Commentario del 31.10.17

IN PRIMA PAGINA
Esteri in primo piano su tutti, con la fuga in Belgio di Puidgemont, che mette la parola fine al sogno catalano (Stampa e tutti) e l'arresto dell'ex guru della campagna elettorale di Trump per il Russiagate (Corriere e tutti). La sfida spagnola imbarazza l'Europa (Repubblica). Il Russiagate rischia di essere peggio del Watergate (Corriere).
Sul fronte interno, Corriere e Repubblica rivelano la riapertura dell'inchiesta su mafia e stragi del '93:  Berlusconi e Dell'Utri indagati. Dalla Sicilia, dove domenica si vota, Salvini apre a M5S, Berlusconi rilancia su Tajani premier (Mattino). Salvini: "La Sicilia sarà la tomba di tutte le larghe intese" (Fatto). Si vota anche ad Ostia, dove la destra sarà decisiva (Stampa). Intanto Mattarella verso la firma della legge elettorale (Sole). Per il Fatto sarà il ritorno degli zombie.
Via libera anche alla manovra: una pioggia di sconti e bonus per il Messaggero. ancette&Marchette per il Fatto: partiva da 70 articoli ora è a 120. Ma Padoan tiene il punto con la Ue: rispettati i criteri (Avvenire).
Su tutti il coming out di Kevin Spacey dopo le accuse di un attore: "Mi scuso per le molestie, sono gay" (Corriere). In cronaca la "pena esemplare" a due bulli di Torino: 8 anni per gli abusi su un compagno di scuola (Corriere). Su Repubblica come aiutare i bambini a reagire a traumi e violenze.  Sul Messaggero il contrordine sulle scuole medie: i ragazzi potranno uscire senza genitori.

ITALIA-ECONOMIA
La Manovra al Senato, con una pioggia di sconti e di bonus (Messaggero in prima e a p.6 e su tutti). Una legge di Bilancio, l'ultima della legislatura, carica di bonus vecchi e nuovi, infarcita di proroghe e rinvii e con a corredo un pacchetto di assunzioni, dal comparto sicurezza alla giustizia, dai beni culturali alla Università, scrive la Stampa (p.11). Su tutti i giornali il riepilogo dei provvedimenti previsti, a partire dalla (parziale) sterilizzazione dell'aumento dell'Iva e dagli sgravi fiscali per chi assume under 30. In evidenza il bonus Renzi da 80 euro spalmato su una platea più ampia, così da "salvare" gli aumenti contrattuali a 300 mila statali (Messaggero p.6). Raddoppia la tassa sui licenziamenti per i datori di lavoro (a 2.940 euro) e aumenta del 10% l'assegno do inclusione sociale,che può arrivare a 534 euro al mese (Corriere p.9). Detrazione fino a 250 euro per gli abbonamenti a treni e bus locali, iper e super ammortamento sugli investimento per gli acquisti legati a Industria 4.0 (Corriere p.9). Rimane il bonus da 500 euro per i 18enni, il bonus verde e la proroga per i mobili (Sole p.2) ma salta il bonus bebé. Su superticket e previdenza per i ritocchi si aspetta il "secondo tempo", ovvero gli emendamenti in Parlamento(Sole p.3). Mancette&Marchette per il Fatto: la legge partiva da 70 articoli ora è a 120 e già questo dà la misura della pressioni dei parlamentari e delle lobby su una manovra che precede di pochi mesi il voto. Anche perché quest'anno non ci sarà il Milleproroghe: votata la manovra si scioglieranno le camere. Ma Padoan tiene il punto con la Ue: conti in ordine (Corriere p.8). "Con le riforme crescita del 3% in 5 anni. Le spese per l'immigrazione pesano per lo 0,25% del pil".

ITALIA-POLITICA
Legge elettorale, Mattarella verso la firma, nonostante le pressioni del M5S e altre forze politiche a non farlo per la presunta incostituzionalità della legge: unica incognita, se accompagnerà la firma a una lettera di segnalazione di qualche profilo da sanare (Corriere p.13). Mirabelli al Corriere (p.13): "La struttura del Rosatellum non mi sembra in contrasto con la Costituzione. L'unico punto critico la soglia di sbarramento". Il Quirinale pensa alle urne il 4 marzo, o, in subordine, l'11: questo significa sciogliere le Camere tra Natale ed Epifania.
Dalla Sicilia, dove domenica si vota, Salvini apre a M5S, stoppato da Di Maio: "Non voglio avere nulla a che fare con lui". Berlusconi rilancia su Tajani premier, che ringrazia e rifiuta: "Il premier sarà Berlusconi perché la Corte di Strasburgo darà l'ok" (Corriere p.10 e tutti).
I due leader del centrodestra divisi su tutto, anche sull'ultimo comizio per il candidato Musumeci. Chiuderà anche lui il suo tour siciliano a Catania giovedì ma evitando Salvini. "E che posso dire? Siamo separati in piazza" dice Salvini al Fatto (p.3): "Qui c'è la netta sensazione che l'epopea di Renzi sia finita, che il voto siciliano sia la tomba delle larghe intese. Mattarella il 6 novembre dovrà sciogliere le Camere. Con Zaia, Maroni, Toti e Musumeci quattro punte di sfondamento sono assicurate". Dal M5S altra voce contro possibili intese con la Lega: "Salvini è un bluff – dice la senatrice Paola Taverna a Repubblica (p,11) – Vuole smarcarsi dal marciume in lista con Musumeci ma con noi non funziona. Salvini ha tutto il mio disprezzo".
Nel centrosinistra ora è la Lombardia a minare i rapporti tra Pd e Mdp (Repubblica p.12). I dem candidano Gori alla Regione, senza passare dalle primarie: Mdp e Sinistra si preparano a correre con un loro candidato.
Mafia e stragi del '93: Berlusconi indagato e con lui Dell'Utri (Repubblica p.9). L'inchiesta che si riapre a Firenze è quella sui mandanti occulti delle stragi mafiose del 1993 che colpirono Roma, Firenze e Milano. Tutto ruota sulle parole intercettate in carcere del boss Giuseppe Graviano: "Trent'anni fa, venticinque anno fa, mi sono seduto con te, ti ho portato benessere. Poi mi è successa una disgrazia, mi arrestano e tu cominci a pugnalarmi".

EUROPA
Puigdemont in Belgio con i suoi ministri: vogliono chiedere asilo (Repubblica p.6 e tutti). La fuga e l'arrivo a Bruxelles è tutt'ora un mistero. Incriminati per ribellione e sedizione, in Spagna rischiavano l'arresto e fino a 30 anni di carcere. Grande imbarazzo in Belgio, col premier Michel che ha detto che l'asilo politico a Puigdemont non è all'ordine del giorno. La consegna è che nessuno parli con il leader indipendentista, scrive Repubblica (p.7) ma la sua è una presenza ingombrante anche per il governo belga. Sconcerto in Catalogna. Lo scrittore Javier Cercas a Repubblica (p.6): "Avventurieri in fuga dopo aver incendiato metà della Spagna. Molti capiranno di essere stati presi in giro ma tantissimi altri no. Il vero regista di tutto è l'ex presidente Artur Mas: voleva lo scontro aperto, una sorta di soluzione Kosovo.Ma quando hanno visto che 1500 tra aziende e banche se ne andavano dalla Catalogna e che nessuno dall'Europa gli offriva una sponda hanno avuto paura".

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Commentario del 30.10.17

IN PRIMA PAGINA
Politica in primo piano, con Renzi che apre a sinistra. Ma per Mdp è tardi (Corriere). "Sei un disco rotto" (Repubblica). Martina al Corriere: "Pronti al dialogo su scuola e lavoro". Cuperlo al Mattino: "Prove di dialogo sulla manovra". Mucchetti al Fatto: "Pd fuori controllo, Veltroni e Fassino devono cacciarlo". Sul referendum Emiliano copia Lombardia e Veneto: "Voglio la Puglia autonoma" (Libero). L'Economia: referendum, si parte dal fisco ma non si sa dove si finisce. Su Affari&Finanza la corsa delle Regioni all'autonomia.
Da Mattarella ok alla manovra, ma è assalto alla diligenza (Stampa). Sul Corriere il bonus di 80 euro esteso agli statali. Sul Sole chi guadagna e chi perde negli stipendi statali.
Sulla Stampa il sentiment degli italiani sui migranti: più paura che solidarietà. A Roma botte e insulti a un bengalese. A Milano pm e avvocati digiunano per lo Ius soli (Corriere).
Sul Sole le pagelle verdi alle città: è Mantova la regina dell'ambiente. In Piemonte è emergenza sfollati per gli incendi (Stampa, Repubblica).
Dall'estero. Su Repubblica la mediazione del Papa sulla Corea del Nord: vertice in Vaticano con Onu e Nato. Sul Messaggero la marea unionista in piazza a Barcellona. Puigdemont pensa all'asilo in Belgio. Su Corriere e Messaggero le molestie a Westminster. May torna nel mirino. Sul Messaggero la retata di jihadisti in Tunisia che mette in allarme anche l'Italia.
Sport, Hamilton campione. L'applauso di Vettel (Corriere). Dallo spazio intervista a Nespoli: "Cucino le mie lasagne nello spazio".

ITALIA-ECONOMIA
Manovra, ok di Mattarella ma è assalto alla diligenza (Stampa p.7): nelle due settimane tra l'approvazione in consiglio dei ministri e la firma del Colle il testo è lievitato e cambiato più volte, sotto la pressione "enorme" dei ministeri. "Stanno letteralmente svuotando i cassetti" le voci che rimbalzano da Palazzo Chigi. La legge vieterebbe di trasformare la Finanziaria in un omnibus ma la realtà è quella di una legge piena di norme ad hoc e nei campi più disparati. Martedì il primo esame in commissione Bilancio del Senato. Su Messaggero (p.11) e Corriere (p.4) la novità dell'ultim'ora, l'allargamento della platea dei beneficiari del bonus da 80 euro: con le nuove disposizioni sarà pieno per chi ha redditi fino a 24.600 (contro i 24 mila attuali) e decrescente fino a 26.600 (contro i 26 mila attuali). In questo modo aumenta la platea dei beneficiari e si restringe il numero dei dipendenti statali che con l'aumento contrattuale da 85 euro rischiano di perdere il bonus da 80 euro. E infatti le risorse a regime per il rinnovo del contratto degli statali sono scese a 2,85 miliardi.
Sul Sole, chi vince e chi perde tra gli statali nella "lotteria" degli stipendi: alla scuola il conto maggiore della crisi. Dal 2010 lo stipendio medio reale nella scuola ha perso il 12,4% del potere d'acquisto, quello dei tecnici dell'Università l'11,8%. Invece le buste paga a Palazzo Chigi hanno fatto segnare un +23,5%, quelle della magistratura +9,4%, delle Authority + 7,6%, quella di Cnel e dell'Agenzia per l'Italia digitale del 7%.
Sulla Stampa (p.16) le grandi manovre in Parlamento per silurare Boeri: alla Camera procede a tappe forzate la discussione sulla legge sulla governance dell'Inps. A spingere per una riforma che cambierebbe i rapporti di forza in seno all'Inps Damiani, Sacconi e soprattutto i sindacati, da tempo in rotta di collisione con Boeri. La Camusso non vede l'ora di liberarsene.

