IN PRIMA PAGINA
"Così fermeremo i migranti in Libia" (Repubblica, Corriere,Messaggero): in primo piano il patto tra Italia, Francia e Germania per frenare gli arrivi e spingere sui ricollocamenti. Previsti controlli militari al confine col Niger e sbarchi a Malta (Messaggero). Ma la Stampa parla di cooperazione difficile sui migranti: "Macron teme l'opinione pubblica".
In evidenza anche la politica, con Orlando che lancia una nuova sfida a Renzi: "Referendum tra gli iscritti sul patto con FI" (Messaggero, Repubblica). Sul Corriere il muro di Renzi su Pisapia: "La sua solo un'operazione mediatica". Intanto nuovo rinvio sul taglio dei vitalizi: non c'è la priorità (Messaggero).
Su tutti il concorso record per Bankitalia: in 85 mila per 30 posti. Sul Messaggero il piano del governo per i giovani neoassunti: niente contributi per i primi due anni". Sempre caldo il fronte delle banche. Su l'Economia quanto ci costano i salvataggi di questi giorni. Sul Giornale dove sono finiti i banchieri del crac. Libero: fuori i nomi dei ladri delle Popolari venete. Su QN l'inchiesta del lunedì è sul post terremoto di Amatrice e L'Aquila: vince il modello Berlusconi.
ITALIA-ECONOMIA
Il governo accelera sul lavoro ai giovani: sul Messaggero (p.6) il piano allo studio del Tesoro per una defiscalizzazione totale per i giovani neo assunti fino ai 35 anni di età, che sarebbe valida per i primi due anni del contratto. A questa misura una tantum (già vista due anni fa) se ne aggiungerebbe un'altra strutturale: un taglio di 4 punti del cuneo fiscale che pesa sul costo del lavoro e che i neoassunti si porterebbero dietro per sempre. Due punti andrebbero a ridurre il costo del lavoratore per l'impresa, altri due ad aumentare la busta paga. Morando: "Questa ipotesi prevede una completa fiscalizzazione dei contributi non versati". Molto dipenderà dalle condizioni della finanza pubblica e dal dibattito politico.
Concorso Bankitalia, in 85 mila per 30 posti a tempo indeterminato, ma alla selezione ammesso solo il 10% di chi ha fatto domanda (Stampa e tutti). Su Repubblica parla Pietro Ichino: "Il numero di candidati è indice di qualcosa che funziona male, anche se la stabilità del lavoro costituisce una valore positivo per chiunque". Il giuslavorista mette nel mirino un "sistema sbagliato e costoso per tutti. Costi che andavano evitati con l'adozione di un filtro preliminare più stringente. Alle radici della grande partecipazione non c'è solo la disoccupazione giovanile, ma anche la grave mancanza di un servizio di orientamento scolastico e professionale. Inoltre – prosegue Ichino - c'è una eccessiva burocratizzazione dei concorsi pubblici e una scarsa capacità di selezione adeguata dei candidati in relazione all'attitudine".
Al via la trattativa per il contratto degli statali (Messaggero 6): con la direttiva Marida riviste le prime bozze per evitare che gli aumenti contrattuale dei dipendenti pubblici cancellino il bonus di 80 euro. Ora spetta alle parti – Aran e sindacati – valutare l'ipotesi di destinare una parte delle risorse agli statali che rischiano di uscire dal raggio del bonus da 80 euro. Ma le posizioni sono lontane: i sindacati chiedono di applicare a tutti gli 85 euro di aumento, il governo pensa ad un elemento retributivo distinto dallo stipendio di base. Pesa sempre il nodo delle risorse.
