Commentario del 4.10.17

IN PRIMA PAGINA
Maggioranza in bilico sulla manovra. Mdp strappa: non voteremo il Def (Repubblica). Manovra a rischio (Corriere, Messaggero). Lo scontro a sinistra si consuma sul bilancio (Sole). Per la manovra si parte da 20 mld: solo 338 milioni per il taglio del cuneo fiscale sui neoassunti (Sole). Intanto Bankitalia e Corte dei conti blindano la "Fornero": tutti in pensione più tardi (Giornale), ma non Visco: il governatore verso la riconferma (Repubblica).
Sempre in primo piano la crisi spagnola. Ieri il discorso del Re. Felipe contro la Catalogna: slealtà inaccettabile e irresponsabile (Sole e altri). Puigdemont: ora l'indipendenza (Repubblica).
Riflessi sulla politica italiana: si spacca l'asse Meloni-Lega (Giornale) mentre Lombardia e Veneto  si preparano al referendum. Su Libero il patto Maroni-Zaia: marciamo su Roma. Il Tempo: il Nord ha rotto i Maroni.
In Parlamento figli assunti e molestie (Corriere): via il sottosegretario Rossi (Giornale, Messaggero). Intanto il Rosatellum bis traballa e il Fatto rilancia su una nuova legge elettorale: 20 mila firme contro i nominati.
Spazio anche al fisco. Su Repubblica il conto record dell'evasione: 111 miliardi. Sul Sole processo allo spesometro: sistema ancora nel caos. E' la Caporetto del fisco on line (Italia Oggi). La Ue in pressing sui big: maxi sanzione ad Amazon (Stampa). Anche l'Irlanda nel mirino per i "favori" a Apple (Sole).

ITALIA-ECONOMIA
Manovra da 20 mld, con un miliardo in più di tagli alla spesa e oltre 5 miliardi di nuove entrate, attese dalla lotta all'evasione (Messaggero). Solo 338 milioni per il taglio del cuneo fiscale sui neoassunti rimarca il Sole, che bacchetta il governo: ambizione modesta, promesse evaporate. Su tutti i giornali l'audizione di Padoan in commissione Bilancio. Ufficializzati i numeri sulla manovra, che spingerà la crescita dello 0,3% e il pil all'1,5%. "Mobilitati" 19,6 mld: quasi 11 saranno di aumento del deficit, concesso da Bruxelles, 5 saranno di proventi fiscali, 3,5 di tagli alla spesa. A sopportare i tagli maggiori saranno i ministeri. Padoan ottimista sull'occupazione: "Un milione di occupati in più sono un risultato importante ma non ci basta. Il lavoro crescerà ancora".
Per Repubblica la sorpresa della manovra potrebbe essere la web tax, per costringere le web company a pagare Iva e Ires come gli altri. Da Padoan disco verde: "utile a livello nazionale, dialogo aperto col Parlamento". Per il Messaggero la manovra potrebbe prevedere l'abolizione del superticket sulla sanità. Nessun cambiamento, invece sul fronte pensioni.
Bankitalia e Corte dei conti blindano la "Fornero": tutti in pensione più tardi (Giornale, Messaggero). In due diverse audizioni ribadito lo stesso concetto: toccare la riforma significherebbe mettere a rischio i conti pubblici, in vista dell'evoluzione demografica del Paese. Dunque, nessun congelamento allo scatto dell'età a 67 anni dal 2019.
Fisco, italiani evasori d'Europa: su Repubblica l'inchiesta di Sergio Rizzo, che quantifica in 111 mld il conto dell'evasione fiscale d'Italia. La cifra uscirebbe dai calcoli della commissione governativa sull'economia sommersa. Miliardi con cui si potrebbe coprire le spese sanitarie nazionali di un anno, o tagliare un quinto delle tasse, ma sottratti da un esercito di evasori senza colpo ferire. In Italia si riscuote solo l'1,13% del carico fiscale. Equitalia ha contenziosi per 817 mld ma ne recupererà appena 29.
Sul Sole processo allo spesometro: sistema ancora nel caos. E' la Caporetto del fisco on line (Italia Oggi). I commercialisti accusano il "clima surreale" mentre cresce l'allarme sulla privacy, e il Garante scrive a Gentiloni. Ieri vertice al Mef con l'ad di Sogei, si lavora al decreto per in rinvio al 16 ottobre. La Caporetto del fisco online titola Italia Oggi in apertura, segnalando l'atto di accusa, durissimo e senza precedenti, del Garante della Privacy.

