Commentario del 14.09.2016

IN PRIMA PAGINA
Un caso politico il "sì" dell'ambasciatore Usa al referendum di Renzi (Repubblica e tutti). Bersani a Repubblica: "Un'ingerenza incredibile". Il Giornale: Mattarella, batti un colpo. Una gaffe – l'endorsement di Phillips per Renzi – scrivono Repubblica e Corriere. Ma anche Di Maio ha fatto il suo scivolone, paragonando Renzi a Pinochet e scambiando il Cile col Venezuela (Messaggero e tutti). Il Corriere: troppe invidie. Altro tema in primo piano, il pil rivisto al ribasso da Padoan: 0,9% nel 2016 (Sole). Il Fatto: dopo tante bugie anche Padoan si arrende. A rischio 10 miliardi (Repubblica). In Libia, arrivano 300 soldati e medici italiani. Pinotti e Gentiloni: non è un'azione militare (Stampa, Unità). Il Giornale: siamo in guerra. Sul Sole l'impegno di Juncker sugli investimenti. Su Sole e tutti il discorso di Draghi all'Europa: l'Unione deve rispondere ai bisogni e ai timori dei cittadini. Per il Foglio il primo discorso politico del governatore e di taglio cattolico.

ITALIA-ECONOMIA
Pil a 0,9% quest'anno, a 1,-1,2% nel 2017 (Sole in prima e a p.5 e su tutti). Padoan: "Taglieremo le stime del pil" (Repubblica in prima e a p.6). Renzi: ma ci sono segnali utili per fare il grande salto. A due settimane dall'aggiornamento del Def il ministro annuncia la revisione al ribasso delle stime di crescita. E le cose potrebbero peggiorare ancora se il referendum costituzionale non passasse perché "ci sarebbe un impatto economico". Per la manovra strada in salita: non ci sarà l'anticipo del taglio Irpef e sarà difficile far stare nei 25mld previsti il pacchetto pensioni, gli aumenti agli statali, i tagli fiscali per le pmi, la sterilizzazione dell'aumento Iva, gli aiuti alle famiglie in povertà. Il Sole (p.5) parla di dote da reperire di 6-7 mld che potrebbe salire a 8-9 miliardi. Osservato speciale, per Repubblica (p6) è il deficit pil, che potrebbe volare dall'1,8% al 2,3-2,4%, ma questo non piacerebbe a Bruxelles. Padoan stesso ha frenato sulla richiesta di nuova flessibilità. Attesa per l'intervento di Padoan al Centro studi Confindustria: per Di Vico (Corriere p. ) è urgente diradare la nebbia che avvolge il taglio delle tasse. Boccata d'ossigeno dalla produzione industriale, risalita a luglio dello 0,4: una produzione in altalena, per il Sole (p.11). Alla debolezza della domanda interna si aggiungono le incertezze sul versante internazionale. Il Messaggero (p.5) torna sul "cantiere" della riforma delle pensioni, con le richieste dei sindacati: almeno 2,5 mld di risorse e e poi la definizione della vicenda dei lavoratori precoci e l'estensione dell'Ape sociale. Camusso (Cgil): "Difficile che il 21 si chiuda". La "strategia della pensione" non fa bene alla ripresa italiana, scrive il Foglio. La sorte di pensionati e pensionandi ha monopolizzato finora il confronto politico sulla Stabilità e ha già catalizzato il quadruplo delle risorse destinate agli sgravi per la contrattazione aziendale, mentre le politiche attive del lavoro restano al palo. C'entra il referendum che incombe, si chiede il Foglio?. Nell'editoriale del Corriere (in prima e a p.35) De Bortoli stigmatizza invece la guerra delle cifre sul lavoro: quello che è certo è l'altissimo tasso di disoccupazione giovanile e il fallimento di Garanzia Giovani. Bisognerebbe sentire questo senso di esclusione e di ingiustizia dei giovani come un'emergenza nazionale e invece il Paese è prigioniero degli egoismi generazionali. Sul Sole (p.4) e tutti il rapporto Consob su investimenti e risparmio delle famiglie italiane: depositi bancari e postali surclassano azioni e obbligazioni, bond bancari più gettonati dei titoli di Stato. Ma mentre nell'Eurozona nel 2015 la ricchezza delle famiglie è cresciuta del 3,2% in Italia è rimasta invariata.