ITALIA-POLITICA
Mossa di Renzi sulle alleanze: non metto veti al centro e a sinistra (Corriere p.2 e tutti). "La legge elettorale impone le coalizioni e nel prossimo governo il Pd dovrà essere il perno di una coalizione inclusiva", dice da Napoli, "sono più importanti i voti dei veti". Con una coalizione forte "possiamo fare da soli senza andare alle larghe intese". Ma Renzi non convince Mdp. Speranza: "Da Renzi ancora un racconto dell'Italia tutto rose e fiori. Un disco rotto. Destra e populismi sono forti per le politiche sbagliate di questi anni". Sul Corriere (p.4) parla Martina: "Speranza evidentemente non ha seguito la conferenza programmatica di Napoli. A giorni invieremo il programma a tutti. Siamo pronti a confrontarci con Bersani e D'Alema". Ma il Pd "non rinuncia alla leadeship di Renzi". Sul Messaggero (p.6) parla Orlando: "Sulla coalizione Renzi ha fatto un passaggio importante. Ora bisogna costruire il quando e il dove". Cuperlo al Mattino (p.3): "Si apra a Mdp a partire dalla manovra. Possiamo condividere poche scelte cominciando da chi ha più bisogno, ossia dal sud".
Ma Rossi chiude la porta: "Non vedo le condizioni per un'alleanza col Pd alle prossime politiche – dice alla Stampa (p.6) il governatore toscano – Si sono approvati questa legge elettorale con una grave forzatura e nell'apoteosi di Verdini e ora scoprono che serve una coalizione?". Durissimo con Renzi il senatore dem Mucchetti: "Questo Pd è pericoloso, serve un nuovo segretario" dice al Fatto (p.6). "Da Veltroni a Fassino, chi crede ancora nel Partito Democratico convochi subito una direzione straordinaria per individuare un nuovo leader". Fredda con Renzi anche la Bonino, reduce dal congresso dei Radicali: "Difficile una intesa con questo Pd che attacca la Ue" (Repubblica p.7).
Si smarca da Renzi anche Romano, pronto al divorzio con Verdini per tornare a destra.
Salvini sbarca in Sicilia, accolto dagli insulti di Grillo, ma il leader della Lega lo spiazza: "Se dopo le elezioni non vince nessuno io non telefonerei a Renzi, Gentiloni o ad Alfano ma chiamerei Grillo. La loro onestà non basta, per governare serve l'esperienza della Lega" (Corriere p.5 e tutti). Concetto ribadito in un'intervista a Repubblica (p.9): "Sia chiaro: io lavoro per costruire una maggioranza di centrodestra, Ma se all'indomani del voto non ci fossero i numero non farei mai un governo con i vari Gentiloni, Renzi, Alfano. Se fossi costretto a chiamare qualcuno chiamerei Grillo".  Musumeci a Libero (p.7): "Salvini al Sud può farcela, Grillo non più.
Ius soli, sulla Stampa (p.4) la svolta di Gentiloni: pronto a mettere la fiducia. Dopo l'apertura colta nel discorso di Renzi a Napoli, il premier, in visita in India, starebbe considerando l'ipotesi di un voto di fiducia dopo il passaggio della legge di Stabilità al Senato. Salvini a Repubblica: "Vogliono coprirsi a sinistra ma è pura follia, è una roba che non interessa gli italiani e neppure gli stranieri. Quella roba non deve uscire dal Parlamento". Anche i grillini pronti a sfilarsi dallo ius soli, per "coprirsi a destra" scrive il Giornale (p.5). Sulla Stampa (p.5) il sentiment degli italiani verso gli immigrati: la paura prevale sulla solidarietà. Favorevoli allo ius soli il 30,9%, allo ius sanguinis il 21,6%, favorevoli a una cittadinanza solo a chi la chiede e ad alcune condizioni il 47,5%.

EUROPA
Barcellona, marea unionista in piazza. Puidgemont pensa all'asilo in Belgio: su Messaggero e tutti gli sviluppi della crisi spagnola. Stavolta in piazza sono scesi gli unionisti, almeno un milione: "Siamo noi la maggioranza". Il leader catalano rischia l'arresto: potrebbe chiedere asilo politico in Belgio. Tensione tra il premier spagnolo Rajoy e quello belga
Regno Unito scosso dalle rivelazioni sulle molestie a Westminster. Chiamava l'assistente tette di zucchero: deputato nei guai (Libero). E' il sottosegretario al Commercio estero Mark Garnier, che chiamava così la sua segretaria e la mandava a comprare giocattoli sessuali al pornoshop. Lui ha ammesso le circostanze ma non le molestie: era solo uno scherzo. May ordina un'inchiesta, il suo governo trema. 

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Commentario del 29.10.17

IN PRIMA PAGINA
Pace armata nel Pd (Repubblica). Gentiloni a Renzi: "Devi unire" (Messaggero). Minniti spinge per l'unità nel partito, Orlando rassicura: niente golpe se perdiamo in Sicilia (Stampa). Grillo in marcia prova a prendersi l'isola (Fatto). Ma il caso Appendino fa tremare i Cinque Stelle (Repubblica). Si dimette per una multa il braccio destro della sindaca di Torino. Il Giornale: onestà, trallallà. Si temono ripercussioni sul voto in Sicilia.
Repubblica torna sul caso Bankitalia, con un'intervista a Casini: "Troppe anomalie e complicità tra Bankitalia e istituti di credito". Il Messaggero torna sull'autonomia alle regioni con un'intervista alla Lorenzin: "Sanità e scuola restino allo Stato".
Sulla manovra, dopo i richiami di Bruxelles, il governo blinda i saldi. Il Sole: ora niente assalti alla diligenza. Sulle pensioni a 67 anni piano del governo per esentare undici categorie (Corriere). Sul Messaggero la stretta sull'evasione fiscale: per le cartelle esattoriali la prescrizione si allunga a 10 anni. Su QN gli stregoni del fisco: con 55 mld di imposte da pagare solo a novembre, sul web spopolano gli esperti dell'elusione.
Dall'estero: In Spagna Rajoy commissaria la Catalogna. Puigdemont: "Resistenza democratica" (Sole). Soraya, la nemica dei catalani, prende il potere a Barcellona (Repubblica). Negli Usa arresti in arrivo per il Russiagate. Tremano gli uomini di Trump (Stampa). A Mogadiscio jhiadisti all'attacco per insediarsi nel Corno d'Africa (Stampa): un triplice attentato fa decine di vittime (Sole).

ITALIA-ECONOMIA
Manovra, il Tesoro prepara la risposta alla Commissione Europea, dopo la lettera di "richiamo" sui conti che prefigurerebbe una correzione da 1,7 mld. "Regole rispettate" (Messaggero), "i saldi non cambiano" (Sole), la linea di Padoan, per il quale la discrepanza di stime è frutto delle differenze nei metodi di calcolo tra Roma e Bruxelles. Per allineare i conti l'Italia potrebbe ritoccare verso l'alto il conto delle spese per i migranti e aggiustare le stime, scrive il Messaggero. Morando alla Stampa: "Ci sono dettagli tecnici dimettere a punto, domani depositeremo la manovra in Senato, martedì risponderemo alla Ue. Escludo correzioni in corso d'opera". Ma promette meno tasse a chi firma accordi integrativi. Per il Sole il richiamo di Bruxelles potrebbe tornare utile per frenare l'assalto alla diligenza che i partiti si preparano a scatenare specie ora che si vota. Centrale il nodo della previdenza. Bruxelles aspetta di capire le mosse del governo, dopo le pressioni del Pd a stoppare l'adeguamento dell'età pensionistica a 67 anni: un rinvio non sarebbe gradito, scrive il Sole. La decisione è rimandata al 2 novembre, quando Gentiloni incontrerà i sindacati.
Su Corriere il piano B del governo sulle pensioni: non potendo rinviare a dopo il voto l'innalzamento dell'età della pensione a 67 anni, per attutire il colpo si pensa di escludere dall'aumento automatico almeno lavoratori addetti a mansioni "gravose". Si parla di 11 categorie: maestre di asilo, infermieri che fanno i turni di notte, macchinisti,camionisti, gruisti, muratori, facchini, badanti, addetti alle pulizie, alla raccolta dei rifiuti e alla concia delle pelli.
Ipotesi analoga la fa Repubblica: il governo penserebbe ad un allargamento dell'Ape sociale per limitare gli effetti dell'aumento dell'età della pensione a 67 anni. Ma l'Ape sociale rischia di rivelarsi un'arma spuntata: l'Inps ha bocciato il 70% delle domande arrivate a metà luglio e il governo ha imposto un riesame delle richieste. Ad oggi non esiste una graduatoria dei lavoratori ammessi all'Ape. Renzi:"Il primo anno non è andato benissimo".
In pensione a 67 anni: il Fatto parla di calcolo "dopato". Il 2016,anno preso in considerazione per il calcolo sulle aspettative di vita degli italiani, è a cavallo di due stagioni in cui si è registrato un eccesso di mortalità. Il boom di decessi del 2015 potrebbe aver provocato un effetto rimbalzo sulla speranza di vita del 2016, aumentata più di quanto sarebbe accaduto in condizioni normali. Ma il record di 75 mila morti registrati a gennaio 2017 (+36% rispetto al 2016, +15% rispetto al 2015) potrebbe abbassare nuovamente la speranza di vita dei 65enni.
Sul Messaggero la nuova stretta sull'evasione fiscale: alzare la prescrizione a dieci anni per le cartelle esattoriali. Il governo pensa ad uno scatto di 5 anni rispetto al regime attuale per Iva, Irpef, multe e tasse regionali. Tra le ipotesi allo studio quella di prevedere un meccanismo retroattivo così da incidere sulle cartelle prossime alla scadenza,  ma le resistenze non mancano. L'allungamento della prescrizione potrebbe però avere l'effetto di spingere più contribuenti ad aderire alla rottamazione-bis delle cartelle, da cui il governo conta di intascare circa 1,2 mld.
Anche il Tesoro ha i suoi debiti da cancellare: 88,8 mld, nei confronti dell'Inps, così come da bilancio 2015 dell'Istituto. Questo consentirà di chiudere in positivo il bilancio del 2018 (Sole). L'operazione, maturata dopo una lunga trattativa, prevede una compensazione con 29,4 mld di crediti che Inps vanta nei confronti del Tesoro e il resto come cumulo di trasferimenti a titolo definitivo.

ITALIA-POLITICA
Pace armata nel Pd tra Renzi e Gentiloni (Repubblica in apertura e tutti). Ieri l'abbraccio "ferroviario" sul treno del Pd, destinazione Napoli, per la convenzione dem, una "sceneggiata napoletana" per il Fatto. Gentiloni scuote il Pd diviso: "Non basta Renzi leader per vincere, serve uno schieramento il più largo possibile guardando verso sinistra e verso il centro". E poi "poche chiacchiere, gioco di squadra, unità"per concludere in modo ordinato la legislatura, "un dovere verso famiglie e imprese e per non disperdere credibilità". Renzi sembra apprezzare: "Pronti alla coalizione, anche se non era il mio sogno segreto" il retroscena della Stampa. "Aver fatto una legge che obbliga alla coalizione tiene insieme Salvini e Berlusconi, che avrei preferito tenere divisi. Noi non mettiamo veti neanche su Mdp che ci insulta tutti i giorni". Orlando alla Stampa, lancia un segnale distensivo a Renzi – "Nessun golpe nel Pd, qualunque sia il risultato in Sicilia – ma poi rilancia: "Abbiamo costruito una legge per le coalizioni, ora facciamola. Dobbiamo riaprire i canali con tutti i soggetti del centrosinistra. Un Pd centrista e più piccolo rischia di fare l'appendice di un governo di centrodestra". Sul Corriere parla Emiliano: "Per lo statuto del Pd il leader è candidato. Ma l'unità del partito la incarna Gentiloni". "Ha fatto un discorso da padre di famiglia, di quella che dovrebbe essere la famiglia del Pd. Il Pd vuole il centrosinistra allargato. Se Renzi raccoglierà il ragionamento generale e lo trasformerà nella linea del Pd saremo tutti uniti". La coalizione ideale? "Dall'Udc a Sinistra italiana. Tutti insieme possiamo vincere e avere la maggioranza senza fare il governo di larghe intese". 
Il governo "promette" il sì allo ius soli (Corriere p.4, Repubblica). Lo promette Minniti – "una legge sull'integrazione e non sull'immigrazione" – durante la conferenza programmatica del Pd, lo ribadisce dallo stesso palco Gentiloni: "Abbiamo un lavoro da completare: lavoreremo per creare le condizioni perché leggi importanti come quella sulla cittadinanza possano essere approvate".
Intervistato da Avvenire, Orlando in sintonia con Minniti: "E' una legge che garantisce percorsi di integrazione. Non avere sacche di mondi a parte è interesse del Paese".  Ma Lupi non ci sta: "Siamo certi che non vorranno mettere la fiducia su una legge così". E a Repubblica dice: "Diremo no in consiglio dei ministri e in aula. Il governo non è un monocolore Pd e questa legge non era nei patti". Centrodestra scatenato. La Lega minaccia rivolte in Parlamento e nelle piazze. Toti: "Mandiamoli a casa prima che facciano altri danni". Meloni lancia un appello a Berlusconi e Salvini: subito un referendum abrogativo qualora la legge venisse approvata. Per il Giornale il fattore cittadinanza farà perdere al Pd il 5%.

