Commentario del 27.09.2016

IN PRIMA PAGINA
Il referendum a dicembre (Corriere). Renzi: ultima occasione per cambiare. Le opposizioni: grave non consultarci (Sole). Il Fatto: Renzi ci fa votare con l'Austria e cerca i soldi per gonfiare i sì. La Stampa: sarà una campagna senza esclusione di colpi. Altro fronte di scontro, la manovra. Renzi sfida la Ue su terremoto, migranti e scuole (Stampa). Calenda a QN: "Incertezza sempre maggiore, la flessibilità ci spetta". Draghi: "Non si cresce solo con la flessibilità". Intanto la manovra a quota 23 miliardi. Pensioni, raddoppia la 14esima (Messaggero, Repubblica). Bagnasco: "Priorità al lavoro per ridare fiducia" (Avvenire). Borse di nuovo sotto tiro per le banche e il caso Deutsche Bank (Sole). Sui frontalieri è scontro Italia Svizzera (Repubblica). Gentiloni: se la Svizzera discrimina salta l'intesa con la Ue (Sole). Feltri su Libero: ha ragione la Svizzera, il lavoro a noi e poi agli altri. Sul fronte interno, il Viminale l'allarme per l'ordine pubblico. "Senza soldi 20 mila profughi fuori dai centri" (Corriere). Il Sole: l'Europa si sbriciola e l'Italia paga il conto. Sul Corriere Italia ventesima nella classifica mondiale della sanità. Sulla Stampa Milano capitale dei brevetti.

ITALIA-ECONOMIA
Renzi sfida la Ue su terremoto, migranti e scuole (Stampa in apertura e a p.2 e su tutti): "Spese che scorporeremo dal Patto di Stabilità: lo facciamo e basta. La Ue si mette contro? Si fa lo stesso", la linea annunciata in tv a "Quinta Colonna". Ma da Bruxelles Draghi avverte: "Non si cresce solo utilizzando la flessibilità. Meglio pensare alla qualità che alla quantità della spesa" (Repubblica p.11 e tutti). Cauto Calenda, che a QN (p.3) dice: "Ci aspetta un periodo di incertezza, serve non appendersi ai decimali e una manovra di qualità. Al centro Industria 4.0, praticamente un patto di fiducia con le imprese: non diciamo cosa fare ma diamo i mezzi per investire a partire dall'iper ammortamento al 250%, il credito d'imposta al 50% per gli investimenti in ricerca, il rafforzamento del fondo di garanzia". Calenda sembra bocciare nuove decontribuzioni per le assunzioni: "O si fa una decontribuzione strutturale o si rischia solo di drogare il mercato. Per innestare la crescita bisogna puntare sugli investimenti". Renzi rilancia invece sul pacchetto pensioni: "Raddoppio della quattordicesima a chi prende fino ai mille euro di pensione" (Messaggero in prima e a p.5 e su tutti). Ma l'incontro governo-sindacati slitta a domani, in attesa del nuovo Def (Stampa p.5).  Repubblica e Messaggero parlano di una manovra nell'ordine dei 23 miliardi, col pil allo 0,8% e il deficit al 2,3-2,4%, il Sole (p.5) di misure per 22-25 miliardi, con la Commissione pronta a concedere maggior deficit solo fino al 2,1%, mentre Renzi punta al 2,4-2,5%. Sarà una manovra comunque in deficit: per le coperture tagli alla spesa, aumento del gettito Iva, revisione delle agevolazioni fiscali, riapertura della voluntary disclousure, nuova asta di frequenze tv e possibile stop all'aumento del fondo sanitario. Le trattative con Bruxelles continuano: per il Messaggero (p5) se l'Italia non taglia il deficit strutturale di almeno 10 mld la Commissione minaccia la procedura di infrazione. Ma il vero scontro è tra Renzi e Padoan, scrive la Stampa (p.5): il primo deve sopravvivere al referendum, il secondo deve evitare strappi che potrebbero dare l'ennesima spallata alla sempre più fragile Ue. Per Libero (p.2) Padoan pensa al (suo) futuro: se cade il governo a Palazzo Chigi può andare lui. Ma Renzi non può più tornare indietro: se non vuole affossare il Paese con le tasse deve violare e impugnare le regole dei Trattati (Libero p.3). Da Bagnasco (Cei) richiamo alla politica: "Disoccupazione, flessibilità, fuga dei giovani all'estero: il lavoro è un'emergenza, dalla politica ci si aspetta di più" (Corriere p.6 e tutti). Intanto scendono ancora i consumi delle famiglie: a luglio vendite al dettaglio a -0,3% (Messaggero p.4). Il Giornale (p.2): commercio al collasso, non si vende più nulla, neanche con i saldi. Bene solo la grande distribuzione.

