Commentario del 27.11.2016

IN PRIMA PAGINA
"Cuba libre" (Messaggero, Giornale): in primo piano su tutti l'addio del mondo a Fidel Castro, l'uomo che sfidò gli Usa (Sole). Trump esulta: liberà per Cuba (Corriere). Ora è a rischio il disgelo con gli Stati Uniti (Sole). La transizione nel nome del fratello Raul (Stampa). Il Fatto: ciao Fidel, la rivoluzione è finita. Libero: meglio tardi che mai. Sulla Stampa intervento di Putin: "E' tempo di fidarsi della Russia, fronte comune verso il terrore". Sul fronte interno politica e lavoro. Berlusconi al Messaggero: "Sono pronto a ricandidarmi, non sosterremo altri governi". Uragano politico in vista (Libero). Junker: al referendum spero non vinca il No (Stampa). Grillo:"Un No di pancia e poi da Mattarella". Renzi: "Il Sì o l'Italia fa un salto nel vuoto" (QN). Su Sole, Unità e tutti il sì al contratto dei metalmeccanici: più spazio alle intese aziendali. Sul Corriere intervista alla Madia: "Statali, senza riforma aumenti più difficili". Sull'Espresso il piano segreto per salvare la Rai.

ITALIA-ECONOMIA
Lavoro in primo piano su tutti, con l'intesa tra Federmeccanica e Fim, Fiom e Uilm sul contratto dei metalmeccanici e con le incognite sul pubblico impiego dopo lo stop della consulta alla riforma Madia. La ministra al Corriere (p.15): "Nuovi contratti a rischio dopo la sentenza sulla riforma". "Rispettiamo le sentenze, ma la Corte ha cambiato orientamento, prevedendo il coinvolgimento delle Regioni non a valle ma a monte. Così vince il potere di veto. Ora dobbiamo capire quanto la sentenza incide sull'eventuale intesa sul contratto degli statali. L'aumento di 85 euro va verificato con le regioni". Almeno tre i decreti da rifare: quello su partecipate, licenziamento dei fannulloni e dirigenti sanitari, mentre saltano subito i decreti sulla dirigenza pubblica e i servizi pubblici locali (Sole p.5). La Stampa (p.25) parla di una convocazione a breve dei governatori per salvare almeno una parte della riforma. "Vediamo se qualcuno avrà il coraggio di salvare i furbetti del cartellino" lo sfogo della ministra. Rughetti a Repubblica (p.22): "Non fermeranno il cambiamento, ci vorrà solo qualche mese in più". Su Sole (p.3) e Corriere (p.31) e tutti la svolta delle tute blu, tra welfare e formazione. La firma di ieri chiude la stagione dei contratti senza la Fiom e introduce novità, come il riconoscimento dell'inflazione ex post e l'assistenza sanitaria integrativa gratuita a dipendenti e familiari. A regime sono previsti 51 euro di aumento e misure per i lavoratori  (buoni carburante, buoni libro) che porterebbero a un beneficio di 92 euro al mese. La Fiom ha accettato l'idea che con accordi aziendali rsu e sindacati territoriali possano modificare il contratto nazionale. Renzi: "Bravi tutti,associazioni di categoria e sindacati".Poletti: "Un bel segnale per l'industria". Storchi (Federmeccanica): "E' un investimento sulle persone" (Sole p.3), "un primo passo verso un rinnovamento culturale e l'abbiamo fatto insieme al sindacato". Bentivogli (Fiom): "Riaperta la partita delle relazioni industriali. Quanto ai soldi, bisogna fare i conti con la realtà". Intervista di Bentivogli anche alla Stampa (p.24). "Accordo storico, con la Fiom abbiamo ritrovato l'unità sindacale. La nostra intesa un esempio per il Paese". Landini: "Un segnale importante in un momento di crisi: tutela del potere d'acquisto e welfare saranno per tutti" (Sole p.3). Ora il referendum tra i lavoratori, tra il 19 e il 21 dicembre (Repubblica p.23).

