Commentario del 5.09.2016

IN PRIMA PAGINA
Roma nel caos (Repubblica). La Raggi al Corriere: "Ho il sostegno di Grillo". Di Maio al Fatto: "La Raggi resisterà". Intanto in giunta arriva l'ex procuratore della Corte dei Conti De Dominicis, che al Fatto dice: "Fuori dal Comune chi non lavora". Intanto Renzi incassa l'elogio di Obama sulle riforme. Per il referendum spunta l'ipotesi di voto a dicembre (Corriere). Fassino: "D'Alema sbaglia, il sì è di sinistra". Maroni: "Troppi indecisi sul no, mobilitiamoci" (Stampa). E su Libero Salvini annuncia: "Al Sud un altro partito al posto della Lega". Spazio anche all'economia: da Cernobbio conferme al piano pensioni del governo anticipato da Repubblica. Piano che piace a Confindustria ma non alla Cgil (Repubblica). Sulla Stampa la mossa sulle partite Iva: giù l'aliquota per sostenere la crescita. Sul Corriere la risposta di Gutgeld a Perotti sui tagli alla spesa: "Una realtà". Dalla Germania, il voto choc in Meclemburgo: l'ultradestra vola, sorpassata la Merkel (Repubblica, Stampa e tutti).  Libero: è bellissimo: stracciata la Merkel. Tusk al G20: "Immigrati, Europa al limite" (Messaggero e tutti). Dal G20 l'allarme dei big: "Crescita debole, dobbiamo reagire" (Corriere).

ITALIA-ECONOMIA
"In legge di Stabilità il prestito flessibile e aumenteremo le pensioni minime" (Repubblica in prima e a p.12): al Forum di Cernobbio il ministro Poletti conferma le anticipazioni di Repubblica sul piano del governo per le pensioni, ovvero Ape flessibile e aumenti delle pensioni minime "anche se dobbiamo trovare le modalità e le forme". Ma sul prestito pensionistico prima i disoccupati (Messaggero p.11). La priorità sarà per i lavoratori che hanno perso l'impiego, non hanno ammortizzatori sociali e sono prossimi alla pensione, ha detto Poletti. Critica la Camusso (Cgil): "Difendiamo il principio:i lavoratori che pagano un contributo non devono indebitarsi alla fine della vita per avere i loro contributi sotto forma previdenziale". Semmai si intervenga sui disoccupati di lungo periodo che non riescono ad arrivare alla pensione. Su posizioni analoghe Barbagallo (Uil). Boccia (Confindustria): "Prima dobbiamo allargare la torta e poi affrontare la questione delle disuguaglianze. E se proprio dobbiamo affrontarla va affrontata sulle pensioni minime".
La Stampa (p.7) anticipa altre mosse del governo, la "rivoluzione nel mondo delle Partite Iva": dal primo gennaio due le novità sostanziali, la cancellazione di ogni aumento di aliquota per le partite Iva e la riduzione dell'attuale 27% al 25%, quasi al livello di ciò che l'Inps chiede a artigiani e commercianti. Per i collaboratori a progetto è previsto invece il passaggio alla gestione ordinaria dell'Inps, per contare su prestazioni pari a quelle di un lavoratore dipendente. Misure che dovrebbero valere 350 milioni di euro e che dovrebbero restituire a ogni Partita Iva circa 1000 euro l'anno. Sul Corriere (p.7) il commissario alla spending review Gutgeld risponde all'ex collega Perotti, che ieri aveva parlato di poca serietà del governo nel tagliare la spesa pubblica. "Non è vero che il deficit sta aumentando, ma sta diminuendo ed è l'impegno che si erano presi Renzi e Padoan. Falso anche che sia cresciuta la pressione fiscale locale: la legge di Stabilità lo vieta. Non è vero che con la riforma Madia cresceranno gli stipendi dei dirigenti e sui risparmi della riforma costituzionale bisogna considerare il taglio delle Province, il taglio degli stipendi di 315 senatori, l'eliminazione del Cnel: per noi vale 500 milioni".

