Commentario del 18.11.2016

IN PRIMA PAGINA
Il No avanza (Repubblica) e arriva al 55% ma più di un votante su dieci è indeciso (Corriere). Il Fatto: Renzi vince solo se raccoglie tutti gli indecisi. In primo piano su tutti gli ultimi sondaggi sul referendum, diversi ma concordi sull'avanzata del No. Renzi: "Se perdo al referendum no a un governo tecnico o di scopo" (Sole e tutti). Ipotesi Grasso per il governo (Stampa e altri). Intanto i tassi Usa mettono l'Italia a rischio (QN): Yellen pronta al rialzo, i tassi BTp salgono al 2,1%, lo spread oltre quota 180 (Sole). Troppe le incertezze sulle banche (Sole). Ieri il via libera del bilancio Ue, con l'astensione dell'Italia. Delrio al Sole: "Parametri Ue da rivedere". Sul fronte interno, Renzi pronto a firmare il contratto con gli statali (Italia Oggi). Sul Fatto il rapporto sul lavoro: in Italia è cresciuto solo quello scadente. Su tutti il nuovo caso De Luca: "La Bindi, un'infame da uccidere" (Sole). Il Pd lo censura (Repubblica), il Giornale lo assolve: solo una frase da bar. Su tutti anche la condanna a 9 anni di Cosentino: era il referente dei casalesi (Fatto). Su Avvenire intervista al Papa: "Misericordia e unità". Sul Mattino l'annuncio del ministro Lorenzin: nuova speranza per l'Alzheimer da un farmaco sperimentale.

POLITICA
Ultimo giorno di sondaggi, e ogni quotidiano pubblica i suoi. No avanti per tutti, ma per il Messaggero la partita è ancora aperta. No al 55% per Pagnoncelli (Corriere in prima e a p.2), sì al 45% ma il 13% è ancora incerto e un elettore su due non andrà a votare. Diamanti (Repubblica in apertura e a p.2) dà il No in testa di sette punti al 41%, il Sì fermo al 34%; ancora indeciso un italiano su 4: per gli elettori la consultazione sarà soprattutto un referendum pro o contro Renzi. E l'attivismo del premier non inverte la tendenza: Renzi resta il leader più quotato (41%) ma l'effetto Trump spinge al sorpasso della Lega di Salvini su Forza Italia (Repubblica p.3). Piepoli (Stampa p.3) vede il No avanti di otto punti, al 54% contro il 46% del Sì. Indecisi al 24%.  La vittoria di Trump non aiuta il Sì; ininfluenti Verdini e Cuperlo. Sul Messaggero (in apertura e a p.2) il sondaggio di Tecnè: No tra il 52 e il 54%, Sì tra il 46-48%. Noto (Ipr): "La partita è aperta, saranno decisivi gli ultimi 3-4 giorni. Saranno determinanti gli indecisi più favorevoli al sì". "Renzi vince solo se raccoglie tutti gli indecisi", l'esito del sondaggio GPF del Fatto (in prima e a p.6): per ora il No è avanti di sei punti al 32%, Sì al 26%, indecisi al 14% di cui solo il 4,3% orientati al Sì; non voteranno il 28%. Per il 54,4% in caso di sconfitta Renzi dovrebbe dimettersi. Nel sondaggio Ipr di QN (p.9) il No in testa al 52%, Sì al 47% ma c'è un 20% che non ha ancora deciso se e cosa votare. Noto: "Lo slancio positivo della manovra è durato poco, decisivi i prossimi 15 giorni". No nettamente in vantaggio nel Sud e tra i giovani fino a 34 anni. E se Renzi perde per il 55% dovrebbe dimettersi. Unica a dare Sì e No quasi alla pari è la Lorien Consulting, nel sondaggio per Italia Oggi (in prima e a p.8): 47,5% il No, 44,5% il Sì. Gli indecisi porterebbero al testa a testa.
Renzi, nonostante l'intonazione dei sondaggi, continua la campagna elettorale e dice no al governo di scopo: "Non resto solo per galleggiare" (Stampa p.2 e tutti). Ma i retroscena e le analisi sul dopo voto in caso di vittoria del No raccontano scenari diversi, tra Renzi-bis e ritorno al partito del premier. E più quotidiani parlano di un governo "istituzionale" a Grasso.  Berlusconi all'ambasciata britannica: "Tranquilli, il 5 dicembre nessun rischio" (Corriere p.6). Salvini dà a Renzi solo 15 giorni: "Poi nessuno gli faccia da stampella. Se qualcuno del centrodestra lo farà noi tireremo diritto" (QN p.12).