ITALIA-POLITICA
Referendum, voto il 4 dicembre. "La manovra così è al sicuro" la linea di Renzi concordata con Mattarella (Repubblica in apertura e a p.2). "Renzi ci fa votare con l'Austria e prepara una manovra di propaganda per gonfiare i sì" la tesi del Fatto (in prima e a p.4) e del Giornale (p.4). Opposizioni all'attacco. Il M5S lamenta la mancata consultazione, Brunetta: "Anche sotto Natale Renzi sarà sconfitto". Meloni: "Se vince il No Renzi va a casa". D'Alema: "Se perde il referendum non se ne andrà ma sarà un po' meno arrogante" (Messaggero p.2 e altri). Dai vescovi nessuna indicazione: "Votate consapevolmente". Politica e quotidiani divisi anche sul fattore "tempo": per alcuni il rinvio a dicembre aiuterà l'astensione a beneficio del sì, per altri il contrario. Calvi (Comitato per il No): "I tempi dilatati e la scheda a favore del sì sono spie di debolezza" (Corriere p.2). Noto (Ipr) a Repubblica (p.2): "Votare il 27 novembre o il 4 dicembre non favorisce né il sì né il no. Una settimana non fa la differenza: il 45% degli elettori ha già deciso che andrà a votare e cosa. Un 15-20% deciderà negli ultimi dieci giorni, e con i sì e i no sostanzialmente alla pari faranno la differenza per la vittoria finale". Analisi analoga sulla Stampa (p.2) di altri sondaggisti: "Il no parte in vantaggio. Saranno gli indecisi ad assegnare la vittoria. Ma se si vota sul governo il premier rischia". Il Messaggero (p.3) dà gli indecisi a quota 30%, QN (p.6) e Giornale (p.4) rimarcano il soprasso del "No". Giovedì a Firenze l'apertura ufficiale della campagna referendaria da parte del premier. Per Renzi si prepara un tour de force da tre, quattro tappe al giorno anche in "campo ostile", con Grillo come principale avversario da battere (Corriere p.3). Per il Messaggero (p.3) in caso di vittoria del "no" Renzi salirebbe al Quirinale per le dimissioni ma Mattarella lo rinvierebbe alle Camere per una nuova fiducia. Ove non ci fosse, Mattarella cercherebbe una maggioranza per un governo di scopo o di larghe intese, ma Renzi dovrebbe schierare il Pd per elezioni anticipate. Anche la Boschi è in tour elettorale ma Buenos Aires a caccia del voto della comunità italiana (Fatto p.4 e altri). Per la Stampa (p.3) è la "carta segreta" del comitato per il sì: conquistare i voti dei 4 milioni di italiani all'estero. Sul Foglio (in prima) l'appello di Marcello Pera "contro il suicidio della destra": "Il no al referendum è il più grande tradimento che il centrodestra possa fare alla sua cultura politica".

EUROPA
Lavoratori frontalieri, duello Roma-Berna (Avvenire p.8 e tutti): dopo il voto del Canton Ticino, che ha deciso di privilegiare i residenti nell'assegnazione dei posti di lavoro, l'avvertimento dell'Italia: "Ora rapporti più difficili" (Messaggero p.13), "Intesa con l'Ue a rischio" (Sole p.11 e tutti). Berna replica - "La Ue non ci spaventa" (Repubblica in prima e p.12) - ma rassicura la Farnesina: non ci saranno ripercussioni sui lavoratori italiani. Mirko Dolzadelli (Coordinamento frontalieri Cisl) ad Avvenire (p.8): "Un problema di ostilità c'è, quello che non va è il dumping salariale". Il voto del Canton Ticino è la reazione della borghesia svizzera, che vede minacciati i propri salari (Fatto p.12). "Via gli stranieri" dicono i ticinesi, anche se il direttore degli industriali avverte: "Senza italiani l'economia rallenta" (Stampa p.14). I frontalieri: senza di noi la Svizzera chiude bottega (Giornale p.9), "andiamo a lavorare e ci trattano da ladri" (Stampa p.14). Quadri (lega dei ticinesi) a Repubblica (p.12) replica a Maroni: "Stupido criticarci, leghisti italiani farebbero la stessa cosa". Feltri su Libero (p.1): precedenza ai residenti è una decisione di buon senso, che gli italiani sognano da sempre. Cerretelli (Sole in prima e p.11) Ue si sbriciola e l'Italia rischia di pagare un prezzo alto.
Caos Calais, Hollande annuncia la chiusura della "giungla" e attacca: "Inglesi facciano la loro parte: la Brexit non li esonera dagli obblighi" (su tutti). L'ambasciatore inglese Morris alla Stampa (p.13): "Riprendere il controllo dei confini è l'impegno del governo May". Intanto, sull'uscita di Londra dall'Ue l'affondo di Draghi: "Nessuno sconto" (Sole p.2): nessuna delle quattro libertà di movimento – dice il numero uno Bce – è negoziabile, ne va della stabilità dell'Unione.

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