Commentario del 2.12.2016

IN PRIMA PAGINA
E' il referendum a catalizzare le attenzioni. Renzi al Corriere: "La riforma è la garanzia della stabilità". E al Foglio, il premier chiede il Sì agli elettori di destra. Ieri l'ultimo duello con Grillo, oggi i comizi finali. Delrio alla Stampa: "Se vinciamo più forti nell'Ue". Padoan ad Avvenire sui timori dei mercati: "L'Italia non rischia, dopo il voto nessun contraccolpo". Intanto Piazza Affari (+1%) sprinta prima del voto (MF), spingono energia – grazie al rialzo del petrolio dopo l'intesa Opec - e banche (Sole). Ampio spazio anche ai dati Istat che segnalano il Pil in crescita dell'1% (Sole e altri). Ora migliora il rapporto debito/Pil (Sole). Dal Pil al debito, quei due segnali per la crescita (Messaggero). Sul Mattino parla il ministro Calenda: "Ora investire nel Mezzogiorno conviene". Esteri:  Attesa per la rivoluzione delle tasse, i tagli fiscali di Trump e l'impatto sui tassi (Sole), mentre arriva l'apertura di Putin a collaborare con la Casa Bianca sul tema terrorismo. Intanto novità su Brexit: Londra pronta a pagare per restare nel mercato Ue (Sole). Per Libero l'Inghilterra vuole restare in Europa con un piede solo. In vista delle presidenziali in Francia, Hollande a sorpresa rinuncia: "Non mi ricandido a presidente" (Su tutti).

ITALIA-ECONOMIA
Mercati e referendum, Padoan si dice "fiducioso in vista del voto" e nega qualsiasi rischio di terremoto finanziario in caso di vittoria del No: "Mercati e spread non sono il problema principale, semmai il problema sono i costi che si scaricherebbero addosso alle nuove generazioni". Per il ministro dell'Economia "l'Italia sta meglio di 3 anni fa, l'economia va e la crescita è progressivamente accelerata, come conferma l'Istat". Ieri infatti l'Istituto di statistica ha rivisto al rialzo la crescita del Pil del terzo trimestre (+0,3%) su anno: +1% e non 0,9% (su tutti). "E' un risultato che anche autorevoli opinionisti ritenevano impossibile - dice Renzi al Corriere (in prima e p.3) -. Passare dallo zero meno a uno è un primo risultato ma la strada è lunga". Il premier parla anche della legge di bilancio: "Quella che abbiamo scritto è una signora Stabilità e non ci sono rischi di un esercizio provvisorio qualsiasi sia l'esito del referendum". Il titolare dell'Economia, Padoan ad Avvenire: "E' una bella legge che fa un uso oculato ed efficiente delle risorse, concentrandole su crescita e coesione sociale". Intanto Pesole (Sole in prima e p.5) analizza i dati Istat sul Pil, che mostrano una tendenza di miglioramento nella curva del debito: non si tratta di un miglioramento nel senso di una riduzione, quanto di stabilizzazione e sostenibilità. Dai dati Istat si evidenzia anche il calo del tasso di disoccupazione all'11,6% (-0,1% su base mensile) e la riduzione del numero degli inattivi, mentre i posti di lavoro salgono in un anno di 174mila unità, anche se nel mese di ottobre la stima degli occupati è in calo dello 0,1% (su tutti) e  i dati sulla disoccupazione giovanile (36,4%), pur essendo ai minimi dal 2012, restano critici (Sole p.5).