EUROPA
Catalogna nelle mani della vice di Rajoy. Puidgemont, che rischia l'arresto, continua a esercitare le sue funzioni e invita alla resistenza pacifica (Messaggero, Stampa, Sole). La Catalogna ora ha due Stati e un popolo spaccato in due tra chi riconosce la repubblica e chi sta con la legalità spagnola. Oggi tornano in piazza gli unionisti. Al palazzo della Generalitat in arrivo la vice premier Soraya de Santamaria, la più odiata dai Catalani, "viceré" a Barcellona (Repubblica). A lei si deve la figuraccia del primo ottobre, quando non riuscendo a evitare l'apertura dei seggi per il referendum, chiese alla polizia di intervenire, con le cariche, i feriti e il disastro di immagine che ne è seguito per il governo centrale. E ora la parola passa alla magistratura a occuparsi dei "golpisti catalani", con il governo e l'ala repubblicana del parlamento che rischiano l'accusa di ribellione, che può portare a 30 anni di carcere. "Verranno dai giudici i pericoli maggiori per i secessionisti", dice il politologo Pablo Simon a Repubblica. "Ma non c'è stata violenza, perciò non ha senso l'accusa di ribellione", dice il giurista Lòpez Garrido. "La Spagna avrebbe bisogno di un Nelson Mandela per uscire dalla crisi catalana" dice al Corriere John Carlin. Dal suo libro "Ama il tuo nemico" è tratto il film "Invictus" di Clint Eastwood. "Nel 2012, quando un milione di persone scese in piazza per l'indipendenza, Mandela sarebbe andato a Barcellona, avrebbe parlato in catalano riconoscendo le sofferenze della regione sotto il franchismo ma anche gli errori dei governi democratici. Avrebbe detto che insieme catalani e spagnoli sono più forti e avrebbe convinto. Rajoy è rimasto muto a Madrid".

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Commentario del 28.10.17

IN PRIMA PAGINA
Barcellona adiós (Giornale). La Catalogna indipendente. Rajoy: criminali (Corriere, Fatto). Tajani: "Così si separano anche dall'Europa" (Giornale). Madrid scioglie il governo catalano (Messaggero). Puigdemont ora rischia l'arresto, allertate le ambasciate straniere (Mattino). Ue e Usa: esiste solo la Spagna (Sole). Spettro guerra civile (Messaggero).
Sul fronte interno spazio a politica ed economia. Nel sondaggio del Corriere calano i democratici, cresce il centrodestra, M5S avanti nel Sud. Salvini cambia nome alla Lega (Libero): tolta la parola Nord (Corriere). De Luca sferza il Pd: "Con i tutori politici perdiamo" (Mattino).
Tra politica ed economia il caso Bankitalia: nominato Visco ma è strappo (Messaggero). Renzi molla Gentiloni: i "suoi" ministri disertano il consiglio dei ministri (Giornale, Sole e tutti). Gentiloni: Matteo? Conta più la stabilità (Corriere). Libero contro Visco l'uomo dello sfascio resta al vertice delle banche che ha rotto.
Da Bruxelles aut aut sulla manovra (Sole). La Ue chiede chiarimenti sui conti, S&P rialza il rating del debito italiano (Messaggero, Avvenire). Italia promossa dopo 15 anni (Stampa).
Dagli Usa, verità ancora lontana su JFK: 300 file restano segreti (Messaggero). Ma il Fatto rivela: "Un poliziotto sparò il colpo mortale a JFK".
A Torino bruciano i boschi, una nube oscura il cielo di Torino (Stampa). A Roma è allarme conti, il governo convoca la Raggi (Messaggero). A Milano il sindaco Sala insiste: la velocità è '900. Oggi rallentare non è arretrare (Corriere).

ITALIA-ECONOMIA
Standard&Poor's alza il rating dell'Italia, la prima volta dopo 15 anni (Stampa, Repubblica e tutti): ora siamo a BBB/A-2 con giudizio stabile, grazie alle "migliorate prospettive di crescita sostenute dagli investimenti e dalla ripresa dell'occupazione". Ma "l'incertezza politica legata alle prossime elezioni potrebbe pesare".
Ma da Bruxelles arriva l'aut aut sulla manovra (Sole e tutti): nei conti mancano 1,7 miliardi (Libero), pari allo 0,1% del deficit, scostamento definito significativo. Dal Mef minimizzano, dicendosi fiduciosi di poter dimostrare il rispetto delle regole da parte dell'Italia. Dei soldi che mancano all'appello, scrive Repubblica, 700 milioni dovrebbero essere recuperati aggiornando le spese per i migranti scorporate dal deficit. Entro martedì la risposta dettagliata  alla richiesta di chiarimenti dei commissari Dombrvskis e Moscovici a Padoan.
Sulle pensioni e l'adeguamento dell'età c'è un piano del governo per rinviare di 6 mesi la decisione (Repubblica). L'idea di Gentiloni è di promuovere un emendamento al decreto fiscale per spostare i termini di legge entro cui i ministeri di Lavoro ed Economia devono decretare lo scatto pensionistico, fissando l'età di uscita a 67 anni. Far saltare del tutto l'adeguamento aprirebbe un buco nei conti di 3 mld già nel 2020 e un nuovo fronte con Bruxelles. Camusso critica anche sulla scelta del rinvio a dopo il voto: "Potrebbe essere anche peggio". Renzi, Martina e Poletti spingono per il rinvio, Calenda no. "Le risorse vanno messe su lavoro, giovani, investimenti, reddito di inclusione". E si schiera dalla parte di Boeri nelle accuse a politica e sindacati. 

ITALIA-POLITICA
Calano i democratici, cresce il centrodestra, M5S avanti al Sud: il sondaggio di Pagnoncelli sul Corriere conferma l'avanzata del centrodestra specie al Nord e il calo del Pd, che dovrebbe tenere solo nelle ex regioni rosse. Le ultime intenzioni di voto danno il M5S al 27,5%, il Pd al 25,5%, Forza Italia al 16,1%, Lega al 15,2%, Fdi al 4,5%, Ap al 3,1%, Mdp 2,8%, Sinistra 2,6%. Dati che confermano la buona salute del centrodestra e la debolezza di Renzi, che non riesce a recuperare consensi con la svolta "populista". Proiettati sulle Camere alla luce del Rosatellum, i dati rimandano a un Parlamento senza maggioranze. In astratto avrebbe il controllo solo un'alleanza Lega-M5S o centrodestra-Pd.
Visco riconfermato alla guida di Bankitalia ma non col voto dei ministri renziani: la Boschi, Lotti, Martina e Delrio assenti dal consiglio dei ministri che in pochi minuti liquida la pratica nell'imbarazzo generale (Corriere). Zanda a Repubblica: "Mi auguro che nessuno usi le banche per la campagna elettorale. Sono in gioco la tutela dei risparmiatori e l'economia del Paese". Sconcerto anche tra gli altri dem al governo (Repubblica): ora c'è la conferenza programmatica di Napoli del partito ma il caso è rimandato alla sera del 5 novembre, all'esito del voto in Sicilia. "Se va male si ridiscute tutto". Gentiloni non si cura del fuoco amico e va avanti: conta di più la stabilità del Paese. Nel retroscena di Verderami sul Corriere la linea del premier: "Devo al Paese la legge di Stabilità, il resto si vedrà".
L'addio di Grasso è un altro strappo che divide i dem. Altri tentati di seguirlo, Mdp alla finestra (Messaggero). Renzi minimizza – sbagliato fare polemica – la  minoranza parla invece di colpo durissimo (Corriere). Repubblica prefigura un listone di sinistra con Mdp, Si e Civati con a capo Grasso: le prove generali il 20 novembre alla Camera, dove le tre sigle presenteranno una proposta unitaria di reintrodurre le garanzie del vecchio articolo 18. Poi una nova assemblea nazionale. Più vicino a Renzi il polo riformista che potrebbe nascere tra Radicali, Verdi e (forse) Pisapia (Repubblica).
Strappo anche nella Lega: dal simbolo salta il "Nord". L'annuncio, dato da Salvini in tv a Piazza Pulita: "La Lega ha ambizioni di governo nazionale e si presenterà in tutti i collegi d'Italia". Bossi scatenato: "Salvini sta facendo una cazzata pazzesca, la nostra gente è qua, i nostri voto sono al Nord" (Foglio). Anche Zaia e Maroni spiazzati: la revisione del settentrionalismo smentisce implicitamente il referendum autonomista di domenica.

EUROPA
Madrid scioglie la Catalogna (Messaggero e tutti): la repubblica catalana dura lo spazio di un pomeriggio. Alla dichiarazione unilaterale di indipendenza proclamata dal parlamento regionale segue l'approvazione da parte del Senato spagnolo delle misure per il ripristino della legalità costituzionale. Rajoy in serata va in tv e annuncia la rimozione del presidente Puigdemont, dei suoi consiglieri, del direttore della polizia autonoma e il segretario generale dell'Interno, lo scioglimento del Parlamento e la convocazione di nuove elezioni per il 21 dicembre. Usa e Ue schierati con Madrid: per noi c'è solo la Spagna (Sole). Sulla stessa linea Germania, Francia e Italia. Tajani al Giornale: "L'addio a Madrid vale come secessione. Juncker, Tusk e io stiamo con le istituzioni spagnole: l'Europa delle piccole patrie non esiste". Tutti gli scenari aperti, quando Rajoy procederà con la sospensione dell'autonomia catalana (Corriere, Messaggero). Contraccolpi in Borsa: Madrid, la peggiore d'Europa, ha perso l'1,45% (Sole). E l'economia sconfessa la scissione (Giornale).

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Commentario del 27.10.17

IN PRIMA PAGINA
C'è la legge elettorale, via ai giochi per il voto (Giornale). Mattarella firma - un dovere (Sole) -  Grasso strappa: "Pd irriconoscibile, me ne vado" (Repubblica, Stampa). Si vota a marzo (Fatto).
Altro "strappo", tra Renzi e Gentiloni su Bankitalia (Repubblica, Messaggero). Gentiloni conferma Visco e mette la data di scadenza al suo governo (MF). Capolavoro di Renzi: Visco dimezzato ma riconfermato (Fatto).
Su Repubblica l'attacco di Boeri (Inps) a politica e sindacati: "Usano le pensioni per motivi elettorali". Critico anche il Fatto: per noi la pensione slitta a 67 anni, ma Pd e FI vogliono il vitalizio a 63.
Da Francoforte Draghi vede la ripresa (Stampa). La Bce dimezza il Qe ma lo prolunga (Sole). Draghi torna a incantare i mercati (MF) ma l'Italia ora rischia (Mattino).
"Alunni sempre accompagnati" (Italia Oggi): è un caso la decisione della Fedeli di obbligare genitori e nonni a riprendersi i ragazzi all'uscita delle scuole medie. Repubblica: lasciate che i ragazzini tornino a casa da soli.

ITALIA-ECONOMIA
Bce, frenata morbida sugli aiuti (Messaggero): da gennaio a settembre 2018 l'acquisto di titoli scende da 60 a 30 miliardi al mese, si apre una nuova fase ma con la possibilità per la Bce di tornare sui suoi passi se a settembre l'inflazione non sarà risalita al 2% e la crescita dovesse rallentare. Una "soluzione aperta", presa "a grande maggioranza" (con Germania e Olanda contrarie): "Non è il tapering, il piano non si fermerà improvvisamente", la rassicurazione di Draghi. Bene le Borse, sollievo anche per l'Italia: secondo Milano Finanza a fine settembre la Bce dovrebbe arrivare a detenere circa 370 mld di titoli italiani e mantenerli per un esteso periodo di tempo, evitando così al Tesoro di rifinanziare in breve tempo una fetta importante del debito. Gros a Repubblica: "I tassi bassi ancora a lungo favoriscono debitori, Paesi e aziende. L'Italia è fra questi e ha l'ulteriore vantaggio di un risparmio forte da compensare il debito pubblico. E' la Germania che ha tutto da perdere, e comincia a innervosirsi". Anche per il Messaggero le novità da Francoforte sono positive per l'Italia, mantenendo il debito italiano sotto l'ombrello della Bce. Buone notizie anche per i mutui, che manterranno ancora tassi bassi, e per le aziende, per il sostegno al credito (Sole).
Su Repubblica l'attacco di Boeri a politica e sindacati: "Usano le pensioni per motivi elettorali". Il presidente dell'Inps torna sul tema dell'adeguamento a 67 anni delle pensioni: "c'è una sola ragione per bloccarla, la prossima campagna elettorale. Servirà una legge per spostare l'adeguamento al 2018, ma sarebbe una controriforma che ci esporrebbe a grandi rischi in un momento di forti tensioni internazionali e di irrigidimento della politica monetaria. Ci sarebbe incertezza anche sulla pianificazione delle uscite anticipate dal lavoro, ma le imprese devono sapere quando potranno andare in pensione i loro lavoratori". Per Boeri poi, a pagare il conto del mancato adeguamento sarebbero i giovani: "Sono i contributi degli attuali lavoratori che pagano le pensioni degli attuali pensionati. Più anni di vita senza adeguamento vogliono dire più pensioni da finanziare con le proprie tasche. E' un problema di equità intergenerazionale". Boeri duro anche con i sindacati: "ormai si battono solo per far aumentare la spesa pensionistica. Non difendono i salari, sembrano seguire le stesse logiche de ciclo politico dei parlamentari. Ma così stanno minando alle basi il sistema pensionistico, mettendo a grave rischio gli stessi pensionati". Critico anche il Fatto: per noi la pensione slitta a 67 anni, ma Pd e FI vogliono il vitalizio a 63.

