Commentario del 13.09.2016

IN PRIMA PAGINA
In primo piano l'economia, con le indicazioni sulla legge di stabilità. "La strategia della pensione" (Unità): accordo sulle regole per l'anticipo pensionistico (Corriere, Messaggero e tutti), taglio dell'Irpef rinviato al 2018 (Stampa). Sul Sole spazio al piano Italia 4.0: 7 mld per rilanciare gli investimenti. Intanto i dati Istat evidenziano la crescita del lavoro (Repubblica). In politica, apertura di Renzi a cambiare l'Italicum (su tutti). Bersani dice "no". Il Pd sonda i partiti, minoranza dem scettica, no del M5S (Sole). Intanto la Consulta pronta a rinviare il parere sulla legge elettorale a dopo il referendum (Messaggero). Renzi sicuro sul voto sulla riforma costituzionale: "Recupererò i voti di Fi e M5S" (Corriere). Esteri, spazio su tutti i quotidiani alle condizioni di salute di Hilary Clinton: ha la polmonite. Campagna elettorale sospesa, Biden pronto a scendere in campo.

ITALIA-ECONOMIA
Stabilità in primo piano. Il ministro Padoan da Porta a Porta punta sulla voluntary disclosure "per recuperare circa 4 mld di euro", che serviranno a finanziare i conti del prossimo Bilancio (Corriere p.6 e tutti). Confermata la riduzione dell'Ires e il superammortamento (che potrebbe essere  potenziato) mentre chiude all'anticipo del taglio dell'Irpef. Dalla Campania, Renzi: "La riduzione delle tasse è l'abc per la competitività" (Sole p.8 e altri). Stampa (p.3) parla di manovra in salita: è sfida aperta con Bruxelles per evitare l'aumento dell'Iva. Il Tesoro si appella a crisi e Brexit mentre cerca risorse per 25 mld, 15 dei quali serviranno a neutralizzare la clausola di salvaguardia, quindi resterebbero solo 10 mld per la manovra vera e propria. Intanto, accordo vicino governo-sindacati sul tema pensioni (su tutti). Spazio alle regole per l'Ape, che prevede un anticipo fino a 3 anni e 7 mesi (su tutti). L'anticipo sarà a costo zero per le categorie disagiate con reddito fino a 1.200 euro netti, mentre il costo potrebbe sfiorare il 25% per coloro che scelgono di anticipare l'uscita. Le aziende copriranno parte dei costi se il lavoratore decide di anticipare per via di una ristrutturazione aziendale.  In arrivo anche il bonus 14esima. Il meccanismo sarà sperimentale per due anni, poi si potrà correggere il tiro: è un'apertura ai sindacati nel tentativo di trovare un accordo (Corriere p.7). Barbagallo (Cisl) alla Stampa (p.3): "Aspettiamo un ultimo ritocco sulle risorse messe a disposizione, chiediamo almeno 2 mld e mezzo per le pensioni". Damiano sull'Unità (in prima e p.2): siamo sulla strada giusta, ora soluzioni per esodati e precoci. IL confronto governo-sindacati potrebbe chiudersi senza un vero accordo – scrive Marro (Corriere p.6) – perchè tentare l'affondo su un'intesa formale potrebbe aprire la strada a un accordo separato, senza la Cgil. Polemico Libero (in prima e p.5): in pensione prima per lavorare in nero. Intanto arrivano i dati Istat sul lavoro nel secondo trimestre 2016: 198mila nuovi posti, 109 mila disoccupati in meno. Calano anche i "neet" e la disoccupazione migliora dello 0,1% (su tutti). Renzi: "Il Jobs Act funziona". Repubblica (p.7) analizza i numeri: la riforma è costata 15 mld e nell'ultimo anno ha creato 439 mila posti di lavoro. Ma con l'affievolirsi degli sgravi la spinta sta rallentando. Fatto (in prima e p.12) parla di dati che mostrano una "precarizzazione" del lavoro, mentre per Giornale (in prima e p.4) parla di numeri manipolati e giochi di prestigio. Monducci (Istat) a Repubblica (p.7): "Numeri coerenti, l'occupazione sta migliorando, almeno fino al secondo trimestre". Giovannini, ex Istat al Corriere (p.6): "L'efficacia delle politiche sul lavoro non si valuta guardando il numero degli occupati".

