Commentario del 31.10.17

IN PRIMA PAGINA
Esteri in primo piano su tutti, con la fuga in Belgio di Puidgemont, che mette la parola fine al sogno catalano (Stampa e tutti) e l'arresto dell'ex guru della campagna elettorale di Trump per il Russiagate (Corriere e tutti). La sfida spagnola imbarazza l'Europa (Repubblica). Il Russiagate rischia di essere peggio del Watergate (Corriere).
Sul fronte interno, Corriere e Repubblica rivelano la riapertura dell'inchiesta su mafia e stragi del '93:  Berlusconi e Dell'Utri indagati. Dalla Sicilia, dove domenica si vota, Salvini apre a M5S, Berlusconi rilancia su Tajani premier (Mattino). Salvini: "La Sicilia sarà la tomba di tutte le larghe intese" (Fatto). Si vota anche ad Ostia, dove la destra sarà decisiva (Stampa). Intanto Mattarella verso la firma della legge elettorale (Sole). Per il Fatto sarà il ritorno degli zombie.
Via libera anche alla manovra: una pioggia di sconti e bonus per il Messaggero. ancette&Marchette per il Fatto: partiva da 70 articoli ora è a 120. Ma Padoan tiene il punto con la Ue: rispettati i criteri (Avvenire).
Su tutti il coming out di Kevin Spacey dopo le accuse di un attore: "Mi scuso per le molestie, sono gay" (Corriere). In cronaca la "pena esemplare" a due bulli di Torino: 8 anni per gli abusi su un compagno di scuola (Corriere). Su Repubblica come aiutare i bambini a reagire a traumi e violenze.  Sul Messaggero il contrordine sulle scuole medie: i ragazzi potranno uscire senza genitori.

ITALIA-ECONOMIA
La Manovra al Senato, con una pioggia di sconti e di bonus (Messaggero in prima e a p.6 e su tutti). Una legge di Bilancio, l'ultima della legislatura, carica di bonus vecchi e nuovi, infarcita di proroghe e rinvii e con a corredo un pacchetto di assunzioni, dal comparto sicurezza alla giustizia, dai beni culturali alla Università, scrive la Stampa (p.11). Su tutti i giornali il riepilogo dei provvedimenti previsti, a partire dalla (parziale) sterilizzazione dell'aumento dell'Iva e dagli sgravi fiscali per chi assume under 30. In evidenza il bonus Renzi da 80 euro spalmato su una platea più ampia, così da "salvare" gli aumenti contrattuali a 300 mila statali (Messaggero p.6). Raddoppia la tassa sui licenziamenti per i datori di lavoro (a 2.940 euro) e aumenta del 10% l'assegno do inclusione sociale,che può arrivare a 534 euro al mese (Corriere p.9). Detrazione fino a 250 euro per gli abbonamenti a treni e bus locali, iper e super ammortamento sugli investimento per gli acquisti legati a Industria 4.0 (Corriere p.9). Rimane il bonus da 500 euro per i 18enni, il bonus verde e la proroga per i mobili (Sole p.2) ma salta il bonus bebé. Su superticket e previdenza per i ritocchi si aspetta il "secondo tempo", ovvero gli emendamenti in Parlamento(Sole p.3). Mancette&Marchette per il Fatto: la legge partiva da 70 articoli ora è a 120 e già questo dà la misura della pressioni dei parlamentari e delle lobby su una manovra che precede di pochi mesi il voto. Anche perché quest'anno non ci sarà il Milleproroghe: votata la manovra si scioglieranno le camere. Ma Padoan tiene il punto con la Ue: conti in ordine (Corriere p.8). "Con le riforme crescita del 3% in 5 anni. Le spese per l'immigrazione pesano per lo 0,25% del pil".

ITALIA-POLITICA
Legge elettorale, Mattarella verso la firma, nonostante le pressioni del M5S e altre forze politiche a non farlo per la presunta incostituzionalità della legge: unica incognita, se accompagnerà la firma a una lettera di segnalazione di qualche profilo da sanare (Corriere p.13). Mirabelli al Corriere (p.13): "La struttura del Rosatellum non mi sembra in contrasto con la Costituzione. L'unico punto critico la soglia di sbarramento". Il Quirinale pensa alle urne il 4 marzo, o, in subordine, l'11: questo significa sciogliere le Camere tra Natale ed Epifania.
Dalla Sicilia, dove domenica si vota, Salvini apre a M5S, stoppato da Di Maio: "Non voglio avere nulla a che fare con lui". Berlusconi rilancia su Tajani premier, che ringrazia e rifiuta: "Il premier sarà Berlusconi perché la Corte di Strasburgo darà l'ok" (Corriere p.10 e tutti).
I due leader del centrodestra divisi su tutto, anche sull'ultimo comizio per il candidato Musumeci. Chiuderà anche lui il suo tour siciliano a Catania giovedì ma evitando Salvini. "E che posso dire? Siamo separati in piazza" dice Salvini al Fatto (p.3): "Qui c'è la netta sensazione che l'epopea di Renzi sia finita, che il voto siciliano sia la tomba delle larghe intese. Mattarella il 6 novembre dovrà sciogliere le Camere. Con Zaia, Maroni, Toti e Musumeci quattro punte di sfondamento sono assicurate". Dal M5S altra voce contro possibili intese con la Lega: "Salvini è un bluff – dice la senatrice Paola Taverna a Repubblica (p,11) – Vuole smarcarsi dal marciume in lista con Musumeci ma con noi non funziona. Salvini ha tutto il mio disprezzo".
Nel centrosinistra ora è la Lombardia a minare i rapporti tra Pd e Mdp (Repubblica p.12). I dem candidano Gori alla Regione, senza passare dalle primarie: Mdp e Sinistra si preparano a correre con un loro candidato.
Mafia e stragi del '93: Berlusconi indagato e con lui Dell'Utri (Repubblica p.9). L'inchiesta che si riapre a Firenze è quella sui mandanti occulti delle stragi mafiose del 1993 che colpirono Roma, Firenze e Milano. Tutto ruota sulle parole intercettate in carcere del boss Giuseppe Graviano: "Trent'anni fa, venticinque anno fa, mi sono seduto con te, ti ho portato benessere. Poi mi è successa una disgrazia, mi arrestano e tu cominci a pugnalarmi".

EUROPA
Puigdemont in Belgio con i suoi ministri: vogliono chiedere asilo (Repubblica p.6 e tutti). La fuga e l'arrivo a Bruxelles è tutt'ora un mistero. Incriminati per ribellione e sedizione, in Spagna rischiavano l'arresto e fino a 30 anni di carcere. Grande imbarazzo in Belgio, col premier Michel che ha detto che l'asilo politico a Puigdemont non è all'ordine del giorno. La consegna è che nessuno parli con il leader indipendentista, scrive Repubblica (p.7) ma la sua è una presenza ingombrante anche per il governo belga. Sconcerto in Catalogna. Lo scrittore Javier Cercas a Repubblica (p.6): "Avventurieri in fuga dopo aver incendiato metà della Spagna. Molti capiranno di essere stati presi in giro ma tantissimi altri no. Il vero regista di tutto è l'ex presidente Artur Mas: voleva lo scontro aperto, una sorta di soluzione Kosovo.Ma quando hanno visto che 1500 tra aziende e banche se ne andavano dalla Catalogna e che nessuno dall'Europa gli offriva una sponda hanno avuto paura".

©riproduzione riservata







Nessun commento:

Posta un commento