ITALIA-POLITICA
Il Rosatellum passa, c'è la legge elettorale delle larghe intese (Corriere), via ai giochi per il voto (Giornale). Per le elezioni la prima data utile potrebbe essere il 4 marzo (Sole). Da Di Battista ultimo appello a Mattarella perché non firmi una legge giudicata incostituzionale ma dal Colle arriva la replica (indiretta) del presidente: "Un dovere firmare le leggi se sono costituzionali" (Sole). Grasso invece strappa: "Pd irriconoscibile, me ne vado" (Repubblica, Stampa e tutti). Nei retroscena lo sfogo del presidente del Senato: da semplice parlamentare non avrebbe votato né la legge elettorale né le fiducie. Rosato a Repubblica: "Dolorosa la scelta di Grasso, gli avevamo chiesto di correre per noi". Mdp lo testa da leader: "Con lui ottimi risultati" (Corriere). Bersani al Corriere: "Grasso leader della sinistra? E' un'ipotesi". Possibile un'alleanza con il Pd alle prossime elezioni? "C'è un macigno tra noi e ce l'hanno messo loro". Chi si prende la scena, nel giorno del sì al Rosatellum, è Verdini: "C'è una nuova maggioranza? Non è vero, perché noi c'eravamo, ci siamo stati e ci saremo fino all'ultimo giorno della legislatura" (Corriere e tutti). Sul voto Rosato scommette: "Vinceremo in almeno 90 collegi su 232. Non ci sarà nessuna disfatta al Nord: io mi candido a Trieste".
Altro "strappo", tra Renzi e Gentiloni su Bankitalia (Repubblica, Messaggero e tutti). Gentiloni propone la riconferma Visco, oggi il via libera del governo e il decreto di Mattarella. Renzi, da "Porta a Porta" attacca: "E' una scelta che non condivido, spero che possa fare meglio, ma è anche difficile che possa fare peggio nei prossimi anni". Nessuna tregua né con Gentiloni e nemmeno con Visco: ora lo scontro si sposta in commissione. Zanetti (Sc): "Riconfermare Visco è stata una forzatura incredibile, c'è una commissione d'inchiesta sulle banche, basta questo per capire che le condizioni per una riconferma non c'era" dice al Corriere. Il governatore potrebbe essere chiamato "intorno al 20 dicembre, e dovrà rispondere su tutto". Per il Giornale Renzi si prepara a chiamare in causa anche Draghi: "Dovrà dire la sua in commissione, sul tema avremo caos nei prossimi due mesi. Sarà un pezzo della mia campagna elettorale". Caustico il Fatto, che parla di capolavoro di Renzi: Visco riconfermato ma dimezzato.

EUROPA
"Il mio governo sarà europeista o non sarà" dice al Corriere Sebastian Kurz, il prossimo cancelliere austriaco. Ma con la Fpo di Strache le trattative per il nuovo governo sono in fase avanzata: "Ci sono molte convergenze, su tasse, economia e sulla lotta contro l'immigrazione clandestina. Abbiamo il comune desiderio di un cambiamento fondamentale dell'Austria". Kurz ribadisce la linea dura contro l'immigrazione illegale - "Se perdiamo il controllo in Paesi come l'Austria ne mettiamo a rischio ordine pubblico e sicurezza" – ma garantisce: "Nei negoziati porrò la condizione che il programma esprima i miei valori di base e le mie convinzioni europeiste".
In Spagna, salta l'ultima mediazione tra Madrid e Barcellona. Puigdemont, sostenuto da socialisti e Podemos, era pronto a proclamare elezioni anticipate per il 20 dicembre, Rajoy a sospendere l'applicazione dell'articolo 155 della Costituzione ma poi lo scenario è cambiato. Sotto la pressione dell'ala dura degli indipendentisti Puigdemont rinuncia alle elezioni e rimanda al Parlamento catalano la scelta se proclamare o meno l'indipendenza. Oggi parola al Senato spagnolo per l'ok al commissariamento della Catalogna. Il governo si prepara a destituire il presidente catalano ma c'è il rischio di una disobbedienza di massa. Altro terreno di scontro, i media: il governo spagnolo può cambiare i direttori di radio e tv ma non sarebbe un bello spettacolo davanti all'Europa (Messaggero).

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Commentario del 26.10.17

IN PRIMA PAGINA
Rosatellum, votate 5 fiducie con l'ok di Ala. Oggi il via libera finale (Sole). Verdini e la Lega salvano il governo (Repubblica) ma per Avvenire la legge porta al voto. M5S bendati in piazza, critico pure Re Giorgio (Fatto). Meloni: così si favoriscono solo gli inciuci (Avvenire). Sulla legge elettorale vince Renzi, titola Italia Oggi. Ma le elezioni le vince il centrodestra (Giornale). Spinta al centrodestra anche dal referendum (Stampa).
In primo piano anche le pensioni. La Consulta dice sì alla perequazione, in salvo i conti pubblici (Avvenire e tutti). Ma il Pd sfida il governo sull'adeguamento dell'età: bloccare l'uscita a 67 anni (Repubblica, Messaggero). E tra pensioni e Bce, è allarme conti pubblici (Stampa).
Per Bankitalia spunta Saccomanni (Stampa). Ma Gentiloni ha deciso: riconferma Visco (Messaggero e tutti).
Per Alitalia spunta invece il fondo americano Cerberus. "Compriamo tutto" (Messaggero). Paleari: "Siamo lusingati" (Sole). Ma l'offerta per ora è irricevibile (MF). Volare sui crediti delle banche, ecco a cosa punta davvero il fondo Usa che vuole Alitalia (Notizia Giornale).
In prima pagina anche la Rai, per le spese della Maggioni: blitz GdF, si muove Cantone (Fatto, Giornale). Sul Sole l'industria in ripresa: fatturato record dal 2011.
Su tutti il caso Lazio: la squadra gioca con Anna Frank sulla maglia, gli ultrà in curva cantano "Me ne frego" (Repubblica). Dopo la "sceneggiata" Lotito in Sinagoga, fiori nel Tevere (Messaggero). Ma Libero e Giornale difendono la società: i veri antisemiti sono sinistra e 5 Stelle (Giornale). Quelli della Lazio non hanno commesso reati (Libero).

ITALIA-ECONOMIA
Pensioni e Bce, allarme conti pubblici: per la Stampa (in apertura) la battaglia apertasi tra Pd e governo per stoppare l'aumento automatico dell'età pensionabile e le mosse di Draghi, che oggi annuncerà il dimezzamento degli stimoli monetari sono "due bombe a orologeria" sui conti italiani. Ieri lo stop del Pd al governo sulle pensioni: "Rinviare i 67 anni" (Messaggero, Repubblica). Prima Martina, poi Renzi in pressing su Padoan: non decidere il 31 dicembre, prendersi sei mesi in più non costa nulla e mette d'accordo tutti. Ma Boeri (Inps) parla di "idea sciagurata che aumenta solo il debito". "Il blocco dell'età pensionabile è qualcosa che va interferire con gli automatismi del sistema", da sottrarre "all'arbitrio della politica". "Ne va della credibilità esterna del Paese" (Stampa). 141 i miliardi dell'extra costo stimato dall'Inps in caso di stop all'innalzamento a 67 anni dell'età pensionabile.
La Consulta viene invece in aiuto dei conti del governo: legittimo rimborsare solo una parte delle somme tagliate nel 2012-2013 sulle pensioni alte. Il decreto Poletti del 2015 che restituiva solo parzialmente gli arretrati non percepiti è stato "salvato" dalla Consulta perché considerato "bilanciamento non irragionevole" tra i diritti dei pensionati e le esigenze della finanza pubblica. Nel 2015 il governo aveva quantificato in 17,5 mld l'impatto finanziario della rivalutazione: col decreto limitò la spesa a 2,2mld. "In salvo i conti", per Avvenire. "Pensioni rapinate" per il Giornale.
Intanto l'Istat finisce sotto accusa per i numeri sulle aspettative di vita, alla base dell'adeguamento dell'età pensionabile. Cgil, Cisl e Uil dubitano "dell'assoluta esattezza delle stime" visti i precedenti di valutazioni assai oscillanti. Ci si chiede come sia stato possibile allungare e non di poco l'aspettativa di vita quando nel 2015 lo stesso valore decresceva. Il Giornale parla di numeri "troppo su misura per il governo". Ma Repubblica ricorda che a decidere i metodi di calcolo non è l'Istat ma la legge (cioè la politica): e la legge è quella dettagliatissima di Sacconi del 2009, poi più volte ritoccata tra 2010 e 2011 dal governo Berlusconi. Risultato: i maggiori critici di oggi sono, in parte, gli autori delle regole di ieri.

ITALIA-POLITICA
Rosatellum, la legge elettorale "regge" ai 5 voti di fiducia al Senato ma col voto decisivo dei verdiniani di Ala e le presenze strategiche di Lega e FI (Corriere, Giornale). Gentiloni "realista", sdogana i voti "sporchi": "Così o salta il bilancio" dice ai suoi pensando già al voto sulla manovra (Repubblica). Guerra (Mdp) a Repubblica: "Il governo in Senato non ha più la maggioranza assolta, Mattarella e Gentiloni ne prendano atto. Quanto al bilancio, non avendo più vincolo di maggioranza decideremo secondo i contenuti". Avvenire parla di navigazione a vista di Gentiloni: salvo incidenti, la legislatura si chiuderà con l'approvazione del bilancio, con il premier che potrebbe condurre rapidamente in porto la manovra già dimissionario.
Grillo scatena la piazza, dove si presenta bendato con Di Maio e Di Battista per denunciare il voto alla cieca (Repubblica) e alla polizia dice: "Grasso buffone, senatori veloci come scippatori, andate ad accerchiare il Senato" (Corriere, Stampa). Fischi e buu anche per Mattarella: l'idea iniziale era andare fin sotto il Quirinale per convincere il capo dello Stato a non firmare la legge. "Ma se vinceremo con questa legge, la nostra vittoria varrà il triplo". Meloni, su Avvenire, stronca il Rosatellum: "Questa legge porterà ingovernabilità: è costruita per non far vincere nessuno e per portare a un governo di inciucio".
Anche in aula, al Senato, seduta ad alta tensione tra gestacci e "vaffa" (Messaggero). Napolitano vota sì per "salvaguardare la stabilità" ma rimarca i nodi critici della legge che andavano corretti e denuncia "pressioni improprie" su Gentiloni e la compressione drastica dei diritti del Parlamento (Corriere e tutti). Nel mirino di Napolitano c'è Renzi, anche se non viene mai nominato.
Sul Giornale il sondaggio che spiazza il Pd: con le ultime stime di Emg che danno il centrodestra al 33,8%, il M5S al 28,3%, il Pd al 26,4% l'asse FI-Lega-Fdi farebbe bottino pieno nei collegi del Nord (col Pd a 0 su 85) e con solo il 2in più FI sarebbe autosufficiente alla Camera. Stime pubblicate già ieri da Repubblica, per cui paradossalmente a perdere il seggio sarebbe anche Rosato, il "padre" del  Rosatellum. "La favola che nei collegi si perderà è irreale – dice Rosato alla Stampa – C'è un Nord più contendibile di quanto viene raccontato: a fare la differenza sarà la scelta dei candidati. L'importante è evitare il nemico a sinistra". Ma secondo il sondaggio di Piepoli a trainare il centrodestra sarà anche un "effetto Nord-Est": il 68% degli italiani non è sorpreso del risultato dei referendum di Lombardia e Veneto, e questo potrebbe avvantaggiare il centrodestra.

EUROPA
Rotto il dialogo tra Madrid e Barcellona. Puidgemont rinuncia all'invito del Senato spagnolo e si prepara a convocare il Parlamento regionale. I leader catalani: "Ora facciamo la Repubblica" (Corriere). Domani la nuova prova di forza in piazza degli indipendentisti, in concomitanza con il voto di Madrid sulle misure di commissariamento della Catalogna. All'assise di Barcellona la decisione tra indipendenza o le elezioni anticipate, che per il Corriere sarebbero l'unica alternativa al definitivo strappo istituzionale. Se secessione sarà potrebbe però durare lo spazio di una notte: sabato entrerà in vigore l'articolo 155 della Costituzione e così il governo centrale avrà gli strumenti legali per ricondurre la Catalogna all'obbedienza. Sul Corriere parla il leader comunista Riera i Albert, tra i più convinti indipendentisti: "Non si può tradire il referendum, siamo contrari alla scappatoia di elezioni anticipate. Torneremo alla stasi di sempre". Per i Albert la reazione autoritaria di Madrid e della Ue era prevedibile, "ma noi siamo pronti alle conseguenze delle nostre scelte: attiveremo un governo di sovranità alternativa gestita dal popolo. C'è un piano di emergenza per rendere effettiva la gestione della Repubblica".
Sulla Stampa gli uomini d'oro del clan di Putin. Un circolo ristretto di amici e parenti del presidente russo possiede una fortuna di 24 miliardi di dollari, molti dei quali di provenienza ignota. Soldi che potrebbero essere davvero di Putin. Nella cerchia di presidente uomini che hanno fatto affari col gas e col petrolio, altri con gli appalti pubblici, altri ancora sono prestanome. Ma è su questa fortuna che il leader basa il suo potere.

