Commentario del 10.10.2017

IN PRIMA PAGINA
In primo piano il richiamo di Mattarella davanti ai neomagistrati e il tavolo Ilva. "La toga non è un abito di scena, dovete indossarla con imparzialità" (Messaggero, Corriere e altri). Tra i temi politici spicca anche l'iter sulla legge elettorale. Vietato opporsi: Renzi minaccia canguri e fiducia (Fatto). Opzione fiducia per Ius soli e legge elettorale (Repubblica). Mentre Pisapia si stacca da Mpd (su tutti) Orlando alla Stampa offre la tregua ai bersaniani su manovra e legge elettorale. 
Ilva, il governo fa muro sugli esuberi (Avvenire). Su salari e nuovi contratti stop di Calenda ad Arcelor Mittal (Sole). Il piano è definito dal ministro "irricevibile" (Corriere). "I soldi li ha, non tagli i salari" è l'accusa del governo all'azienda (Stampa).
Ampio spazio anche alle trattative con Bruxelles sulla manovra. flessibilità, asse Italia-Francia. Ma Schaeble chiede più rigore (Messaggero e altri). Manovra e banche, Roma si difende dai falchi dell'Ue (Stampa). Intanto, in vista della legge di bilancio: statali, i nuovi contratti sforano i 5 mld. Impatto da 2 mld sulla legge si bilancio (Sole).
Dagli esteri restano in evidenza le vicende catalane. Secessione o rinvio, il giorno della verità (Stampa). Il giorno più lungo della Catalogna. Sarà secessione? (Corriere). Ora Rajoy evoca la guerra civile (Fatto).
Terrorismo: dopo l'arresto a Ferrara del fratello del killer di Marsiglia, Repubblica analizza: quei 12 attentatori legati all'Italia che hanno colpito solo all'estero (Repubblica).

ITALIA-ECONOMIA
Il governo fa saltare il tavolo sull'Ilva (Stampa in prima e p.2 e tutti): al Mise porte chiuse agli acquirenti, con l'avvertimento di Calenda: "Vanno tutelati i salari". In strada le tute blu a Genova. "Irricevibile il taglio agli stipendi" ha accusato il ministro dello Sviluppo. Il gruppo siderurgico si dice "sconcertato", ma il governo è pronto ad annullare la vendita e ripartire, valutando la disponibilità della cordata sconfitta ad aggiornare l'offerta (Repubblica e altri). Sulla Stampa (p.2) parla Landini (Cgil): "Il piano non è sostenibile, il governo dica che oltre alla questione salariale ci sono anche quella occupazionale, dei diritti e degli investimenti ambientali e industriali".  L'economista ed ex ministro Savona al Mattino: "L'Italia non  cresce se prevale solo la difesa della solidarietà". Di Vico (Corriere in prima e p.6) sottolinea il peso dell'Ilva e dell'acciaio sul Pil italiano. Ma non si può pensare – scrive – che il presso da pagare al salvataggio dell'Ilva sia di nuovo la creazione di enormi sacche di cassa integrazione con durata decennale. Bricco sul Sole (in prima e p.8) invita ad evitare il muro contro muro.
Manovra, l'Italia si difende dai falchi (Stampa p.18 e tutti). Schauble presenta la sua ultima proposta: vigilanza sui conti al fondo Esm e non più alla Commissione Europea. Mentre il commissario Moscovici respinge le accuse dei fautori del rigore, assicurando che la Commissione userà "criteri oggettivi" sulla flessibilità ai governi. Su tutti quello italiano, con cui c'è già un accordo di massima che prevede uno sconto di oltre 5 mld (su 10) sulla manovra. Padoan ha ricordato che "la flessibilità si applica a tutti i Paesi", non è un regalo all'Italia. Su questo tema l'Italia trova l'appoggio francese (Messaggero in prima e p.3), con La Maire pronto a difendere "il margine di discrezionalità sulla base della valutazione delle situazioni specifiche dei Paesi". Intanto, l'Ue studia una nuova politica di coesione: il Rapporto sulla politica di coesione indica il divario crescente tra le regioni, e Bruxelles studia criteri di distribuzione che non tengano conto soltanto del reddito, ma anche di età media, disoccupazione e cambiamenti climatici. L'obiettivo è dirottare le risorse dai beneficiari netti dell'Est verso gli Stati membri che più hanno sofferto la crisi, come Francia, Italia e Spagna (Sole p.5). All'Italia arriverebbero una decina di mld aggiuntivi.
Statali, costa 5 mld il provvedimento per l'aumento di 85 euro in busta paga: 1.529 euro all'anno per dipendente. Ma c'è il nodo coperture: si parte da 2,9 mld per la Pa centrale, ma nella sanità e nei Comuni cresce la pressione per gli interventi aggiuntivi (Sole in prima e p.6). Tra le anticipazioni della manovra, Messaggero (p.3) segnala le novità allo studio sugli ecobonus: precenuali crescenti in caso di miglioramento dell'efficienza energetica, conferma del bonus ristrutturazioni. Tra le novità su cui si ragiona, anche la possibilità di incassare subito il credito fiscale attraverso le banche.

