Commentario del 1.09.2016

IN PRIMA PAGINA
Economia ferma, il governo cambia strategia: addio bonus lavoro (Repubblica). Pesa la battuta d'arresto sugli occupati (Sole, Corriere, Messaggero): senza lavoro il 40% dei giovani (Stampa). Negativo anche il dato dei prezzi: Italia ancora in deflazione (Sole). Ed è polemica sulle slides del governo e le previsioni sul pil. Il Corriere: la crescita non è un decimale. Ma per le spese del sisma, Merkel apre sulla flessibilità (Messaggero, Corriere, Sole): "Nella Ue troveremo una soluzione". Renzi: "Spenderemo bene i nostri soldi". Ampio spazio alle cronache dal terremoto, tra inchieste e disagi della popolazione. Il procuratore di Rieti: 100 appalti nel mirino. La ministro Giannini: "Tutti a scuola tra 15 giorni". Ma la Germania, scrive il Corriere, è preoccupata per il referendum e cambia linea su Renzi: "Niente guerra sulla flessibilità". Libero contro la Germania: sui migranti non ce la facciamo più. A Lampedusa attesi altri 12 mila migranti (Sole). Intanto l'Italia senza figli litiga sul Fertily day promosso dalla Lorenzin (Repubblica). Il Giornale: Renzi chiede più figli per la patria. Lorenzin alla Stampa: solo informazione. Su Repubblica il caso dei fondi per la ricerca bruciati nel Sud. Dalla Ue, lo scontro in atto con Apple per la multa: un danno all'immagine, non al bilancio (Sole). Dal Brasile la fine di Dilma Rousseff: Temer il successore (Stampa).

ITALIA-ECONOMIA
Cala l'occupazione, prezzi in discesa, retribuzioni al palo: l'economia è in frenata (Repubblica in apertura e a p2 e su tutti). Sul lavoro il governo cambia strategia: stop agli incentivi alle assunzioni, avanti sulla produttività. Sarà una strategia in due tempi, anticipa Repubblica (p.3): nella prossima legge di bilancio sarà ampliata la detassazione sui premi aziendali e di risultato; poi forzando sulla riforma della contrattazione, se i sindacati e Confindustria non chiudono la trattativa, senza però toccare il contratto nazionale né quello territoriale ma operando solo a livello aziendale. Il governo non esclude di agire anche sulla derogabilità del contratto nazionale e di sperimentare forme di partecipazione dei lavoratori all'impresa. Parallelamente si pensa a soluzioni ponte per salvaguardare i 30 mila lavoratori che rischiano di restare senza ammortizzatori sociali e a un piano tampone per il Sud, confermando solo lì gli sgravi legati alle assunzioni per le categorie deboli e finanziati con i fondi europei. Soluzione apprezzata sia dai sindacati che da Confindustria. Sulla Stampa (p.11) il dato record sul lavoro giovanile: i disoccupati sfiorano il 40%. Del Conte (Anpal): "Aiuteremo i ragazzi con più risorse e formazione". Nannicini, sull'Unità (in prima e a p.8), difende il Jobs Act: a luglio calo solo dei lavoratori indipendenti, i contratti stabili continuano a crescere. E' polemica intanto sulle slide del governo sull'economia, che danno la crescita del pil all'1% prima ancora della diffusione delle ultime stime dell'Istat. Renzi: "La ripresa è cominciata" (Repubblica p.2). Il Corriere (p.12): pil in balia dei decimali, "irritale" la previsione del ministero del Tesoro.  In primo piano anche l'incontro Renzi-Merkel a Maranello: quotidiani divisi sull'esito. Corriere (p2), Sole (p.3), Messaggero (p.2), Stampa (p.9) e Repubblica (p.6) parlano di apertura della cancelliera alla flessibilità per i conti italiani alle prese con emergenza e ricostruzione post sisma. Renzi: "Useremo fondi già stanziati". La Cancelliera: "Certa che presenterete un progetto trasparente". Libero (p,2) parla di porte chiuse sul terremoto. Per QN (p.3) la strada è tutta in salita: Merkel è stata  diplomatica: lo scoglio sarà la Commissione europea, scettica sul piano di prevenzione italiano al quale è legato il riconoscimento della flessibilità per le spese di medio lungo periodo.

ITALIA-POLITICA
Renzi incornicia come un successo il vertice con la Merkel (Corriere p.3), ma nelle valutazioni della Merkel – scrive Fubini sul Corriere p.2 – pesa più il timore che dopo il referendum l'Italia scivoli nel caos politico e istituzionale che non l'effettiva fiducia nel premier italiano. Per la Merkel l'Italia e Renzi sono il solo interlocutore possibile e sono da aiutare ad ogni costo in questi mesi, ma questo non significa che darà il via libera incondizionato ad ogni mossa. Il tema centrale resta dunque il referendum. "Il referendum non riduce la democrazia", "semmai riduce le poltrone senza toccare il sistema dei contrappesi" dice Renzi riaprendo la campagna elettorale per il sì (Sole p.15 e tutti). Ma la minoranza Pd non ci sta. Bersani: "L'Italicum cambi oppure voto no" (Messaggero p.13). Anche Violante, in un intervento sul Corriere (p.29) chiede che l'Italicum venga cambiato "ma non gioverebbe votare No al referendum costituzionale". Sempre sul Corriere (p.14) il ritorno di Boffo (ex Avvenire) schierato per il no: "Tema di valore, ci metto la faccia. Su Italia Oggi (p.7) il sì di Urbani: "Che riforma possono mai realizzare quelli del No, divisi su tutto?". Ma secondo Brunetta, che cita il sondaggio Winpol, il rapporto tra "no" e "sì" è 54 a 46. Sul Corriere (p.14) il sondaggio Ixé, che dà i "sì" al 40% , i "no" al 33%, gli indecisi al 27%. Livello di partecipazione al voto previsto il 54,1%. Sulla riforma costituzionale il giudizio negativo prevale su quello positivo (42 a 40) ma è più forte la spinta al cambiamento. 

EUROPA
Alta tensione tra Washington e Bruxelles per la maxi multa da 13 miliardi a Apple per tasse arretrate a Dublino. Il segretario al Tesoro Lew parla di aziende Usa nel mirino della Ue, e definisce "iniquo" il provvedimento di Bruxelles, tale da creare incertezza economia (Corriere p.31). Ma la Commissione tiene il punto. Moscovici parla di uno "spartiacque che segnala la fine dell'evasione su larga scala da parte delle multinazionali". Il New York Times si schiera con Bruxelles, accusando Apple e governo Usa di essere i veri colpevoli della situazione. Sulla Stampa (p.20) intervista alla ex commissaria Ue Viviane Reding: "Niente caccia alle streghe su Apple. Ma le tasse vanno pagate in Europa". Ma per il Sole (p.6) c'è il timore che la condanna di Apple abbia ripercussioni sui suoi piani di investimento oltre Atlantico. "Il verdetto avrà conseguenze profonde e negative per gli investimenti e la creazione di occupazione", la linea che filtra da Cupertino. Per il bilancio della Apple, scrive Carlini (Sole p.6) i 13 milioni di multa Ue sono noccioline: il rischio è l'immagine. E dopo Apple, finiscono nel mirino della Ue anche Mc Donald's e Amazon (Italia Oggi p.30). Anche l'Italia guarda alla querelle con Apple. Orlandi (Agenzia delle Entrate): "Pronti a chiedere più gettito se emergono fatti nuovi". La Apple aveva già pagato all'Italia 318 milioni di euro per tasse eluse e senza fare un fiato.  

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