Commentario del 03.06.2016

IN PRIMA PAGINA

Esteri in primo piano con il riconoscimento, da parte del parlamento tedesco, del genocidio degli Armeni da parte dei turchi. Crisi Berlino-Ankara, Erdogan ritira l'ambasciatore in Germania ma la Merkel si augura che l'amicizia tra i popoli resti (Corriere e tutti). Spazio all'allerta meteo in Francia: pronto il piano per mettere al riparo le opere del Louvre. Tra esteri ed economia l'altra notizia del giorno, che riguarda la mossa della Bce che alza le stime di crescita. Ma a pesare è il rischio Brexit. Draghi: "Pronti a tutto" (Sole). Messaggero annuncia un contropiano Ue in caso di vittoria del Sì nel referendum britannico. Nelle vicende italiane domina la chiusura della campagna elettorale per le amministrative. Napoli e Roma incubi di Matteo, fuori dai ballottaggi sarà disfatta (Giornale). Per la Stampa Grillo e Salvini si giocano tutto. Su Libero parla Berlusconi, che annuncia il suo risveglio elettorale: "Occhio che risorgo". L'ex premier avverte Meloni e Salvini: "In una coalizione bisogna stare ai patti, da soli non vincono". Ampio spazio anche ai festeggiamenti per i 70 anni della Repubblica: sfilano 400 sindaci. Ma è polemica per la virata di Benigni sul "Sì" alla riforma Costituzionale (Repubblica). Boldrini al Corriere dice "no" agli scontri di parte sul referendum.

 

POLITICA

Ieri i festeggiamenti per i 70 anni della Repubblica con 400 sindaci a sfilare. Mattarella: "Occasione per far avanzare i principi della Costituzione" (su tutti). Polemiche per la posizione di Benigni sulla riforma costituzionale: "La Carta si può cambiare". Sul referendum di ottobre torna ad attaccare Berlusconi a Libero (in prima e p.4): "All'inizio accettammo perchè convinti che le regole dovrebbero essere condivise da tutti. Abbiamo fatto un passo indietro quando abbiamo capito che Renzi non lavorava per il bene pubblico, voleva cucirsi un abito su misura". Il leader di Fi rilancia in caso di vittoria del "No" annunciando un governo di unità nazionale, ma Salvini non ci sta: "Niente inciuci" (Repubblica p.10). Intanto sul referendum il Pd deve fare i conti anche con la minoranza dem. Delrio a Repubblica (p.10): "Non ci sono spazi per sostenere il no, il referendum non è il congresso Pd perchè quella norma è stata scritta tutti insieme. Se falliamo su questa riforma finisce l'esperienza di governo". Boldrini al Corriere (in prima e p.8): "Il voto è sulla riforma costituzionale, il referendum non può diventare un test sul governo". Fico (M5S) a Repubblica (p.11): "Non chiederemo le dimissioni del governo se passa il no al referendum: non leghiamo le due cose, la richiesta di dimissioni l'abbiamo già fatta per altri motivi". E sull'ipotesi di appoggio ad un altro governo è categorico: "Non siamo disponibili". Folli su Repubblica (in prima e p.32) vede nella consultazione costituzionale il terreno di scontro tra governo e M5S: la personalizzazione da parte di Renzi è il segno che il movimento grillino resta la minaccia più insidiosa al disegno renziano, benchè non sia ancora un'alternativa credibile al governo.

Ampio spazio anche alle amministrative, oggi si chiude la campagna elettorale, punto di snodo importante anche se Renzi continua a negare. Per Battista (Corriere p.10) sarà una partita decisiva per stabilire gli equilibri politici. Renzi deve bypassare un tornante difficile, il M5S si gioca il tutto per tutto e il centrodestra affronta la sfida per rinascere (Stampa p.7). Patta sul Sole (p.18) vede in Roma e Milano le partite più difficili. Per Signore (Giornale in prima e p.2) sono Napoli e Roma gli incubi di Renzi.