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Commentario del 25.10.17

IN PRIMA PAGINA
"La vita è più lunga". In pensione cinque mesi più tardi (Corriere, Sole). Dal 2019 in pensione a 67 anni. Sindacati in rivolta: una follia (Repubblica).
In subbuglio anche il Senato, per la fiducia sulla legge elettorale. Mdp va al Quirinale: "Noi fuori dalla maggioranza" (Corriere, Sole e tutti). Di Maio: "Mattarella non sia complice di questa riforma" (Repubblica).  Mauro: "Se rifarà le larghe intese il Pd tradirà il suo elettorato" (Fatto).
Dal Nord, Zaia alla Stampa: modello Gandhi per il Veneto. Ma il governo frena: "Su queste richieste non si può trattare". Il federalismo può attendere (Italia Oggi).
Da Tunisi all'Italia: sulla Stampa la grande fuga degli ex detenuti verso Pantelleria.
Sul fronte banche, Visco verso la riconferma in Bankitalia (Sole, Messaggero, Avvenire), Mps torna in Borsa (Sole). Telefonia e pay tv, dal governo stop alle fatture ogni 28 giorni (Sole). Il Fatto: così le aziende telefoniche ci sfilano 2 miliardi.
In cronaca in primo piano su tutti il caso degli ultras laziali e del fotomontaggio di Anna Frank in maglia giallorossa. Lotito in Sinagoga, gelo della comunità (Messaggero). Mattarella: "Stadi, basta antisemitismo" (Corriere). Ieri in campo distribuito il Diario di Anna Frank (Stampa). Repubblica: troppi patti tra calcio e ultrà antisemiti (Repubblica). Il Corriere: ora puniteli senza indulgenze. Giornale e Libero: indignatevi anche quando si insulta Israele.
Dall'estero. In Arabia nasce Neom, la città sul Mar Rosso da 500 miliardi (Sole). In Honduras l'isola circondata dalla spazzatura: cartoline dai Caraibi di plastica (Corriere).

ITALIA-ECONOMIA
Pensione sempre più lontana: dal 2019 l'età sale a 67 anni (Stampa e tutti). Come previsto, l'Istat ha certificato l'allungamento dell'aspettativa di vita per uomini (80,6 anni) e donne (82,8 anni): se non verrà ritoccata la legge Monti-Fornero, bisognerà aspettare cinque mesi in più per andare in pensione e quindi a 67 anni contro i 66 anni e 7 mesi di oggi; chi lascia prima dovrà aver cumulato 43 anni e 3 mesi di versamenti per gli uomini e 42 anni e 3 mesi le donne. Per il Messaggero solo oltre 80 mila le persone che devono rinviare l'uscita: l'anno spartiacque è il 1952. I nati fino a giugno escono, da giugno in poi aspettato. La palla passa al Mef, che di concerto con il Ministero del Lavoro dovrà decretare l'adeguamento. Per l'Inps, fermare gli scatti costerebbe 141 mld fino a 2040. Governo diviso: Gentiloni aveva promesso di applicare la legge, ricorda il Messaggero, Padoan ha strappato flessibilità sui conti a Bruxelles garantendo inflessibilità sulle pensioni, scrive Repubblica. Poletti prende tempo: "Abbiamo un anno per una discussione sul tema". I sindacati sono contrari, ma con accenti diversi. Camusso (Cgil): "Una follia da fermare". Damiano (Pd): "il governo rimandi la decisione al 2018". Sacconi:"Serve gradualità". Il M5S parla di "mostruosità", Salvini di "infamia". Ma nell'Italia delle deroghe – scrive Repubblica – tra esodati e attività usuranti vanno a riposo i 63enni.
Sulle pensioni decisiva anche la parola della Consulta, che oggi si pronuncia su assegni e inflazione: una sentenza da 17 miliardi, ricorda il Messaggero, da 21 miliardi per il Sole, per decidere se lo Stato debba riconoscere o meno l'adeguamento all'inflazione a tutte le pensioni bloccate dal governo Monti ai tempi della riforma Fornero e farlo retroattivamente. E' il secondo intervento della Consulta sul tema, e già in passato la sentenza era stata favorevole ai pensionati ma l'applicazione parziale, per evitare il dissesto delle casse pubbliche.
Intanto l'Inps "apre" sull'Ape sociale (Sole e altri): validi anche i periodi contributivi maturati all'estero.

ITALIA-POLITICA
Cinque fiducie per la legge elettorale, e i bersaniani lasciano la maggioranza (Corriere e tutti). Decisione formalizzata nelle mani di Mattarella da una delegazione salita al Colle, mentre la De Petris (Si) al Senato occupava simbolicamente la poltrona del presidente Grasso. I grillini in aula con le bende sugli occhi. Renzi: "La fiducia è un atto legittimo, il resto è discussione autoreferenziale". Attesa per l'intervento in aula di Napolitano, contrario al Rosatellum blindato, come pure Micchetti, Chiti, Manconi e Tocci: "Questo testo favorisce solo le destre" (Messaggero).
Di Maio a Repubblica: "Mattarella non firmi, non si renda responsabile dell'ennesima legge anticostituzionale". Di Maio ribadisce le accuse di tradimento alla Lega: "Gli interessano solo le poltrone: Salvini sta aprendo le porte a un governo Renzi-Berlusconi, si dovrebbe vergognare. Quella della Lega è un'opposizione di facciata: mai alleanze con questi partiti".
Alleanze tema sensibile anche a sinistra. "Un altro governo di larghe intese con Berlusconi sarebbe un tradimento delle ragioni che hanno portato alla nascita del Pd – dice Ezio Mauro al Fatto – E soprattutto un disastro per l'Italia perché imporrebbe al Paese una politica minima. Si stanno cercando al buio, Renzi e Berlusconi: la ratio di questo Rosatellum è rendere possibile l'alleanza".
Autonomia, Gentiloni ieri in Veneto: "Governo aperto al confronto sull'autonomia ma l'Italia non si discute" (Messaggero e tutto). Maroni si smarca da Zaia e fa asse con l'Emilia (Corriere). Salvini al Corriere: "La richiesta di statuto speciale per il Veneto? Non lo sapevo. Ma chiedere è lecito, rispondere è cortesia, e in Veneto il referendum è stato appoggiato dal 60" dei veneti. Ma Lombardia e Veneto sono due realtà diverse: facile che procedano anche diversamente". Sul Corriere parla anche Bossi: "Il lavoro della Lega ha premiato, il popolo ha capito. Adesso devono fare sul serio: o danno a Lombardia e Veneto quello che chiedono o le conseguenze della crisi economica e sociale travolgeranno tutti". Zaia, in un'intervista alla Stampa, rilancia: "Non cerco la rissa, ma voglio tutte le 23 competenze e questo comporta di conseguenza il trasferimento al Veneto dei nove decimi del gettito fiscale. Altra questione p la richiesta al Parlamento di una modifica costituzionale perché al Veneto sia riconosciuto lo statuto speciale. Non c'entra niente col referendum ma in passato abbiamo votato richieste identiche". Per Zaia "il governo è tenuto a trattare con noi, non è una gentile concessione. Il fatto che ci siano elezioni a marzo non vuole dire niente anzi. Entro le elezioni si può arrivare a firmare l'intesa col governo". 

EUROPA
Sulla Stampa la battaglia di Macron contro il lavoro a basso costo: viene dalla Francia la spinta maggiore all'approvazione della nuova direttiva Ue sui cosiddetti lavoratori distaccati, misura che punta a ridimensionare il "dumping sociale" dei Paesi dell'Est, che esportano manodopera a basso prezzo alimentando disparità e danneggiando l'occupazione degli Stati che la accolgono. Ora le nuove regole ruotano intorno al principio-chiave per cui a parità di lavoro deve corrispondere parità di trattamento economico. Lunedì a Lussemburgo il via libera al testo, dopo 10 ore di trattative e nonostante il voto contrario di Polonia, Lettonia, Lituania e Ungheria e l'astensione di Regno Unito, Irlanda e Croazia. L'Italia ha votato a favore: ora il testo passa al Parlamento per l'approvazione. Le nuove regole in vigore dal 2022. Escluso il settore dei trasporti: imprese italiane deluse (Sole).
Macron: "L'Europa avanza: più protezione, meno frodi".
 Su Repubblica la turbolenta seduta inaugurale del Bundestag: contro Schaueble, eletto alla presidenza del Parlamento, si scaglia Gabriel (Spd), con l'accusa di aver trasformato, da ministro delle finanze tedesco, l'Europa in un cumulo di macerie. Erano ministri dello stesso governo. Stop del Parlamento alla nomina di Glaser (AfD) a vice presidente  del Parlamento per le sue posizioni islamofobiche. Per il Corriere, una Germania concentrata sugli affari domestici più che in passato e una cancelliera ridimensionata, non è la migliore notizia per l'Europa.
Sul Corriere la sfida di Gina Miller alla Brexit: "Darò scacco in quattro mosse". L'attivista pro-Europa convinta che si possa tornare indietro. "C'è una minoranza di estremisti che tiene il governo in ostaggio: usano il referendum per intimidire. I parlamentari, per timore di non essere rieletti, non osano votare contro il partito, ma sono i primi a capire quanto sarebbe catastrofica una rottura con l'Europa". Il numero due di Bank of England dice che senza un compromesso 107 banche inizieranno a muoversi da Londra. "La gente non ne parla ma nella City rischiamo di perdere quattromila posti in 18 mesi". Illusorio pensare che vadano a Parigi, Francoforte o Milano: "Molte banche americane, canadesi e asiatiche iniziano a pensare che se l'Europa è in un tale caos, la Brexit colpirà economicamente anche Francia e Germania, allora è meglio tornare a casa". Sottovalutate anche le conseguenze, catastrofiche, di un no deal, un mancato accordo. "Oggi prevale un incantesimo: c'è stato il referendum ed è irreversibile. Ma se ci fosse volontà politica, si potrebbe farla finita con la Brexit, legalmente, anche domani".
Catalogna, la crisi prolungata minaccia la crescita spagnola: il governo di Madrid ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita del 2018 dal 2,6 al 2,3% ma potrebbe dover tagliare di più le stime. Pressioni per un dialogo tra Rajoy e Puigdemont ma le imprese e l'economia in generale si stanno preparando a una lunga stagione di scontro e confronto.
Da Tunisi all'Italia: sulla Stampa la grande fuga verso le coste siciliane di ex detenuti tunisini, dopo un indulto che ha messo fuori dalle carceri 2700 persone. Per la traversata bastano 400 euro. Lo scafista: "Il governo chiude un occhio sulla loro partenza e chiederà più soldi a voi per fermarli. E' tutto un gioco politico, come con la Libia".


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Commentario del 24.10.17

IN PRIMA PAGINA
"Statuto speciale al Veneto" (Corriere): sfida Zaia-governo (Stampa). Prove di secessione mascherata (Messaggero). De Vincenti al Corriere: "Sulle entrate fiscali non discuteremo". Salvini scatenato: "Voglio plebisciti in tutta Italia" (Libero). Ma il ritorno del federalismo è un colpo alla Lega di Salvini (Foglio). Chiamparino: "Federalismo non è randellare lo Stato". Emiliano: "Sto con il Nord. Il futuro appartiene alle Regioni" (Stampa). Caldoro: "Votiamo anche nel Sud o l'equità del Paese è a rischio" (Mattino). Il Fatto: Zaia fuori dal vaso. Libero: e nun ce vonno stà.
Ancora in primo piano Bankitalia: la scelta del governatore entro venerdì (Sole). Ultime trattative su Visco. A Palazzo Chigi ci sarà anche Boschi (Repubblica). La sottosegretaria sfida Di Maio: "Bugie? Vieni in tv" (Messaggero).
Sulla legge elettorale arriva la fiducia. M5S e Mdp insieme in piazza (Fatto).
In manovra 400 euro in più ai presidi. Pronte detrazioni per autobus e treni (Stampa, Messaggero). Proroga al 2018 del bonus mobili, proroga al 2018 (Sole).
Sulle pensioni: addio rimborso per lo stop alle rivalutazioni (QN), ma dal 2018 pensioni più alte (Messaggero). Oggi le stime Istat sulla vecchiaia.
Dalla Ue: la commissario Gabriel bacchetta l'Italia: "Poche competenze nel digitale" (Sole). Dagli Usa: Trump teme la Spagna divisa - giova a Putin – e contro la Corea allerta i bombardieri B-52 (Stampa, Corriere).
In città: a Roma piovono alberi sulle auto (Messaggero). A Milano Sala frena: "La città deve imparare a essere più lenta"(Corriere).
In cronaca, la morte in diretta Facebook di un giovane automobilista scatena i "like" ma non i soccorsi (Messaggero). E' polemica.

