Commentario del 4.12.2016

IN PRIMA PAGINA
L'Italia vota, governo al bivio (Stampa, Messaggero). Per Repubblica un verdetto oltre le riforme. Ma è lite anche sul silenzio elettorale (Corriere). Fatto e Giornale invitano al No. Libero parla di grande minchiata: vada come vada il voto non risolverà nessuno dei problemi degli italiani. Sul Sole l'attesa di mercati e banche. Sul Corriere il conto delle nuove pensioni: 4 miliardi. Su Repubblica il rischio di un nuovo intervento statale su Alitalia: soldi finiti. Dagli Usa: una telefonata a Taiwan e Trump litiga subito con Pechino (Repubblica, Sole). Dalla Ue: Austria al ballottaggio presidenziale, Vienna al bivio tra Europa e populismo (Sole, Messaggero). Sulla Stampa viaggio nella Mosca di Putin, tra nuovi miti e vecchi fantasmi. In cronaca: pochi asili, stipendi bassi. E le donne lasciano il lavoro (Stampa). Sull'Espresso football leaks: i soldi neri del calcio.

ITALIA-ECONOMIA
Borse, il giorno della verità (Sole p.5). Pronti i paracadute Bce e Consob (Messaggero p.7). Anche i mercati appesi all'esito del referendum, con gli operatori alle prese con tre scenari, Sì, soft No, hard No. Per il Messaggero la contraerei è già attivata, con la Bce pronta ai dovuti acquisti di titoli di Stato e Consob, Bankitalia, Mef e Borsa Italiana con "i fari accesi". La Consob è pronta a eventuali stop delle vendite allo scoperto sui titoli più esposti, a cominciare dai bancari. Intanto scatta la rottamazione delle cartelle Equitalia: sul sito boom di accessi (Messaggero p.10). Con le cartelle di tutto il 2016 ricomprese nella sanatoria, i contribuenti hanno tempo fino a marzo per decidere, e 5 scadenze per pagare (luglio, settembre, novembre 2017 e settembre 2018). L'agevolazione consente l'azzeramenento di sanzioni e interessi di mora per tutte le cartelle, e dei soli interessi di mora per le multe stradali (Sole p.8). Sul Corriere (p.31) e Sole (p.16) il conto (salato) delle pensioni anticipate, passato al vaglio dell'Ufficio Parlamentare di Bilancio. Gli interventi costeranno 4,1 mld in tre anni, spalmati su sei diverse vie d'uscita e avranno l'effetto di aprire canali strutturali di pensionamento anticipato rispetto alla Fornero. Ma si tratta di misure selettive, che riguardano cioè solo alcuni gruppi la lavoratori.  Sul Sole (p.15) il pacchetto Delrio sulle infrastrutture da 11,5 mld per l'utilizzo dei Fondi Fsc 2014-2020: 1,22 mld per le metropolitane, 1 mld per treni e bus urbani, 5,3 mld per le strade, 2,1 mld per le ferrovie. Opere che possono essere subito appaltate ma non tutte sono subito cantierabili.

ITALIA-POLITICA
Referendum, Italia al bivio: si decide sulla Costituzione (Mattino p.2) ma si vota anche sul governo - scrive Franco (Corriere p.3) –, anche se utilizzare la Carta fondamentale per legittimare pienamente un esecutivo non eletto dimostra una sensibilità istituzionale dai contorni controversi. Diversi gli scenari possibili. Timori per una eventuale crisi di governo, ma dal Qurinale tranquillizzano: ci sono diverse opzioni per gestire ogni situazione (su tutti). Damilano sull'Espresso (p.14-15) ricorda come per mesi la "politica in apnea" abbia bloccato economia, giustizia, banche, nomine. Ora, forse, si riparte. Per Cusenza (Messaggero p.1) è in gioco la stabilità finanziaria del Paese, ma Feltri (Libero in prima e p.3) definisce il voto una "grande minchiata": non si risolve nessuno dei problemi, è solo uno scontro di potere tra chi, sostenendo il Sì, vuole conservarlo, e chi, per il No, vuole conquistarlo. Molinari nell'editoriale della Stampa (p.1) si appella all'unità sulle sfide dopo le urne perchè abbiamo bisogno di un nuovo welfare contro l'impoverimento del ceto medio, di una ricetta economica per la crescita, di un patto per l'integrazione dei migranti e di un rafforzamento dei diritti civili. Intanto in molti festeggiano per la fine di una campagna che ha spaccato il Paese. Ma i veleni non si esauriranno una volta conosciuto l'esito del voto – avverte Cerno nell'editoriale dell'Espresso (p.7) -, anzi sarà inaugurata una stagione di lotte fratricide fino alle politiche. Stampa (p.2-3) analizza "la posta in palio" per ciascun leader: Renzi si gioca la carriera, mentre per Grillo e il M5S un ko onorevole potrebbe essere migliore di una vittoria come quella di Roma. Sul fronte del centrodestra, Berlusconi si gioca la possibilità di ricoprire un ruolo necessario come sostegno al governo mentre Salvini punta alla guida del centrodestra attraverso le primarie, ma rischia di perdere la Lega. Infine c'è Bersani, per cui comunque vada sarà un esito negativo e si ritroverà isolato: il suo bivio è tra sconfitto e traditore. Intanto la vigilia è stata segnata dall'ennesima polemica, reciproco scambio di accuse sulla violazione del silenzio (su tutti).

EUROPA
Austria alle urne, lo scontro è sull'Europa (Messaggero p.9): i sondaggi danno un testa a testa tra Hofer e Van der Bellen, ma anche qui siamo alla fine di una lunga campagna elettorale fatta di accuse e insulti. La crisi dei profughi ha dominato la campagna elettorale ed è stata cavalcata da Hofer per screditare l'avversario come espressione dell'establishment da combattere. Van der Bellen si è invece presentato come il volto aperto e liberale dell'Austria e per questo ha ricevuto il sostegno di intellettuali e moderati. Sulla Stampa (p.9) reportage nel quartiere operaio di Vienna, roccaforte dell'estrema destra.

©riproduzione riservata


Nessun commento:

Posta un commento