ITALIA-POLITICA
Renzi apre alle modifiche sull'Italicum nella sua consueta e-news, ma trova un muro (Corriere p.10 e tutti). La sinistra Pd ribadisce il "No" al referendum, "visto che le aperture di Renzi sono strumentali" come ha detto ieri Bersani. Il ministro Orlando all'UNità (in prima e p.5): "Sull'Italicum la sinistra dem sta perdendo un'occasione. L'impressione è che la battaglia sull'Italicum sia un pretesto per dire No al referendum". Renzi prova a sondare anche gli altri partiti, ma Fi e M5S sono indisponibili a cambiamenti elettorali. "Andremo avanti e ci confronteremo con tutti" tira dritto Renzi, che è sicuro di avere dalla sua gli elettori Pd, mentre i voti da recuperare sono quelli dell'elettorato di Fi e M5S per vincere il referendum (Corriere p.10). Palmerini sul Sole (in prima e p.21) vede nell'apertura di Renzi, insieme alla spersonalizzazione e alle novità sulle pensioni in Stabilità, il tentativo di ampliare il consenso in vista del voto sul referendum, anche se Repubblica (p.11) coglie nel voto sulla riforma costituzionale il possibile "big bang" del Pd, che potrebbe essere giunto all'ultimo round prima della rottura. Secondo il Sole (p.21) Renzi sarebbe pronto a discutere modifiche all'Italicum, ma ci sono dei paletti: premio di maggioranza e doppio turno per garantire la governabilità. Di diverso avviso la Stampa (p.9), secondo cui la strada del nuovo Italicum è già segnata: Pd pronto a introdurre premio alle coalizioni e aumenti dei collegi per avvicinare il rapporto eletto-elettore, con un sistema definito "provincellum". Una proposta che difficilmente, in caso di vittoria del Si al referendum, Ncd, sinistra Pd e Sel potranno rifiutare. D'Alimonte (Sole p.21) sottolinea il rapporto più diretto tra eletti ed elettori con il "provincellum", anche se resta da correggere il difetto della presenza di più candidati per uno stesso collegio, e collegi senza rappresentanti. Ma  - scrive D'Alimonte – queste modifiche non faranno cambiare idea a chi demonizza questa legge.  Intanto Lupi (Ap) al Corriere (in prima e p.11) propone una legge che copi le Regioni, prevedendo un turno unico senza ballottaggio e premio di maggioranza alla coalizione contenuto a 90 seggi. Nel frattempo sull'Italicum c'è l'ipotesi di rinvio del parere della Consulta a dopo il referendum: pesano tempi tecnici e altri ricorsi, ma c'è soprattutto il nodo dell'eventuale nuova Carta (Messaggero in prima e p.9). Ainis (Repubblica p.40): la Consulta si trasforma da arbitro in giocatore visto che i partiti non riescono a mettersi d'accordo.

EUROPA
Conseguenze della Brexit: tra Gb e Ue lo spettro dei visti. La premier May cerca un compromesso, ma Jhonson incalza: "Riprendiamo il controllo dei confini". La Rudd: "Il dialogo sull'uscita dal'Unione va in due direzioni". Bruxelles valuta l'estensione alla Gb della tariffa di 60 per l'accesso alla zona Schengen (Corriere p.15). Intanto Cameron dice addio alla vita politica, il premier della Brexit lascia il seggio (Corriere p. 15 e altri). Si dedicherà a cause umanitarie: "Non voglio diventare una distrazione" ha detto lasciando Westminster
Sul Foglio, in prima (e su altri) l'Italia scommette su Tripoli e manda medici contro l'Isis in Libia. Oggi alle Commissioni parlamentari si discute l'invio di 200 parà e di personale per ospedali da campo a Misurata. L'aiuto italiano è stato pensato per risolvere la questione legata all'assistenza, in una città relativamente tranquilla che si avvia però verso una guerra civile e la presenza di soldati stranieri rappresenta un incentivo agli attacchi. Libero (prima e p. 13) attacca chi, come la Pinotti, parla di operazioni umanitarie: i militari italiani non andranno a caccia di dromedari e rischiano di tornare indietro nelle bare e il governo va contro quella Costituzione che "ripudia la guerra", ma che l'esecutivo aggira a parole: tutto per rimediare ai danni di Sarkozy.

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