ITALIA-POLITICA
Larghe intese, Orlando contro Renzi: "Referendum tra gli iscritti se c'è un patto con Forza Italia". Repubblica, Messaggero e tutti riprendono l'intervista del ministro a SkyTg24, che bolla come scenario "inquietante e improponibile" un accordo con Berlusconi ma tiene aperte le porte ad un incontro con la piazza di "Insieme". "Io con Berlusconi non ho mai governato, loro sì: cosa vogliono da me?" lo sfogo di Renzi riferito dal Corriere. "Una provocazione ridicola, semmai è Orlando che deve scegliere dove stare, così sta solo facendo male al partito" lo sfogo riferito da Repubblica.
Sul Corriere la linea di Renzi dopo il "derby" con Pisapia: "Non inseguiamo quella che è solo un'operazione mediatica: non hanno consensi". Al Nazareno l'impressione è che la componente bersaniana prevalga su quella di Pisapia e che la vera mente dell'operazione sia D'Alema, per annettere anche Sel e favorire una nuova scissione del Pd. E ora a "ballare" sono Orlando e Cuperlo. Sul Corriere il piano di Pisapia: da settembre gruppi parlamentari unici. Ma è gelo a sinistra: tra Sinistra italiana e Mdp le distanze si allargano invece di ridursi.
Sulla Stampa il piano di Berlusconi per dimostrare che l'età non conta: al Cavaliere è tornata la voglia di vincere, batte in lungo e largo televisioni e giornali, ha moltiplicato i colloqui politici e le riunioni. Il mantra berlusconiano è che il Paese è sull'orlo di una guerra civile e che serve un doppio shock: una flat tax sotto il 20% e la doppia moneta, a cui Berlusconi punta sul serio "Vinceremo con idee rivoluzionarie non banali, lasciate fare a me". Ma tra Berlusconi e Savini "dialogo a ostacoli" (Giornale). E anche Toti vorrebbe pensionare il Cav (Libero)
EUROPA
"Così fermeremo i migranti in Libia" (Repubblica, Corriere,Messaggero): in primo piano il patto tra Italia, Francia e Germania per frenare gli arrivi e spingere sui ricollocamenti. "Nuovi limiti alle Ong e frontiere europee in Libia". Su tutti le richieste del governo italiano ai paesi Ue, in un vertice, quello a tre svoltosi a Parigi ieri sera, che serve a preparare quello di giovedì a Tallin. Tra le richieste italiane, tenere le navi delle ong straniere fuori dalle acque libiche, bilanci trasparenti, e un nuovo protocollo che potrebbe arrivare al blocco dei porti, profughi sbarcati anche a Malta, maggiori poteri alla Capitaneria. Gemenne (Sciences Po) alla Stampa: "La cooperazione tra Paesi è difficile. C'è una grossa contraddizione tra la volontà di Macron di aiutare l'Italia e la politica del ministro Collomb, che ha promesso il pugno duro con i migranti soprattutto a Calais". E anche la Merkel, con le elezioni in vista, "sarà molto prudente". "Bisogna armonizzare le politiche di immigrazione a livello europeo: non esistono alternative possibili".
Dal primo luglio la piccola Estonia alla guida dell'Unione. Sul Corriere intervista alla presidente della Repubblica Kersti Kaljulaid: "Cosa daremo alla Ue? Una rivoluzione della burocrazia digitale". "Vogliamo far progredire la libertà digitale e il principio del once only per cui i governi possono chiedere solo una volta le informazioni ai loro cittadini, poi sono tenuti a conoscere, conservarle in modo sicuro e trasmetterli alle altre autorità statali quando vendono richieste. Non è solo una questione tecnologica ma di società". Per la presidente estone "l'Unione ha fatto progressi notevoli negli ultimi 10-15 anni, nonostante prove difficili. L'Europa funziona e anche le opinioni pubbliche cominciano a capirlo: lo abbiamo visto in Olanda e Francia. Dobbiamo dire di cosa è veramente responsabile l'Europa, non addossarle la colpa per tutto ciò che non funziona nei suoi Stati membri". Il pericolo semmai viene dalla Russia, "un Paese imprevedibile che non rispetta i suoi impegni internazionali".
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Commentario del 3.07.2017
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