Commentario del 13.10.17

IN PRIMA PAGINA
Politica in primo piano su tutti, con il sì della Camera al "Rosatellum". Il voto segreto non ferma la legge elettorale (Repubblica). Il M5S: ribellatevi (Stampa). Saviano al Fatto: "E' un agguato alla democrazia". Gentiloni felice, titola Libero: piangerà al Senato? Salvini più contento di Berlusconi (Repubblica). Nel Pd un punto per Renzi (Stampa). Il Colle soddisfatto, il governo accelera: alle urne il 4 marzo (Messaggero). Il Giornale: finalmente alle urne. Sul Corriere a chi conviene il nuovo sistema: in vantaggio il centrodestra, ma nessuno governerebbe. Sulla Stampa lo zibaldone del referendum lombardo-veneto, tra spot macabri e preti secessionisti. Su Repubblica la minaccia di Forza Nuova: "Marcia su Roma". Minniti: non si farà (Repubblica).
Tra economia e finanza, Draghi difende gli aiuti della Bce: in 4 anni creati 7 milioni di posti (Corriere, Repubblica). Ma i salari sono troppo bassi (Stampa). Sul Sole le prossime mosse della Bce: tassi bassi a lungo anche dopo il Qe.
Manovra, si riaprono le sanatorie fiscali. Piano per la web tax (Messaggero). Statali, 7900 assunti, molti per la Polizia (Messaggero). Miracolo elezioni (Notizia Giornale). 
Esteri, Usa e Israele lasciano l'Unesco: troppi pregiudizi contro Tel Aviv (Sole e tutti). Si riapre un'antica ostilità (Repubblica). Su Sole e Corriere parla il ministro ungherese Szijjarto: perché non vogliamo i migranti. Sul Giornale i contatti tra governo e Brasile su Battisti. Ferri: "Pronto lo sconto di pena per riportarlo in Italia". Su Repubblica la mossa di Orlando sul governo tedesco: "Strage della Thyssen senza giustizia, fate scontare le pene".

ITALIA-ECONOMIA
La ripresa c'è, ma restano rischi finanziari e salari troppo bassi: così Lagarde (Fmi) e Draghi (Bce) da Washington, sostanzialmente all'unisono (Corriere e tutti). Lagarde in pressing sui governi "per fare le riforme" e sulle banche centrali per continuare su una politica monetaria accomodante. Draghi raccoglie e promette: "Tassi bassi a lungo anche dopo il Qe", che dovrebbe ridursi da gennaio (Sole). Il governatore della Bce ne rivendica con orgoglio i risultati – creati 7 milioni di lavoro in 4 anni – ma resta preoccupato per i salari: "ancora non ci siamo, sono troppo bassi".
Sul Messaggero le ultime sulla manovra: nel decreto fiscale oggi all'esame del consiglio dei Ministri potrebbe entrare una proroga di 9 anni della concessione del Gratta&Vinci. Per i tecnici del Tesoro allungare la concessione permetterebbe di incassare 800 milioni di euro, più di quelli che si otterrebbero con una eventuale gara. Altre misure del decreto fiscale, la riapertura dei termini per la rottamazione delle cartelle esattoriali fino al 30 settembre con possibilità di arrivare a fine dicembre (1,5 i mld attesi). La web tax italiana dovrebbe invece arrivare a cavallo tra novembre e dicembre con un emendamento parlamentare alla legge di Bilancio, scrive sempre il Messaggero. Sarà un prelievo sui ricavi dei colossi del web la cui aliquota sarebbe fissata al 6%. Con tutta probabilità il compito di girare gli importi al fisco toccherà agli stessi clienti, ma solo le imprese, non i consumatori privati.
Pubblica amministrazione, via libera a concorsi e 7.900 assunzioni (Messaggero e altri): Madia e Padoan firmano due decreti per l'ingresso nei ranghi della pa di 7.900 persone. 5.590 saranno immediati: si pescherà tra i vincitori di concorsi già fatti. Per altri 2313 si procederà tramite nuovi concorsi, che si svolgeranno con le regole riformate. Il grosso degli ingressi riguarderà le forze dell'ordine: saranno assunti 2.033 carabinieri, 1.032 poliziotti, 619 finanzieri, 1.090 guardie carcerarie, 375 vigili del fuoco. Ma tornano ad assumere anche ministeri (517 i nuovi ingressi al Mef, 509 al Mibact), agenzie fiscali 236), Inps (730). Un "miracolo" delle elezioni per Notizia Giornale. 

