Commentario del 10.11.2016

IN PRIMA PAGINA
"Sarò il presidente di tutti" (Stampa, Corriere). L'elezione di Trump capovolge l'America (Avvenire). Il Fatto: gli incazzati ribaltano il mondo. Elezioni americane in primo piano su tutti, con i media presi in contropiede (Italia Oggi). Sorpresa Trump anche in Borsa (MF): lo shock non scuote i mercati (Sole). I BTp  e lo spread reggono all'urto (Sole). Più probabile un'estensione del qe della Bce (Sole). Il Giornale: fallito il terrorismo finanziario. Putin esulta e passa all'incasso. Marine Le Pen sogna l'Eliseo, Bruxelles prepara un vertice (Sole). In Italia "sinistra sotto a un Trump" (Giornale). Freccero: "Trump è molto meglio di Hillary" (Italia Oggi). Cacciari: "Sinistra addio, resta solo Grillo" (Fatto).  Briatore: "Così il mio amico Donald ha beffato i salotti" (Giornale). Libero: non c'è due senza tre: ora manca solo il nostro no all'Europa. Europa che rivede le stime italiane. "Troppe una tantum" (Stampa). Trattativa in salita sulla manovra (Sole).

ITALIA-ECONOMIA
La Ue peggiora le stime, manovra in salita (Sole p.19): "Troppo ottimismo in Italia" (Stampa p.37). Dalle previsioni economiche della Commissione il ribasso del pil italiano allo 0,9%, il rialzo di deficit (al 2,4%) e debito (133,1%) e il nuovo richiamo sulla manovra: le una tantum aggravano il saldo strutturale. Ma Moscovici apre sulle spese eccezionali: "Valuteremo con equità". "Da Bruxelles uno schiaffetto, un graffio ma anche una pacca sulle spalle" l'analisi della Stampa (p.37): a preoccupare Bruxelles l'incertezza politica, in particolare il referendum del 4 dicembre che fa temere anche per i conti. Tra una settimana le "pagelle" europee ma sono in pochi a scommettere sulla bocciatura dell'Italia. Ma per il Messaggero (p.18) il rischio procedura c'è. Intanto sul ddl Bilancio arrivano emendamenti e ritocchi: i più sono concentrati su pensioni, statali e famiglia (Sole p.19). E per le cartelle esattoriali si profila l'estensione della rottamazione a tutto il 2016 e tempi più lunghi per le rate (Corriere p.35, Messaggero p.18). "La ripresa economica continua ma stenta a rafforzarsi dopo una recessione che per durata e intensità è stata più grave di quella degli anni Trenta" l'analisi del governatore Visco (Messaggero p.18). Sul Corriere (p.28) il conto della povertà sanitaria: il Banco Farmaceutico ha assistito 577 mila italiani donando 1,2 milioni di medicinali. La Lorenzin: "Con la sanità digitalizzata si risparmiano 4 miliardi ogni anno" (Corriere p.28).

