Commentario del 20.11.2016

IN PRIMA PAGINA
Referendum e manovra in primo piano. Il ministro Padoan al Corriere: "Nessun complotto dei mercati" dice sull'avvertimento di Bankitalia sul referendum. Intanto Renzi attacca: "Il No un'accozzaglia contro di me" (su tutti). La replica dal fronte del No: "E' disperato" (Repubblica). Il ministro Franceschini al Messaggero: "Renzi governi anche con il No". Berlusconi al QN: "Renzi è la casta: io un imprenditore liberale, lui un politico professionista senza voti". Libero: finisce a insulti.  Mentre Giornale sente aria di brogli: ecco i tre buchi neri del voto all'estero. Intanto la manovra all'esame della Camera: corsa contro il tempo per l'approvazione prima delle urne. Dossier del Sole sulle riforme per lo sviluppo: l'attuazione sale al 78% (Sole). Su tutti i quotidiani spazio agli scenari Usa - vertice Trump-Romey: un ex nemico per la poltrona di Segretario di Stato – e alla questione immigrazione in Italia: polemiche sul sistema di distribuzione, mentre Alfano annuncia 150 soldati a Milano.

ITALIA-ECONOMIA
Manovra, sarà decisivo l'esame dell'Ecofin del 5-6 dicembre sulla proposta della Commissione Ue, che chiede all'Italia una correzione strutturale di 0,3 punti di Pil, pari a 5 mld (Repubblica p.12). "La manovra non cambia, gli obiettivi di finanza pubblica saranno raggiunti con la maggior crescita" dice al Corriere (in prima e p.2-3) il ministro Padoan, che spiega: "Sono convinto che la maggior crescita del Pil avrà riflessi positivi su deficit e debito, colmando le differenze rispetto all'analisi della Commissione". Per Padoan l'impianto della manovra – che si basa su aumento del deficit, voluntary disclosure, asta frequenze e altre misure una tantum - "è coerente con le precedenti Stabilità, è orientato allo allo sviluppo. Si sta andando avanti su una linea di politica bilancio che sostiene la crescita. E' una fase di transizione verso una crescita più forte dell'economia, che richiede passaggi graduali". Intanto, è corsa contro il tempo alla Camera per il via libera alla manovra prima del 4 dicembre: si lavora agli emendanti alla legge di bilancio. Tra le modifiche in diritto d'arrivo maggiori margini per le assunzioni negli enti locali (Sole p.2). Sole (p.2) segnala come Metropolitane e Tav siano tra le priorità nel 2017: infrastrutture e trasporti per spostare passeggeri e merci sul ferro in ambito nazionale e urbano. Delrio lancia il piano con 22 interventi sulle linee urbane, finanziamenti da 1,3 mld dal Fondo sviluppo e coesione.  Di Vico (Corriere p.2) punta sull'"l'imposta occulta" sulle partite Iva prevista in Bilancio: si tratta della trimestralizzazione dello spesometro e la comunicazione ogni tre mesi dei dati delle liquidazioni periodiche dell'Iva. 8 nuovi adempimenti che comportano costi stimati in 480 euro annui nel 2017 e 720 nel 2018 per ciascun soggetto con cui il governo pensa di recuperare 2 mld nel 2017. Nel frattempo il Senato ha approvato la riforma del lavoro autonomo, prevista nel Jobs Act. Introdotti equo compenso, sgravi fiscali e più tutele per i malati (Repubblica p.13). Renzi stoppa l'ipotesi di una maggiore tassazione per gli affittuari di Airbnb. Banrnabò Bocca (Federalberghi) al Corriere (p.21): "Sì alla cedolare per affitti Airbnb, noi ci battiamo contro gli abusivi". Intanto il Sole (in prima e p.3) stila il rating sull'attuazione delle riforme per lo sviluppo: con l'accelerazione degli ultimi 3 mesi la percentuali è salita al 78%, mancano all'appello 241 decreti sui 1092 previsti da fine 2011 per portare l'Italia fuori dalla crisi. E Santilli (Sole p.3) chiede di completare il lavoro per non frenare l'economia.

