Commentario del 3.10.17

IN PRIMA PAGINA
Esteri in primo piano su tutti, con le aperture dei quotidiani divise tra il referendum catalano e la strage al concerto country di Las Vegas (Stampa, Repubblica, Corriere). Negli Usa è la strage più feroce di sempre (Messaggero). 58 morti. L'Isis rivendica ma per l'Fbi non è terrorismo (Sole). Il Giornale: gli sciacalli dell'Isis.
Nella crisi spagnola la Ue si schiera con Madrid (Corriere, Messaggero). Barcellona prende tempo: pronti a trattare con l'Europa (Stampa). Diversa la lettura dei dati: il sì solo dal 38% dei catalani (Messaggero). Ma il 90% dei votanti dice sì (Fatto). De Guindos: "Barcellona da sola è senza futuro" (Messaggero). Ma si lavora a un'alleanza per far cadere Rajoy (Repubblica). La Catalogna mette in crisi anche la Lega, divisa tra autonomisti e sovranisti (Giornale). In Borsa cala l'euro, spread in rialzo (Sole). Ma la Borsa di Madrid è l'unica col segno meno (MF).
Sul fronte interno politica ed economia in evidenza, con i dati sul lavoro: meno disoccupati tra giovani e donne (Corriere). Boccia (Confindustria): quando si fanno le riforme i risultati arrivano (Sole). Ma gli occupati in più sono precari (Giornale). Dal governo nuova mossa sul Jobs Act: busta paga più pesante per gli assunti con la riforma (Messaggero). In vista della manovra, incontro Pisapia-Gentiloni. Mdp "apre" (Sole).

ITALIA-ECONOMIA
Meno disoccupati (-0,2%, col tasso all'11,2%), record di donne al lavoro (48,9% di occupate). Migliora l'occupazione, con 36 mila contratti in più rispetto a luglio, 375 mila su base annua. Giovani sempre out, con un tasso di disoccupazione al 35,1% ma in leggero calo su base mensile (0,2%) e –2,2% su base annua. (Messaggero). Per Repubblica in realtà cresce anche l'occupazione giovanile: l'invecchiamento della popolazione gonfia il dato degli over 50 ma la ripresa in realtà riguarda tutte le classi d'età. Il governo festeggia ma sono tutti precari (Giornale). Gentiloni: "ciclo positivo da rafforzare". Renzi: "Il Jobs Act funziona, e con il ritorno a Maastricht (col deficit al 2,9% per cinque anni) raddoppieremo risultati e posti di lavoro". Brunetta: "Omettete di dichiarare che i presunti nuovi posti lavoro sono 97% precari o magari solo di poche ore". Boccia (Confindustria): "Quando si fanno le riforme i risultati arrivano" (Sole in prima e a p.5).
Dal lavoro alla manovra. Con Renzi che insiste sul deficit all'1,9% (Messaggero) il Tesoro fissa invece l'asticella all'1,6% e blinda la manovra (Sole). Uno scostamento dal target metterebbe a rischio l'obiettivo di ridurre il debito. Questo significa che la manovra, in arrivo a metà ottobre, sarà sì emendabile in sede parlamentare ma solo con relativa copertura: eventuali nuove spese o riduzioni delle tasse andranno compensate sul campo.
Sul Messaggero una nuova ipotesi allo studio del governo per allargare il campo di riduzione del cuneo fiscale: 200 euro in più annui agli assunti col Jobs Act. L'idea è tagliare l'aliquota contributiva a carico del lavoro di un punto l'anno per tre anni, tra 2019 e 2021. A regime si tradurrebbe in un aumento dello stipendio di 600 euro lorde per un giovane lavoratore con uno stipendio medio di 21 mila euro.
La partita della manovra si intreccia con gli equilibri politici a sinistra. Ieri a Palazzo Chigi l'incontro tra il premier e la delegazione di Campo Progressista-Mdp (su tutti). Pisapia abbraccia Gentiloni e non ostacola la manovra (Stampa, Sole). Dall'ex sindaco di Milano proposte ma niente minacce ne ricatti: evitare una manovra di mance, chiesti segnali sui superticket sanitari, occupazione e precariato (Repubblica). Ma le strade tra bersaniani e Gentiloni e Pisapia si dividono: "Netto dissenso sui conti del Def" (Repubblica). La linea sembra quella di garantire la maggioranza necessaria in Senato per approvare la nota di aggiornamento del Def propedeutica alla manovra ma poi tenersi le mani libere sulla legge di bilancio, con Mdp che insieme a Sinistra Italiana pronti a votare contro.