ITALIA-POLITICA
Mdp strappa: non voteremo il Def (Repubblica in apertura e a p.2 e su tutti). Dai bersaniani sì solo allo slittamento al 2020 del pareggio di bilancio, dove la maggioranza che serve è di 161 voti. Speranza: "Avevamo chiesto una svolta, insufficiente la relazione di Padoan. Non mi sento nella maggioranza". D'Alema: "Mani libere: votiamo quello che riteniamo giusto. Tanto il governo ha le spalle copertissime, col sostegno di Berlusconi". Il vice ministro Bubbico lascia il governo. Guerra (Mdp) al Corriere: "La nostra insoddisfazione è massima. Senza modifiche su lavoro e sanità non votiamo la manovra". Bersaniani verso l'appoggio esterno. Le strade con Pisapia si dividono: sul bilancio dialoghiamo (Repubblica). Dem all'attacco dei bersaniani: irresponsabili. Per Rosato il vero regista dell'operazione è D'Alema: "è lui che da mesi aveva deciso di rompere". Sul Corriere la rabbia di Pisapia, scavalcato a sinistra dopo le sue aperture a Gentiloni sulla manovra, una partita che si intreccia con quella della legge elettorale. Su Repubblica la delusione e la rabbia di Gentiloni: "Il confronto era partito". Ora si teme il Vietnam parlamentare: per approvare la Finanziaria sarà una corsa ad ostacoli, specie al Senato. Per Repubblica stavolta lo strappo tra Pd e Mdp sembra definitivo e avrà riflessi anche a sinistra, su Pisapia.
Riflessi spagnoli sulla politica italiana: in vista dei referendum di Lombardia e Veneto si spacca l'asse Meloni-Lega (Giornale, Messaggero). La Meloni bolla come "propaganda" il referendum e invita all'astensione: aumentano le distanze con la Lega. Salvini: "La Meloni ha toppato". Maroni: "Dichiarazioni negative e sbagliate da un alleato di governo, non posso far finta di niente". Berlusconi per ora si chiama fuori: non farà campagna elettorale per il referendum anche se FI invita al voto. La strategia è quella di abbassare i toni ma al Nord si teme per una "salvinizzazione" del partito.
In Parlamento figlio assunti per finta e molestie alla stagista (Corriere): salta il sottosegretario alla Difesa Domenico Rossi (Giornale, Messaggero). La denuncia della stagista raccolta dalle Iene. Con il deputato di Scelta Civica Mario Caruso la "triangolazione" per sistemare il figlio di Rossi: assunto come assistente parlamentare ma pagato dal padre, per non lavorare. Boldrini sconcertata promette "iniziative".
Intanto il Rosatellum bis traballa – il Pd al Nord rischia di perdere quasi il 60% degli eletti - e il Fatto rilancia su una nuova legge elettorale: 20 mila firme contro i nominati.
Su Repubblica parla Di Battista: "Sulla legge elettorale non ci sediamo a un tavolo dove ci sono già due bari, Renzi e Berlusconi, dando tutte le carte. L'accordo c'è già. E al 99% prevede un Gentiloni-bis per la prossima legislatura. Se si andasse a votare in questo modo la democrazia sarebbe ancora una volta esautorata. Faremo qualsiasi cosa per fermarli. Nelle piazze, sempre pacifiche, e in Parlamento". Intervista a Di Battista anche sul Corriere: "Ora ci danno l'ennesimo schiaffo e preparano un governo Gentiloni. Sulla legge elettorale intervenga Mattarella".
Per la Stampa sul Rosatellum il Pd potrebbe mettere la fiducia, nonostante il rischio boomerang sul governo. Al momento l'asse Pd-Lega-FI-Ap regge agli urti e alle richieste di modifiche di Mdp. Ma è trasversale il timore dei deputati dem e azzurri, specie del Nord, di non essere rieletti: potrebbero essere loro a impallinare la legge.

EUROPA
Sempre in primo piano la crisi spagnola. Ieri il discorso del Re: catalani sleali (Corriere in prima e su tutti). Felipe va in tv e bolla la Catalogna come irresponsabile, per aver violato le regole democratiche, dimostrando "una slealtà inammissibile: difenderemo la Costituzione e l'unità". Un discorso che sposa in pieno le posizioni del premier Rajoy e che delude non solo i catalani ma anche chi contava sul  re per una mediazione tra indipendentisti e governo centrale. Linea dura anche dalla vice presidente del governo Soraya Saenz de Santamaria, ribadita davanti all'establishment madrileno: "La Spagna ha saputo conquistarsi la democrazia e saprà difenderla" (Corriere).  Ieri a Barcellona cortei imponenti nel giorno dello sciopero generale. Puigdemont: "A giorni la dichiarazione di indipendenza. Alla fine della settimana o all'inizio della prossima" (Repubblica). Su Repubblica parla la sindaca di Barcellona Colau: "Dal re nessuna soluzione, nessun appello al dialogo. Discorso irresponsabile, indegno di un capo di Stato". Da Barcellona parte il tentativo di far cadere il governo Rajoy: "C'è un progetto politico che punta ad arrivare ad un'alternativa al governo Rajoy – dice la Colau – E' una mano tesa ai socialisti di Sanchez. Solo un nuovo governo può trattare con la Catalogna. E una trattativa che porti a un referendum concordato tra Spagna e Catalogna è l'unica via d'uscita da questa situazione pericolosissima".

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