Commentario del 7.10.17

IN PRIMA PAGINA
Politica in primo piano, con la svolta di Renzi a sinistra: "Gli ex Pd non sono nemici" (Repubblica, Corriere, Sole). Sul Fatto la nuova indagine sulle società del babbo. Maroni rilancia sul referendum lombardo-veneto: 10 motivi per votare sì (Libero). Un elettore su 7 sogna un Nord indipendente (Giornale).
Tra politica e giustizia lo stop di Legnini alle toghe nei talk show (Corriere, Messaggero). Il Fatto: la legnata è per Davigo, che parla in tv di ladri e prescritti.
Economia, sulla Stampa il caso Ilva: 4000 gli esuberi, sfida al governo sul lavoro. Sul Messaggero gli aumenti in arrivo per presidi e prof. Sul Sole l'allarme delle imprese per la stretta Bce sulle banche: un freno alla ripresa e agli investimenti. In caduta anche la produttività del lavoro (Sole).
Dal Brasile notizie contrastanti su Battisti: sul Corriere la svolta nella notte che beffa l'Italia. Il giudice scarcera l'ex terrorista.
In Spagna, la polizia si scusa per le violenze a Barcellona. Ma tra le grandi aziende è fuga dalla Catalogna (Messaggero). Ultimo allarme: "sarà corsa ai bancomat" (Giornale).
In cronaca, per "truffa sui migranti" indagato il sindaco di Riace, simbolo di accoglienza (Messaggero). Su tutti il Nobel per la Pace alla Ican (Corriere). Un Nobel contro Trump e Kim (Repubblica).

ITALIA-ECONOMIA
Più soldi a presidi e professori: sul Messaggero (in apertura e a p.2) nuove anticipazioni sulla manovra, che dovrebbe prevedere un aumento degli stipendi nel mondo della scuola, per colmare il gap retributivo dei dirigenti scolastici rispetto al resto della pubblica amministrazione. Si parla di uno stanziamento di 90-95 milioni. Ritocco al rialzo anche per lo stipendio del personale Ata e dei professori. Nella sanità si va verso una parziale cancellazione del superticket. Nel settore immobiliare, potrebbe passare la proposta di Confedilizia di estendere gli immobili commerciali il regime della cedolare secca per le locazioni, che nell'abitativo ha ridotto l'evasione. Possibile una tassazione agevolata a negozi piccoli, medio piccoli e sfitti.
Moody's conferma il rating per l'Italia (Baa2, il penultimo della categoria dei titoli affidabili) e anche l'outlook negativo. Riconosciuta al governo la capacità di stabilizzare il settore bancario, riducendo il rischio di una grave crisi del credito, e la spinta a un ritmo di crescita più forte dell'economia italiana.Ma restano i rischi legati all'incertezza politica e a una crescita che nei prossimi anni sarà moderata (Messaggero, Sole e altri).
Sul Sole la produttività del lavoro ancora in calo: -0,8% nel 2016, in controtendenza con i principali competitor europei. In Germania la produttività è crescita dell'1,3%, in Francia dell'1%, in Spagna dello 0,7%. E' uno degli aspetti di maggior debolezza del nostro sistema produttivo.
Il caso Ilva in apertura sulla Stampa: nel riassetto della società sono 4000 i lavoratori che rischiano di restare a casa. La nuova proprietà vuole riassumere solo 10 mila dei 14 mila addetti e con il Jobs Act. Lunedì sciopero in tuti gli stabilimenti. Il governo prova a rassicurare. Bellanova: "Nessuno resterà senza tutele". De Vincenti: Arcelor Mittal e Marcegaglia richiamati al rispetto dei patti sottoscritti. Per Taranto, Genova e Novi Ligure e gli altri siti controllati dall'Ilva è il momento della verità: ora si tratta di decidere chi passa alla nuova società, e a quali condizioni, e chi resta fuori. Ma rispetto a quanto accade altrove – per esempio in Francia, sui cantieri navali – sono state richieste ai compratori molte meno garanzie di quelle pretese quando a comprare erano aziende italiane.
Terremoto del centro Italia, ricostruzione al rallentatore. La commissaria De Micheli: "Darò una svolta. E' pronto in pacche di norme che daranno una poderosa accelerazione". Su QN la visita della sottosegretario a Camerino, nelle Marche. Anche qui poche casette consegnate, molti ritardi e polemiche, le macerie ancora al loro posto. "Dobbiamo metterci in testa che la ricostruzione è un tema che riguarda tutta l'Italia e che deve necessariamente essere tenuta fuori da ogni campagna elettorale. Pretendo corresponsabilità e concretezza da parte di tutti, senza eccessi di protagonismo, con realismo e senso di responsabilità". In cima alle priorità far partire la ricostruzione privata, soprattutto quella lieve.

