Commentario del 12.09.2016

IN PRIMA PAGINA
Renzi apre sull'Italicum: "Disposti a discutere tutto" (Stampa). Ma la legge rischia alla Consulta (Repubblica). La minoranza Pd pronta a votare no al referendum, ma per Renzi ora il bersaglio è D'Alema: "Non ci ruberà il futuro". Bersani: "Da Matteo la solita canzone" (Corriere). Oggi intanto il governo incontra i sindacati sulle pensioni. Nannicini: "L'anticipo sarà per tutti" (Corriere) ma sull'assegno tagli fino al 18% (Messaggero). Boeri: il problema è l'equità del sistema, non la sostenibilità. Il Giornale: i diritti acquisiti non si toccano. Sul Sole la classifica delle liti in Tribunale: si fa causa per crediti, multe e Rc auto. Spazio anche alle vicende di Roma: si sgonfia il caso dello scontro Raggi-Vaticano, smentito da Oltretevere, monta il caso della scorta alla sindaco per fare la spesa. "Virginia pedinata e linciata" l'apertura del Fatto: anche Saviano la difende. Intanto nel M5S direttorio al tramonto: Grillo prepara il taglio (Corriere). Dagli Usa l'ombra della malattia su Hillary Clinton (Corriere e tutti). Libero: non si regge in piedi, non può fare il presidente. Su Repubblica i 200 paracadutisti della Folgore a Misurata per proteggere i medici dell'ospedale italiano.

ITALIA-ECONOMIA
Pensioni anticipate, flessibilità per tutti, anche gli Statali (Corriere p.2), assegni mensili tagliati fino al 18% (Messaggero p.2). In primo piano su tutti il pacchetto pensioni del governo anticipato ieri dal sottosegretario Nannicini in vista dell'incontro di oggi con i sindacati. Perno del piano è l'Ape, anticipo pensionistico di cui potranno beneficiare tutti i lavoratori, dipendenti, autonomi, partite Iva e statali. L'uscita sarà su base volontaria e sostenuta da un assegno mensile anticipato dall'Inps ma a valere di un prestito ottenuto dalle banche da restituire in 20 anni. La penalizzazione dovrebbe aggirarsi tra il 15 e il 18%, molto più alta di quanto ipotizzato in alcuni ddl presentati in Parlamento, fermi tra il 2% e il 3%. Il costo dell'operazione dovrebbe aggirarsi tra i 700 e gli 800 milioni ma si punta ad abbatterlo a 500 milioni, forse riducendo a 2 gli anni di anticipo. Ma sul tavolo ci sono anche altre ipotesi avanzate da Renzi, come l'aumento delle pensioni minime o l'estensione della 14esima a chi prende fino a 1000 euro al mese. "Il problema vero che abbiamo in Italia è quello dell'equità, non quello della sostenibilità finanziaria del sistema pensionistico" ha detto Boeri (Messaggero p.2 e tutti). Il presidente dell'Inps è tornato ad attaccare il sistema dei vitalizi ai politici e di un contributo di solidarietà a chi ha pensioni molto alte. "Legare contributi e prestazioni, questo è il vero problema di fondo". Ma Nannicini frena: "Il rischio di mettere le mani nelle tasche sbagliate e troppo grosso. Meglio fermarci". Sul Corriere (in prima e a p. 2) la trappola del debito pubblico: il punto non è capire solo quanto spende lo Stato ma in cosa e in come. Tagli alla spesa, da Berlusconi in avanti, ce ne sono stati e di feroci ma hanno colpito la scuola e i servizi e con quello che si "risparmiato" si sono pagati gli interessi sul debito. E comunque è lecito dubitare se anche l'attuale governo abbia tagliato la spesa visto che quella corrente continua a salire.

