Commentario del 28.07.2017

IN PRIMA PAGINA
Schiaffo di Macron a Fincantieri: Parigi nazionalizza Stx. Padoan furioso: decisione grave (QN e tutti). Tajani al Sole: "Parigi rispetti impegni sull'industria della Difesa Ue". Il caso è anche politico: l'amico Macron ci fa la guerra (Fatto). Il Giornale: Galli francesi e polli italiani. Il Foglio parla invece di "savoir faire" francese. Intanto Telecom Italia diventa francese (Sole).
Con Parigi è scontro anche sulla Libia: spunta un piano francese per aprire hot spot in Libia (Sole). Repubblica dà per imminente la missione navale italiana nelle acque libiche per fermare i migranti, ma c'è la retromarcia di Tripoli. Serraj: "Mai chieste navi" (Corriere).
Sul fronte politico il Giornale rivela: c'è un complotto nel Pd per far fuori Renzi. Per i dem urne e casse vuote e i dipendenti finiscono tutti in cassa integrazione (Fatto).
Dal Fondo Monetario Internazionale altra "foto" dell'Italia: i dipendenti guadagnano meno di 20 anni fa (Stampa). E ora il caro euro rischia di mettere in ginocchio l'export (Italia Oggi).
In prima pagina anche Roma, con lo scontro tra il dg Atac e il Campidoglio. Scoppia il caso delle segnalazioni. Il Corriere: Raggi ora deve decidere. E sull'acqua, stop ai prelievi a Bracciano. A Roma razionamenti da lunedì. Galletti: "Capitale in cima alle emergenze". Intanto la Procura apre un'indagine su Bracciano, perquisiti gli uffici Acea (Repubblica).
Sul Corriere la storia di Elisa, 46 anni, in coma da 12. Il padre: la legge deve cambiare. Su QN e tutti il dramma dell'Argentario: la comandante dei Vigili uccide il figlio e si toglie la vita.

ITALIA-ECONOMIA
Schiaffo all'Italia: Parigi nazionalizza i cantieri di Saint Nazaire per stoppare Fincantieri, pronta all'acquisizione della Stx. Gentiloni: "Su Fincantieri non trattiamo: c'era un accordo tra azienda e governo", per l'Italia fa ancora fede quello. "La proposta di dividere a metà il capitale di Stx per noi è irricevibile, siamo pronti a rompere la trattativa" (Stampa p.2). Padoan e Calenda: "Decisione grave e incomprensibile non dare seguito ad accordi già conclusi. Non c'è ragione che per cui Fincantieri non possa acquisire il controllo di un gruppo coreano per i due terzi del capitale sociale". Tajani al Sole: "Parigi rispetti gli impegni sull'industria della Difesa Ue". "il problema è politico: nelle Dichiarazioni di Roma di marzo c'era anche la firma francese sotto l'impegno comune per un'industria della difesa più competitiva e integrata". E su Fincantieri: "Un'operazione secondo le regole. Né mi ricordo di ostacoli posti a investimenti francesi in Itaia, compreso il recente caso di Vivendi".
Sul Sole intervista anche al sottosegretario Gozi: "Penso ancora che Macron possa essere un leader europeo e non soltanto un leader nazionale. Ma per Fincantieri ipotizzare una divisione 50-50 su Stx non ha una logica industriale".
Bini Smaghi (Société Générale) prova a smorzare le tensioni: «Nonostante i casi Fincantieri e Tim, tra Italia e Francia più convergenze che scontri» (Sole). "Servono grandi aziende europee ma nessuno può pretendere di avere il controllo assoluto".

ITALIA-POLITICA
Pd in crisi, con 9,5 milioni di buco parte l'iter per la cassa integrazione per i suoi 184 dipendenti (Fatto p.9 e tutti). Per il Giornale (in prima e a p.7) c'è un complotto per far fuori anche Renzi. A rivelarlo è il senatore Mucchetti, che evoca un asse tra Letta, Prodi, Napolitano nel caso in cui Renzi rifiutasse l'idea di una riforma elettorale con il proporzionale con un premio di coalizione. Ne scrive anche la Stampa (p.6), che parla di manovra in atto anti-Renzi per il premio di coalizione. Ci sarebbe una fronda di 120 deputati; in movimento le correnti interne che fanno capo a Franceschini e a Orlando. Il sottosegretario Giacomelli al Corriere (p.13): "Cene anti-Renzi? Ci vediamo per parlare del Pd".
Renzi, intanto, a una Festa dell'Unità nel modenese, lancia un test sulla coalizione a sinistra tra i presenti: stravince il no ad alzata di mano (Repubblica p.10). Ma Bersani è dato anche lui in manovra anti-Renzi per il premio di coalizione, col Corriere (p.13) e QN che parlano di un incontro segreto tra lui e Gianni Letta a metà luglio in un albergo di Roma. La speranza di Berlusconi è che si credi uno schieramento trasversale composto da scissionisti, pezzi del Pd (Franceschini e Orlando) e altri a favore del premio di coalizione per mettere Renzi alle strette.
Sul Messaggero la "tentazione" M5S e Lega: alleanza post elezioni. Il grillino Sibila dopo la convergenza sui vitalizi: possibili punti di incontro. Salvini: vedremo, non escludo nulla.
La Stampa parla di incubo spagnolo per l'Italia: "Con le prossime elezioni resteremo senza governo" concordano una serie di politologi, preoccupati per l'assenza di un sistema Paese in grado di supplire alla "vacanza" della politica. 
Su Libero la "tentazione" del Cavaliere: candidare Alfano in Sicilia. Sicilia, scrive Sorgi sulla Stampa, che sarà il vero test per Palazzo Chigi.

EUROPA
Piano francese per hotspot in Libia: sul (Sole p.6) l'iniziativa di Macron, che in un intervento a Orleans aveva parlato di hot spot in Libia per esaminare le candidature dei richiedenti asilo prima che partano per l'Europa, sottolineando di essere pronto a muoversi con o senza l'Europa, "visto che gli altri Paesi europei sono molto riluttanti". Poi la precisazione dell'ufficio stampa, che ha parlato di ipotesi prematura e di un possibile equivoco tra il termine hot spot e centri di orientamento e pre-verifica. Tajani critico con Macron anche per la linea sulla Libia: "Iniziative individuali, pur lodevoli, non bastano di fronte a un problema come la Libia. In Libia e in tutta l'Africa dobbiamo parlare con una voce sola" (Sole p.3).La ministra francese Loiseau alla Stampa (p.4): "Il Trattato di Dublino va mantenuto e rafforzato per migliorare il sistema. Il problema è la mancanza di regole armonizzate per l'asilo. Ci sono Stati che ritengono che la solidarietà non li riguardi". Sempre sulla Stampa reportage da Bardonecchia: di là dal tunnel del Frejus esercito francese schierato per impedire il passaggio dei profughi.
Intanto tra Italia e Libia "corto circuito" sulla missione navale italiana in acque libiche per fermare i trafficanti di uomini. Repubblica (in apertura) la dà per certa, col governo pronto con il piano e il voto del Parlamento in agenda martedì. Corriere, Stampa e Messaggero parlano invece di dietrofront di Serraj: "Mai chieste navi all'Italia". 

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