ITALIA-POLITICA
Ultimo giorno di campagna per il referendum. Renzi al Corriere (in prima e p.3): "Il Sì è la garanzia della stabilità, ma non sarò uno dei tanti che si barcamena: se possiamo cambiare il Paese ci sto, altrimenti ci sono molti migliori di me a galleggiare". Per Franco (Corriere p.5) Renzi si tiene aperte più porte: dimissioni ed eventuale reincarico in caso di sconfitta, ma anche una resistenza a oltranza. Quello che vuole dimostrare è che, anche con un passo di lato, è che è impossibile qualunque coalizione senza di lui. Se vince ci sarà una resa dei conti immediata, se perde lo scontro sarà indebolito. Delrio alla Stampa: (in prima e p.5): "Se vince il Sì serve uno sforzo per tenere unito il Paese, il governo avrà più forza e autorevolezza in Europa per portare avanti le politiche di espansione e di investimenti". Intanto Renzi, intervistato anche dal Foglio (in prima e p.4) fa appello ai moderati: "Gli elettori di destra che ricordano il Berlusconi del 1995 non potranno che votare Sì". Libero (p.4) fa la conta sui voti: Renzi parte da 12 mln di voti, ma per vincere ne mancano 3. Stando alle ultime elezioni, i pro-riforma si fermeranno al 43%. E Giornale (p.2) riporta lo studio Truenumebers che smentisce le stime del governo sui risparmi della riforma e sulla riduzione dei tempi dell'iter legislativo. La Camusso (Cgil) al Corriere (p.6): "I cittadini, con la riforma, avranno due possibilità in meno di eleggere i propri rappresentanti: nel Senato e nella Province. La riforma determina un indebolimento, una confusione e uno squilibrio del quadro istituzionale". "Non fatevi fregare da un truffatore alla Totò" è l'ultimo affondo di Grillo, che ha annunciato una denuncia del premier per la scheda del Senato (su tutti). "Annuncia denunce mentre i suoi deputati sfilano nei palazzi di giustizia facendo appello alla facoltà di non rispondere" replica Renzi tornando sul caso firme-false. Poi torna alla riforma: "Fa fare un autentico passo in avanti , fermarsi adesso farebbe del male alle nostre istituzioni, alla nostra economia, alla nostra società". A Grillo replica anche Casini al Messaggero (p.4): "Se il referendum non passa, è la pietra tombale sul cambiamento, il nostro Sì è un no a Grillo".

EUROPA
Brexit, Londra pronta a pagare per il mercato Ue: sul Sole (p.26) spazio ai negoziati su Brexit: mercati entusiasti dell'ipotesi che vedrebbe Londra "open for business" tanto che la sterlina vola ai massimi degli ultimi 3 mesi. E' il ministro per la Brexit, Davis, ad ammettere che Londra potrebbe dover pagare all'Europa quote importanti per continuare a partecipare al mercato interno. Per Maisano (Sole p.26) si aprono crepe nella linea della fermezza, apparsa come l'arrogante posizione negoziale di Londra decisa a cogliere il meglio della Ue lasciandosi alle spalle oneri e costi. 
Francia, Hollande annuncia l'intenzione di non ricandidarsi alla guida del Paese. E' la prima volta nella storia della V Repubblica che un presidente non si ripresenta (Sole p.26). Strada spianata per Valls (Stampa p.14). "Il potere non mi ha tolto la lucidità" dice il presidente francese, che annuncia le sue intenzioni dopo un sondaggio "catastrofico" che lo dava al 7,5% (su tutti). Nessun presidente era arrivato a un così basso livello di consenso – commenta Nava (Corriere p.13) -. Ora si arrende anche alle pressioni del partito, costretto a fare i conti con la necessità di trovare un candidato forte e credibile. Per Giornale (in prima e p.13) Hollande è stato sconfitto dall'Isis e da se stesso, "è l'icona di una gauche debole in tutto" commenta Micalessin (Giornale p.13). Intanto domenica si terrà il voto austriaco "che spaventa l'Europa" (Messaggero p.9): nel ballottaggio per le presidenziali austriache il leader dei popolari, Hofer, annuncia "un referendum per l'uscita" in  caso di vittoria. I sondaggi danno in leggero vantaggio Van der Bellen, candidato indipendente.
Sul Corriere (p.15) parla l'Alto Commissario Onu, Filippo Grandi: "Sui rifugiati l'Europa deve cambiare strategia: occorre prevenire i flussi e aiutare i Paesi più esposti. Noi proporremo a Bruxelles un programma di ridistribuzione obbligatoria".

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