Commentario del 28.02.2017

IN PRIMA PAGINA
"Vergogna, tradito dall'Italia" (Repubblica): la scelta di dj Fabo, in Svizzera per morire, riapre il fronte eutanasia (Messaggero). Aveva scritto a Mattarella. Monsignor Paglia: "Il rischio è creare la cultura dello scarto" (Corriere). Il Giornale: politica vigliacca. Politica che guarda a Pd e elezioni. Renzi: "Sul voto decide Gentiloni" (Corriere, Repubblica). E su Padoan:"Deve avere tutte le rassicurazioni" (Stampa). Boccia (Confindustria): "Italia a rischio stallo" (QN). Su Libero i sogni di Berlusconi: lui in campo e coalizione con Meloni e Salvini. Anche Tremonti sovranista: "Ecco la via per uscire dalla servitù all'Europa" (Libero).
Spazio anche al lavoro: sul Corriere il patto per ridurre i voucher. Sul Sole il paradosso degli over 50: assunzioni in crescita ma triplicano i disoccupati. "La Ue aiuti la sua industria", l'appello di cinque ministri all'Unione. Sulla Stampa parla Piacentini, mr Digitale: "Metterò ogni città in rete". Dall'estero. Tripoli, parla il premier Serraj: "Contro i trafficanti di uomini decisivo il patto con l'Italia". A Nantes tensioni al comizio della Le Pn. Testa a testa con Macron per l'Eliseo (Messaggero). Negli Usa Trump snobba gli Oscar e attacca i media: "Eletto per fare altro" (Messaggero). Feltri: fesso e comunista chi lo attacca. Più lo criticano, più piace.

ITALIA-ECONOMIA
Renzi rassicura Padoan – "Spero e credo che il governo non debba mai fare procedure d'infrazione" – e il ministro respira: "Vado avanti" (Stampa in apertura e a p.2). In ballo, oltre alla "manovrina" da 3,4 mld, la stesura del Def, ovvero la strategia di riforme e finanza pubblica da qui a tre anni, con il Pd che ha stoppato privatizzazioni e rialzo delle tasse. Boccia (Confindustria): "Non ci resta molto tempo se vogliamo essere il secondo Paese manifatturiero d'Europa. Dobbiamo insistere con le riforme, il Jobs Act va completato, non smontato". E sui conti pubblici: "Serve un'operazione verità: debito pubblico troppo alto e mancata crescita ci strangolano. Serve più competitività nelle imprese, maggiore attrazione di turisti, rilancio di costruzioni e infrastrutture". Sul Sole (in apertura e a p.5) l'appello di cinque ministri (tra cui Calenda) alla Commissione in difesa del Made in Ue: "La Ue aiuti la sua industria". Necessario un impegno più deciso per contrastare Brexit e le spinte neo-protezioniste. Investimenti esteri e digitale tra i punti cruciali. Sul fronte interno, si riaccende il dibattito sui voucher. C'è un patto tra Pd, FI, Lega e M5S per evitare il referendum della Cgil, scrive il Corriere (p.11) e ricalca la proposta Damiano: tornare alla legge Biagi del 2003, che prevedeva l'uso dei voucher solo per occupazioni occasionali. Sul Sole (in prima e a p.8) il paradosso dei lavoratori over 50: in 10 anni il numero di chi ha perso il lavoro è più che triplicato (500 mila nel 2016). Ma a quell'età e con competenze obsolete è più difficile ricollocarsi. La Stampa (p.16) torna sul tema della concorrenza: italiani divisi tra chi ritiene che la libera competizione sia il modo migliore per avviare lo sviluppo (49,1%) e chi teme che invece aumenti le disuguaglianze (50,9%). La sociologa Bertolini: "I giovani non riescono nemmeno a immaginarsi un futuro: la loro richiesta di aiuto allo Stato preoccupa ma non stupisce". Sempre sulla Stampa (p.10) parla il commissario per la Trasformazione digitale della pa Piacentini: "Metto tutti i Comuni in rete. Per i cittadini una vita più facile". Si comincia dai pagamenti digitali e dall'anagrafe nazionale: "Creeremo un sistema di notifiche, un'app, un luogo unico dove sarà possibile trovare i promemoria, dalle tasse al rinnovo del passaporto, dove potremo ricevere le raccomandate". Paese indietro sulla cultura digitale, anche nel privato: "Ma ora si comincia a vedere movimento".

