Commentario del 17.10.17

IN PRIMA PAGINA
Giovani e bonus (Stampa), pensioni e statali (Messaggero), Iva e industria 4.0: ecco la manovra da 20,4 miliardi (Sole). E in pensione a 67 anni (Repubblica). Boccia (Confindustria) al Mattino: non si poteva fare di più. Ora attenti alle mance elettorali. A parte l'Iva, manovra leggera, per Milano Finanza. Una manovra col trucco, per il Giornale: meno tasse ma più Equitalia. Una manovra politica, per Libero: l'autonomia fa tremare la sinistra. Altra mossa del governo, un golden power soft su Telecom, che "commissaria" la sicurezza (Sole, MF). Per il Fatto un regalo di Gentiloni a Berlusconi per favorire le grandi intese.
Sul Corriere parla Berlusconi: "C'è un accordo con Salvini: chi ha più voti indica il premier". M5S contro il Rosatellum: è illegale (Fatto). Su legge elettorale, manovra e ius soli "geometrie variabili" al Senato (Sole). Sulla Stampa bilancio di fine legislatura: Pd e FI votano insieme in un caso su 3. Lega e grillini allineati.
Dall'estero. La furia di Ophelia devasta Irlanda e Portogallo: almeno 50 morti (Messaggero, Stampa, Corriere). Irlanda al buio, roghi e vittime in Portogallo (Corriere). In Spagna ultimatum di Madrid alla Catalogna: "Rinunciate all'indipendenza entro giovedì o vi commissariamo" (Sole). In Austria la pazza idea del giovane Kurz: fare un esecutivo "intollerante" (Fatto). A Malta uccisa la blogger che denunciò i leader maltesi sui paradisi fiscali (Corriere e tutti). L'ultimo post: "I corrotti sono ovunque" (Repubblica).
In cronaca, l'avvocato di Latina che ha sparato e ucciso un ladro riapre il caso della legittima difesa (Messaggero). Il Giornale: primo, non rubare. Ma la pistola del ladro non si trova (Mattino).

ITALIA-ECONOMIA
Dal consiglio dei ministri via libera alla manovra da 20,4 miliardi: "Niente lacrime e sangue – dice Gentiloni – ma una manovra snella ed efficace (Sole, Messaggero, Stampa e tutti).  Il grosso delle risorse (15,7 mld) servirà per evitare l'aumento dell'Iva, 4,7 i miliardi destinati alle altre misure. Le coperture arrivano per 9,5 mld da lotta all'evasione fiscale, riscossione e tagli di spesa, i restanti 10,9 mld da un incremento del deficit 2018, dall'1 all'1,6% del pil. La misura simbolo è il dimezzamento dei contributi per le imprese che assumono giovani fino a 29 anni (solo per il 2018 fino a 34 anni), ma al Mezzogiorno la decontribuzione sarà totale. La misura più controversa lo scatto a 67 anni per l'età di uscita per vecchiaia previsto entro fine anno: era già previsto, il governo non modificherà la legge nonostante le richieste dei sindacati, che ora minacciano agitazioni. La misura più robusta è per gli statali: 2 mld andranno per il rinnovo dei contratti, salva bonus compreso: Cgil, Cisl e Uil apprezzano. Sbloccata anche l'assunzione per 1500 ricercatori (Messaggero).  Riconfermati gli incentivi di Industria 4.0, aumentato di 300 mln il fondo per il contrasto alla povertà. Slitta al 2019 l'estensione della fattura elettronica ai privati. La legge di Bilancio è ora a Bruxelles: sotto la lente della Commissione Ue entrate una tantum e tagli di spesa (Sole). Boccia (Confindustria) al Mattino: "Ci aspettavamo quello che è accaduto. Sui giovani avremmo preferito un'azione choc, più incisiva, ma con il potenziamento dell'apprendistato ci avviciniamo al nostro disegno. E anche al Sud dovremmo raggiungere l'obiettivo". Boccia promuove nel complesso le misure dei governi Renzi e Gentiloni e avverte:"I risultati di oggi sono l'effetto delle decisioni di ieri. Quindi attenzione alle decisioni di oggi che si rifletteranno sui risultati di domani". Nel governo Orlando e Minniti chiedono più assunzioni nella pa; Mdp chiede l'abolizione del superticket della sanità. Per la "finanziaria-light" di Gentiloni, con Mdp che al momento si chiama fuori, pronto il soccorso di Forza Italia, magari evitando la partecipazione al voto (Stampa)
 
