Commentario del 24 luglio 2017

IN PRIMA PAGINA
Siccità, mezza Italia in crisi (Corriere). In 10 Regioni si rischia la Grande Sete (Stampa, Messaggero). Galletti striglia i governatori: "Rete idrica colabrodo" (QN). Roma a rischio razionamento: su Repubblica il piano per superare la crisi. Libero: manca l'acqua ma 4 litri su 10 vanno sprecati.
Politica tra riassetti e giustizia. Pisapia: il Pd non è il nemico divisi si può solo perdere (Repubblica). L'avvocato Coppi replica invece a Gabrielli su mafia e corruzione: "Allargare il 416bis? Semmai l'opposto" (Messaggero). Scende la fiducia degli italiani nella giustizia (Messaggero).
Sul Corriere il futuro della Generazione 80: rischio pensione a più di 73 anni. Sul Messaggero la ripartenza dei mezzi pubblici: arrivano nuovi bus e treni. Ancora polemiche sull'uscita di Cattaneo da Telecom. "Meritati i miei compensi" l'autodifesa su Repubblica. Libero: la Tim si vergogna dei 40 milioni. Su L'Economia parla Donnet: "Italia più forte in Europa con Generali". Su Affari & Finanza parla Salini: "Guardo a Wall Street".
In Francia la stella Macron è già appannata (Corriere). In Israele agguato nell'ambasciata (Corriere).
In cronaca: choc in Kenia, italiana uccisa in villa (Messaggero e tutti). A Trento caccia all'orso che ha ferito un uomo (Repubblica). A Venezia il femminicidio di Maria, che difendeva la libertà delle donne (Corriere). Sulla Stampa: un bimbo su 3 passa l'estate senza vacanze.

ITALIA-ECONOMIA
"Va reso permanente il taglio ai contributi dei lavoratori giovani": così il vice ministro Morando alla Stampa, in vista della prossima manovra. "Dimezzare le tasse sul lavoro per due anni per i nuovi assunti, per le imprese che prendono un ragazzo a tempo indeterminato o con l'apprendistato. Dopo due anni in capo al lavoratore resta una riduzione fiscale, che negli anni si allargherebbe a macchia d'olio", la proposta di Morando. Altra misura, "incentivi a investimenti privati in macchinari ad alta tecnologia" e spinta alla contrattazione di secondo livello "per innalzare la produttività". Morando ipotizza anche una spinta a investimenti pubblici di enti locali. Decisivo, per il varo della manovra, sarà il voto di settembre sul piano di rientro dall'indebitamento strutturale: "è il via libera a una manovra che corregge i conti della metà rispetto a quanto previsto nel Def".
In manovra dovrebbe poi entrare un "pacchetto pensioni" che faccia il "tagliando" all'Ape – possibile la copertura di tutte le richieste arrivate – e preveda soluzioni per evitare il pensionamento a 67 anni dal 2019. Giovedì prossimo round tra il ministro Poletti e i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil (Stampa p.8).
Sul Corriere "Generazione 1980, miraggio pensione": per chi è nato dal 1980 in poi il regime pensionistico è completamente diverso da prima ma non ce n'è consapevolezza, avverte Stefano Patriarca, consigliere economico di Palazza Chigi. In pensione si andrà almeno a 69 anni e 5 mesi, a patto di aver maturato una pensione non inferiore a 640 euro netti. Chi non raggiunge questo minimo per aver subito disoccupazione e salari bassi potrà andare in pensione solo a 73 anni e 5 mesi. Si potrà andare in pensione anticipata a 66 anni e 5 mesi solo se l'importo maturato non è inferiore a 1.050 euro. Un sistema, sottolinea Patriarca, che premia coloro che fanno i lavori migliori (stabili e ben pagati) consentendo loro di ritirarsi prima, e punisce i più deboli, costretti alla pensione posticipata. Di qui le ipotesi di riforma della riforma Fornero. Si potrebbe agire anche sul modello del lavoro, ma il mercato sta cambiando e Industria 40 potrebbe polarizzare ulteriormente l'occupazione tra lavori continui e ben pagati e discontinui e poveri.

ITALIA-POLITICA
Centrosinistra, prosegue il progetto di Pisapia nonostante le polemiche per l'abbraccio con la Boschi (su tutti). L'ex sindaco di Milano a Repubblica (in prima e p.3): "Il Pd non è il mio nemico, il centrosinistra diviso perde e la polemica per l'abbraccio con Maria Elena è inutile". Il leader di Campo Progressista rivendica la coerenza del suo progetto per riunire il centrosinistra lavorando alla creazione di un movimento progressista autonomo e indipendente dal Pd: "Ma non rifaccio la Sinistra Arcobaleno, il progetto non è un partito del 3%, l'idea è avere alleati tutti quelli che stanno dalla tua parte". Pippo Civati al Fatto (p.6): "C'è troppo scollamento, non riusciamo a illustrare un intento distinto, autonomo. E non facciamo altro che parlare di Renzi e D'Alema. Potrei lasciare, e non ricandidarmi".
Centrodestra, Giorgia Meloni al Corriere (p.10) lancia la "coalizione dei patrioti" aperta "a chi – dice - voglia difendere l'interesse nazionale, il lavoro, le nostre imprese, i nostri confini e le nostre famiglie. Il contrario, insomma, di quanto avvenuto con Renzi. Si può lavorare con Lega, Fi e con le proposte civiche e centriste, ma a patto che non siano guidate da quelli che fino a ieri hanno governato con Renzi". Intanto, tra i centristi, allarme di Alfano: "Pd e Fi vogliono annientarci. Tra Renzi e Berlusconi c'è un'intesa, ma noi ci uniremo ad altri e andremo avanti" (su tutti). Ma non si ferma la diaspora in Ap. "Fi è l'unico centro, se Berlusconi chiama io ci sono" dice a Repubblica (p.4) Lionello Marco Pagnoncelli, mentre Maurizio Bernardo, spiega: "Vado nel Pd, Renzi mi piace e la destra non risorgerà".

EUROPA
Si appanna l'astro di Macron (Corriere p.14): popolarità in picchiata per il leader "napoleonico", sceso dal 64% di giugno al 54% di ieri. Già finita la luna di miele con i francesi (Stampa p.12): Macron paga per il piglio autoritario, messo in mostra con l'esautorazione del generale de Villiers, umiliato pubblicamente per aver osato interloquire sui tagli di 850 milioni al budget della Difesa. Il calo nei sondaggi è un'avvisaglia di tempesta, ora che si avvicinano gli scogli della riforma del lavoro.
Sul Messaggero (p.13) la preoccupazione di Palazzo Chigi per l'attivismo di Macron sulla Libia, avendo convocato all'Eliseo i rivali Serraj e Haftar. "Quando i francesi si occupano di Libia producono solo danni" gli umori che filtrano dalla Farnesina. Oggi a Roma la conferenza deli ambasciatori, presente anche il ministro degli esteri francese Le Drian.
Su Repubblica (p.11) l'eterno dilemma dei rapporti Italia-Francia, tra rivalità e alleanza. Il sottosegretario Gozi: "Su Libia e imprese Parigi non deve ripetere gli errori del passato". L'economista Alain Minc: "Macron sta tornando ai fondamentali: trattato con Berlino, poi ci si allarga agli altri partner. E' nell'interesse di Parigi appoggiarsi su altre capitali ma Roma non dorma".

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