ITALIA-POLITICA
In primo piano le parole di Matteo Renzi a "Che tempo che fa": "Le elezioni sono previste nel 2018, se Gentiloni vorrà votare prima lo deciderà lui" (Corriere in prima e p.5 e tutti). L'appello di  Boccia (Confindustria) al QN (In prima e p.2-3): "La discussione sul voto non distragga la politica dai problemi economici: il punto centrale non è quando votare ma cosa vogliamo fare". Renzi torna all'attacco di D'Alema sulla scissione: "Era un disegno già scritto, D'Alema e i suoi non avevano mai mandato giù il rospo di aver perso". Il governatore toscano Rossi a Repubblica (p.9): "Noi fermeremo Grillo. Il nostro movimento allarga il centrosinistra ed è aperto al dialogo con il Pd. Se vincesse Orlando il dialogo sarebbe più semplice". Intanto Renzi è pronto alla mediazione sulla legge elettorale: punta sul Mattarellum ma apre a collegi e premio di coalizione per uscire dallo stallo (Repubblica p.7). Dopo il viaggio negli Usa, l'ex premier studia la proposta del "lavoro di cittadinanza" da inserire nel programma, per contrastare il reddito minimo proposto dai grillini: orari corti e investimenti nel nuovo welfare, allo studio anche l'ipotesi di una tassa negativa sul reddito (Messaggero p.7). Proposte che per il Giornale (p.5) costerebbero 20-25 mld.
Anche Berlusconi punta sul sociale: si pensa a un sistema di protezione per i "15 mln di italiani in difficoltà" attraverso una integrazione di reddito per chi lo percepisce basso e insicuro. (Corriere p.9 e tutti). Su Libero (in prima e a p.4) l'idea sovranista di Tremonti: "Ci siamo sottomessi da soli all'Europa, vi dico come riprenderci la sovranità". Allo studio del senatore un ddl di proposta di riforma costituzionale. Tremonti contrario alle elezioni anticipate: "Rischiamo il tracollo: chi vuole votare prima del bilancio porta instabilità e fa un favore ai populisti". Per Libero (p.3) non si sa quando nascerà la prossima legislatura ma su di essa si allunga già l'ombra di Draghi: è a lui che Veltroni e Scalfari pensano per uscire dalla crisi.

EUROPA
"Il patto con l'Italia punto di svolta nella lotta contro i trafficanti di uomini": sulla Stampa (in prima e a p.2) parla il premier libico Sarraj. "Fondamentale il controllo dei confini meridionali: per noi questo è un accordo cruciale, altro che fallimento". Serraj mette in guardia anche dalla minaccia islamica: "La guerra con l'Isis non è ancora finita, minaccia il mondo intero". E sulla situazione in Libia: "Tutti devono essere coinvolti nel processo di stabilizzazione, militari e politici. Sorpreso e mortificato dal rifiuto di Haftar a combattere i terroristi assieme". Con l'Italia "vogliamo proseguire un cammino che ci può dare tanto, dalla sanità all'istruzione, per il benessere futuro del popolo libico".
In Francia tensione al comizio della Le Pen a Nantes e lei attacca la stampa e la magistratura (Messaggero p.13). Nella corsa all'Eliseo, Fillon paga nei consensi lo scandalo degli stipendi alla moglie, la Le Pen no: più le inchieste si moltiplicano, più i consensi salgono. L'avversario più temibile resta Macron e lei accusa la stampa di favorirlo in ogni modo. Nei sondaggi il candidato di En Marche è favorito: in caso di ballottaggio finirebbe 58 a 42. Ma non c'è da fidarsi (Fatto p.4). Su Repubblica (p.15) l'Osservatorio Demos sulla fiducia degli europei verso Usa e Russia: il favore per l'America è ancora molto forte ma sono cambiati i pesi. Filorussi in aumento tra gli euroscettici. In Italia il rapporto tra (fiducia verso) Usa e Russia è 53 a 48; in Francia 58 a 34, ma raddoppia fra gli euroscettici; in Germania 36 a 25; nel Regno Unito 51 a 20.

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