ITALIA-ECONOMIA
Manovra verso la versione definitiva, su Messaggero, Stampa e Sole nuovi dettagli. Per bus, metro e treni abbonamenti scontati per i pendolari (Messaggero): con un limite di spesa di 250 euro il beneficio annuale per l'utente sarebbe di 48 euro. In alternativa si pensa a un buono trasporto, sulla falsa riga di quelli pasto. Da definire anche gli importi per il rinnovo del contratto degli statali: la somma si sarebbe stabilizzata a 1,7 mld per il 2018, che portando la dote complessiva a 2,9 mld garantirebbero l'aumento promesso di 85 euro mensili. Discorso a parte per la scuola, dove si profilano aumenti mensili di 440 euro per i presidi da qui al 2020; aumenti sono previsti anche per tutto il personale della scuola ma anche qui pesa l'incognita del bonus Renzi di 80 euro. Dimezzato il numero delle assunzioni per ausiliari e tecnici(da 6000 a 3000) e questo lascerà vacanti ancora 12 mila posti. In manovra anche la proroga al 2018 del bonus mobili (Sole): le spese per l'arredo avranno un tetto massimo di 10 mila euro. Confermato anche l'incentivo al 50% su ristrutturazioni e fino all'85% per il sisma bonus. Sul Messaggero la stretta anti-fuga degli utili all'estero.
Giornata cruciale anche per le pensioni. Oggi la Corte Costituzionale torna a pronunciarsi sulla legittimità del decreto legge del 2015 con cui il governo limitò i rimborsi dovuti ai pensionati dopo la pronuncia di incostituzionalità del blocco della perequazione deciso dal governo Monti per il biennio 2012-2013 (Sole e altri). Per QN i pensionati possono prepararsi a dire addio al rimborso: un sì alla illegittimità, e quindi una via libera al rimborso pieno, costerebbe allo Stato più di 21 mld.
Sempre oggi l'Istat pubblicherà gli indicatori di mortalità dei residenti per il 2016: un dato che sarà alla base del decreto di adeguamento alla speranza di vita dei requisiti di pensionamento dal 2019. Si teme un innalzamento dell'età pensionabile a 67 anni (Sole).
Ma dal primo gennaio 2018 pensioni più alte dell'1,2% per effetto del recupero dell'inflazione (Messaggero).
Ancora in primo piano Bankitalia: la scelta del governatore entro venerdì, al consiglio dei ministri del 27 (Sole). Ultime trattative su Visco. Dal governatore nessun passo indietro, come sperava Renzi, scrive Repubblica. E ora scoppia il caso della presenza in consiglio dei ministri anche della Boschi. Scotto (Mdp) firma un'interrogazione per chiedere se può, la figlia di un sanzionato da Consob e Banca d'Italia, decidere le sorti di uno dei sanzionatori. Palazzo Chigi, per ora, blinda la Boschi: parteciperà "al 100%" al consiglio dei ministri dal quale uscirà il nome per Banca d'Italia perché il conflitto di interessi non c'è. Una non partecipazione sarebbe infatti un'ammissione di colpa implicita che il governo vuole evitare. La Boschi intanto sfida Di Maio, che l'aveva accusata di essere "aguzzina dei correntisti". "Bugie, noi i correntisti li abbiamo salvati. Vieni in tv" (Messaggero).
Visco intanto, ad una cerimonia con i dipendenti, tiene il punto: "Stiamo uscendo dalla più grave crisi della storia italiana. La Banca d'Italia non ha contribuito, ha operato con successo nonostante i venti contrari per contenerne gli effetti e risolvere le situazioni più difficili" (Stampa).
Oggi sarà a Francoforte in vista del  board della Bce di giovedì (Corriere). Ma per il Messaggero con il governo che ha fatto slittare ancora la nomina, a Francoforte andrà un'anatra zoppa.

ITALIA-POLITICA
"Statuto speciale al Veneto" (Corriere in apertura e tutti): Zaia cavalca il successo del referendum per l'autonomia e prepara una proposta di legge per riconoscere il Veneto come Regione autonoma a statuto speciale. Governo irritato: "Condizioni irricevibili, è una pre-secessione" (Stampa). Il sottosegretario Bressa: "Proposta non ricevibile dal governo, semmai dal Parlamento". Maroni, spiazzato, prende le distanze da Zaia: "Sbaglia a chiedere l'autonomia speciale", dice a Repubblica. Per il governatore lombardo, orientato al dialogo con Gentiloni e Padoan, il perimetro di riferimento è l'articolo 116 della Costituzione. "Anche se volessi allinearmi con Zaia non potrei farlo: io posso chiedere per laLombardia lo status di regione "speciale" per ottenere più soldi con i meccanismi del residuo fiscale". Il ministro De Vincenti al Corriere: "Governo rispettoso del voto in Lombardia e Veneto ma non c'è spazio per discutere una diversa ripartizione delle entrate fiscali. La Costituzione non lo consente.Non si può intaccare il principio fondamentale della comune cittadinanza, sulla base del quale si pagano le imposte in relazione alla propria capacità contributiva e si ricevono i servizi rispetto ai bisogni e questo su tutto il territorio nazionale". Sul Messaggero parla la Finocchiaro: "Non vedo possibile l'intesa entro questa legislatura. Con l'Emilia siamo più avanti".
Ma l'esito del referendum lombardo-veneto rompe la diga regioni. Toti al Messaggero:"Pronti al referendum anche in Liguria. La domanda non è quanti soldi devono restare alle Regioni ma quanti soldi delle regioni devono andare al governo centrale". Chiamparino alla Stampa: "Altro che federalismo, vogliono randellare lo Stato. Non dobbiamo accordarci". Emiliano alla Stampa: "Il futuro dell'Ue appartiene più alle regioni che agli stati nazionali. Veneto e Lombardia possono chiedere più competenze ma questo non significa tenersi più tasse in casa propria".
La mossa di Zaia e la diversa posizione di Maroni rilanciano il tema dei rapporti interni alla Lega. Maroni a Repubblica: "Ora c'è un problema interno alla Lega". Spiazzato anche Salvini da una strategia veneta che lo mette in difficoltà al Sud.
Berlusconi sfida la Lega: "Ora riforma federalista e presidenzialismo" (Messaggero). Ma niente fughe in avanti come quella di Zaia. Berlusconi punta piuttosto sulla linea trattativista di Maroni: "occorre salvaguardare l'unità nazionale"
Anche Grillo cavalca il sì all'autonomia: "E' una vittoria dei cittadini e non della Lega" (Giornale). Gli elettori dei 5 Stelle compatti alle urne per il sì (Corriere).
Pd stordito dal voto del Nord (Giornale): con Martina e il resto del governo che ripete che sul fisco non si tratta, Renzi spiazza tutti: "Il risultato non va minimizzato, arriva un messaggio serio: più autonomia, più efficienza,maggiore equità fiscale, lotta agli sprechi. In Italia esiste una gigantesca questione fiscale".
Sulla legge elettorale, al Senato arriva la fiducia, anzi 5. M5S e Mdp insieme in piazza (Fatto e tutti). Il governo: troppi voti segreti, è legittima difesa. FI e Lega usciranno dall'aula per favorire l'approvazione del Rosatellum. Grillini e bersaniani proveranno a far mancare il numero legale. Il via libera atteso per giovedì. 

ESTERI
Trump teme la Spagna divisa: giova a Putin (Stampa). Il presidente Usa, che in campagna elettorale aveva tifato per la Brexit, sulla crisi catalana cambia verso. Fonti riservate parlano di una linea sostenuta dai suoi consiglieri, convinti che la destabilizzazione della Spagna, oltre a minacciare la tenuta della Nato e della Ue, non è nell'interesse nazionale degli Stati Uniti. Un'Europa composta da 98 nazioni non converrebbe a nessuno, tranne alla Russia. Secondo gli osservatori anche nell'escalation catalana ci sarebbe la mano russa. L'indipendenza della Catalogna potrebbe infatti innescare una destabilizzazione a catena che potrebbe colpire anche l'Italia, frantumare la Ue e minacciare la Nato. Quindi gli Usa appoggiano al 100% la linea di Rajoy anche se gli rimproverano l'attendismo. L'impegno attivo della Russia nelle dinamiche spagnole fa temere agli americani che l'Italia sarà il prossimo terreno di scontro. Attenzione particolare è riservata ai contatti fra Mosca e M5S.
Trump in movimento anche sullo scacchiere asiatico. Allertati i bombardieri B-52, come durante la guerra fredda: stavolta l'avvertimento è per la Corea del Nord (Stampa e tutti). Il Pentagono non conferma ma tra le opzioni di Trump ci sarebbe un attacco preventivo alla Nord Corea (Corriere). Bill Emmott a Repubblica: "Solo l'invasione cinese in Nord Corea ci libererà dall'incubo-bomba di Kim. Così si eviterebbe il conflitto nucleare con gli Usa , porterebbe al disastro".
Puigdemont va alla battaglia finale: si gioca tutto sulla scelta dei tempi (Repubblica p.13). Il leader catalano potrebbe parlare al Senato di Madrid. L'Assemblea di Barcellona convocata giovedì o venerdì al bivio: voto anticipato o dichiarazione di indipendenza? "Comunque non rispetteremo gli ordini di Rajoy".
Brexit, il sindaco di Londra Khan chiede un secondo referendum (Repubblica p.13): con la crisi politica di governo e maggioranza ormai conclamata e l'esodo annunciato di banche e case d'affari, il sindaco ha proposto di riproporre la questione della Brexit al popolo. Finora di secondo referendum parlava solo l'ex leader liberaldemocratico Clegg. Ora l'ipotesi si fa più plausibile.
Su Repubblica (p.23) ritratto di Linder, il superfalco tedesco candidato al ministero del Tesoro che ci farà rimpiangere Schaeuble.

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Commentario del 22.10.17

IN PRIMA PAGINA
Spagna, pugno di ferro di Rajoy (Repubblica). Azzerato il governo catalano (Corriere). Madrid controlla polizia e tv (Stampa). Puigdemont: è un colpo di Stato (Messaggero). Madrid fa il golpe bianco, ribellione catalana in piazza (Fatto).
L'escalation della crisi catalana nel giorno del referendum per l'autonomia del Nord. Una scommessa da 40 miliardi, per Repubblica. Tajani al Messaggero: "Serve uno stop alle piccole patrie". Pd e Lega litigano, la sfida è sull'affluenza (Corriere e tutti). Messaggero e Fatto contro: è il referendum più inutile mai visto. Giornale e Libero a favore: chi non vota l'autonomia o è un ladro o è una spia. Pirozzi: "Sono terremotato ma anch'io sono federalista" (Libero). Bombassei: "Non voto, ci sono altri metodi" (Mattino).
Sempre in primo piano anche lo scontro sul governatore di Bankitalia. Renzi attacca: "Nessuno è intoccabile" (Corriere). Berlusconi difende: "Le colpe sono dei banchieri, non di Visco" (Stampa). Su Repubblica la linea di Bankitalia: il governatore non sarà mai il capro espiatorio  della guerra bancaria. Su QN il sondaggio Ipr: non un voto in più a Renzi per la guerra a Visco.
Da sinistra Speranza manda un segnale a Renzi: "Non è lui il nemico" (Repubblica). Ma chiede modifiche a Rosatellum e legge di Bilancio. Dai sindaci segnale a Minniti: "Migranti, non da noi". Sette comuni su otto frenano sul piano (Stampa)
In manovra si allunga al 2019 l'Ape volontario (Sole). Con gli incentivi per i giovani contratti in aumento del 30% (Messaggero).
Dall'estero. Nella Repubblica Ceca vince Babis, il Trump europeo (Messaggero). Dietro l'ex cortina dilagano le destre (Repubblica). Negli Usa Trump alza il velo su JFK (Stampa)

ITALIA-ECONOMIA
Pensioni, si "allunga" a tutto il 2019 la sperimentazione dell'Ape volontaria (Sole). Un'estensione quasi obbligata visti i ritardi accumulati sull'avvio. Intanto nel 2018 torna la rivalutazione degli assegni e la parificazione della pensione di vecchiaia per uomini e donne. Nel pacchetto previdenza per la manovra anche l'accesso agevolato all'Ape social alle donne e ai lavoratori con contratti a termine. Prevista anche la detassazione della pensione integrativa per gli statali e la stabilizzazione della Rita, la rendita integrativa temporanea anticipata. Ma i sindacati restano profondamente insoddisfatti.
Sul Messaggero l'ultima versione degli sgravi per l'assunzione dei giovani. Tetto a 3000 euro per il dimezzamento degli oneri in caso di assunzione di dipendenti fino a 29 anni. E' il valore di compromesso su cui si è assestato il lavoro preparatorio della misura probabilmente più importante della legge di Bilancio. Con il tetto a 3000 euro (e non a 3.250 come si era ipotizzato) per il 2018 (anno di transizione, con il limite di età a 34 anni) si prevedono 380 mila assunzioni e poi 300 mila nei due anni successivi. Il governo stima un incremento del 30% di contratti. Per il Sud sarà conservata una decontribuzione ad hoc che vale il 100% dei contributi: si applicherà ai lavoratori sotto i 35 anni e a quelli con 6 mesi di precedente disoccupazione. 
"Abbiamo fatto poco per le famiglie - dice Renzi ad Avvenire - La prima misura della prossima legislatura con noi al governo? Daremo mille euro netti l'anno per tutti gli under 18: una misura universale per i figli, la via italiana al quoziente familiare. Penso anche a un bonus badanti".