ITALIA-POLITICA
"Mercati più nervosi per incertezza sul processo di riforma, è normale che la banca centrale lo segnali. Non sono né allarmi né complotti": così il ministro Padoan al Corriere (in prima e p.2) sull'avvertimento di Bankitalia sul referendum. Poi definisce "fantasiosa" ogni ipotesi di governo di scopo in caso di vittoria del No. Anche per il ministro Franceschini al  Messaggero (in prima e p.3) sono "fantasie da retroscenisti" le ipotesi di un governo guidato da Padoan o dallo stesso Franceschini in caso di vittoria del No. "Renzi – spiega - dovrebbe proseguire fino a fine legislatura in ogni caso, perchè non si vota sul governo". Intanto Renzi ha definito "un'accozzaglia" il fronte del No (su tutti). Berlusconi al QN (in prima e p.3): "Io da sempre per il No perchè questa riforma è sbagliata e pericolosa. Comunque, anche con la vittoria del No, il Pd e i suoi alleati avrebbero la maggioranza alle Camere, starebbe a loro fare il governo: il nostro sostegno non è necessario". Mentre su legge elettorale e costituente, il leader di Fi dice: "Esigiamo di essere coinvolti, come si fa in democrazia". E a proposito di legge elettorale, dice: "Il Proporzionale è l'unico sistema che può garantire l'omogeneità in un sistema con tre forze che sostanzialmente si equivalgono e in cui nessuno ha la maggioranza". A spingere le ragioni del Sì è il ministro Franceschini, che a Messaggero ribadisce: "Ci sarebbe uno scenario che tutti abbiamo desiderato: una sola Camera che fa le leggi e un vincitore delle elezioni che avrà la maggioranza di quella Camera. Ma non sarebbe Renzi ad avvantaggiarsene, bensì il Paese". Sul QN (p.4) la contrapposizione tra i sindacati sul referendum. "Riforma sbagliata, scritta dalla finanza" la definisce Re David (Fiom), mentre Bentivogli (Fim-Cisl) dice: "La vera catastrofe sarebbe se restasse tutto così". Intanto Renzi pronto ad inviare un depliant agli italiani contro "l'accozzaglia" del No con le immagini di Grillo, D'Alema, Brunetta, De Mita, Monti e altri. Per Libero (in prima e p.3) Renzi punta gli insulti per vincere, perchè la riforma non basta. Nell'"accozzaglia" non ci sono Berlusconi e Salvini, perchè il premier punta sui voti della destra. Per la Stampa (p.4) è partita la caccia ai voti dei moderati di centrodestra. Intanto Damilano sull'Espresso (p.14-15) parla di battaglia esagerata che non riguarda più il Paese, ma i destini di chi conduce i partiti. Dopo sarà tutto da ricostruire.

EUROPA
"L'economia di Trump favorirà l'Ue, ma deve evitare la guerra dei dazi": l'economista Allen Sinai alla Stampa (p.13) è convinto che le politiche espansive del nuovo presidente Usa aiuteranno l'Europa. Il ministro Padoan al Corriere (in prima e p.2-3) parla di "conseguenze ancora difficili da decifrare", anche se c'è un elemento che i mercati danno per scontato: la ripresa dell'inflazione, "un fenomeno – dice – che iniziamo a riscontrare sui tassi dei titoli di Stato. Ma – prosegue Padoan – quello che preoccupa è una eventuale chiusura delle frontiere e la chiusura dei mercati, che aumenterà l'incertezza". Copertina (e servizi a p.20 a 36) sull'Espresso dedicato allo "scontro" Trump vs Europa: il nuovo presidente Usa si abbatte sui leader Ue, nel momento di massima crisi: a contrapporli due visioni opposte del mondo, della Nato, della globalizzazione.
Elezioni in Francia, oggi primo turno delle primarie per scegliere il candidato delle presidenziali dei "Republicains". Sfida a tre tra Juppè - in testa, ma con segnali di cedimento -, Sarkozy  - in ripresa - e Fillon – in forte recupero. (Messaggero p.14, Sole p.8 e altri).

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