ITALIA-POLITICA
L'eco del referendum catalano sul centrodestra italiano. Berlusconi sostiene Rajoy e la Meloni ribadisce: "Non mi appassiono alle spinte indipendentiste": la vicenda divide il leader di Fi e la Meloni dalla Lega (Stampa). Sono soprattutto i governatori leghisti Maroni e Zaia – che si preparano al referendum in Lombardia e Veneto sull'autonomia - a usare toni duri contro Madrid. Salvini alla Stampa: "Il comportamento del governo spagnolo è stato indegno. Io tifo perchè la gente possa scegliere, anche in Lombardia e Veneto. I referendum del Nord, a differenza di quello catalano, non sono una forzatura, ma li prevede la Costituzione. Il voto è solo consultivo, ma se vinceremo il segnale politico sarà fortissimo".
70 mln il costo delle urne in Veneto e Lombardia, dove conterà l'affluenza: non è previsto il quorum, il peso politico dipenderà dal numero di votanti (Messaggero).
Mentre Gentiloni resta neutrale, sono i ministri De Vincenti e Galletti a segnalare come con le urne si butteranno via i soldi: "Si può ottenere più autonomia – dicono - con una semplice richiesta" (Messaggero). Folli (Repubblica p.13) mette in luce le contraddizioni che emergono nella Lega sul referendum del Nord, divisa tra spinte autonomiste della vecchia corrente e ambizioni nazionali di Salvini, che si trova nella ambigua posizione di chi viene da una tradizione di regionalismo che è stata dismessa in favore del sovranismo etnico. Gli sviluppi della vicenda catalana avranno conseguenze – per Folli – anche sul rapporto Lega-Fi verso il voto del 2018. Franco sul Corriere (p.19): senza una legge elettorale che li obblighi a stare insieme, Salvini e Berlusconi faranno una campagna da alleati-coltelli, se non da avversari.
Legge elettorale, Berlusconi alle prese con le tensioni sulle liste, solleva dubbi sul Rosatellum: "Vediamo se andrà in porto" (Corriere p.19). Il M5S, preoccupato che l'accordo Pd-Fi-Lega sul Rosatellum possa ammazzare le proprie aspirazioni elettorali, ripesca il "tedeschellum" (Stampa p.11, Corriere p.17). Il Fatto lancia una raccolta di firme per una proposta di legge elettorale senza nominati: "Vogliamo sceglierli noi". "Come per il 4 dicembre, un'altra battaglia di legalità". In campo gli esponenti del comitato per il No al referendum di Renzi.
Su Repubblica e tutti lo stop di Delrio e Franceschini al "salva abusivi": il ddl Falanga che scadenza le demolizioni delle case fuorilegge sarà rinviato. Tra ambientalisti e parlamentari del Sud la spuntano i primi.
Su Repubblica e tutti anche gli ultimi sviluppi del caso Consip: i pm di Roma archiviano le accuse a Woodcock e alla Sciarelli di essere responsabili della fuga di notizie sull'inchiesta.

EUROPA
Nella crisi spagnola la Ue si schiera con Madrid e non riconosce il voto catalano (Corriere, Messaggero). Diversa la lettura dei dati: il sì solo dal 38% dei catalani (Messaggero). Ma il 90% dei votanti dice sì (Fatto). Barcellona prende tempo: pronti a trattare con l'Europa (Stampa). Oggi sciopero generale nella regione ma slitta di qualche giorno la dichiarazione di indipendenza. Ma la richiesta di mediazione alla Ue viene respinta al mittente. La linea – affidata a un portavoce di Juncker e al presidente del Consiglio europeo Tusk – è che il referendum è stato un atto unilaterale e illegale ma allo stesso tempo si richiama Madrid a trovare una soluzione politica e pacifica alla controversia, condannando le violenze di piazza (Repubblica e tutti).
Il ministro dell'Economia spagnolo De Guindos, ieri a Roma, attacca: "L'indipendenza? Non ci sarà mai. Non conviene neanche a Bacellona – dice al Messaggero - Separarsi vuol dire uscire dall'Europa: sarebbe un suicidio. Il governo continuerà sulla via del dialogo ma devono fare altrettanto. Non si sono mai presentati agli incontri per parlare di bilanci". E se domani Barcellona dichiarasse l'indipendenza "il governo prenderà le dovute contromisure".
Sulla Stampa parla invece il pare della secessione, Mas: "Con Madrid è già finita. L'indipendenza è solo una questione di tempo. E con la Ue il dialogo continua".

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