ITALIA-POLITICA
La legge elettorale supera il voto segreto: tiene l'asse Pd-FI-Lega-Ap, 375 i sì, 66 i voti mancanti tra assenti e franchi tiratori. Soccorso del centrodestra al governo, e questo, scrive Sorgi sulla Stampa, aumenta la scia di veleni. Ora tocca al Senato (Sole). I 5Stelle pensano all'Aventino e vanno in piazza, ma Grillo diserta: c'è poca gente (Fatto). Saviano al Fatto: "La fiducia sul Rosatellum bis è un agguato alla democrazia. Cambiare sistema alla vigilia del voto è da Paese malato". Nel Rosatellum anche la norma "pro Verdini", che consentirebbe al parlamentare pluriindagato di candidarsi all'estero, forse in Brasile: tensione e imbarazzo tra i dem (Correire). Lupi: "Da noi nessun soccorso a Verdini, nessuna alleanza con altri: Salvini ad Alfano avrebbe detto no". Gentiloni soddisfatto: "No all'irresponsabilità, il governo farà ogni sforzo per una conclusione ordinata della legislatura" (Repubblica). Diversamente sarebbe dovuto salire al Colle con le dimissioni. Sul Messaggero le prossime mosse del premier: subito la fiducia sul Rosatellum al Senato, legge di Bilancio approvata entro il 22 dicembre (col soccorso silenzioso di Forza Italia), a fine anno lo scioglimento delle Camere e il 4 marzo al voto.  Sulla Stampa l'affondo di Bersani "Che delusione Gentiloni: o è complice o è stato obbligato da qualcuno fuori di qui. Ha perso tutta la sua credibilità". Renzi soddisfatto per il voto – "quando facciamo all in vinciamo" – ma ora cerca i voti necessari al Senato: i conti non tornano, e richiama i dem via sms: "Occhi aperti, rischiamo grosso" (Repubblica). Altro timore di Renzi, il flop in Sicilia: il Corriere parla di sondaggi che danno il centrosinistra addirittura quarto nell'isola, per questo i vertici dem vogliono mandare in porto la legge elettorale prima di quella del bilancio e Mattarella sembra d'accordo. Sul Corriere a chi conviene il nuovo sistema: M5S primo partito, comunque in vantaggio la coalizione del centrodestra. Ma nessuno governerebbe. Sulla Stampa i movimenti nei partiti in vista del voto: Renzi tentato dalla blindatura delle liste per avere parlamentari a sua immagine e somiglianza. Anche Berlusconi fa lo stesso: rientrato in partita, potrà trattare con Salvini sui collegi. Salvini che spera di fare la parte del leone in Veneto, Lombardia e Liguria. Sul Corriere la preoccupazione dei parlamentari azzurri del Sud: "Ci stanno spingendo verso un burrone":

EUROPA
Catalogna, la secessione è sempre più lontana. Il governatore Puigdemont in difficoltà con l'estrema sinistra: senza dichiarazione di indipendenza rischia di non avere più la maggioranza. Si profilano elezioni anticipate che funzionerebbero come un referendum sull'indipendenza. Lunedì scade l'ultimatum di Rajoy. Intanto i primi dati sui flussi turistici post-voto parlano di una flessione del 30% degli arrivi (Messaggero). Sul Corriere parla suor Teresa Forcades, leader degli indipendentisti di "Procés Costituent": "Per la Costituzione spagnola il referendum era illegale ma non per il diritto internazionale, che riconosce l'autodeterminazione dei popoli. Non mi aspettavo la violenza della Polizia contro gente disarmata, non mi sorprende invece il cinismo con cui la Ue ha guardato dall'altra parte. Ora la Catalogna è indipendente, ma non operativamente, perché non controlliamo il territorio. Vogliamo l'indipendenza non per egoismo ma per decidere come ripartire la nostra ricchezza". L'altra Spagna ha sfilato a Madrid per la festa nazionale. Re Felipe accanto a Rajoy: la parata militare funestata dalla caduta di un Eurofighter.
Austria, terremoto in vista per il voto di domenica: vanno in archivio le grandi coalizioni, minate dall'avanzata dei populisti di estrema destra della Fpo. Ma in testa ai sondaggi c'è il giovane ministro Sebastien Kurz, il "Macron austriaco" che ha spostato a destra e cambiato nome al partito popolare (Messaggero).
Ungheria, su Sole e Corriere parla il ministro degli Esteri Szijjàrtò: "Nessuno può toglierci il diritto di decidere chi ammettere sul nostro territorio nazionale. Se per Paesi come l'Italia è prioritario gestire i flussi lo faccia, ma a noi lasciateci fuori da giochi". Sugli immigrati "la nostra posizione è chiara: respingiamo le quote obbligatorie e diciamo no all'immigrazione illegale". Viceversa, il ministro dice di non opporsi all'apertura dei mercati, "un'opportunità per tutti: oggi gli investitori stranieri sono i principali attori dell'economia ungherese. Ma il nostro resta un approccio sovranista".

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