ITALIA-POLITICA
Lombardia e Veneto, è il giorno del referendum. La posta in gioco sono oltre 40 miliardi di residuo fiscale, scrive Repubblica: 12 milioni di elettori chiamati a decidere se le due regioni potranno sottrarre questi soldi allo Stato per trattenerli sui territori. In Lombardia l'esordio dei tablet ai seggi. In Veneto si voterà con schede cartacee,ma c'è il quorum al 50,1%. Maroni punta ad aprire una trattativa col governo per ottenere più competenze e più risorse. Zaia è pronto ad aprire con Gentiloni un negoziato su tutte le 23 materie su cui Stato e regioni sono concorrenti. Per la Stampa, il Veneto seguirà Zaia superando la soglia del 50% e questo sarà un viatico per una sua probabile candidatura a premier nell'alleanza di centrodestra. In salita la corsa di Maroni: se i lombardi resteranno a casa risulterà azzoppata anche la sua corsa alla riconferma a governatore e, nella Lega, la sua sfida all'ala salviniana. Pd e Lega litigano. Martina: "Propaganda leghista". Salvini: "Pensi alle stalle: è un ministro inutile".La sfida è sull'affluenza e sull'uso dei tablet (Corriere e tutti). Messaggero e Fatto contro: è il referendum più inutile mai visto. Giornale e Libero a favore: chi non vota l'autonomia o è un ladro o è una spia. Berlusconi alla Stampa: "Ogni paragone con la Catalogna è improprio. Questi referendum hanno come scopo la crescita di tutto il Paese. Se le regioni più efficienti camminano più velocemente ne guadagna l'intera collettività". Cacciari a Repubblica: "C'è il rischio che i referendum minino la sovranità nazionale. La questione settentrionale va affrontata ma non è questo il modo. Questi referendum sono la campagna elettorale della Lega e del centrodestra".  Sul Messaggero parla Tajani: "Sono due referendum legittimi e sono consultivi, per chiedere più autonomie. Guai a interpretare questi due referendum come  l'inizio di una stagione indipendentista". Su Libero parla il sindaco di Amatrice Pirozzi, dato in corsa alle Regionali del Lazio: "Salvini non spacca l'Italia. Sono federalista anch'io".
Sempre in primo piano anche lo scontro sul governatore di Bankitalia. Renzi, a Firenze alla festa del Foglio, attacca: "Nessuno è intoccabile" (Corriere). Più sfumati i toni nell'intervista ad Avvenire."Il vero problema sono le crisi bancarie, le decine di miliardi messi dallo Stato per salvarle. Io è il Pd non possiamo difendere l'attuale assetto di potere, stare dalla parte dei cosiddetti salotti buoni. Noi stiamo con i risparmiatori". E su Bankitalia: "La difesa a oltranza di Visco non sta nei miei desideri. Ma qualsiasi nome il premier farà non ci saranno problemi. Anche se dovesse riconfermare Visco nessun problema. Prenderò atto della decisione del governo:qualsiasi sarà non intaccherà i rapporti con Gentiloni".
Se Renzi attacca Visco, Berlusconi, in un'intervista alla Stampa, lo difende: "Non scarichiamo su Visco le colpe dei banchieri". "Nelle crisi bancarie responsabilità personali di banchieri o manager che hanno agito in malafede o di controllori che non hanno controllato. Ma sono contrario a una condanna complessiva del sistema bancario, come sono contrario a scaricare sulla Banca d'Italia e sul governatore responsabilità che appartengono ai singoli. La mossa di Renzi mi pare improvvida e sa di ritorsione o occupazione di potere".
Su QN il sondaggio Ipr: non un voto in più a Renzi per la guerra a Visco. Il 65% dice di non conoscere il conflitto in atto tra Renzi e Visco, solo il 12% sa di cosa si tratta. Il 65% non conosce neppure i compiti di Bankitalia: solo il 7% li conosce. E il consenso al Pd e la fiducia a Renzi sono rimasti stabili: 25,5% al partito, 30% al leader.

EUROPA
Spagna, pugno di ferro di Rajoy (Repubblica e tutti). Il governo spagnolo, applicando per la prima volta l'articolo 155 della Costituzione, destituisce Puigdemont e l'intero governo catalano e convoca nuove elezioni da qui a 6 mesi. Rajoy: "Non era nostro desiderio applicare l'articolo 155 ma nessun paese democratico può accettare che si ignori la legge". Tre le aree in cui Madrid eserciterà un controllo diretto: sicurezza, finanze e media pubblici, dunque polizia e tv. Puigdemont: "Un colpo di Stato" (Messaggero). "Momento peggiore da Franco" (Corriere). Appello in inglese ai leader europei: "Decidere il futuro democratico non è un crimine. La Catalogna è fondamentale per i valori europei". In piazza 450 mila persone per l'indipendenza e per la scarcerazione dei leader indipendentisti Sanchez e Cuixart. "L'Europa deve temere la moltiplicazione delle piccole patrie – dice il presidente del Parlamento europeo Tajani al Messaggero – Perciò nessuno intende riconoscere la Catalogna come Stato indipendente. Anche la May, in piena Brexit, ha detto che il Regno Unito non lo farà. Quello della Catalogna non è autonomismo ma una proclamazione di indipendenza in spregio allo Stato di diritto e contro la Costituzione spagnola, frutto di un referendum illegale. E' anche un vulnus democratico".
Nella Repubblica Ceca vince Babis, il Trump europeo (Messaggero). Dietro l'ex cortina dilagano le destre (Repubblica). Babis, soprannominato Babisconi per le affinità con Berlusconi, ha vinto con ricette semplici e ad effetto, facendo leva sulla paura di essere fagocitati dagli Stati forti europei, di una invasione di stranieri, di una islamizzazione del paese. Umori e timori amalgamati nel Gruppo di Visegard, che annovera Polonia, Repubblica ceca, Ungheria e Slovacchia". Ma la costituzione del governo sarà un rebus: contro Babis, già rimosso dal precedente governo per sospetta frode fiscale, il vasto fronte dei partiti di opposizione che lo considerano un pericolo per la democrazia.

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Commentario del 21.10.17

IN PRIMA PAGINA
Bankitalia e politica, sempre in primo piano lo scontro sul rinnovo del governatore. Quotidiani divisi sulle chance di Visco: per Repubblica e Corriere ora Visco è più forte, per QN le sue quotazioni scendono. La Stampa parla di riconferma con "condizioni", il Messaggero di una rosa di nomi tra Visco e gli interni. Gentiloni difende l'autonomia di Bankitalia (Sole) ma per il Fatto l'atto di accusa a Visco l'ha scritto la Boschi. Su Giornale e altri la verità sulle banche in crisi, dalle Popolari venete a Mps.
In primo piano anche il referendum del Nord. Il Pd attacca: rischio Catalogna (Stampa). Maroni: votiamo sì, la Lombardia trainerà l'Italia (Giornale). Fatto, Messaggero e Tempo contro il voto, inutile e costoso. Libero: l'autonomia fa paura ai parassiti abituali. Sul Messaggero l'input di Zingaretti per la Capitale: "Dai Fori al porto di Ostia: Roma riparte con il gioco di squadra".
Dall'estero. Sul Corriere ritorno a Raqqa liberata dall'Isis: rovine, trappole e silenzio. Sul Sole il salvagente della Ue a Theresa May: per la Brexit ultima chiamata a dicembre (Corriere).
In cronaca il dramma di Como, dove un papà marocchino ha incendiato la casa ed è morto con i quattro figli (Repubblica).

ITALIA-ECONOMIA
Manovra, Gentiloni accelera sulla web tax (Messaggero, Repubblica): possibile che l'Italia anticipi la Ue nell'introduzione della tassazione sui grandi colossi tecnologici, al minimo della propria imposizione fiscale. L'ipotesi del governo è quella di spostare la tassazione dagli utili al fatturato con una aliquota iniziale del 5%. Non molto ma comunque sufficiente per aumentare le entrate. Altra novità in manovra, in tema di lavoro: spunta un incentivo in favore dei lavoratori in cassa integrazione straordinaria che accettano un nuovo lavoro, con l'attribuzione anticipata dell'assegno di ricollocazione mentre ancora si percepisce la cassa integrazione straordinaria.
Intanto Fitch conferma il rating dell'Italia a BBB con prospettive stabili: pesa il livello estremamente elevato del debito pubblico.
Da Bankitalia segnali positivi a riguardo: previsto un forte calo del debito da qui al 2020; pil dell'anno superiore all'1,4%, nel 2020 rapporto debito/pil al 123,9% (Messaggero).
Sul Corriere l'Italia dopo 60 anni di Ue: più longevi ma senza figli. Sono le conclusioni di un grande lavoro di analisi dell'Istat sull'Italia e in rapporto ai sei Paesi fondatori dal '57 ad oggi. L'Italia indietro sul rapporto debito-pil, sul tasso di disoccupazione, sui salari, sui laureati; avanti sul numero di automobili. Preoccupa il calo della popolazione italiana: siamo il Paese più longevo d'Europa e il secondo al mondo grazie alla qualità del sistema sanitario, ma stiamo diventando un Paese di anziani. Difficile in queste condizioni spingere in alto il pil. Ma per la Gabanelli solo un'Europa integrata permette di affrontare i problemi che la dimensione di uno Stato nazionale non potrebbe reggere.

ITALIA-POLITICA
Gentiloni fissa i paletti su Bankitalia – "autonomia da rispettare" – ma valuta la possibilità di rivedere il mandato a Visco (Stampa p.5) o anche di rinunciarvi (Messaggero p.3). Politica divisa: agli attestati di solidarietà al governatore di ministri, ex premier ed ex presidenti fa da contraltare la lista di partiti schierati contro la riconferma: dai Cinque Stelle a FI tutti chiedono l'avvicendamento tranne Mdp. E con Salvini che a sorpresa apre a una successione soft, ovvero ad una soluzione interna a Bankitalia, Gentiloni starebbe accarezzando due opzioni: la prima è quella di indicare al Quirinale il nome di Visco ma anche la richiesta di rinnovamento che sale dal Parlamento. La seconda ipotesi prevede un passo indietro formale di Visco che eviterebbe fastidi a Quirinale e Palazzo Chigi: a quel punto, per la Stampa, la scelta cadrebbe sul numero 2 di Bankitalia Salvatore Rossi. Ma il Corriere (in prima e a p.6) parla di un Visco pronto a reagire e determinato a restare: la trincea sarà la commissione d'inchiesta sulle banche, a cui si presenterà con atti "riservati", peraltro da giorni in uscita sui quotidiani.
Sul fronte politico, dietro l'apparente pace tra Gentiloni e Renzi, lo scontro continua. Calenda e Pinotti attaccano Renzi. Calenda bolla la mozione come "un incidente. Se poi ci fosse una strategia sarebbe gravissimo". Per la Pinotti la mozione non doveva neppure essere discussa, per evitare di creare confusione. Berlusconi fa dietro front, e come Prodi definisce "improvvida" la sortita del Pd anti-Visco (Repubblica p.2). Secondo il Fatto (in apertura e a p.5) è la Boschi la vera autrice della mozione: il testo, mai discusso in seno al Pd, è uscito da Palazzo Chigi.
Referendum del Nord, meno un giorno al voto e sale la tensione. Martina (Pd) attacca la Lega: "Si rischia la deriva catalana" (Stampa in apertura e tutti). "Se si pone la questione del residuo fiscale sostanzialmente ci si avvia verso una versione quasi secessionistica", dice il ministro. Un messaggio per i tanti sindaci e deputati dem del Nord schierati per il sì, a partire da Gori. Maroni fissa l'asticella del successo al 34% e al Corriere (p.10) e anticipa la road map: "Martedì relazionerà in consiglio regionale sull'esito della consultazione e chiederò un mandato per trattare su tutte e 23 le materie previste dalla Costituzione. Chiederemo competenze allo Stato secondo quanto prevede la Costituzione". Una trattativa che Maroni vorrebbe chiudere prima delle Politiche: "Troviamo l'intesa e io riconoscerò i meriti a Gentiloni". Sulla stessa linea Zaia: "Negoziato su 23 materie ma se anche il referendum non raggiungesse il quorum non lascio. Non è la mia carica in discussione, è un'occasione storica per i veneti" (Corriere p.10). Sulla Stampa (p.3) le voci della chiesa e dell'industria. Sul Messaggero (p.7) la stroncatura dello storico De Giovanni: "Si parte da una cosa che sta nei parametri di una certa normalità ma poi ci si può avviare in un processo più pericoloso. E il residuo fiscale può essere il punto di rottura. Sono le regioni ricche e forti che insistono sull'aspetto fiscale. E vista la deriva in atto in Europa si sa dove si inizia e non si sa dove finisce".
Sul Messaggero (p.7) la "verità" sul residuo fiscale: a sorpresa, subito dopo la Lombardia che guida la classifica di chi riceve meno di quello che dà c'è il Lazio; poi l'Emilia Romagna, il Veneto, il Piemonte e la Toscana. Ma Libero (in apertura e a p.2) attacca: l'autonomia fa paura ai parassiti abituali.
Tavolo per Roma, Zingaretti al Messaggero (prima e p. 8): "Dai Fori al porto di Ostia, Roma riparte con il gioco di squadra". Nella lunga intervista, il governatore del Lazio tocca più temi. "Cultura, logistica e università per il rilancio. Con la Raggi massima disponibilità, non è una mia oppositrice, Calenda sindaco? Sono solo cattiverie". Sui referendum al Nord: "E' un errore, serve coesione".

