Commentario del 6.10.17

IN PRIMA PAGINA
La crisi spagnola ancora in primo piano su tutti i giornali. Pugno duro di Madrid: chiuso il Parlamento catalano (Corriere, Fatto). Ma la finanza scappa da Barcellona (Giornale): fuga delle banche per paura della secessione (Stampa, Messaggero). Sabadell sposta la sede, Caixa ci pensa (Sole). Iglesias al Corriere: con atti unilaterali diventeremo la Turchia. Sulla Stampa i dubbi di Puidgemont, stretto tra piazza e trattativa, e l'assedio degli alleati a Rajoy: "Agisci o è la fine".
Politica, Ius soli, cresce il fronte del sì (Repubblica). Critiche e ironie su Delrio, in sciopero della fame contro il governo di cui fa parte (Messaggero, Libero). Su Avvenire ipotesi voto il 6 maggio. Berlusconi deposita un nuovo simbolo (Giornale). Davigo si smarca dal M5S: "Non farò politica, mai incontrato Beppe Grillo" (Corriere).  Libero rilancia sul referendum lombardo-veneto: non è un derby Roma-Milano. Mentana per il sì: "Basta ingiustizie". Su QN i portaborse in piazza: schiavi dei politici. Boldrini a Repubblica: "Basta sfruttamento, imbarazzante il deputato Caruso".
Tra politica e giustizia il caso dello stalker "graziato" da Orlando (Fatto): paga la multa, reato estinto (QN).
Economia, l'Ocse boccia l'Italia: il 27% dei lavoratori non ha competenze per le mansioni che svolge in azienda (Sole). "Escono dagli atenei in pochi e impreparati" (Messaggero). Sulla Stampa la crisi dei teatri italiani: in dieci anni compagnie dimezzate. Su Repubblica la provocazione di Rosina: sciopero dei figli contro la natalità zero. Sul Sole la rivolta delle imprese contro le nuove regole della Bce sulle sofferenze bancarie. Anche Bankitalia dice stop alle nuove norme (Stampa, MF).
Su tutti il Nobel della Letteratura a Kazuo Ishiguro, autore di "Quel che resta del giorno" (Messaggero). Nobel dell'umiltà: "Pensavo a uno scherzo. Lo meritavano Rushdie o Marakami, ma che bello stare accanto al mio eroe Dylan" (Repubblica).
In cronaca: sul Messaggero la violenza a Napoli su una quindicenne: arrestati tre minori dopo quattro mesi (Messaggero). Su Repubblica parla la ragazza americana violentata da un carabiniere: "Devastata dallo stupro, ma a Firenze tornerò".

ITALIA-ECONOMIA
"Il deficit di competenze vera zavorra dell'Italia" (Avvenire). L'Ocse "boccia" l'Italia: il 27% dei lavoratori non ha competenze per le mansioni che svolge in azienda (Sole). "Escono dagli atenei in pochi e impreparati" (Messaggero). Solo il 25% della popolazione tra i 25 e i 34 anni è laureato e i colletti bianchi hanno mediamente un più basso tasso di competenze rispetto ai colleghi di altri Paesi. L'Ocse riconosce alle riforme di Renzi e Gentiloni su Jobs Act e Buona scuola la capacità di inverire la rotta ma nonostante una timida ripartenza di lavoro ed economia la produttività ristagna e i salari restano collegati più all'età e all'esperienza del lavoratore che alla performance individuale e questo, per il Sole, rappresenta un disincentivo a valorizzare le competenze. Repubblica: i laureati italiani costretti a fare lavori inadeguati. Pochi alla meta e con scarse competenze, alla fine vengono relegati a mansioni di routine. Ferroni (Istituto di Fisica Nucleare) a Repubblica: "Eppure le nostre facoltà scientifiche sfornano eccellenze invidiate all'estero". De Masi ad Avvenire: "Il numero di lauree conta più del pil in un Paese. In Germania tagliano le tasse universitarie mentre noi abbiamo il numero chiuso. E' ora di investire sull'istruzione". Rosina al Messaggero: "Paese azzoppato, stiamo sprecando una generazione".
Sulla Stampa nuove anticipazioni della manovra: ci sarà il bonus per nuovi assunti fino a 29 anni ma solo nei primi tre anni di assunzione. Non ci sono soldi per finanziare la diminuzione strutturale dell'aliquota di 3 o 4 punti. Sforzo maggiore al Sud, dove si va verso la conerma degli sconti al 100% per i giovani, con fondi europei.
Sul Corriere parla il viceministro Casero: "Aiuti a chi assume over 55 e ai negozi di periferia". "Nessun derby intragenerazionale. Chiediamo di estendere agli over 55 i vantaggi in arrivo per gli under 29. Aggiungiamo, non sottraiamo". Importanti anche gli aiuti ai piccoli negozi di periferia: "Stanno scomparendo e senza negozi le periferie delle metropoli rischiano di diventare ancora più invivibili".
Altre anticipazioni della manovra sul Messaggero: più sgravi per i figli a carico. Il governo pronto a elevare fino a 5000 euro la soglia di reddito che permette ai ragazzi di restare fiscalmente nel nucleo familiare. Ma i centristi chiedono uno sforzo maggiore: "Vanno aumentate le detrazioni". Soldi anche per la scuola: per i presidi si studia l'equiparazione dello stipendio ai dirigenti della pa. 

