Commentario del 24.02.2017

IN PRIMA PAGINA
Aperture diverse oggi per i giornali. Il Corriere su Mediaset: indagato Bollorè per la scalata. In tema finanziario anche il Sole, che apre con il riassetto Unicredit: "centrato l'aumento". Stampa e Repubblica sul caso della donna morta per fatica: l'operazione ha portato all'arresto di 6 sfruttarori: ecco il nuovo caporalato. Messaggero mette in evidenza il sondaggio dopo la scissione Pd, che costa il 3% ai dem. Per il Giornale il governo è in bilico, Renzi vuole farlo cadere ma Gentiloni resiste. Padoan pronto a lasciare. Gentiloni dice "noi avanti con le riforme" (Corriere). Ma Bersani avverte: "Renzi vuole forzare" (Corriere). Spazio alle notizie economiche: i consumi non ripartono, crescita zero nel 2016 (Sole). E i numeri Istat sul lavoro evidenziano il calo dei contratti stabili. Dagli esteri, sul Sole focus suItalia-Cina: fiducia e affari nella missione italiana a Pechino (Sole). In vista della tornata di presidenziali in Europa, è Le Pen a spaventare l'Ue (Stampa). Su tutti i quotidiani il tetto ai compensi in Rai anche per gli artisti, big pronti alla fuga. Per Repubblica "il tetto fa la felicità di Canale 5". Ampio spazio alla discussione a Roma sullo stadio, che spacca i grillini (Stampa). Per il Fatto un parere segreto salva la Raggi e inguaia la Roma.

ITALIA-ECONOMIA
"Accelerare le riforme": Gentiloni invita a non dissipare i segnali di ripresa, e il ministro Padoan rilancia: "I cittadini meritano risposte" (su tutti). Il Tesoro conferma la decisione di varare misure correttive entro aprile, ma si lavora su misure alternative all'aumento delle accise visto che il decreto dovrà essere approvato dal Parlamento, e dovrà avere la benedizione di Renzi. Revisione di alcune agevolazioni fiscali, tassa sui giochi e tagli di spesa sono le misure al vaglio (Messaggero e altri). Su Repubblica (p.4) parlano due esperti. Fuest, consigliere della Merkel: "Il reddito pro capite è sette punti sotto il livello del 2000: se non ci sarà produttività e competitività con le riforme, arriverà una governo anti-euro". Anche per l'economista Daniel Gros "l'Italia è considerata il ventre molle dell'Ue, perciò è difficile che le verrà concessa altra flessibilità. C'è una sensazione di incapacità e inconcludenza sulle misure strutturali". Intanto, i consumi non ripartono: crescita vicina allo zero nel 2016 (+0,1%) e a dicembre l'Istat ha rilevato un calo delle vendite al dettaglio dello 0,5% sul mese e dello 0,2% sull'anno (Sole in prima e p.11). Confcommercio parla di numeri "deludenti e inattesi: pensavamo – spiegano – che il mancato pagamento della Tasi si riversasse sui consumi". Ma gli italiani preferiscono risparmiare, a riprova delle paure sul futuro, alimentate dall'incertezza politica, come segnala il CsC, che evidenzia come la crescita italiana sia inadeguata per uscire dalla crisi: il Pil del primo trimestre 2017 è atteso in crescita, ma a ritmo lento (Sole p.11). L'analisi del Sole (in prima e p.11): andare "in folle" non è sostenibile per l'Italia, che avrebbe bisogno del rilancio della domanda interna per sostenere le imprese. Nel frattempo arrivano i numeri sul lavoro: finiti i soldi del Jobs Act, le assunzioni si azzerano (Giornale p.8). Crollano i contratti a tempo indeterminato e crescono i posti di lavoro a termine. Anche il Sole (p.11) segnala il rallentamento dell'occupazione stabile, ma a dicembre sono scesi anche disoccupazione e mobilità: -9,8% sul 2015, e si riduce l'uso effettivo della Cassa integrazione. I numeri del biennio – per il Corriere – restano positivi: la differenza tra assunzioni e cessazioni è positiva di quasi un milione. E Poletti parla di "miglioramento complessivo".

