrata in forze sul mercato acquistando titoli italiani, spagnoli e portoghesi. Ma gli occhi sono puntati anche sulle banche. Possibili ripercussioni anche sul piano privatizzazioni del governo: il Tesoro potrebbe infatti rinviare la quotazione di Enav, ormai in dirittura di ipo (Messaggero p.11). Ma c'è anche un risvolto positivo. Maroni candida Milano a sede dell'Agenzia europea per i medicinali: "Così attireremo le aziende che lasciano Londra" (Corriere p.14).

ITALIA-POLITICA
Di Maio sfida Renzi: "Il giorno dopo il referendum, quando mi auguro che vinca il No, spero che Renzi rispetti la parola e si dimetta. Poi voto anticipato nel 2017" (Repubblica p.18). Di Maio rilancia anche la consultazione sull'euro ma altra cosa è la Ue: "Mai messo in discussione la permanenza dell'Italia nell'Unione" (Fatto p.3). Di Maio non spiega però come si possa rimanere nell'Unione senza l'euro. Su Libero (p.6) parla Di Battista: "Ammirato dalla democrazia inglese. Noi sull'Europa vogliamo che decidano gli elettori". Ma l'Unione resta "un'opportunità rovinata dai burocrati e dalle banche: va cambiata e lo faremo da dentro le istituzioni". Libero (in apertura e a p.3): "Se si vota in Italia vincono gli anti-euro". Il 50% degli italiani, per un sondaggio di Bruxelles, non si sente cittadino britannico. "Dateci il referendum", il tagliando distribuito col giornale. Rodotà alla Stampa (p.19): "L'errore di Cameron è stato brandire un referendum per ragioni interne al suo partito distorcendone i fini. Attento a non ripetere l'errore in Italia". Il Giornale(p. 10) parla di "no" al referendum costituzionale al 54% e Renzi preoccupato. Cerasa, sul Foglio (in prima) rilancia sul pericolo Renxit: è il partito del Cambia Italicum, e dentro c'è anche il presidente Mattarella che vuole una modifica del sistema elettorale in chiave anti-grillina per stabilizzare il sistema. Dentro c'è la minoranza del Pd ma anche tutti i sostenitori della prima ora di Renzi, che per la prima volta realmente sono pronti a ripetere con lui la stessa operazione fatta con Letta: cambiare sistema, cambiare governo. Unica via di fuga, per il Foglio, il ritorno a un patto Renzi-Berlusconi.

EUROPA
Gli occhi di tutti su Berlino, per il vertice a tre Merkel-Hollande-Renzi. L'Italia preme per una svolta sulle politiche economiche ma da Berlino difficilmente arriveranno concessioni (Messaggero p.7). Anche per Repubblica (p.4) c'è il timore che la risposta di Merkel, Renzi e Hollande sia di forma e non di sostanza, rischiando di precipitare l'Unione in una nuova crisi. Troppe le distanze tra i tre su tutti i dossier sul tavolo, dall'economia, all'integrazione, agli immigrati fino al rapporto con la Gran Bretagna, con governo italiano e francese che pressano Cameron perché attivi subito la procedura di recesso, mentre Merkel è più cauta. E per il Messaggero (p.6) questa  è l'impostazione che prevarrà: Cameron è pronto a congelare l'uscita dalla Ue. Difficilmente al consiglio europeo di domani chiederà l'attivazione a procedura di recesso. I tempi del divorzio sono destinati ad allungarsi, come volevano i tedeschi. E ora anche Juncker vacilla. La Stampa (p.11) fa il nome di Timmermans come reggente. Mogherini pnta invece su difesa e sicurezza: "Serve un'Europa forte come mai prima" (Stampa p.11). Il Papa: "Se la Ue non cambia rotta rischia la balcanizzazione" (Messaggero p.13 e altri). Ma ora è la Spagna senza maggioranza che torna in primo piano (Corriere in apertura e a p.2). Al voto di ieri i Popolari di Rayoj crescono e restano primi, Podemos non sfonda e fallisce il sorpasso dei socialisti. Il rebus "governo" di Madrid rimane irrisolto (Corriere p.5). Stampa e Repubblica parlano di "effetto Brexit", col voto utile che avrebbe avuto la meglio sul voto di protesta: "Una boccata d'ossigeno per Bruxelles", l'analisi di Stefanini sulla Stampa (in prima e a p.3). Per il Messaggero, al contrario, è fuorviante parlare di "effetto Brexit", non essendoci partiti dichiaratamente anti-sistema. Ora il tema è la governabilità. Si riparla di una grande alleanza Popolari-Socialisti ma con un passo indietro di Rajoy (Messaggero p.3). Chiedono la grande coalizione la Confindustria spagnola, la Chiesa, l'Europa e la Germania (Corriere p.5). Intanto la Scozia si dice pronta a bloccare la Brexit. La premier Stugeon: "Il nostro Parlamento non la ratificherà" (Corriere p.10). Ma è polemica sui 3 milioni di voti della petizione contro Brexit: una "grande truffa", per il Giornale (in apertura e a p.3).

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