ITALIA-POLITICA
Al G20 le lodi di Obama per le riforme di Renzi: "L'Italia è un esempio positivo" (Stampa p.6 e tutti). Renzi incassa e rilancia: "Spesso per vedere i risultati ci vogliono anni, ma non bisogna avere paura del futuro". Ma lo scoglio è il referendum costituzionale. La Boschi sposta ancora avanti la data, "tra fine novembre e dicembre" (Corriere p.13 e tutti), la Cgil si prepara a schierarsi ufficialmente per il "no" (Repubblica p.10). La decisione sarà annunciata all'assemblea generale del 7 e 8 settembre: l'odg che sarà votato è però frutto di una mediazione. La Cgil non entrerà nei comitati per il No e riconoscerà libertà di coscienza e voto a iscritti e dirigenti. A Washington si guarda al test con preoccupazione: "Se non passasse sarebbe un disastro, per l'Italia e per l'instabilità politica in Europa" (Stampa p.6). Non la pensa così l'ex premier Monti, che spiazzando la platea di Cernobbio e smentendo la Boschi dice: "I benefici della riforma per la ripresa dell'economia sono tutti da dimostrare. Non è Bruxelles a chiederci una riforma della Costituzione". Boschi: "Forse questa riforma non ce la chiede l'Europa ma ce la chiedono sia il buonsenso sia gli italiani. La Ue ci incoraggia ad andare avanti" (Corriere p. 6 e altri). Intanto la sfida dentro il Pd continua. Oggi D'Alema riunisce i comitati per il No a Roma: pochi grandi nomi ma di peso sui territori e in grado di spostare consensi. Orlando, Martina, Zingaretti, Fassino e altri replicano con la "Sinistra per il sì" (Corriere p.13). Martina al Corriere (p.13): "La riforma è una sfida per rendere le istituzioni più semplici, veloci e sobrie. Si ampliano gli strumenti di partecipazione e si sfida il populismo. Non sarà la riforma più bella ma è sicuramente la più utile". Sulla Stampa (p.8) intervista a Fassino: "I contenuti della riforma sono coerenti con le battaglie della sinistra italiana. Stavolta D'Alema sbaglia. L'Italicum si può migliorare". Sulla Stampa (p.8) parla anche Maroni: "Sul referendum partita tutta da giocare: non bisogna dare nulla per scontato, neanche che gli elettori del centrodestra andranno a votare per il no. Servirà una forte mobilitazione per smascherare il bluff che è la riforma tentata da Berlusconi. Così si torna agli anni 70".

EUROPA
"La destra xenofoba supera Merkel, sconfitta la politica dell'accoglienza" (Stampa in apertura e a p.2 e su tutti): in primo piano il risultato choc delle elezioni in Meclemburgo, col sorpasso dell'Afd (21,4%) sulla Cdu della Merkel (19,1%); tiene l'Spd (30,4%) ma perde il 5%. Colpa della politica sui rifugiati e ora solo il 50% degli abitanti del Land auspica una ricandidatura della cancelliera. Leif Erik Holm (AfD): "Forse questo è l'inizio della fine del cancellierato Merkel". Sulla Stampa (p.2) il ritratto di Frauke Petry, leader dell'AfD, "una Le Pen in versione tedesca che non preoccupa la borghesia". Ritratto della Petry anche su Repubblica (p.2): è l'anti-Merkel che punta al cuore del potere all'insegna del "basta profughi in Germani". Ora a Bruxelles si guarda con preoccupazione alle presidenziali in Austria e al referendum sui migranti in Ungheria. E nel 2017 ci sono le presidenziali in Francia e le politiche in Germania (Stampa p.3). Ma di fronte alla valanga populista che minaccia la Vecchia Europa manca la capacità delle forze democratiche di articolare una risposta politica (Repubblica p.3). Sui migranti l'Ue chiede aiuto al mondo (Repubblica e Stampa p.4 e tutti): "L'Europa è al limite dell'accoglienza, la crisi dei migranti è globale, serve più impegno" la posizione di Juncker e Tusk al G20. In realtà, scrive la Stampa (p.4) i flussi non sono in aumento ma restano ai livelli del 2015 (115 mila). La differenza è nelle rotte: dopo l'accordo Ue con Ankara, ai migranti resta solo la rotta del Mediterraneo.

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