Commentario del 5.10.2017

IN PRIMA PAGINA
Tra economia e politica, in primo piano il Sì al Def, cambia la maggioranza (Mattino). Governo avanti anche senza Mdp (Corriere). Sinistra flop, Gentiloni va (Messaggero). Esce Bersani e rientra Verdini (Fatto). Manovra, il governo apre su sanità, cedolare e figli (Sole). Intanto, si registra l'ultima frattura della sinistra (Repubblica). Pisapia attacca D'Alema (Corriere). Ampio spazio su Libero al dibattito sui referendum di Lombardia e Veneto. La Meloni: "No all'autonomia: porta alla secessione". Feltri. "smettetela di piangere e andate a lavorare". Altro tema caldo resta lo Ius soli: strappo di Delrio, sciopero della fame (Messaggero e altri). Il ministro a Repubblica dice: "Voglio il sì alla legge sullo Ius soli".
In primo piano ancora le ripercussioni dopo il referendum secessionista in Catalogna. "Lunedì l'indipendenza" avverto da Barcellona, Madrid manda l'esercito (Messaggero, Corriere e altri).
Roma, ultimatum di Calenda a Raggi: "Siamo al ridicolo" (Messaggero). Sul Messaggero anche il "Sì" di Visco al reincarico in Bankitalia.
Su tutti l'arresto di Cesare Battisti in Brasile: voleva fuggire in Bolivia.

ITALIA-ECONOMIA
Manovra, il governo apre sulla sanità: revisione graduale del meccanismo del super-ticket sanitario e rafforzamento delle risorse destinati ad investimenti nel settore della sanità (Sole in prima e p.2 e tutti). L'abolizione del superticket costerebbe fino a 1 mld (Sole p.2) e il governo cerca le coperture. Oltre allo stop al superticket, verso la manovra si lavora anche alla proroga della cedolare secca sugli affitti e alla sua "eventuale" estensione anche agli altri affitti (Messaggero p.4). E, intanto, si ragiona sull'allungamento della rottamazione delle cartelle. Confermati decontribuzione per i neo assunti, sterilizzazione delle clausole Iva, incentivi agli investimenti pubblici e privati, il nodo da sciogliere sono le coperture: alzati da 2,5 a 3,5 i mld di tagli ai ministeri, sul fronte delle entrate si punta su lotta all'evasione e "rottamazione bis" delle cartelle equitalia.
Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, al Sole (p.2): "Senza un taglio delle tasse i consumi non risaliranno. La ripresa c'è, ma siamo solo al primo tempo. Gli ultimi dati Istat sulle vendite al dettagli confermano la loro fragilità e discontinuità: secondo le previsioni per il 2018 rimarrà poco sopra un modesto +1%". Il numero uno della Confcommercio conferma il parere positivo alle misure in manovra per il taglio del cuneo fiscale e alle iniziative a sostegno di processi di investimento innovativi del sistema imprenditoriale e di Industria 4.0, poi dice: "Servono meno spesa pubblica improduttiva, meno interventi spot e più strategia di lungo termine nella riduzione della pressione fiscale. Eccessivo carico fiscale, eccesso di burocrazia, deficit di legalità, debolezze di logistica e trasporti frenano il nostro sistema produttivo, penalizzando soprattutto le imprese del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti".