ITALIA-POLITICA
Su tutti il richiamo di Mattarella ai magistrati: "La toga non è un abito di scena" (Su tutti). Il Colle chiede rispetto dei ruoli nelle Procure e lo stop agli individualismi. In molti pensano alle presenze tv di Davigo e alla corsa in Cassazione, ma il Colle precisa: "Il presidente parlava in generale2. Palamara (Csm) al Corriere apprezza l'intervento del Capo dello Stato: "Parole giuste, il vero giudice non eccede". Corriere (p.9) parla di sintonia tra Quirinale e Csm, ma lo spazio di manovra è ristretto: difficile trovare dei limiti senza violare la libertà di espressione.
Spazio anche alla legge elettorale, ipotesi fiducia per difendere il Rosatellum dagli assalti dei franchi tiratori alla Camera (su tutti). Via libera di Fi e Lega, mentre il M5S attacca: "Sarebbe un atto eversivo" (Repubblica p.10). Franco (Corriere p.11): riforma cercata a ogni costo per correggere il tripolarismo. L'ex presidente della Corte Costituzionale, Onida al Corriere (p.13) evidenzia la "contraddittorietà in un sistema misto che non consente di distinguere tra voto nel collegio uninominale e voto nel collegio plurinominale". E sulla possibile fiducia votata da Lega e Fi, Onida: "Sarebbe una forzatura". In alternativa alla fiducia, Renzi propone il "canguro" (Fatto).
Gentiloni sente Renzi e pensa al colpo doppio: blindare con la fiducia non solo la legge elettorale ma anche lo Ius soli (Repubblica in prima e p.11). Oggi il premier decide, sulla legge per la nuova cittadinanza consultati ministri e Quirinale, ma resta l'incognita Alfano.
Centrosinistra, i fedelissimi di Pisapia in fuga dai gruppi Mdp: maggioranza più solida (Messaggero p.6). E gli uomini di Pisapia si contano: pronti a formare un nuovo gruppo (Corriere p.10). Ma in vista di una possibile alleanza con il Pd, Pisapia mette i paletti: "Non vada Renzi a Palazzo Chigi" (Stampa p.4). La replica dei renziani: "L'ex sindaco è un indeciso, con noi alle nostre condizioni". Per Meli (Corriere p.10) Renzi non intende rincorrere l'ex sindaco di Milano, l'obiettivo è che Pisapia chiarisca le intenzioni, dem convinti che la partita dentro Mdp non sia ancora chiusa. Ciccio Ferrara, braccio destro di Pisapia, al Corriere (p.10): "Mai discusso di primarie di centrosinistra, Mdp nasce per costruire un campo largo di centrosinistra". "Pronti al confronto con Pisapia, ma non si parli di primarie – precisa Guerini al Messaggero (p.6) -. Le alleanze si costruiscono sui programm". Su una possibile intesa tra Pd e Pisapia interviene anche il sindaco di Milano, Sala che a Repubblica (p.10) dice: "Mi pare che Mdp voglia andare da solo, se Pisapia è coerente deve mantenere aperto il dialogo con il Pd. Giuliano dovrebbe candidarsi in prima persona per raccogliere più voti possibili. Renzi? Basta chiedergli un passo di lato, ma dimostri nelle liste di volere una pluralità di pensiero". Per Folli (Repubblica in prima e p.9) con la rottura tra Pisapia e Mdp si è chiuso il recinto a sinistra, Renzi è convinto di aver disinnescato il rischio di franchi tiratori a sinistra sul Rosatellum, ma il rischio ora è costituito dalle imboscate nella maggioranza. A tenere in piedi il dialogo tra Pd e Mdp è il ministro Orlando, che alla Stampa (p.5) spiega: "Lavorerò fino all'ultimo perchè non sia tutto perduto. Dobbiamo tenere insieme la vocazione maggioritaria e quella coalizionale, alcune forze di Mdp e della sinistra possono guardare con un prospettiva diversa all'alleanza con noi. Dobbiamo lavorare insieme su legge elettorale e legge di bilancio, si può tenere conto di alcune loro obiezioni sul Rosatellum bis, ma devono smettere di demonizzarlo". 

EUROPA
Catalogna alla dichiarazione d'indipendenza (su tutti): oggi l'annuncio del presidente della Generalitat: "Procederemo a tappe". La tentazione di Puigdemont è l'indipendenza tra sei mesi (Stampa p.10), seguendo un modello di "secessione differita" (Messaggero p.9). La sindaca di Barcellona invita alla calma: "Non prendiamo decisioni che impedirebbero il dialogo". Catalogna isolata, ha contro Merkel, Macron e l'alta finanza. "Se ci troviamo in questa crisi è anche colpa della Spagna – rivela alla Stampa (p.10) l'ex ministro degli Esteri Margallo -. Nel 2014 dissi a Rajoy di sequestrare le schede del referendum incostituzionale e aprire una trattativa su tasse, infrastrutture e lingua. Invece la consultazione si tenne, da quel momento è stata un'escalation". Un sondaggio Swg sul Messaggero (p.9) evidenzia come uno "Stato catalano" piace solo a 1 italiano su 3, ma la maggioranza boccia l'uso della forza da parte di Madrid. Più favorevoli all'autonomismo gli elettori di Lega e M5S, freddi quelli del Pd.
Prima strage sulla rotta tunisina (su tutti): una nave militare sperona un barcone di migranti. Si temono almeno 30 vittime. Il naufragio nella zona dei soccorsi affidata a Malta (Stampa p.9). In crescita i flussi migratori provenienti dalla Tunisia, a partire sono soprattutto i giovani delusi dalla Primavera araba. La Tunisia svuota le carcere, gli ex detenuti arrivano da noi (Messaggero p.11).

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