Commentario del 12.07.2017

IN PRIMA PAGINA
Conti pubblici, la Ue apre a Padoan (Sole), Italia verso lo sconto (Messaggero). Ma con Renzi la tensione resta alta e tra l'ex premier e il ministro è gelo (QN, Stampa).
Con l'Europa è braccio di ferro anche sui migranti: c'è un primo sì a nuove regole (Repubblica). "Promesse sull'acqua" per QN, Fatto e Giornale che parlano di Italia presa in giro.
Intanto gli Usa spronano: fate di più in Libia (Repubblica). E la Pinotti, in un'intervista alla Stampa, promette massimo impegno nella lotta al califfato: "Italia pronta ad andare a Raqqa".
Sul fronte interno politica divisa sul decreto banche (Corriere), ius soli (Stampa) e leggi antifasciste, con Libero e Giornale che attaccano la Boldrini: vuole demolire i monumenti fascisti. Sul Tempo l'ultima di Berlusconi: "Tajani premier".
Spazio anche all'economia: risale la produzione industriale (Sole) ma si fermano i consumi (Repubblica). Su QN e tutti i conti in banca degli italiani: 300 mila le famiglie milionarie. Su Corriere e Messaggero la rivoluzione dei concorsi: basta mega adunate, una selezione unica da tenere ogni tre anni. Sul Sole lo stop bipartisan alla pensione a 67 anni.
Dagli Usa gli sviluppi del Russiagate: Trump sapeva che Mosca voleva danneggiare Hillary (Sole, Corriere). Le mail del figlio: "Notizie compromettenti su Clinton? Fantastico" (Repubblica).
In cronaca la lunga e calda estate degli incendi. Il Sud devastato, brucia il Vesuvio: "Come un'eruzione" (Repubblica, Corriere, Messaggero).

ECONOMIA
Conti italiani, Roma chiede a Bruxelles una riduzione del deficit dello 0,3% del pil nel 2018. Dalla Commissione Ue filtrano le prime aperture (Sole, Messaggero). Per la Stampa il via libera allo sconto arriverà oggi. Ma a Padoan, ieri alla riunione dell'Ecofin, tutti chiedono della sortita di Renzi sul fiscal compact e lui sbotta. Con Renzi le distanze si allungano. L'ex premier insiste nell'attacco alla Ue: "E' un film già visto, ma come ci siamo presi la flessibilità ora ci prenderemo anche questo".  "Non si cresce a debito, continuando così si spaventano i mercati" dice a QN l'economista Bordignon. Meglio andare avanti al passo di Gentiloni: "Riduciamo il debito piano piano, continuiamo in maniera tranquilla a sostenere la ripresa dell'economica e intanto l'inflazione cresce".
Torna il sereno sull'industria e la ripresa si consolida (Sole, Giornale e altri). I dati Istat di maggio, vedono aumentare produzione e investimenti grazie anche alle detrazioni fiscali: +0,7% rispetto al mese precedente, +2,8% su base annua. Nel dettaglio, gli aumenti tendenziali maggiori si registrano nella fabbricazione dei mezzi di trasporto (+7,3%), industrie manifatturiere di macchine (+6,7%) e dagli altri fabbricanti di impianti (+5%)."Meglio delle previsioni" twitta Gentiloni. Per Calenda invece "il piano Industria 4.0 ha creato un primo pacchetto bazooka per riavviare la macchina: ora però avanti con digital innovation hub e competence center".
Le famiglie milionarie? In Italia sono trecentomila (QN e tutti). Il dato emerge dall'ultima mappa sulla misura e la distribuzione del tesoro finanziario del Paese: le superfamiglie milionarie rappresentano il 20% della ricchezza finanziaria dell'Italia con un patrimonio complessivo di circa 4500mld di dollari. La radiografia messa a punto dalla The Boston Consulting Group nel rapporto Global Wealth 2017 prevedeche entro il 2021 le famiglie milionarie toccheranno quota 433mila, l'1,6% del totale e con uno stock posseduto pari al 23,9%.

