Commentario del 10.09.2016

IN PRIMA PAGINA
In evidenza il vertice anti-austerità ad Atene: ora crescita (Sole). Scoppia la lite europea (Stampa). Berlino attacca Italia e Francia. La replica di Renzi: "Germania rispetti le regole" (Corriere). Messaggero apre con l'intervista al ministro Padoan: "Basta tagli, ora si investe. Nella stabilità produttività e risorse per la povertà". Pensioni, Renzi replica a Feltri su Libero: "Ecco cosa farò". Politica. Napolitano a Repubblica: "Basta guerra sul referendum e l'Italicum va cambiato". Ampio spazio alle vicende romane. Il caos Roma fa calare il M5S, ma resta primo partito (Corriere) , ma per Repubblica il Pd supera il Movimento. Grillo al Corriere sul caso Roma: "Non siamo perfetti". Unità in apertura definisce Grillo "l'ottavo re di Roma". Esteri, spazio su Stampa, Sole e altri alla prova di forza atomica della Corea del Nord. Quinto test nucleare. Obama: "Ci saranno conseguenze". Anche la Cina prende le distanze. Novità sul caso Regeni: l'Egitto ammette che era controllato (Repubblica e altri). Banche. Mps: pronta la svolta (Sole). Fatto contro Renzi: caccia Viola (Mps) ma dice "fuori la politica dalle banche".

ITALIA-ECONOMIA
"L'Italia deve investire, i tagli frenano la crescita": il ministro Padoan al Messaggero (in prima e p.2) parla di stabilità, indicando nell'eliminazione delle clausole di salvaguardia il primo obiettivo. "Poi – spiega – ci stiamo concentrando su misure selettive per investimenti, produttività, pensioni e risorse per la povertà". Sulle pensioni, Renzi replica a Feltri su Libero (in prima e p.5) annunciando l'intenzione di intervenire sulla pensioni basse per favorire inclusione e crescita. "Vogliamo mettere più soldi su pensioni basse e anticipo pensionistico, non meno come accaduto in passato". Intanto
Padoan conferma nella manovra il super-ammortamento, la riduzione dell'Ires e gli incentivi alla produttività "da finanziare con la possibile apertura della voluntary disclosure, lotta all'evasione e spending". Ma uno dei temi chiave resta la flessibilità Ue. "Mi aspetto che si ragioni in termini di saldi strutturali. Il principio di flessibilità in cambio di riforme va reso trasparente e non oggetto di negoziato". Con riforme e investimenti l'Italia si prepara a trattare: il deficit al 2,3% può consentire margini di manovra, sul tavolo anche le spese post sisma (Repubblica p.11). Moscovici ammonisce l'Italia: "Ha già avuto flessibilità e deve rispettare le regole". Le parole del commissario agli affari economici Ue lasciano poco spazio a nuove concessioni all'Italia mentre Bruxelles si prepara a cambiare il Patto di Stabilità per renderlo più semplice e comprensibile (Messaggero p.3).  Ieri vertice dei Paesi del Sud Ue in Grecia: meno austerity e più crescita hanno chiesto Renzi, Hollande, Tsipras e altri leader (su tutti). Ma l'Europa è divisa sull'austerity (Stampa). Berlino in pressing. Weber (Ppe) ad Avvenire (p.9) dice: "Basta doppi giochi, le regole non cambiano". Renzi, conferma il passaggio del deficit dall'1,8% al 2,3 – 2,4%. Il premier, soddisfatto della vicinanza di Hollande  - "Rappresentiamo più di metà degli europei" -, attacca la Markel invitandola a rispettare le regole. Intanto si è tornato a parlare di completamento dell'Unione monetaria, un argomento che piace a molti governi ma che è controverso nelle discussioni tra i ministri (Sole p.5). Padoan al Messaggero: "La condivisione del rischio è sicuramente un elemento chiave per la convergenza tra Paesi, ma bisogna procedere parallelamente alla riduzione del rischio, un'esigenza avvertita dai Paesi con economie in condizioni migliori. Le due cose si rafforzano a vicenda. E l'euro tanto più avrà senso quanto più in prospettiva queste due attitudini si svilupperanno di pari passo".