ITALIA-POLITICA
Def, ok del Senato: ininfluente il no di Mdp, mentre torna decisiva Ala (Messaggero in prima e p.2 e tutti). Polemico il Fatto: "Esce Bersani entra Verdini, ecco la nuova maggioranza". 181 sì per la nota di variazione, 164 per la relazione. Soddisfatto Gentiloni: "Un voto all'insegna di responsabilità e stabilità" (Su tutti). Verdini al Messaggero: "Noi rimaniamo i guardiani delle riforme, non potevamo lasciare che saltasse tutto". Spaccatura nella sinistra sul no di Mdp. Da Pisapia colpo al D'Alema: "Per vincere serve chi unisce, se D'Alema si ritira fa bene al Paese". La replica dell'ex premier: "Non capisco la posizione di Pisapia, mi pare si corra il rischio di finire a fare gli ascari del Pd" (su tutti). Così la lista unica Mdp-Campo progressista non c'è più (Fatto). Roberto Speranza al Corriere (p.8): "Nella costruzione di una soggettività progressista non ci sonno essere veti. D'Alema e Pisapia sono complementari". Per la Stampa (p.7) gli strappi delle ultime ore avrebbero risvegliato una suggestione: una "Lista Civica nazionale" con Bonino, Pisapia e Calenda, oltre ad alcuni sindaci, una lista che avrebbe come sponsor Prodi e Letta.
Ius soli, governo spaccato. Delrio in sciopero della fame: gelo di Palazzo Chigi per l'adesione del ministro alla mobilitazione. "Se per lui la legge è importante si dimetta, altrimenti è propaganda" dicono da Mdp (su tutti). Ma Delrio al Corriere (in prima e p.15) spiega: "Lo sciopero non ha alcuna connotazione politica. E' un modo per tenere alta l'attenzione. La partita non è chiusa".
Referendum in Veneto e Lombardia, dopo le tensioni tra Lega e FdI, La Russa al Giornale (p.6): "La coalizione è salda, ma la Lega non cavalchi l'ondata secessionista". E su Libero (in prima e p.4) botta e risposta tra Meloni e Feltri. La presidente di FdI: "L'autonomia porta alla secessione, alcune realtà che sostengono il sì sognano l'indipendenza, per noi patrioti è inaccettabili". Bechis (Libero) replica: "In Lombardia c'è un residuo fiscale positivo che viene utilizzato come fondo di solidarietà per le regioni del sud, dove si spende il 55% in più dei redditi che si dichiarano". E sulla scia di questi dati, Feltri scrive: "Basta piangere: andate a lavorare. Niente separatismo, vogliamo tenerci i nostri soldi". Su Libero anche l'analisi si Besana: la riforma federalista conviene anche al Meridione. Intanto, Maroni per la tenuta della maggioranza in Regione, lancia l'ultimatum a FdI: "Cambino linea prima del referendum".

EUROPA
Crisi spagnola, la Catalogna vuole andare avanti con il piano e votare l'indipendenza lunedì. Madrid rafforza la presenza militare, mentre crolla la Borsa (Corriere in prima e p.2 e tutti). L'Europa avverte la Generalitat: "Fermatevi, oltre c'è il baratro" (Stampa p.2). Fubini (Corriere p.3) evoca lo "scenario greco" per la Catalogna: come ad Atene nel 2015 spread in crescita e banche in picchiata. Se la Catalogna si staccasse, si sveglierebbe il giorno dopo fuori dall'Ue e dall'euro, la Bce non potrebbe più finanziaria e Barcellona sarebbe costretta a battere nuova moneta. Ma i risparmiatori sarebbero già corsi agli sportelli a fare incetta di euro, facendo crollare le banche stesse. Polemiche dopo il discorso del Re Felipe, per i catalani "non vuole trovare una soluzione". Puigdemont in tv attacca il re ma si dice "pronto al dialogo" (su tutti). Ma per Negir (Sole p.7) l'escalation emotiva, seguita alla presa di posizione del Re a favore del governo di Madrid, complica la mediaizone tra le parti. Piepoli sulla Stampa (p.4) riporta i numeri di un sondaggio tra gli italiani sui fatti di Barcellona: il 43% è favorevole all'indipendenza catalana, contrario il 34%, ma per il 44% il referendum avrà effetti negativi, solo il 27% crede invece che avrà effetti positivi.
Francia, la nuova legge anti-terrorismo recepisce molte delle misure eccezionali: la polizia avrà più poteri diretti sul controllo dei sospettati, perquisizioni e limitazione delle libertà (su tutti). Così la Francia "trasforma" in legge lo stato d'emergenza (Sole p.6).

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