ITALIA-POLITICA
"Sono pronto a ricandidarmi.Non sosterremo altri governi": in un'intervista al Messaggero (p.11) Berlusconi conferma il ritorno in campo subito dopo la sentenza di Strasburgo. "Grazie a Dio e ai medici sono di nuovo in grado di impegnarmi e dico No al referendum: sono a rischio le regole democratiche". Forza Italia "non appoggerà nessun governo. Siamo però disposti a sederci intorno a un tavolo per riscrivere la legge elettorale. Ci vorrà un governo nel frattempo ma sarà il presidente della Repubblica a garantire questa delicata fase. Poco importa chi sarà alla guida dell'esecutivo: l'importante è che sia un processo breve e che gli italiani possano tornare alle urne per scegliere da chi essere governati". Salvini al Corriere (p.11): "Se torna sono felice ma per stare al vertice dovrà fare le primarie. Indietro non si guarda". Di diverso avviso Tajani: "Carisma e consensi, il capo rimane Berlusconi" (Corriere p.11). Su Libero (p.3) il gelo di Salvini e Meloni, sempre più lontani da Berlusconi. Sul Giornale (p.10) l'intervento di Salvini: non vedo l'ora di godermi il Tg1 che annuncia la vittoria del No. Da quel momento in poi dimissioni di Renzi,scioglimento delle Camere e finalmente italiani alle urne. Grillo in piazza sfida Renzi: "Votate con la pancia". Ma ai mercati dice di non spaventarsi: "I grandi poteri, la finanza, non si spaventino: se andiamo al governo noi del M5S non succederà nulla" (Stampa p.14, Fatto p.6). E dopo il referendum, "se vince il No il 5 dicembre saliamo al Colle e chiediamo le elezioni". E Casaleggio jr già sta lavorando al programma (Stampa p.14). Anche Renzi, in caso di sconfitta, pronto  a salire al Colle. Ma in caso di vittoria del No "temo il salto nel vuoto" (Messaggero p.10). Per la Stampa (p.15) vada come vada il 4 dicembre, Renzi convocherà il congresso del Pd in primavera per provare a riconquistare la leadership con primarie a febbraio. "L'Italia vada avanti con le riforme: per questo spero non vinca il no al referendum" dice il presidente della Commissione Ue Junker alla Stampa (p.12). Su Repubblica (p.12) intervista a Romiti: "C'è un clima becero. Non importa chi vince, il problema sarà ricostruire il Paese" "Abbiamo difficoltà gravi e una classe dirigente modesta". Poi ammette: "A Roma ho votato M5S: era il cambiamento". Del legame Marchionne-Renzi tace: "avrei una risposta cattiva". Di Berlusconi dice: "Si tiri indietro, non si può rimanere in prima linea a qualunque età". "Cosa succederà il 5 dicembre? Niente, il sole sorgerà come gli altri giorni".

EUROPA
Juncker alla Stampa (in prima e a p.12): "Al referendum spero che non vinca il No". "L'Italia è una grande nazione e Renzi ha contribuito a questo. Vorrei che il Paese ritrovasse il suo posto fra i grandi attori dell'Unione. Se la perdessimo come architetto e artigiano dell'Europa non sarebbe la stessa cosa". Juncker ricorda che Roma "non viola il Patto di Stabilità perché risponde alle esigenze di come le interpretiamo. In Germania mi criticano perché sono troppo flessibile, in Italia non mi si applaude per questo. Vorrei che lo sguardo dei politici su di noi fosse più sereno". Quanto ai migranti "scandaloso voltare le spalle all'Italia: i risultati del piano di redistribizione sono ridicolmente insufficienti". Sulla Stampa (p.29) anche un lungo intervento di Putin: "E' tempo di fidarsi della Russia, non aspiriamo né al dominio globale né allo scontro con nessuno. Nella nostra visione la vera leadership non consiste nell'inventare minacce fittizie da sfruttare per sottomettere gli altri ma nell'individuare i veri problemi e collaborare per risolverli". E per Putin il problema numero uno è terrorismo e estremismo.

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