ITALIA-POLITICA
Renzi pronto a trattare sull'Italicum: "Faremo la nostra proposta" (Stampa p.2) "ma basta con la guerra del fango" (Corriere p.5). Nel mirino del premier c'è D'Alema: "Il passato non ci ruberà il futuro".  Bersani deluso: "Dal premier la solita canzone". E Speranza conferma la rottura: "Da Renzi nessuna apertura, al momento il mio voto al referendum è no" (Corriere p.6). Giachetti alla Stampa (p.2): "Compagni senza vergogna: sono gli stessi che quando si poteva fare la legge elettorale con Letta dissero no al Matterellum. Per cambiare l'Italicum aspettiamo la Consulta. Premio alla coalizione unica modifica possibile". Rosato al Messaggero (p.8): "Troppi progetti in campo, ora serve un'intesa forte". Per la Stampa (p.3) in realtà Renzi non ha alcuna proposta alternativa all'Italicum né crede che un altro progetto possa trovare una maggioranza in Parlamento, semplicemente vuole lasciare il cerino nelle mani dei dissidenti. E D'Alema è il nemico perfetto nella nuova strategia per il "sì". Repubblica (p.3) parla invece di un piano di riforma dell'Italicum concordato con Alfano ma rinviato a dopo il referendum e che prevederebbe un premio di maggioranza alla coalizione. Il dubbio è se lasciare o sacrificare il ballottaggio, per Renzi la vera garanzia di governabilità. Per il Messaggero (p.9) il ballottaggio non si tocca. Su Repubblica (in prima e a p.5) le anticipazioni di Tito sul verdetto della Consulta sull'Italicum: nei palazzi della politica si teme la bocciatura. Dubbi sulla costituzionalità del premio di maggioranza, delle candidature plurime e sul divieto di apparentamento. Ma se la Consulta dovesse accogliere anche solo una di queste eccezioni l'Italicum ne uscirebbe stravolto costringendo Renzi a cambiare strategia in vista delle politiche del 2018. Intanto tra "sì" e "no" continua il dibattito. Su Repubblica (p.3) parla l'ex giurista Guido Calvi: "Presiedo il No ma siamo fuori dalle dispute tra dem. Totalmente autonomi da D'Alema C'è ostilità verso questa riforma, il mio compito è quello di suffragare quel sentimento con ragioni giuridiche e di buon senso". "Io dico Sì per evitare l'eterno gioco dell'oca" dice il governatore toscano Rossi al Corriere (p.6). "Ma Renzi deve essere più umile e la legge elettorale va rivista: penso sia importante assegnare il premio di maggioranza alle coalizioni".

EUROPA
Tobin Tax europea per finanziare il fondo delle emergenze comunitarie: su Repubblica (p.9) anticipazioni delle proposte del "comitato Monti" , primo passo verso il ministro unico dell'Economia. Il punto di partenza potrebbe essere un fondo proprio con cui gestire emergenze, politiche industriali e aiuti a qualsiasi titolo: un fondo in parte autofinanziato dal budget europeo in parte da altre voci. Potrebbe essere l'occasione per rendere europea la Tobin Tax, che Monti introdusse in Italia nel 2012 ma che ad oggi è operativa solo in 7 Paesi. Nel fondo europeo potrebbe confluire anche la Carbon Tax sulle emissioni, mentre saranno evitate "eurotasse". Per adesso le cifre in gioco sono basse perché si giustifichi la creazione di un ministro delle Finanze europee ma per il professor Baglioni "siamo di fronte al nucleo di base da cui potrà sprigionarsi una vera politica finanziaria comune, che potrebbe allargarsi al fondo per la disoccupazione o a iniziative in termini di gestione delle migrazioni e della sicurezza". Il fondo "autofinanziato" potrebbe essere l'inizio di una  nuova era e il viatico verso "sviluppi rivoluzionari come gli eurobond". Su Libero (in prima e a p.4) l'allarme della Bonino: "La Ue è una grande incompiuta davanti a un bivio:accelerare sul progetto iniziale di Unione oppure fallire, col ritorno agli Stati nazionali. E la responsabilità del fallimento è degli Stati membri che hanno dormito sui primi dieci anni di successi dell'euro e non hanno voluto vedere e capire quello che accadeva nel mondo". Sul Sole (in prima e a p.5) l'agenda della ripartenza della Commissione: mercoledì il discorso di Juncker sullo Stato dell'Unione, da venerdì il vertice di Bratislava. In primo piano conti pubblici e immigrazione. Il Sole: serve una strategia contro fantasmi e populismi.

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