ITALIA-POLITICA
Politica in primo piano, con la svolta di Renzi a sinistra: "Gli ex Pd non sono nemici" (Repubblica, Corriere, Sole). Per Meli (Corriere) non è un Renzi improvvisamente di sinistra: le sue parole fanno parte del gioco del cerino, in cui il segretario non vuole incaricarsi della rottura con Mdp, vuole dimostrare che sono gli scissionisti a volere rompere la sinistra. Dunque l'obiettivo non è Mdp, con cui l'alleanza non ci sarà, ma Pisapia. Per Repubblica il segretario dem cerca l'asse con Prodi, mentre su Mdp dice: "Facciamoci dire no". Per Folli (Repubblica) Renzi cerca di presentarsi all'elettorato come rappresentante della sinistra vecchia e nuova, evitando l'attacco frontale a Mdp e cercando di sfilare agli scissionisti alcuni temi, come lo ius soli, preparando il terreno all'appello in favore del "voto utile. Sul Fatto la nuova indagine sulle società del babbo.
Nel centrodestra, Salvini cerca l'asse con Berlusconi: vertice e poi insieme sul palco (Corriere). I due leader si sono sentiti al telefono ieri, il presidente di Fi avrebbe promesso un impegno diretto sui referendum del Nord. Il primo appuntamento per vederli insieme sul palco sarebbe sabato prossimo, alla manifestazione di Fi. Su Libero i dati del sondaggio Index Research sulle eventuali primarie di centrodestra: Salvini premiato come leader con il 37,9%, poi Berlusconi al 35,4%. Meloni all'8%. E, intanto, dal voto in Sicilia, il centrodestra cerca la spinta verso le Politiche: "Sicilia laboratorio nazionale, siamo noi l'alternativa ai grillini" dice Schifani al Giornale.
Legge elettorale, oggi via libera in commissione: ok alle coalizioni e soglia al 3%, in arrivo anche un norma che, in caso di pareggio, assegnerà la vittoria al candidato più giovane (Messaggero p.10). Verderami (Corriere in prima e p.9) guarda al patto tra Berlusconi e Renzi sul Rosatellum bis: l'obiettivo è depotenziare il M5S e avere "mani libere" dopo le urne. "Questa legge ha tutti i difetti del Porcellum, ma li peggiora – attacca Toninelli (M5S) a Repubblica (p.7) -. Hanno dimezzato le firme da presentare per partecipare alle elezioni, lo hanno fatto per le liste civetta che correranno con loro". La riduzione delle firme rappresenta, per Franco (Corriere p.9) una concessione a Mdp in cambio del suo "Sì" alla legge, un "Sì" ancora improbabile. Mentre il M5S cerca di delegittimare la riforma insinuando dubbi anche sul ruolo del Viminale, che deve ridisegnare i collegi. "Rischiamo un'altra legge elettorale incostituzionale, non ci sono i tempi per rivolgersi alla Corte Costituzionale in caso di violazione delle norme - avverte Zagrebelsky al Fatto (in prima e p.2) -. Mattarella avrebbe potuto dire per tempo che non avrebbe promulgato nessuna legge elettorale nell'ultimo anno. Le zoppicanti leggi che abbiamo sono migliori dei pasticci cui stiamo assistendo". Duro anche Ainis (Repubblica in prima e p.33) che definisce "non incostituzionale, ma immorale" il Rosatellum bis, sia per il modo in cui viene messa al mondo, sia per l'obiettivo anti-M5S, sia per la volontà di favorire Alfano. Immorale, per Ainis, anche perchè oltre a non poter scegliere gli eletti nella parte proporzionale, non sceglieremo neppure le coalizioni nella parte maggioritaria.
Maroni rilancia sul referendum lombardo-veneto: 10 motivi per votare sì (Libero). Mannheimer sul Giornale riporta i dati di un sondaggio che vede il 61% di veneti e lombardi favorevoli all'autonomia, e 7 su 10 sognano l'indipendenza. Ma il dato a livello nazionale indica un 45% di contrari al quesito referendario. "Non è il referendum di Maroni o di Zaia, è il referendum dei lombardi e dei veneti – dice Maroni alla Stampa  -. Aspetto Berlusconi il 14, ci aiuterà. Mentre invito il Grillo o Di maio a un dibattito sul referendum". Poi sulle polemiche circa le ambizioni di secessione, il governatore lombardo spiega: "Lo dico chiaro e tondo, non siamo per la secessione. E alla Meloni dico di leggere il quesito, la frase sull'unità è stata inserita su richiesta del gruppo di FdI".
Ius soli, Ap alza il muro (Repubblica). Lupi: "Non voteremo mai la fiducia, né usciremo dall'Aula per far passare la legge". Intanto, sono arrivate a 400 le adesioni al digiuno per il "Sì" alla legge sulla cittadinanza. Ma Mdp attacca: "Senza la fiducia è solo uno stucchevole gioco delle parti".

