Commentario del 20.07.2017

IN PRIMA PAGINA
Fuga a destra, strappo nel governo (Messsaggero). Gentiloni perde un ministro (Corriere e tutti). Costa lascia e va con Berlusconi, che però non offre posti in lista a chi torna (Messaggero). Gentiloni: "Ora stabilità" (Sole). Fatto parla di "controesodo tra Renzi e Berlusconi", ma per Repubblica non scatta la corsa a destra. Sondaggi, per Libero Salvini vale quanto Renzi. Tra i temi economici, spicca il rapporto di Confindustria sulla situazione del Mezzogiono: industria e start-up trainano la (lenta) risalita(Sole). Spazio anche alla polemica per i pensionati che emigrano all'estero: costano un mld. Boeri: "Un'anomalia" (Sole).
Dagli esteri, in evidenza lo scontro in Francia Macron-militari, lascia il capo della Forze armate: "Troppi tagli" (Sole e tutti).
Tra i temi che dominano le prime pagine, anche le intercettazioni chock legate al terremoto di Amatrice: "ridevano pensando agli appalti". Dopo L'Aquila tocca ad Amatrice (Messaggero e tutti). Ampio spazio anche alla commemorazione per il 25 anni dalle stragi di via D'Amelio: "Errori su Borsellino" accusa Mattarella davanti al Csm (Corriere e tutti).
Repubblica dedica ancora spazio ai fatti del G8 di Genova. La polizia è con Gabrielli, Scajola difende De Gennaro.

ITALIA-ECONOMIA
L'Italia viaggia verso una crescita dell'1,3%: lo dice il Fmi. Atteso anche un surplus struttuale di bilancio, pari allo 0,5% di Pil (Corriere). Ma restano alcuni nodi: l'efficienza della Pa  e il costo del lavoro nel settore privato. Costo del lavoro sul quale torna a concentrarsi Boccia (Confindustria) durante la presentazione del rapporto che indica la lenta ripresa del Mezzogiorno, spinta da imprese e start-up, ma azzoppata dai dati sulla disoccupazione giovanile. "Basta con le chiacchiere, servono i fatti – ha detto il numero uno di Confindustria -. Si è arrivati al paradosso di pensare alle pensioni dei giovani che non hanno lavoro, e dire che gli diamo la pensione è offensivo". Boccia punta molto sul patto di "equità generazionale" e su "un grande piano di inclusione dei giovani nel mondo del lavoro". Manca (Corriere p.29) sottolinea come la poltica di concentri troppo sul welfare e poco sulle politiche attive sul lavoro: per risolvere le questioni della disoccupazione giovanile servirebbe una classe politica meno attenta al consenso e più alle sorti del Paese. Intanto, sulle pensioni, arrivano i dati sui pensionati italiani emigrati: sono 373 mila, per necessità o per pagare meno tasse: da Porto a Lisbona, dalla Romania al Costarica, un mld la spesa per i pensionati emigrati. L'Inps manda loro assegni molto più generosi dei contributi che hanno versato. Allarme di Boeri su prestazioni assistenziali e quattordicesime: "Erogate anche in Paesi che già lo prevedono" (Repubblica p.10 e tutti).

ITALIA-POLITICA
Il ministro Costa si dimette per tornare in area Berlusconi. Renzi apprezza la coerenza, ma dice: "Non cambia niente. Si vota nel 2018". "Non potevo più tenere i piedi in due scarpe – dice Costa a Corriere (p.2) e altri -. Nel centrodestra c'è la possibilità di ricucire intorno alle ricette liberali. Anche Renzi è un liberale vero, lui e Berlusconi sono fatti per stare dalla stessa parte". Gentiloni sollevato dal passo indietro del ministro: "Meglio così, ora più coesi e più forti" (Messaggero p.5 e altri). Restano in bilico i numeri al Senato. Strada libera per lo ius soli (Repubblica p.5). Il vero scoglio è la legge di Bilancio (Corriere p.3). L'appello di Gentiloni è – per Palmerini (Sole in prima e p.8) – rivolto a Pd, Ap e Mdp, ma anche a Berlusconi, il quale con la campagna acquisti rischierebbe di ritrovarsi la responsabilità della sopravvivenza del governo. Franco (Corriere p.5) sottolinea la stabilità di Palazzo Chigi che, nonostante sia sotto attacco da più fronti, prosegue nel suo galleggiamento: è come se i partiti sapessero che gli attacchi a Gentiloni devono fermarsi di fronte al rischio di una crisi. Per Folli (Repubblica in prima e p.29) i tormenti del governo Gentiloni anticipano la condizione che potrebbe presentarsi, aggravata, all'inizio della prossima legislatura: la differenza è che Gentiloni ha ancora una maggioranza e può contare sul Colle, che riuscirà ad arginare la crisi a meno che lo stillicidio dei centristi non diventi una frana.
Nel centrodestra c'è aria di movimento. Ap è in fibrillazione, molti parlamentari guardano a Fi e sperano che Costa apra la strada per tutti. Ma per il Messaggero il Cav non offre posti in lista a chi torna. Non chiude, ma avverte: "Formate una nuova aggregazione e correrete con noi" (Messaggero p.7). Secondo il Corriere (p.4) la strategia del leader di Fi è svuotare Ap e creare una lista di "esuli". "Non è la campagna acquisti la strada per la ricomposizione del centrodestra – commenta Stefano Parisi al Messaggero (p.7) – Non cerchiamo la somma di sigle, ma è ben accetto chi voglia costruire un soggetto nuovo".

EUROPA
Sulla Stampa (p.7) lo studio che fotografa l'inarrestabile ascesa dei partiti populisti in Ue: le forze antisistema sono il terzo partito. Superati i liberali, lo studio prevede un aumento dopo i voti in Italia e Austria.
Pugno duro di Macron con i militari: costretto alle dimissioni il Capo di Stato maggiore Pierre di Villiers dopo il brusco scontro sui tagli alla Difesa (Messaggero p.13). Critiche a Macron da sinistra a destra, ma è già stato nominato il sostituto: si tratta del generale Francois Lecointre.
Polonia, la Ue contro la riforma della giustizia: "Stato di diritto minacciano". Sempre più vicine le sanzioni per Varsavia, che potrebbe essere salvata dal veto ungherese (Stampa p.6).
Migranti, Minniti in pressing sui sindaci per l'accoglienza: convocati i prefetti, che devono cercare di dialogare con i sindaci perchè aprano le porte ai migranti (Messaggero p.12). Mentre il titolare del Viminale cerca di chiudere la questione del nuovo codice per le Ong con l'Ue e gli accordi con la Libia, si cerca il punto di incontro per frenare il braccio di ferro con i sindaci.

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