Commentario del 30.09.2016

IN PRIMA PAGINA
Sul Foglio la stabilità secondo Visco: "L'Italia, come l'Europa, deve procedere col cambiamento". Sulla Stampa la partita di Padoan con la Ue: "Una manovra per crescere con risorse limitate". Politica e economia che si intrecciano in vista del referendum. Il Fatto parla di "manovra abracadabra con una mancia per il sì". Renzi, contestato da sinistra, spinge su comizi e web (Repubblica). Bagnasco: "Referendum cruciale, votiamo sui contenuti" (Avvenire). Sul Corriere intervista a Parisi, che sulla legge elettorale dice: "Premio alla coalizione". Per il Fatto Squinzi spinge il Sole verso di lui. Spazio anche alle pensioni. Il Corriere boccia le misure: manca l'equità. La Camusso a Repubblica: "L'intesa ancora non c'è". Il Giornale: la riforma sarà una lotteria, i soldi non bastano. Sul Messaggero la battaglia sul contratto degli Statali: il governo offre 700 milioni, ai sindacati non bastano. In primo piano su Corriere, Messaggero e tutti ancora Roma per un nuovo caso giudiziario che investe l'assessore Muraro. Intanto lascia anche il Ragioniere: allarme conti. E sulle Olimpiadi, il consiglio comunale conferma il no (Sole, Messaggero, Avvenire). Il Giornale: la Roma della Raggi ha già bruciato 48 milioni (Giornale).

ITALIA-ECONOMIA
Stabilità, riforme, produttività, debito pubblico, banche, pensioni: sul Foglio (in prima e a p. 8) intervista al governatore di Bankitalia Visco. "I nostri difetti vengono da lontano: uno si chiama debito pubblico, un altro impreparazione su globalizzazione e rivoluzione tecnologica. Adeguare l'ambiente economico non è cosa che si fa in pochi anni; sono state definite riforme importanti ma il lavoro da fare resta tanto. Cambiare la struttura produttiva di un paese richiede ancora più tempo. Le imprese si stanno adeguando ma con ritardo". Quanto ai conti pubblici "i vincoli alla nostra politica di bilancio non vengono dalle regole europee ma dall'elevato debito pubblico e dalla necessità di rifinanziarlo ogni anno sul mercato per importi rilevanti". Sulle pensioni Visco auspica che "non sia cambiato l'equilibrio finanziario raggiunto: sbagliato pensare che favorendo l'uscita degli anziani si incentivi l'ingresso dei giovani". E sulle banche: "Non è importante la nazionalità dei futuri azionisti ma la capacità di garantire stabilità". Visco si dice angosciato dall'elevato tasso di disoccupazione giovanile. "Mi rincuora invece la risposta del settore manifatturiero, ancora in grado di conquistare mercati". Lunedì Bankitalia dirà la sua sul Def ma "senza invasioni di campo", scrive il Foglio. Padoan, in un'intervista alla Stampa (in apertura e a p.2) torna su Def e legge di Stabilità: "Ci saranno misure a sostegno della crescita e degli investimenti ma le risorse saranno limitate. Il grosso lo useremo per evitare l'aumento di Iva e accise. Ci sarà il taglio dell'Ires e l'introduzione dell'Iri e misure di carattere sociale". Padoan non conferma il "volume" da 25 mld. Con Bruxelles "nessuna trattativa, normale confronto ma ci sono punti ancora da chiarire". E col premier: "Normali incomprensioni: scrive una legge di bilancio non è semplice, bisogna tenere insieme aspetti politici, giuridici ed economici". Il Sole (in prima e a p.8) quantifica in 7,7 mld la quota di indebitamento aggiuntivo da "trattare" con Bruxelles, la Stampa (p.3)  in 8 mld. Il Fatto (p.10) parla di "manovra abracadabra" con una mancia di 200 milioni per la Coldiretti, i cui voti sono decisivi per il referendum. Sul Corriere (p.41) intervista a Fergus McCormick, dell'agenzia di rating canadese Dbrs: "Via la terza A all'Italia se la produttività non risale. C'è preoccupazione per l'Italia: servono maggiori prospettive di crescita".

ITALIA-POLITICA
"La stabilità secondo Visco". "Le scelte europee appaiono condizionate da una veduta corta", influenzata dagli appuntamenti elettorali – dice al Foglio (in prima e a p.8) il governatore di Bankitalia – Oggi l'Italia e l'Europa devono procedere lungo un percorso di cambiamento, che riguarda certo anche le istituzioni, senza drammatizzare le conseguenze economiche e finanziarie di una scelta o dell'altra". Più esplicito Padoan, nell'intervista alla Stampa (in apertura e a p.2): "Per il referendum sui mercati internazionali si è creata un'aspettativa da dine mondo e questo è un problema ma si diceva lo stesso della Brexit. La cosa che mi preoccupa è l'interruzione per chissà quanto del processo di riforme del governo. L'Italia perderebbe un treno che potrebbe non ripassare. Votare sì sarebbe un enorme passo avanti per il Paese perché migliorerebbe il funzionamento delle istituzioni". E se vincesse il no e Renzi desse le dimissioni prenderebbe il suo posto? "Non sono un politico, non sussiste neanche come ipotesi". E' scontro tra Renzi e minoranza dem per l'appello a destra per il referendum ieri sul Foglio (Sole p.24 e tutti). "Renzi sbaglia, non si vince con i voti della destra". "Rifiutare i voti di destra è da perdenti" (Repubblica p.4). E sull'Italicum: "Pronto a cambiarlo perché le riforme costituzionali sono più importanti" (Corriere p.8). Zanetti al Corriere (p.8): "L'antirenzismo può far perdere altri 10 anni all'Italia, come nel 2006. Ora la rivincita dei moderati".  Su Repubblica (in apertura e a p.2 e 3) le strategie del Pd per vincere il referendum: missione negli Usa e in Canada per convincere gli italiani emigrati e volontari sul web. Una "macchina" che costa 1,7 milioni. Il Fatto (in apertura e a p.4): "arruolati pure gli ambasciatori per cercare voti al referendum". Sul Giornale (in apertura e a p.11) "l'avvertimento" di Davigo a Renzi: "Prima si rubava per fare carriera nel partito, oggi ci sono altri metodi. Quando celebreremo i processi sulle primarie capiremo come funziona". Per il Giornale un "preavviso di garanzia".

EUROPA
Tedeschi "pigliatutto" in Commissione Ue: sul Sole (in prima e a p.26) il disagio crescente verso l'onnipresenza ingombrante dei tedeschi a Bruxelles. A Oettingher anche la delega al Bilancio appena lasciata dalla bulgara Georgieva. In questo modo la Germania diventa l'incontrastato deus ex machina dei negoziati Ue sulle finanze comunitarie presenti e future, scrive la Cerretelli. Stessa occupazione in Parlamento e in Consiglio. Le banche tedesche, in compenso, soffrono: ieri crollo a Wall Street di Deutsche Bank dopo la "fuga" di 10 hedge fund rivelata da Bloomberg; a Commerzbank ha confermato il taglio di 9.600 posti e la sospensione della cedola (Sole in prima e a p.29). In Spagna intanto socialisti nel caos: cala la stella di Sànchez, sale quella di Susana Dìaz, la "baronessa andalusa". Repubblica (p.16) parla di guerra dei Roses nel Psoe. 

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