POLITICA
In arrivo un doppio test sulla tenuta del governo: battaglia sulla fiducia per banche venete e vaccini (Messaggero p.9). Fi pronta al sì al decreto della Lorenzin, ma la Lega agita il voto segreto che imporrebbe al governo la fiducia. Il Fatto: mancano ancora i soldi. Sul salvataggio degli istituti veneti è Grillo ad attaccare - "scelta fascista" -, contrario anche Mdp. "O Gentiloni cambia registro o non votiamo i suoi provvedimenti" avverte Speranza (Messaggero p.8, Corriere p.11).
Ius soli, Gentiloni pronto a mettere la fiducia prima della pausa estiva per blindare il testo in vista dell'autunno caldo (Repubblica p.6). Ma visto il rifiuto di Ap a votare la fiducia, nel governo si preparano alla caccia ai voti (Messaggero p.5). Gentiloni e Renzi smentiscono voci di frizioni, ma da Ap e Mdp temono che il segretario dem cerchi lo scontro prima della fine di luglio per provare ad agganciare l'ultimo treno per le elezioni anticipate in autunno.
Centrodestra, Tajani premier: l'ultimo asso di Berlusconi dopo il no di Marchionne (Tempo in prima e p.9). Ma per il Giornale (p.9) il leader di Fi vorrebbe affidare all'attuale presidente dell'Europarlamento la riorganizzazione del partito nel Meridione, mentre i sondaggi premiano il centrodestra: la coalizione oltre il 33%. In tema di alleanza resta la divisione con Salvini, che apre alle sia verso Fi che il M5S: "L'unico no è al Pd" (Corriere p.12).
M5S, Nino di Matteo ha detto sì: prima casella nella squadra di governo (Stampa p.9). "In politica per proseguire l'impegno fatto con la toga - dice Di Matteo, pronto per il ruolo di ministro dell'Interno alla Stampa – L'unica condizione per l'ingresso in politica è che, dopo l'incarico, non si possa più avere il ruolo giudiziario". E nel programma giustizia grillino spunta la separazione tra magistratura e politica: periodo di distacco o divieto totale per le toghe che vogliono tornare a giudicare (Messaggero p.8 e altri). Tornando alla squadra di governo, in attesa dell'incoronazione di Di Maio per la premiership, Grillo insegue due economisti per Mef e Mise, per la Stampa (p.9) sarebbero il "nobel del management" Giovanni Dosi e la docente dell'Università del Dossex Mariana Mazzucato.

EUROPA
Migranti, al vertice Frontex di Vienna l'Italia insiste: aprire i porti. Repubblica e Messaggero parlano di apertura: "Cambieremo le regole di Triton". Ma per Giornale, Fatto e QN sono "promesse sull'acqua": ottenuto solo un tavolo di discussione dove ridiscutere le regole della missione su soccorsi in mare e sbarchi. Allo stesso tavolo verrà sottoposto il codice di condotta delle ong allo studio in Italia. Riconosciuta la "pressione straordinaria" che l'Italia sopporta e la necessità di un "sostegno aggiuntivo". Ma il Viminale insiste: sbarchi in altri porti europei in caso di arrivi massicci. Per Repubblica il governo Gentiloni ha un asso nella manica per far saltare direttamente l'accordo di Dublino: c'è un ricorso della Croazia, in discussione a fine luglio alla Corte Europea, che se accolto può rivoluzionare l'intero sistema dell'accoglienza, riconoscendo all'immigrato il diritto di decidere in quale nazione vivere. Ma il diritto verrebbe riconosciuto solo in caso di ingresso legale in uno Stato membro. Ma l'Europa considera "illegali" gli sbarchi in atto. Oggi intanto a Trieste sull'emergenza immigrazione trilaterale tra Gentiloni-Merkel-Macron.

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