Commentario del 19.11.2016

IN PRIMA PAGINA
Bankitalia: effetto voto sui mercati (Repubblica e tutti). "Con il referendum forte volatilità" (Sole). Ma i top manager non temono l'onda: "Se vince il No nessuna catastrofe" (Repubblica). Renzi punta su affluenza e indecisi per risalire nei sondaggi (Corriere, QN). E avverte: niente inciuci se vince il no (Repubblica). Veltroni e Mieli al capezzale della sinistra: "Torni a farsi popolo" (Repubblica). "Superi l'ossessione del nemico" (Unità). Problemi anche a destra. Parisi balla da solo: "Addio Forza Italia" (Giornale, QN). Libero: Parisi è impazzito. In difficoltà anche i 5Stelle: grillini indagati a Palermo (Foglio). Spazio anche agli Usa: Trump sceglie tre "falchi" per Giustizia, Sicurezza e Cia (Sole e tutti). Dalle banche centrali avvertimento a Trump:no a un mercato con meno regole (Stampa). Ma Apple ritorna e Ford resta: produrremo Made in Usa (Messaggero). Parla alla Ue il ministro Gentiloni: "Crescita e difesa, dobbiamo reagire con scelte forti. E' l'ultima chance" (Corriere). Intanto tra Italia e Ue si apre un altro fronte: i dazi antidumping a Pechino (Sole).

ITALIA-ECONOMIA
"Rischio voto sui mercati" (Repubblica in apertura e a p.2 e su tutti), "anche Bankitalia si schiera" (Giornale p.2). In primo piano su tutti l'allarme di Bankitalia in vista del referendum e leggendo il voto italiano nel quadro americano ed europeo. "Un'osservazione di buon senso", scrive Sorgi sulla Stampa (p.4), "ma avrà effetto sugli svogliati?". Nel Rapporto sulla stabilità finanziaria si prefigura "un forte aumento della volatilità per il mercato italiano nella prima settimana di dicembre". Bankitalia preoccupata anche per la risalita dello spread sui titoli pubblici italiani e per il sistema bancario, esposto a "shock di origine interna e internazionale", e il Mps più di tutti. Un altro assist a Renzi, quello di Bankitalia ma il premier minimizza. "E' fisiologica la preoccupazione dei mercati ma non è la carta della paura che vogliamo giocare. Bankitalia fa un mestiere diverso dal nostro" (Messaggero p.2). Duro Brunetta: "Ci mancava Bankitalia a creare il panico sui mercati. In un momento come questo, piuttosto che rassicurare il governatore Visco alimenta le tensioni". Guerini al Corriere (p.9): "Fibrillazioni possibili. Dopo Brexit ed elezioni Usa l'attenzione è molto forte". Tremonti al Corriere (p.9): "Il rischio diventerà stabile se resterà il premier. Oggi è peggio che nel 2011". Per l'ex ministro sarà piuttosto la vittoria del sì ad agitare i mercati: "Con il dissesto finanziario che ha creato il rischio vero è proprio che resti". Anche il mondo degli affari è schierato per le riforme: il 98% dei manager interpellati da Bloomberg è a favore del sì, scrive Repubblica (p.3). "Ma se vince il no nessuna catastrofe".Morgan Stanley: "la sconfitta di Renzi è un risultato cattivo ma gestibile". Credit Suisse: "Ci sarà volatilità ma non problemi sistemici". Ma per Deaglio col no lo spread tornerebbe a livelli elevati (300-500) "anche perché già in questi giorni si sono create speculazioni contro il debito pubblico italiano. E la rapida risalita dei tassi metterebbe fine alla ripresa italiana". Intanto "Padoan lasciato solo in Europa. Ora vuole mollare il premier": nel retroscena del Giornale (p.2) la "stanchezza" del ministro per la gestazione della manovra – in cui è stato sistematicamente scavalcato da Renzi – e per le difficili trattative con Bruxelles. Padoan mediterebbe le dimissioni ma aspetta l'occasione giusta, per evitare di danneggiare il governo.