ITALIA-POLITICA
Gli Usa con Renzi (Repubblica): "Il no passo indietro per gli investimenti stranieri in Italia". Un caso politico l'endorsement dell'ambasciatore Usa Phillips  per il "sì" al referendum (Corriere, Stampa, Messaggero). Idem Fitch: "Se ci fosse un voto "no" lo vedremmo come uno shock negativo per l'economia e il merito di credito italiano". No comment da Palazzo Chigi, che però fa filtrare irritazione per un intervento così esplicito. "Mattarella, batti un colpo", l'editoriale di Sallusti sul Giornale. "Che cosa ha promesso Renzi in cambio di questi appoggi?". Un boomerang l'uscita di Phillips, ora per Palazzo Chigi è più difficile svelenire il clima, scrive Franco sul Corriere (p. 3). "L'America vota Renzi e spinge Bersani sul "no", titola il Fatto (p.2). Bersani che a Repubblica dice: "Intrusione incredibile, ma per chi ci prendono? Il giorno dopo il referendum sarà tutto come il giorno prima: stesso governo, stessi problemi". Distanze siderali anche con Renzi: "Abbiamo due idee opposte della democrazia. Se il referendum è domani io voto No". Contro l'ambasciatore Usa tutte le opposizioni. Folli su Repubblica (in prima e a p.31) parla di gaffe di Phillips: "Niente di strano se a Washington si augurano che vinca il sì: la pensano allo stesso modo a Berlino, Parigi e altrove. Ma ad infrangere un codice diplomatico si rischiano effetti controproducenti. E le buone intenzioni non sempre producono i risultati attesi". Stessa analisi sul Corriere (p.2) dall'editorialista del NYT Roger Cohen: "Come per Obama su Brexit quelle frasi potrebbero rivelarsi controproducenti". Ma gaffe chiama gaffe. "Renzi come Pinochet in Venezuela" l'affondo di Di Maio contro il premier (Repubblica p.4), confondendo però il Cile col Venezuela. Intanto Di Battista apre a un governo di scopo (Corriere p.5). Bersani: "Parliamo" (Fatto p.5). Succede tutto in tv. Di Battista, dalla Gruber, dice: "Se vince il No Renzi deve fare un passo indietro ma per me va benissimo andare al voto nel 2018: magari si può trovare un altro premier, un governo di scopo e fare la legge elettorale". Ma non dice se del governo M5S ne farebbe parte oppure no. Bersani, da Floris, apre: "I 5 Stelle non sono populisti, ma un movimento di centro. E il Pd deve dialogare con il centro".

EUROPA
Piano Juncker alla fase 2: 200 miliardi per lo sviluppo e 30 per gestire i migranti. Repubblica (p.6), Sole (p.7) e altri anticipano il discorso di Juncker sullo Stato dell'Unione, col quale rilancerà il Fondo straordinario per gli investimenti – per il quale chiede altri 100 mld per il 2018 e 100 per il 2019 – e 30 miliardi per il Migration Compact, proposto dall'Italia e fatto proprio da Bruxelles. Da Juncker attese anche aperture su flessibilità e conti pubblici. Capitol oa parte, la Difesa: ci si aspetta una road map per una cooperazione sulla difesa e lo sviluppo di una capacità militare comune. Altro appuntamento chiave, il vertice dei capi di Stato e di governo di Bratislava. Schulz a Repubblica (p.7): "Grave se non ne uscisse niente di concreto. Occorrerà trovare compromessi e dare qualche risposta concreta ai problemi che abbiamo di fronte se l'Europa vuole riconquistare la fiducia dei suoi cittadini". Per Schulz "bisogna ripartire dal mercato interno, che rischia di essere indebolito dalla Brexit: uno strumento per stimolare la crescita e distribuire meglio la ricchezza. La lotta all'evasione e all'elusione fiscale dei grandi gruppi può essere un modo per reperire risorse e ridistribuire la ricchezza senza imporre nuove tasse". Draghi a Trento: "La Ue non si deve fermare", serve maggiore integrazione comunitaria su immigrazione, sicurezza e difesa. La sovranità nazionale resta fondamentale per il governo di un Paese ma l'unico modo per preservarla, in un contesto globalizzato, è condividerla nella Ue. Quanto al populismo una via per batterlo è ascoltare maggiormente i cittadini. Per Merli (Sole p.19) un discorso politico che traccia la linea del dopo Brexit. Anche Ferrara sul Foglio (in prima) parla dell'intervento a Trento come del primo discorso politico di Draghi: non ha demonizzato la Brexit né i populismi ma ha ricordato che i progressi nell'integrazione politica della costruzione europea devono produrre risultati diretti e tangibili, capaci di combinare "legittimità ed efficacia".

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