ECONOMIA
"Parametri Ue da rivedere": in un'intervista al Sole (in prima e a p.9) il ministro Delrio minimizza il giudizio europeo sui conti italiani. "Semmai la novità è l'annuncio di una politica di bilancio più espansiva. Ma se non si rivedono i parametri dell'output gap si penalizza l'Italia e si ingabbia questa evoluzione". Nell'intervista il rilancio di porti e infrastrutture – "Se avessimo la logistica tedesca l'Italia sarebbe la prima potenza industriale d'Europa" – concorrenza e liberalizzazioni per attrarre capitali esteri, la quotazione di Fs e la fusione con Anas. Intanto prosegue la maratona della Camera sulla manovra: più sconti Imu per chi affitta (Messaggero p.19). Per Italia Oggi (p.6) Renzi è pronto a una mossa sui contratti degli statali, praticamente "l'ultima carta pre-referendum a favore del Sì". Il premier sarebbe pronto a chiamare i sindacati a Palazzo Chigi per proporre un accordo sul rinnovo. Boccia (Confindustria) chiama invece i sindacati sul patto di fabbrica: "Parleremo non solo dell'idea di fabbrica ma di società" (Sole p.15). Sui giochi nuovo rinvio sul piano del governo per ridurre le slot machine entro il 2018. Ieri da Baretta nuova proposta di accordo con Comuni e Regioni, fissando il numero delle slot che resteranno attive dopo il taglio: alla fine solo 18 mila contro le attuali 29.600 (Messaggero p.19). Baretta al Mattino (in prima e a p.11): "Con il gioco abbiamo esagerato. Il governo pronto alla stretta". Sul Fatto (in prima e a p.10) i veri numeri del lavoro, dal rapporto Eurofound: "In Italia è cresciuto solo quello povero". I posti persi nella crisi recuperati tutti nelle fasce più basse dei salari.
Su Repubblica (in prima e a p.24) la crisi della pesca, in ginocchio per concorrenza e crollo dei prezzi: in trent'anni persi 18 mila posti. Pesano anche le regole Ue, il mancato ricambio generazionale e le divisioni tra pescatori.

EUROPA
Passa il bilancio Ue 2017, l'Italia si astiene (Sole p.6 e tutti). Rimane per ora bloccata la revisione del pluriennale 2014-2020 per il veto minacciato da Roma. "Bilancio Ue, il veto italiano era una balla" titola Notizia Giornale (in prima e a p,3). Padoan: "E' passata la nostra linea di un maggior deficit per la crescita". Ma ora l'immobilismo pre-elettorale rischia di paralizzare l'Unione (Sole p.8). E l'economista Fitoussi contesta la "manovra espansiva" della Ue: "Più spese? La Germania non accetterà mai. E lo stimolo dello 0,1% del pil europeo non inciderà per nulla. C'è una sola riforma possibile: creare un'unione fiscale con un vero governo europeo federale. Renzi, se vuole cambiare le cose, deve trovare un'alleanza forte con Hollande" (QN p.7). Ieri il congedo di Obama dalla Merkel: "Tieni testa a Putin" (Corriere p.12). Sanzioni a Mosca finché non rispetta gli accordi. Poi l'endorsement: "Se fossi tedesco voterei Merkel". E sul Ttip la speranza è di conservare gli accordi già raggiunti per poi riprenderli. Sul Sole (p.11) i timori della Merkel: "Il Ttip è a un punto morto". Sul Corriere (p.13) parla la Commissaria Ue Malmstrom: "Il protezionismo è un errore. Non è il commercio mondiale che ha tagliato posti di lavoro". Tra le tante resistenze ricordato l'impegno dell'Italia: "Calenda si è impegnato molto a favore, moltri ministri in altri Paesi no". Oggi minivertice di Obama con gli altri leader europei: Hollande, Renzi, May e Rajoy. Il Fatto (p.8) parla di gran consulto delle "anatre zoppe".

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