ITALIA-POLITICA
Referendum, Bankitalia avverte: "Rischio turbolenze sui mercati" (su tutti). Per la Stampa (p.4) anche se non dice esplicitamente che sarebbe meglio che vincesse il Sì, il messaggio è molto chiaro. Renzi: "No alla paura per spingere il Sì", poi dice: "Con le riforme il Pil va su, senza sale lo spread" (su tutti). L'ex ministro Tremonti al Corriere (p.9): "Il rischio non è la vittoria del No, ma quella del Sì. E' la permanenza di Renzi a stabilizzare il rischio con il dissesto finanziario che ha creato". Guerini (Pd) al Corriere (p.9) smorza: "Fibrillazioni normali alla vigilia di un voto importante, ma per spingere il Sì bisogna portare gli indecisi a votare". Un sondaggio di Bloomberg tra i manager evidenzia come il 98% sia a favore del Sì, anche se in pochi temono effetti negativi dal No (Repubblica p.3). Per Corriere (p.8) l'instabilità è generata dalla sfiducia reciproca tra fronte del Sì e del No, che fa fuggire chi investe. Intanto i sondaggi vedono il No avanti. "Non ne hanno azzeccata una" ironizza il premier, che punta sul 60% di affluenza, prevedendo che la soglia per vincere siano 15 mln di voti (su tutti). Campi sul Messaggero (in prima e p.22) suggerisce a Renzi di trovare "un'idea alta e seria" di politica per ribaltare "nell'ultimo miglio" il risultato referendario. Ieri i 1000 giorni del governo. Verderami (Corriere p.11): una cerimonia di addio, l'anticipazione di ciò che farà se vincerà il No. E' evidente che una crisi di governo aprirebbe una fase di instabilità – scrive Verderami - e costringerebbe alla costituzione di un esecutivo per Bilancio e legge elettorale, ma nei partiti non si vedono risorse capaci di unire una maggioranza e guidare Palazzo Chigi.
Centrodestra. Parisi, scaricato da Berlusconi, intenzionato ad andare avanti trasformando in partito il movimento "Energie per l'Italia" (su tutti). Libero (p.3): poteva rianimare Fi, ma si è seppellito in una nuova molecola arrabbiata. Schifani al Mattino (p.9): "Marciare in alleanza con  Lega e FdI, perchè un'ipotesi puramente centrista sarebbe impraticabile". Raffaele Fitto a Libero (p.3): "Centrodestra deve liberarsi di Berlusconi, ma serve uno strumento di partecipazione per legittimare programma e leader". Giorgia Meloni ha proposto le primarie per il 5 marzo. E a Libero (p.4) dice: "Io Salvini e Toti ci siamo". Schifani al Mattino: "Prematuro, serve progettualità condivisa".

EUROPA
"Dalla difesa alla crescita serve una risposta forte: è l'ultima chance per l'Ue": sul Corriere (p.6) parla il ministro Gentiloni."L'Ue ha avuto due campanelli d'allarme, Brexit ed elezione di Trump. La reazione è stata parziale e timida. Ma se questa crisi non produce una reazione forte rischia di essere un'ultima spiaggia per l'Europa, Come governo italiano abbiamo proposto una Schengen della difesa europea. Anziché arrovellarci su Trump lavoriamo alle soluzioni". Ieri l'addio di Obama al leader della Ue: "Continuate a lavorare con gli Usa, mantenete le sanzioni su Mosca" (Corriere p.5). Tra i presenti, Renzi i meno "caldi" sulla proposta.  Sul punto siderali le distanze con la Germania, con Repubblica (p.11) che rivela l'irritazione della Merkel verso Renzi per l'atteggiamento tenuto all'ultimo Consigli europeo mettendosi di traverso e impedendo riferimenti a sanzioni. Ma fino al referendum tra i due sarà tregua. E persino Schaueble ha espresso un irrituale, forte appoggio al governo, pur guidato da un leader nel mirino di mezza Europa per la sua affidabilità. Intanto tra Roma e Bruxelles si apre un altro fronte di scontro, quello dei dazi alla Cina e della concessione di status di "economia di mercato" (Sole in prima e a p.9): l'Italia dice no e chiede maglie più strette, l'Europa cerca di mediare tra Paesi importatori e Paesi produttori. La commissario Malmstrom, ieri a Milano, chiude a modifiche: "La riforma antidumping che abbiamo pubblicato è un buon compromesso. Per la Commissione Ue non ci sono margini di modifiche", "la Cina non è un'economia di mercato, e non lo sarà. Le misure antidumping ci tutelano". Calenda: "La proposta della Commissione è inaccettabile, debole e complessa. I presupposti giuridici sono contestabili, i cinesi possono portarci davanti al Wto. Faremo battaglia in Consiglio e al Parlamento". Dura anche l'analisi del Sole (in prima e a p.9): "La Ue non può agire con ambiguità e per il vantaggio di alcuni a discapito dell'interesse di tutti". Riferimento neanche troppo implicito alla Germania.

©riproduzione riservata


Nessun commento:

Posta un commento