EUROPA
Sul Sole il salvagente della Ue a Theresa May: per la Brexit ultima chiamata a dicembre (Corriere). Alla May arrivata a Bruxelles chiedendo uno straccio di accordo per fronteggiare le crescenti pressioni interne, i 27 replicano concedendo ancora tempo fino a dicembre. Lo scoglio resta il conto del divorzio, ossia quanto i britannici dovranno versare nelle casse europeo. Macron: "Serve un approccio completo agli impegni finanziari e su questo non siamo neppure a metà cammino". Se non si dovesse trovare un'intesa a dicembre si farebbe concreta l'ipotesi di un'uscita disordinata di Londra dalla Ue con conseguenze potenzialmente disastrose per tutti.
Agenzia del Farmaco a Vienna? Sulla Stampa (p.16) le grandi manovre sulle Agenzie Ue Ema e Eba in partenza da Londra. L'impressione è che per la scelta della destinazione faranno testo non le condizioni offerte dalle città in lizza ma gli accordi politici detti e non detti tra gli Stati. Quasi certo l'approdo dell'Eba a Francoforte, partita ancora aperta sull'Ema. Amsterdam resta in pole position, Milano molto indietro, e dopo la vittoria di Kurz in Austria torna in partita Vienna. Berlino potrebbe infatti decidere di usare l'Ema come moneta di scambio con Kurz, per convincerlo a costituire un governo pro-Europa. Intanto in Italia il Codacons ha chiesto di bloccare il trasferimento dell'Ema a Milano: troppi conflitti di interesse tra Sanità e case farmaceutiche. 
Oggi Repubblica Ceca al voto (Stampa p.17): i sondaggi danno favorito Andrei Babis, il "Berlusconi ceco" o "Trump dell'Est", spostando nel campo della destra anti Ue e anti migranti anche la socialdemocratica repubblica ceca.

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Commentario del 20.10.17

IN PRIMA PAGINA
Visco, partiti divisi sul bis (Sole). Gentiloni cerca in Bankitalia l'erede del governatore (Stampa). Lo scontro politico-istituzionale su Palazzo Koch continua, in forse la riconferma di Visco. Alta tensione tra Renzi e Gentiloni (Corriere, Messaggero). Renzi alza il tiro: tutti sapevano. E trova alleati (Avvenire). Anche Berlusconi anti-Visco (Fatto). Prodi contro Renzi: maldestro (Repubblica). Libero a favore: stavolta ha ragione lui, Visco se ne deve andare. Il Giornale: il vero premier ormai è la Boschi, e il Colle pensa al voto ad aprile. Sul Sole l'appello degli economisti: salvare via Nazionale dalla politica. Sul Corriere le carte di Bankitalia sulle Popolari (Corriere). L'inchiesta della commissione parte dal buco di Pop Vicenza (Messaggero).
In evidenza anche il referendum lombardo-veneto di domenica. Referendum inutile, per il Fatto: Camere chiuse prima. Il Messaggero: "Le tasse non potranno calare". Libero: solo gli spreconi non votano per l'autonomia. Intanto in Sicilia è testa a testa fra destra e M5S (Repubblica) e Berlusconi si prende la rivincita in Europa (Giornale).
Manovra ancora "mobile": marcia indietro sulla mini-patrimoniale (Sole), battaglia sulla cedolare secca, prima abolita poi confermata (Stampa), tagli occulti alla sanità per dare la mancetta elettorale ai 18enni (Fatto).
Dall'estero: Madrid sospenderà l'autonomia in Catalogna, Borse giù (Sole e altri). In Cina la crescita rallenta al 6,8%. Investimenti in calo, bene i consumi (Sole)
In cronaca la tragedia di Firenze: crolla capitello in Santa Croce e uccide turista (Stampa, Messaggero). Allerta patrimonio artistico (Sole, Corriere). Allarme smog a Torino. "Non aprite le finestre, attenti a fare sport" l'appello del Comune (Repubblica e tutti).

ITALIA-ECONOMIA
Manovra ancora "mobile": marcia indietro sulla mini-patrimoniale (Sole in apertura e a p.3 e tutti). Le preoccupazioni suscitate sui mercati e tra gli investitori per l'imposta del 2 per 1000 sulle polizze vita rivalutabili a capitale garantito inducono il governo a fare retromarcia. Dalla manovra in transito tra Palazzo Chigi e Mef sparisce anche la proroga della cedolare secca sugli affitti scrive la Stampa, ma dal ministero delle Infrastrutture rassicurano: l'intervento resta in manovra. Spunta invece un bonus fiscale per chi decide di assicurare un fabbricato contro il terremoto o altre calamità naturali. In manovra anche 150 milioni per gli scatti biennali dei docenti universitari. Ma ai prof non basta: continua lo sciopero degli esami (Sole). E per i docenti della scuola spunta la tassa di 10 euro per partecipare ai concorsi. Sul Sole anche la stima degli effetti del bonus giovani: attese fino a 980 mila assunzioni in tre anni. Il Fatto attacca: manovra di tagli, favori e condoni: per dare la "mancetta" elettorale di 500 euro ai 18enni (peraltro un flop nel primo anno) il governo taglierà nuovi trasferimenti per 2,7 mld alle Regioni, che si scaricheranno in parte sui fondi sociali e in parte per la sanità. Sul Corriere i maxi-bonus per i mecenati: sul modello dell'art-bonus (ovvero donazioni a sostegno del patrimonio artistico in cambio di sconti sulle tasse) arrivano detrazioni fino a 10mila euro per chi sostiene la ristrutturazione di impianti sportivi pubblici.
Sull'Ape social primo bilancio all'Inps: due domande su tre risultano respinte per assenza di uno o più requisiti previsti. Su richiesta dei sindacati le domande verranno nuovamente prese in considerazione anche se presumibilmente solo una parte di essere potrà essere riammesso.

ITALIA-POLITICA
Visco, partiti divisi sul bis alla guida di Bankitalia (Sole), governatore sempre più isolato. Gentiloni promette la "salvaguardia dell'autonomia" di Bankitalia lavora alla successione: sondaggi sul direttore generale Salvatore Rossi (Stampa). Lo scontro politico-istituzionale su Palazzo Koch continua. Renzi, nella sua battaglia contro la riconferma di Visco, trova l'appoggio di Berlusconi: "Bankitalia non ha svolto il controllo che ci si attendeva" (Corriere e tutti). Ma i suoi smentiscono che si tratti di un assist a Renzi. Brunetta: "La mozione del Pd mette in crisi in sistema". Salvini su posizioni opposte "Il Parlamento ascolti Visco. E poi vada a casa, lui e Renzi: servono regole e trasparenza".
Resta alta la tensione tra Renzi e Gentiloni (Corriere, Messaggero). Nonostante le smentite di facciata, scrive Verderami, dove c'era Palazzo Chigi ora c'è ground zero, e sotto le macerie politiche c'è quel che resta del rapporto tra "Paolo" e "Matteo". E ora il timore di Gentiloni – che ha dovuto ribadire anche la "piena fiducia" alla Boschi – è che queste tensioni si scarichino sulla legge di Stabilità. Renzi  non arretra – "tra i risparmiatori e il governatore io scelgo sempre i risparmiatori" – e apre un fronte anche con Prodi, ricordando la mozione del 2005 dell'Ulivo contro l'allora governatore Fazio. "Tentativo maldestro – lo stronca Prodi – parliamo di obiettivi e modalità completamente diversi". Libero invece sta con Renzi: stavolta ha ragione lui, Visco se ne deve andare. Una soluzione di compromesso potrebbe però essere quella di nominare Visco per soli due anni con la promessa di dimissioni: sarebbe un "pasticcione" istituzionale, per Bechis (Libero) ma d'altronde Gentiloni non sa come uscire dal cul de sac in cui è finito su Visco. Orfini a Repubblica: "La sinistra che difende i salotti buoni ci allontana dal sentimento popolare". L'ex premier Dini alla Stampa: "Da Renzi un siluro a Gentiloni per condizionarlo e a Visco a cui non perdona le conseguenze dello scandalo di Banca Etruria. Una mossa scellerata e inaudita".Il Giornale: il vero premier ormai è la Boschi, e il Colle pensa al voto ad aprile. Sul Sole l'appello degli economisti: salvare via Nazionale dalla politica.
In evidenza anche il referendum lombardo-veneto di domenica. Sul Corriere la road map di Maroni: trattativa aperta prima di Natale, la risposta del governo per San Valentino, in ogni caso prima della fine della legislatura l'autonomia di Lombardia e Veneto dovrà essere cosa fatta. Maroni sminuisce l'intesa sul regionalismo differenziato raggiunta dal governatore emiliano Bonaccini col governo – "un accordo modesto" – a fare la differenza è e sarà il voto popolare: "Anche la Brexit è passata attraverso un referendum consultivo e mi pare che la cosa abbia avuto qualche conseguenza". Il Fatto parla di "consultazione farsa", ma sufficiente per dividere gli imprenditori veneti. Boccia si schiera con Zoppas, capo della Confindustria regionale veneta, schierato per il sì. Luciano Benetton bolla invece il referendum come una stupidaggine. M5S per il sì: "Non è secessione e questa partita non appartiene solo alla Lega" dice D'Incà (Fatto). Il Messaggero: "Le tasse non potranno calare". Libero: solo gli spreconi non votano per l'autonomia. Intanto in Sicilia è testa a testa fra destra e M5S (Repubblica) e Berlusconi si prende la rivincita in Europa (Giornale).

EUROPA
Madrid sospenderà l'autonomia in Catalogna, Borse giù (Sole e altri). Alla scadenza dell'ultimatum spagnolo Puigdemont prende tempo e Rajoy convoca per domani il consiglio dei ministri che varerà la sospensione dell'autonomia catalana. Ma solo a fine mese arriverà il via libera del Senato e la maggioranza indipendentista potrebbe usare questo lasso di tempo per dichiarare la secessione. A Barcellona si spera ancora nell'Europa, ma da Bruxelles arrivano le solite chiusure, ad eccezione del governo belga e di Silvio Berlusconi, che critica Rajoy per le cariche ai seggi. Tusk: "Non c'è spazio per un intervento della Ue" (Stampa).
Più poteri ai leader nazionali: sulla Stampa anticipazioni della Agenda dei Leader che il presidente del Consiglio europeo Tusk presenterà questa mattina. La spinta che arriva dai leader per il rilancio dell'Unione va in una direzione uguale e contraria a quella della Commissione Juncker: i governi devono impegnarsi di più nella costruzione europea, ma in cambio vogliono riprendersi quei pezzi di sovranità che avevano delegato. Una svolta significativa, che punta a svuotare la Commissione delle sue competenze, abbracciando piuttosto il metodo intergovernativo.

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