ITALIA-POLITICA
Pd, il calo si ferma al 3% dopo la scissione: sul Messaggero (in prima e p.3) il sondaggio Swg sull'impatto elettorale della fuoriuscita dai dem. I numeri dicono che la "Cosa Rossa" non sfonda e si attesta intorno al 3,2% mentre il Pd è al 28% (-3%). Leggero calo anche per il M5S al 25,3. Invariati i numeri del centrodestra (unito sarebbe al 30,9%). Per Risso (Swg) questi numeri dimostrano "l'ingestibilità politica". Per il Messaggero l'unico governo possibile sarebbe un esecutivo di minoranza. Sulla stessa linea D'Alimonte (Sole in prima e p.8): l'unica certezza è l'ingovernabilità. Intanto nel Pd, restano i veti incrociati. E resta lo stallo sulla legge elettorale (Sole in prima e p.8): si va verso il voto con le leggi riviste dalla Consulta, una fase di stallo che favorisce il pressing renziano per le elezioni a giugno. Bersani teme l'ennesima forzatura di Renzi (Corriere in prima e p.8). Anche Giornale (in prima e p.7) parla di accelerazione di Renzi per far cadere Gentiloni, che però resiste e dice "le riforme vanno avanti". Sulle primarie Pd prosegue la pressione degli sfidanti per posticipare la data. E Boccia sfida Renzi: "Ha paura, ma fa il fighetto in California. Deve posticipare la data". "O Matteo capisce o gli piantiamo un casino che ricorderà" minaccia Emiliano (Repubblica p.11). Ieri è sceso ufficialmente in campo Orlando "contro la politica della prepotenza" (su tutti). Ma potrebbe esserci un quarto pretendente: Carlotta Salerno (su tutti). Oggi la riunione definirà i tempi, ma la discesa in campo della Salerno potrebbe allungarli (Corriere). Nel centrodestra, Alfano (Ncd) in una lettera al Corriere (p.11): c'è uno spazio tra il Pd e la Lega, i popolari e i liberi, i moderati: c'è l'occasione per noi, ma anche per Forza Italia, di riavvolgere il nastro e non annegare la vocazione riformista nel mare del populismo anti-europeo.
A sei mesi dal sisma del Centro Italia, è polemica dopo lo sfogo del commissario Errani: "ricostruzione troppo lenta" (Messaggero). Corriere analizzai ritardi: casette, strade e stalle. "Così paesi a rischio" è il grido d'allarme. I sindaci in rivolta contro l'eccesso di burocrazia. Errani al Corriere: "Il mio sfogo era per dare un impulso ad accelerare".

EUROPA
Su Repubblica (p.17) parla il leader del partito laburista inglese, Corbyn, che annuncia una battaglia per cambiare la Brexit: "Lotteremo per i diritti dei residenti europei di restare qui, per buone relazioni commerciali con la Ue, per mantenere le leggi per l'ambiente e per impedire quello che minaccia la May in caso di mancato accordo con Bruxelles, la trasformazione del Regno Unito in un paradiso fiscale". Intanto Padoan avverte: "La Ue cambi o ci saranno altre uscite" (Messaggero e altri). Il ministro italiano chiede una strategia diversa per evitare il fallimento dell'Ue. I timori arrivano dalla Francia, dove la Le Pen annuncia: "Saremo grandi da soli, andiamo via dall'Ue" (Stampa in prima e p.2-3). La numero uno del Front National minaccia l'uscita della Francia e lancia la sfida alla Merkel: "L'Unione è un progetto fallito, il futuro è degli Stati nazione".  Nonostante i moderati e la sinistra francesi si uniscano per fermare la corsa populista, puntando su moneta unica e valori comunitari (Stampa), per il Fatto Le Pen è sempre più popolare. In caso di ballottaggio, il 44% degli operai voterebbe per lei. Le inchieste non la scalfiscono. 
Germania, Merkel-Schulz: per Bastasin (Sole in prima e p.5) è un duello per battere il populismo. Le elezioni americane hanno cambiato la percezione dei tedeschi, che hanno recuperato fiducia nei due principali partiti, Csu e Spd: il ritrovato antagonismo tra formazioni, che pure hanno governato insieme per sette degli ultimi undici anni, sta creando una vivace dialettica politica che spinge ai margini le forze anti-sistema.

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