Commentario del 29.11.2016

IN PRIMA PAGINA
Effetto referendum su spread e mercati. Tremano le banche (Stampa e tutti). Salvataggio Mps, partenza già in salita (Notizia Giornale). Draghi: Italia esposta a shock, ma passi avanti. Il debito è sostenibile (Sole). Il Fatto: Renzi straparla di tutto fuorché delle otto banche che crollano. Per Giornale e Corriere Renzi si dimetterà anche se vince il Sì. L'altolà di Mattarella: sarò io l'arbitro dopo il referendum (Repubblica). Tensioni anche nel centrodestra. Berlusconi: forse lascio la politica (QN). Su Libero e Tempo le primarie tra Salvini e la Meloni. Meloni: "Blocco navale dalla Libia e fisco a misura di famiglia". Salvini: "Aboliamo la legge Fornero e subito Irpef unica al 15%". (Libero). Usa, Trump minaccia Cuba: l'accordo può saltare (Messaggero). Ue, Blair contro i i populisti: Torno in politica ma non da leader (Corriere). In cronaca. A Genova, 5 anni all'ex sindaco Vincenzi: non chiuse le scuole per l'allarme meteo (su tutti). Un precedente delicato (Corriere). A Milano altri sei mesi di indagine sul maxi-appalto Expo (Fatto). Giubileo, il Papa non invita Raggi (Corriere). Gelo Vaticano-Campidoglio (Messaggero). Sulla Stampa la grande fuga dagli ospedali: via 40mila medici (Stampa).

ITALIA-ECONOMIA
Effetto referendum in Borsa (Corriere in apertura e a p.2), Mps affonda trascinando i principali istituti (Stampa p.2), spread sui massimi da febbraio 2014 (Sole p.2). A pesare sui listini l'analisi del FT sulle 8 banche italiane a rischio fallimento. "Terrorismo finanziario" per il Giornale (p.3). Padoan: "Casi di crisi ben noti e con piani di risanamento già avviati" (Sole p.2). Boccia (Pd) al Fatto (p.3): "Giocano col fuoco: Renzi deve dire che interverrà lo Stato". Quanto alle banche: "Renzi e Padoan sono due anni che dicono che tutto è a posto. sarebbe il caso di cambiare versione".
"Debito italiano sostenibile" rassicura Draghi, ieri in audizione al Parlamento europeo dove la questione italiana tiene banco (Sole p.5). "L'Italia ha uno dei più elevati surplus primari, alcune misure sono incoraggianti ma non deve cadere nell'autocompiacimento". Quanto agli shock politici, ormai ricorrenti, "i mercati si sono dimostrati più forti di quanto non prevedessimo in passato". In soccorso dell'Italia anche l'Ocse, che si schiera per il Sì e appoggia la richiesta italiana di sforare la soglia del deficit per fare investimenti (Sole p.4). Ieri il Sì della Camera alla manovra, che ora passa al Senato a saldi invariati (Sole in prima e a p.7). Renzi: "Nessun rischio di esercizio provvisorio". E promette 30—50 euro in più alle pensioni minime. "L'ultima mancetta di Matteo" per il Giornale (p.10). Il Fatto (p.4) parla di bugie su sima e tasse. Sul Messaggero (p.21) e tutti il bilancio Inps del 2015, chiuso con un rosso da 16,3 miliardi, con un peggioramento di 3,8 mld rispetto al 2014. Il consuntivo approvato dal consiglio di vigilanza ma col voto contrario di Cgil, Cisl e Uil.

ITALIA-POLITICA
Oltre alle tensioni sui mercati finanziari e i timori sulle banche, a tenere banco sono gli scenari post-referendum. L'altolà di Mattarella: sarò io l'arbitro (su tutti). Corriere (p.6) e Giornale (p.4) vedono possibili dimissioni di Renzi anche in caso di vittoria, perchè riterrebbe terminato il lavoro per cui è nato il governo: la riforma istituzionale. Sarebbe un modo non per lasciare ma per rafforzare il governo, modificare la compagine governativa e allargare la maggioranza. Se vincesse il No, il piano B dipende dalla misura della sconfitta: se perdesse di poco, Renzi accetterebbe un reincarico. Ma – scrivono entrambi i quotidiani - in ogni caso si varerà una nuova legge elettorale con sistema misto proporzionale/maggioritario, sulla quale ci sarebbe il via libera di Berlusconi. Intanto il Colle al lavoro per evitare le tentazioni di una corsa alle elezioni: "Il premier deve restare anche se perde" ragionano al Quirinale (Repubblica p.3). Per Franco (Corriere p.9) si porrà, in ogni caso, il problema del ricucire: c'è da capire chi potrà farlo in caso di sconfitta del premier. E in caso di vittoria del Sì, se Renzi saprà rinunciare da una logica da resa dei conti. Per Pombeni (Sole p.15) la divisione non è tra le due opzioni sulla riforma ma fra chi vuole rimettere in discussione l'organizzazione del campo politico e chi preferisce mantenerla. Intanto sulle preoccupazioni dei mercati sul voto, la strategia del premier è lasciar crescere la paura senza cavalcarla (Stampa p.2-3). "Siamo in balia di apprendisti stregoni che ignorano quanto la materia sia incandescente": alla Stampa (in prima e p.5) parla Gustavo Zagrebelsky, che attacca: "A me pare che sia stato violato l'articolo 1 perchè la riforma è stata approvata da un Parlamento eletto con una legge incostituzionale". Sul Corriere (in prima e p.9) Fubini intervista Tony Blair, che ha indetto il referendum sulla Brexit: "Non ho consigli per Renzi, nel voto italiano non è in gioco la democrazia ma la burocrazia". L'ex premier Lamberto Dini a Repubblica (p.2) attacca Renzi: "Basta insulti ai tecnici, il premier chi lo ha eletto?".

EUROPA
Difesa comune, l'Europa accelera: "Sconti sul deficit per le spese militari". Sulla Stampa (p.7) anticipazioni della Global Strategy messa a punto dalla commissaria Mogherini che domani la Commissione Ue svelerà nel dettaglio. Si va verso investimenti comuni per lo sviluppo delle tecnologie, standardizzazione delle caratteristiche degli armamenti, maggiore cooperazione nell'acquisto di forniture militari. Una manovra "collaborativa" che potrebbe far risparmiare tra  i 25 e i 100 miliardi. Obiettivo: mettere in comune le risorse per massimizzare la produzione e l'efficienza della spesa per la Difesa. Si va verso un fondo per spingere gli investimenti con la possibilità per i governi di scontare dal Patto di Stabilità le spese per la Difesa comune.

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