ITALIA-POLITICA
La vittoria di Trump entra nella politica italiana. Il ministro Calenda a Repubblica (p.17): "Populismo e fuga dalla realtà non sono soluzioni, dal referendum italiano può arrivare una risposta che assumerà un valore positivo anche fuori dai nostri confini. Oggi servono istituti forti ed efficienti, ragioni del Sì ancora più attuali". Gli oppositori vedono un presagio di vittoria, ma Renzi: "Nessun legame col voto di dicembre" (Stampa in prima e p.21) e ribalta: "La spinta al cambiamento sono io" (QN p.13 e tutti).  Dal governo sperano nel "voto responsabile" (Corriere p.20): ieri un sondaggio dava il No al 56%. Renzi: "Speriamo sbaglino". Per Franco (Corriere p.21) viene meno, per Renzi, anche la sponda dell'America, anche se non è l'elezione di Trump in sé a proiettare ombre sul referendum, ma l'avanzata del fronte populista. Stesso ragionamento per Folli (Repubblica p.44), secondo cui Renzi aveva spinto per un posto da alleato privilegiato con gli Usa, non solo in vista del referendum, ma ora lo scenario è mutato. E anche la polemica con l'Unione sembra superata dagli eventi. Per Palmerini (Sole p.10) la prima vittima dell'effetto Trump è l'Italicum: Renzi si era impegnato a cambiarlo, ma ora è urgente la modifica per evitare lo stesso effetto a Roma. "Direi che questo voto non avrà influenza sul referendum italiano" dice Enrico Letta alla Stampa (p.23). Massimo Cacciari, intervistato dal Fatto (p.9), vede due possibili effetti: "galvanizzare le forze che vogliono mandare a casa Renzi, oppure spingere gli italiani verso l'opzione più tranquilla, il Sì. Ma in Italia, senza la sinistra, contro la destra non resta che Grillo". Tra le opposizioni italiane è corsa "all'internazionale filo Trump" (Messaggero p.16 e tutti). Prodi al Mattino (in prima e p.5): "Trump è un populista dello stesso stampo di quelli europei, quindi è chiaro che quelli come lui gioiscano". Grillo il primo a vedere delle "quasi similitudini" tra l'elezione americana e il M5S. Ma Giornale (p.9) smentisce: il M5S è la negazione del Trump-pensiero. Di Battista al Fatto (p.11): "Noi non festeggiamo. Tra noi è Trump l'analogia è nelle sofferenze dei cittadini, che l'intellighenzia non percepisce". Salvini al Corriere (p.17): "Trump ha vinto contro tutti, non possiamo più dormire. E' il nostro momento". Berlusconi, che si era tenuto lontano dalla corsa alla Casa Bianca, ribadisce la sua "lealtà come alleato degli Usa in America". 

ESTERI
L'Unione Europea, spiazzata dalla vittoria di Trump e preoccupata per i rapporti transatlantici, preme per un vertice (Sole p.13). L'Europa dei populisti esulta e aspetta le elezioni (Repubblica p.17): "Nel 2017 cambieremo tutto" (Stampa p.14). Ma anche nei Paesi dell'Est è tutto un coro pro-Trump (Repubblica p,17). Marine Le Pen, la "possibile Trump d'Europa": "Non è la fine del mondo ma la fine di un mondo" (Sole p.12). Su QN (p.15) la profezia di Le Pen: "Presto trionferà mia figlia Marine. Fra sei mesi i  francesi spareranno la cannonata alle presidenziali". Intervista a Le Pen anche su Repubblica (p.19). Berlino in allarme. La Merkel offre "stretta collaborazione" ma sulla base dei valori democratici. La ministra della Difesa der Leyen si dice preoccupata per gli equilibri in seno alla Nato e per i rapporti degli Usa con l'Europa. Ma preoccupa anche il neo-protezionismo americano: solo in Germania sarebbero a rischio 1,5 milioni di posti di lavoro (Repubblica p.14). Su commercio, Nato e clima adesso l'Europa teme di rimanere senza una sponda (Stampa p.16). L'agenda di Trump rischia anche di complicare l'uscita di Londra (Sole p.13)."Putin ha guadagnato un alleato e l'Europa lo ha perso. E ora è rimasta sola a difendere i valori comuni" dice il politologo Moises Naim alla Stampa (p.27).  "L'Europa si è fatta sorprendere come ai tempi dell'elezione di Reagan", scrive la Cerretelli sul Sole (p.13). Ma con gli Usa che cambiano registro su tutto anche la Ue dovrà farlo a cominciare dalla politica di difesa comune. Anche per Fubini (Corriere p.14) la partita sulla Difesa ora è cruciale per l'Europa.
L'Italia guarda alle mosse di Trump su dossier caldi come la coalizione anti-Isis, la stabilizzazione della Libia, i rapporti con la Russia e gli sviluppi del Ttip (Sole p.11). La nuova linea Usa su Mosca è in sintonia con Roma, che si è smarcata più volte sulle sanzioni. Pinotti al Corriere (p.16): "Ho ascoltato Trump, i toni sono diversi dalla campagna elettorale. Credo che nulla cambi nei rapporti tra Italia e Usa. Ma ora l'Europa sulla Difesa deve fare da sola". Preoccupa invece la sorte del Ttip, già appeso a un filo. Calenda a Repubblica (p.17): "Così finisce l'idea della globalizzazione. Per l'Italia non cambierà molto ma l'Europa sarà più isolata. Va scongiurato il protezionismo". Marcegaglia: "E' un imprenditore, speriamo in decisioni razionali" (Sole p.11).

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