 

ECONOMIA

La Bce rivede al rialzo, per quest'anno, le stime su Pil (da 1,4% a 1,6) e inflazione (da 0,1% a 0,2%). Ritoccate invece al ribasso le proiezioni di crescita 2018, da 1,8% a 1,7% (Sole in prima e p.3 e tutti). Resta lontano l'obiettivo dell'inflazione al 2% (Sole p.2) ma il quadro congiunturale è il leggero miglioramento, e Draghi si aspetta, nei prossimi mesi, l'effetto delle misure di stimolo monetario adottate. Intanto dall'8 giugno inizierà la nuova fase, annunciata a marzo, nella quale la Bce inizierà a comprare titoli di imprese sui mercati: è una delle strategie per far crescere l'inflazione e dare energia all'economia dell'eurozona. Longo sul Sole (p.4) evidenzia le 3 incognite del piano: l'efficacia dipenderà da come le grandi imprese utilizzeranno "l'ossigeno" concesso, incertezza sui benefici per le pmi, da verificare se l'ossigeno arriverà in maniera uniforme in tutti i Paese europei. Per Masciandaro (Sole in prima e p.2) la Bce sceglie la via mediana tra falchi e colombe: la sua politica monetaria resta espansiva senza rallentare – come vorrebbero i falchi- ma anche senza accelerare – come vorrebbero le colombe. Intanto è entrato nell'ultimo ciclo il Qe, che scadrà nella primavera 2017, ma Draghi ha segnalato l'ipotesi di proseguire. Fubini (Corriere p.6): decisivo darà il negoziato d'autunno. Nel frattempo a pesare sull'economia dell'eurozona sono alcuni fattori di rischio, primo fra tutti Brexit. "Siamo pronti a ogni risultato, disposti a tutto per attenuare lo choc" ha annunciato il presidente della Bce, che ha sottolineato come la permanenza di Londra "comporti benefici per entrambe le parti". Dijsselbloem alla Stampa (p.2): "Il dibattito inglese sui difetti dell'Ue è lo stesso che c'è da noi, non mi sembra una buona ragione per andare via". Messaggero (in prima e p.2-3) parla di un "contropiano Ue" in caso di vittoria del Sì con l'Europa che chiuderà subito le porte agli inglesi per evitare un effetto domino. Citato anche un "accordo segreto" Banca d'Inghilterra-Bce per garantire liquidità al sistema dei cambi.

Il presidente dell'Eurogruppo, Dijsselbloem, alla Stampa, parla anche di Flessibilità e Unione monetaria: "Troppa flessibilità rende l'Europa meno credibile. Qualcuno può trovare vantaggioso che la Ue chiuda un occhio una volta, ma farlo sempre rischia di creare un'Unione monetaria cieca".

 

EUROPA

In apertura sul Corriere (prima e p.2-3) e tutti, la vicenda Berlino-Ankara sugli armeni: "Fu genocidio". Schiaffo del Parlamento tedesco ad Erdogan, con il  Bundestag che, con voto quasi unanime, riconosce come genocidio il massacro di armeni nel 1915/16. Immediata la reazione del governo turno: richiamato l'ambasciatore a Berlino, a rischio il patto sui profughi, ma la Merkel – assente al dibattito – si augura che "il caso non danneggi l'amicizia tra i due Paesi". A Bruxelles i timori sul piano migranti: "Ci saranno conseguenze sull'intesa" (Stampa p. 3). La Ue: "L'accordo non va rotto: abbiamo bisogno di loro e viceversa". Sulla questione, Negri sul Sole (prima e p. 20): "Erdogan, un alleato ad alto rischio politico" e sull'enfasi che viene data dalla sentenza del Bundestag in Turchia, scrive: "ogni occasione diventa un'opportunità da strumentalizzare in chiave islamica e iper-nazionalista per dimostrare l'urgenza dei suoi progetti politici" con la Merkel "che giorno dopo giorno si accorge che la sua amicizia con Erdogan è disseminata di ostacoli".

Sempre sul Corriere (p. 5) il piano del Viminale in riposta all'Ue: "Tre nuovi hotspot mobili e 1500 posti per chi va espulso". I punti di crisi galleggianti serviranno solo nelle emergenze, in caso di flussi elevati. Migration compact, richiesti 500mln per progetti nei Paesi africani. Scola a Repubblica (in prima e p.4): "Troppe vittime dei naufragi, la politica di chiusura è inaccettabile. Il nostro Paese assuma la leadership nel Mediterraneo".

Emergenza maltempo in Europa: a Parigi, Senna a livelli di guardia, in Germania almeno 9 morti (Sole p. 16). Sul Sole (p. 16) intervista a Juppè sindaco di Bordeaux e candidato della destra per l'Eliseo: "Così libererò l'economia francese".

 

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