Commentario del 03.10.2016

IN PRIMA PAGINA
Esteri in primo piano, l'Ungheria boccia il no ai migranti, mancato il quorum al referendum sulle quote (su tutti). Uno stop a Orbàn (Corriere), il premier ungherese non sconfigge l'Ue (Stampa). Spazio anche a Brexit, la premier inglese May: "Entro marzo si avvierà l'uscita" (su tutti). Politica, sondaggio di Pagnoncelli sul Corriere: il No al referendum avanti al 52%. Al Sud maggioranza dei contrari. Intanto scontro Renzi-Raggi: "Rifiuti a mafia capitale" attacca il premier. La replica della sindaca: "Noi non siamo il Pd" (Stampa). Fatto: Renzi accusa i 5S ma si tiene i soldi di Buzzi. Per Repubblica la Capitale rischia il default per quel buco da un mld. Economia, verso la manovra: ecobonus sui condomini e fondi ai Comuni (Stampa). Banche, oggi vertice da Padoan. Sul Corriere parla Rocca (Assolombarda): "Confindustria deve stimolare le imprese all'innovazione". Su tutti le parole di Papa Francesco: "Accogliete gay e trans, Gesù lo farebbe".

ITALIA-ECONOMIA
Legge di bilancio, si va verso una manovra da 23 mld (Stampa in prima e p.4), di cui 7-8 per le misure di crescita, che si concentreranno, oltre che su statali e salari di produttività, anche su pensioni, investimenti pubblici dei Comuni, sostegno agli investimenti privati e bonus energetico. La legge di bilancio non sarà una dichiarazione di guerra nei confronti di Bruxelles – scrive la Stampa – perciò l'Italia presenterà una manovra rispettosa dei vincoli europei, con un rapporto deficit/Pil 2017 intorno al 2%.  Intanto, in vista della Stabilità l'obiettivo del governo è recuperare 2 mld dall'evasione Iva (Messaggero in prima e p.7). Per quanto riguarda le misure sulle pensioni si parte dal cumulo gratuito dei periodi contributivi e dalle agevolazioni per lavoratori precoci e usuranti (Sole in prima e p.6). Barbagallo (Uil) al Mattino (p.7): "Per la prima volta dopo 9 anni, invece di rimetterci, abbiamo portato a casa un risultato, anche nell'interesse dei giovani". Su lavoro e produttività, la manovra punta invece sul welfare: si ipotizza l'eliminazione dei limiti di deducibilità per spese sanitari e versamenti ai fondi integrativi. Allo studio anche il doppio aumento delle soglie per la detassazione dei premi da 2 a 3 mila euro per i redditi fino a 80 mila euro (Sole p.7). Barbagallo al Mattino: "Ora il governo si impegni per i rinnovi contrattuali: vogliamo date precise per metalmeccanici e pubblico impiego, oppure ci sarà uno sciopero". Il segretario Uil, rispondendo alle imprese che chiedono di puntare sulla domanda, replica: "Sono 30 anni che si fa così e la situazione non è migliorata: se non interveniamo sulla riduzione tasse sul lavoro in modo strutturale non si fa molta strada". E sul piano Industria 4.0 dice: "Dubito che sia la svolta".
Crisi del credito, oggi supervertice tra Paodan, Visco e i banchieri (Corriere p.10 e altri). "Senza risultati concreti – scrive il Fatto – sui mercati sarà panico". Sul tavolo i nodi Ubi-"good banks" – la Bce sarebbe ferma sulla richiesta di un aumento di 600 mln contro i 400 programmati da Massiah - e l'impatto della crisi Deutsche Bank. Su A&F (in prima e a p.4) inchiesta sulle banche italiane, alla prova della rivoluzione digitale: per tornare redditizie devono tagliare sportelli e personale più di quanto abbiano già fatto

ITALIA-POLITICA
Referendum, sondaggio di Pagnoncelli sul Corriere (in prima e p.5) vede in leggero vantaggio il No (52%) anche se – scrive – la distanza non è significativa. Solo il 48% ha le idee chiare (25% per il No e 23% per il Sì), gli altri sono indecisi (7-8%) o astenuti (42-44%), al Sud il divario a favore dei contrari è di 16 punti. Renzi cerca di ricompattare il partito: "Al referendum ci giochiamo i prossimi venti anni" (Corriere p.4 e tutti). Ma nel Pd resta lo scontro sull'Italicum: i bersaniani stoppano la proposta del premier (Stampa p.8). E' il ballottaggio a far discutere, il premier non vuole abolirlo (Messaggero p.13 e altri). D'Alimonte alla Stampa (p.8): "Premio di coalizione ok, ma guai a toccare il ballottaggio". Cuperlo a Repubblica (p.9): "Il Pd deve incardinare in Parlamento una nuova legge che superi i limiti dell'Italicum e riaprire il confronto". I tre principi su cui punta il leader della minoranza dem sono: rappresentanza, collegi uninominali e premio di maggioranza. "Ma – dice – il ballottaggio nazionale non funziona in un sistema tripolare". Corriere (in prima e p.6) ricorda le 3 opzioni per intervenire sull'Italicum: doppio turno, con il ballottaggio che vale se a votare va il 50%; il "Provincellum" che modifica la selezione della classe politica prevedendo capilista "sbloccati" e l'aumento a 618 dei collegi; e Mattarellum 2.0, che prevede un maggioritario senza doppio turno e con premio limitato. Intanto Renzi attacca il M5S per la gestione di Roma: "Siete legati a Mafia Capitale" (su tutti). Per la Stampa (p.7) è un modo per spaccare il fronte del No al referendum. A&F (in prima e p.2) evidenzia la battaglia delle nomine collegata al referendum: in primavera scade il primo mandato dei cda scelti da Renzi nelle partecipate pubbliche: più l'esito della riforma favorirà il governo – scrive A&F – più i rinnovi 2017 saranno nel solco della continuità.

EUROPA
Ungheria, manca il quorum al referendum per il no alle quote di accoglienza, anche se il 95% dei votanti è contro i migranti. Il premier Orbàn però non molla: "Noi non li vogliamo", e annuncia: "Cambio la legge" (su tutti). Moderato sollievo a Bruxelles, ma sarà ancora scontro (Repubblica in prima e p.2). Per Venturini (Corriere in prima e p.3) la partita con l'Est resta aperta e l'Ue non può giocare in difesa. Per Repubblica (in prima e p.25) i Paesi dell'Est credono possibile dare risposta alla sfida planetaria dei migranti ricostruendo quella che, per più di mezzo secolo, era stata causa delle loro sofferenze: una nuova cortina di ferro. Bruxelles alle prese anche con Brexit. Ieri la premier May ha annunciato che "a marzo scatterà l'uscita" (su tutti). Secondo il Messaggero (p.5) sarà un divorzio lungo che potrebbe costare anche un punto di Pil alla Ue. Per il Corriere (p.15) Londra è pronta a rinunciare ad una uscita "soft" e al mantenimento di una stretta collaborazione per salvaguardare le sue prerogative. Stefanini (Stampa in prima e p.24) Ungheria e Brexit un doppio attacco a Bruxelles, che ora deve pensare a cosa vuole ottenere dal divorzio e, sul tema immigrazione, assumersi la responsabilità del controllo degli arrivi. Intanto appello del Papa di ritorno dalla Georgia: "Bisogna aiutare chi soffre per i sanguinosi conflitti" (su tutti).
Sul Corriere (p.26) intervento di 7 ministri e segretari degli Esteri Ue: lo stato di diritto europeo va difeso, non solo è tra le più importanti conquiste europee, ma anche tra le nostre priorità.

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