ESTERI
In Spagna, la polizia si scusa per le violenze a Barcellona. Ma tra le grandi aziende è fuga dalla Catalogna (Messaggero). Ultimo allarme: "sarà corsa ai bancomat" (Giornale). Puigdemont insiste sull'indipendenza,che potrebbe essere proclamata a ore (forse domenica) o a giorni (martedì). Sul Corriere i risultati del voto: votanti il 43% degli aventi diritto, sì 90,18%, no 7,83%. Crescono i tentativi di mediazione:anche la Svizzera in campo. Cresce anche l'esodo di banche e imprese. Via Caixabank (che ha scelto Valencia per sede) e Gas natural Fenosa (Madrid). Voci su un'imminente abbandono anche di Abertis. Via anche Banco Mediolanum (controllata italiana). Allarme di Fmi: investimenti in bilico. Gli indipendentisti: così ci ricattano (Stampa, Sole). Allarme anche da Fitch e Moody's (Corriere). La paura dei risparmiatori in coda davanti alle filiali: "Nessuno ci ha detto del rischio crac" (Stampa). Per il Corriere, anche in caso di indipendenza la Catalogna potrebbe continuare a usare l'euro, seguendo l'esempio di Kosovo e Montenegro, cioè senza accordi formali con Bruxelles. Ma Barcellona sarebbe esclusa da Eurogruppo o Bce. Sul Corriere intervista a Tremonti: "La storia è tornata e corre insieme a noi. Scandita dalla crisi che le élite pensavano fosse solo finanziaria invece è diventata economica, sociale e infine anche politica. La linea europea di riduzione degli Stati si è incrociata con la linea rivoluzionaria della crisi. E tornano le vecchie patrie".
Dal Brasile notizie contrastanti su Battisti: sul Corriere la svolta nella notte che beffa l'Italia. Il giudice ha deciso di scarcerare l'ex terrorista, proprio mentre l'estradizione sembrava più vicina. Accettata la richiesta dei legali di Battisti, che potrebbe lasciare il carcere già nelle prossime ore.

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