ITALIA-POLITICA
"Niente larghe intese. Resto in campo, vinciamo e indicheremo il premier". Sul Corriere lunga intervista a Berlusconi che annuncia il suo patto con Salvini e il suo ritorno in campo. L'obiettivo è riportare FI al 20%, "vincere le elezioni, governare e cambiare il Paese con un centrodestra aperto e plurale, fatto non da professionisti della politica ma da persone che nella vita professionale abbiano dimostrato onestà e capacità". Salvini è "irruente all'esterno, ma quando ci sediamo intorno a un tavolo è un interlocutore serio e ragionevole. Con lui c'è l'accordo che chi prenderà più voti farà il nome del premier. Io non ho dubbi che saremo noi: stiamo valutando diverse figure ma non nominerò nessuno per evitare polveroni mediatici". Berlusconi promuove il Rosatellum e conferma la sua presenza in campo. Non si lascia il Paese a chi "come i grillini non ha mai lavorato in vita loro: le conseguenze per tutti noi sarebbero gravissime". Il programma? "Meno tasse, meno Stato, meno burocrazia italiana ed europea, più aiuto a chi ha bisogno, più sicurezza e garanzie". E al referendum di Lombardia e Veneto "voteremo convintamente sì. Mi piacerebbe che tutte le regioni italiane potessero godere di maggiore autonomia".
Per Repubblica Berlusconi, che non potrà presentarsi materialmente alle elezioni, avrà comunque il nome sul simbolo di Forza Italia. La condanna del 2013 e gli effetti della legge Severino vengono così parzialmente aggirati. E giovedì sarà a Bruxelles per completare la "riabilitazione" in seno al Ppe, partecipando al prevertice insieme ad altri capi di Stato, di governo e di partito, tra cui la Merkel.
Renzi parte col "treno dell'ascolto" e apre alla sinistra, ma l'alleanza è in alto mare (Giornale). Pisapia critico, Sala scettico, Emiliano indispettito. Fassino a Repubblica: "Basta fuoco amico su di noi, smettiamo di discutere sui leader, siamo l'unico argine alle destra. E senza democratici non esiste il centrosinistra". E sulle candidature: "Decideremo insieme ma vale il modello Macron: il 50% di nuovi e il 50% di personalità di esperienza".
Al Senato via alle grandi manovre per l'approvazione del Rosatellum: si pensa a un voto lampo, entro il 25 ottobre. L'aiuto di Verdini c'è: "Noi voteremo sì alla fiducia" dice Barani, "orgogliosi di poter dare il nostro sostegno" (Repubblica). M5S contro il Rosatellum: è illegale (Fatto).
Referendum, a sei giorni dal voto caccia agli elettori. In Lombardia i sondaggi danno al 40% gli elettori intenzionati a votare. Qui non c'è una soglia minima da superare ma per la Lega l'obiettivo è superare il 50%. Giorgetti: "Un'affluenza sotto il 60% sarà una sconfitta" (Giornale).

EUROPA
La furia di Ophelia devasta Irlanda e Portogallo: almeno 50 morti (Messaggero, Stampa, Corriere). In evidenza su tutti i giornali l'uragano Ophelia che attacca l'Europa: primo bersaglio l'Irlanda, con raffiche fino a 190 km orari. Tre morti, oltre 360 mila persone senza luce, centinaia di voli cancellati. Ora punta su Galles e Scozia. Nella penisola iberica un tragico effetto collaterale: il vento, che ha alimentato centinaia di incendi in Portogallo e nella Galizia, e qui il bilancio provvisorio parla di 35 morti. Ed è sempre conseguenza di Ophelia il cielo rosso sopra l'Inghilterra, e arancione sopra a Londra.
In Spagna ultimatum di Madrid alla Catalogna: "Rinunciate all'indipendenza entro giovedì o vi commissariamo" (Sole). Tra Rajoy e Puigdemont è un duello a distanza, lettera contro lettera, con il governatore catalano che chiede dialogo. Ma la situazione precipita in serata, col decreto di arresto per due dei più importanti leader catalani, Jordi Sanchez, presidente dell'assemblea nazionale catalana, e Jordi Cuixart, l'industriale presidente di Ominium, l'ong che protegge la lingua catalana e ne promuove insegnamento e cultura. I due sono accusati di sedizione per il loro sostegno attivo al referendum. I La situazione ora rischia di degenerare: i due sono amatissimi dal popolo indipendentista. 
In Austria la pazza idea del giovane Kurz: fare un esecutivo "intollerante" (Fatto). Unica certezza, la vittoria del popolare Kurz, con la Ovp al 31,6%. I socialisti dello Spo (26,7%) scivolano al terzo posto dietro gli ultranazionalisti della Fpo (27,4%). Verdi fuori dal Parlamento. Al presidente (verde) Van der Bellen il dilemma della coalizione di governo: l'alleanza più probabile e solida sembra quella tra Kurz e Strache ma questo, scrive la Stampa, significherebbe consegnare il Paese a una politica muscolare con la Ue. La Spo in campo, pronta a dialogare sia con Ovp che con Fpo. Tutti gli scenari sembrano aperti. Fredda la reazione della Merkel: "Sui profughi la posizione dell'Austria non vale per la Germania". Juncker auspica un "governo stabile pro-Europeo". I paesi di Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia) salutano con favore la svolta di Vienna: possiamo creare un blocco comune (Messaggero). 

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