ITALIA-POLITICA
Politica, Ius soli, cresce il fronte del sì (Repubblica). In Senato si riaprono i giochi: con i verdiniani si può arrivare a 157 sì. Zanda: "Forse si può provare a votare senza fiducia" (Repubblica p.3). Ma da Gentiloni arriva lo stop: "Prima la manovra" (Messaggero). A spingere per lo ius soli la staffetta dei parlamentari in sciopero della fame. Delrio: "Il parlamentare risponde alla nazione, non alla disciplina di partito. Sui diritti civili non ci si astiene". Sul ministro in sciopero della fame contro il suo governo piovono le critiche del Messaggero e gli attacchi di Giornale e Libero.
Su Avvenire ipotesi voto il 6 maggio. Mattarella lavora con Gentiloni per una conclusione "ordinata" della legislatura. Camere avanti fino a metà marzo per trovare l'intesa sulla legge elettorale. Intanto sul Rosatellum si rafforza l'asse Pd-FI. Sul premio di coalizione tensione tra FI e Fdi (Avvenire).
Aspettando il voto Berlusconi deposita un nuovo simbolo: è "Rivoluzione Italia" (Giornale). Potrebbe essere la forza civica e movimentista da affiancare a Forza Italia per sparigliare le carte.
Sul Corriere e altri il disgelo tra Prodi e Renzi: i due hanno ripeso a parlarsi, obiettivo un'alleanza di centrosinistra con il Pd dentro. Prodi insiste sul "centrosinistra largo", e non vuole figurare come un "grande vecchio" che macchina contro Renzi. E Renzi vuole lavorare nella direzione di un allargamento: va in questa direzione l'ipotesi di tre liste legate a Calenda, Bonino e ai sindaci. E proprio Calenda potrebbe essere il futuro sindaco di Roma.
Libero rilancia sul referendum lombardo-veneto: non è un derby Roma-Milano. Mentana per il sì: "Basta ingiustizie". Il riferimento è alla differenza tra regioni a statuto speciali e regioni a statuto ordinarie. "Un Paese è normale solo se hanno stessi doveri e stesse chances un cittadino di Trento, di Verona, di Milano, di Palermo, di Roma. La vittoria dei sì al referendum dà forza politica per ristabilire questa parità di condizioni". Mentana contrario anche allo statuto speciale di Roma Capitale. Sul Corriere il sondaggio che agita la Lega: lo spettro è la bassa affluenza. Il sondaggio Swg svolto per la Lega segnala il 56% dei favorevoli e il 36% dei contrari nel nord est, 51% a 37% nel nord ovest, a fronte di una media nazionale di 41 favorevoli e 44 sfavorevoli. Ma solo per il 45% degli intervistati il referendum è anche utile. E il 56% lo considera una spesa inutile.  Meglio la trattativa per il 53% degli intervistati. Anche Berlusconi giudica il referendum una spesa inutile, "una perdita di tempo", ma non lo dirà, scrive la Stampa. Il timore è che il referendum si tramuti un successo per la Lega e faccia crescere le pretese di Salvini.
Su QN i portaborse in piazza: schiavi dei politici. Boldrini a Repubblica: "Basta sfruttamento, imbarazzante il deputato Caruso".

EUROPA
I giudici fermano Barcellona (Corriere in apertura): la Corte costituzionale spagnola vieta l'assemblea del "Parlament" di Catalogna convocata per lunedì, da dove potrebbe uscire la dichiarazione di indipendenza. La presidenta della Camera dei deputati Carme Forcadell conferma la seduta: "L'interferenza della Corte è una violazione del diritto alla libertà di espressione". Rajoy minaccia: "Le autorità catalane rientrino nella legalità per evitare mali ancora peggiori". Sul Corriere parla il leader di Podemos, Manuel Iglesias:"Ancora pochi giorni per evitare il disastro. Con la dichiarazione unilaterale di indipendenza della Cataloga e la prevedibile durissima reazione di Madrid la Spagna rischia di trasformarsi in una Turchia dentro l'Ue". Iglesias sottolinea l'importanza della mediazione in atto della Chiesa cattolica. Ultima spiaggia, la sfiducia a Rajoy: "Se Sanchez volesse i numeri ci sono: Psoe, Podemos, nazionalisti catalani e baschi possono fare una maggioranza di salute pubblica. Dipende solo da Sanchez". Sulla Stampa i dubbi del leader catalano Puidgemont, stretto tra piazza e trattativa. Sul premier Rajoy il pressing degli alleati: "Agisci o è la fine". Bruxelles alza il livello d'allarme. Moscovici: "Una nuova repubblica sarebbe fuori dalla Ue. Conosciamo solo la Spagna". Oettinger: "C'è il rischio di una guerra civile" (Stampa).
Intanto la finanza scappa da Barcellona (Giornale): fuga delle banche per paura della secessione (Stampa, Messaggero). Sabadell sposta la sede, Caixa ci pensa (Sole). Pronto un decreto di Madrid che rende più facile il trasferimento delle imprese e a Barcellona tante aziende straniere cominciano ad agitarsi, in primis le tedesche Seat, Bayer, Siemens e Basf (Stampa, Repubblica). Su Repubblica la rete dei mediatori in azione: la sindaca Colau, il vice presidente catalano Junqueras, l'arcivescovo di Barcellona Ormella. Per il Corriere il Papa potrebbe accettare per la Santa Sede un ruolo di mediazione ma la richiesta deve venire da entrambe le parti, previa comune accettazione dei principi del diritto internazionale e l'impegno a rinunciare all'uso della forza. Tre condizioni al momento assenti.

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