ITALIA-POLITICA
Referendum, un sondaggio riportato da Repubblica (p.3) vede il Sì avanti, ma solo di tre punti. Fondamentale convincere gli  indecisi, ancora al 30%. "Bocciare la revisione della Carta sarebbe un'occasione mancata" avverte a Repubblica (in prima e p.4) Napolitano, che torna a chiedere di riflettere sull'Italicum "perchè rispetto a due anni fa lo scenario è cambiato: nuovi partiti hanno rotto il bipartitismo e il rischio è che vada al governo chi al primo turno ha ricevuto una base troppo scarsa di legittimazione popolare". La minoranza dem: "Subito una svolta, o al referendum voteremo no" dice Speranza (Pd) al Corriere (p.12). Renzi apre alla discussione: "Sediamoci – ha detto ieri sera a Lecce di ritorno dal vertice di Atene – e troviamo una soluzione tutti insieme" (Repubblica p.5). Padoan al Messaggero (in prima e p.2) definisce "un grave dramma per il Paese l'eventuale vittoria del No". Per Franco (Corriere p.29) sono "dannose per tutto il Paese" le liti interne al Pd, che hanno sovraesposto l'Italia ad un pericolo di stabilità e di tenuta del sistema. Ma le opposizioni lavorano per il No. "E' una riforma profondamente sbagliata e pericolosa, che può dare il via ad un altro regime e non risolve alcun problema": così Berlusconi in un intervento sul Giornale (in prima e p.6) ribadisce il suo No alla riforma, "ma – precisa - non è un dispetto politico al governo". La replica di Fassino sull'UNità (p.5): "Non vedo alcun pericolo per la democrazia".
M5S, le vicende della giunta romana fanno perdere il 2% ma – scrive Pagnoncelli (Corriere in prima e p.11) – il Pd non ne approfitta. Di diverso avviso il sondaggio Demos riportato da Diamanti su Repubblica (in prima e p.2) che vede il controsorpasso dem sui grillini. Per Mannheimer (Giornale p.10) un governo M5S sarebbe un incubo per tre italiani su quattro. Grillo, in un intervento sul Corriere (in prima e p.9) ammette: "Non siamo perfetti ma non ci arrendiamo".
Nel centrodestra, intanto, Parisi da Fiuggi tende la mano ai big forzisti, che applaudono (Corriere p.12). Berlusconi sul Giornale (in prima e p.6) chiede di "allargare l'area liberale". Nonostante la tregua di Fiuggi – scrive  il Giornale (p.7) – Parisi e Fi restano due universi paralleli.

EUROPA
L'inchiesta del Corriere (prima e p. 2-3) si occupa di come Londra sta aggirando la Brexit: accordi bilaterali senza Bruxelles creando più di qualche imbarazzo nelle controparti nazionali. Questo mentre l'Europa litiga sull'austerity, con i Paesi del Sud che chiedono di puntare sulla crescita, e la Germania che torna a bacchettare. Di fatto la Gran Bretagna vuole i vantaggi del mercato unico evitando le regole Ue, cavalcando l'idea di attivare solo agli inizi del 2017 l'articolo 50 del Trattato, ossia la clausola di recesso vincolante per l'avvio dei negoziati che porteranno al "leave". La linea ufficiale per il momento è "che serve tempo a noi e all'Ue per preparare i negoziati per la Brexit" come detto dal portavoce della May al termine di un incontro con Tusk. Merkel: "Un Paese non può, finchè è membro Ue, negoziare questi accordi fuori dalla Ue". Sui migranti, invece, la May vorrebbe ottenere dalla Ue il controllo sugli immigrati comunitari nel Regno Unito e un "accordo giusto" per gli scambi commerciali: in pratica Londra vuole "un'uscita soft". Intanto sul fronte italiano, Milano si candida per ospitare la sede dell'Agenzia europea del Farmaco: "Possiamo farcela" dicono in coro le istituzioni milanesi.

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