Commentario del 22.07.2017

IN PRIMA PAGINA
Migranti, è scontro con l'Est (Corriere). "L'Italia: chiuda i porti". Gentiloni: niente minacce né lezioni (Messaggero). Dietro i barconi la mafia nigeriana, con droga,armi e prostitute (Italia Oggi).
In primo piano anche la "migrazione" dal governo a Forza Italia: dopo Costa lascia Cassano. Il governo perde un altro pezzo (Sole). Renzi: si va avanti. Alfano in allarme (Messaggero). Berlusconi: "Nessun traditore tornerà in Forza Italia" (Giornale). Libero lancia l'appello a Forza Italia: accogliete i profughi dal centro alla deriva.
Fa ancora discutere la prima sentenza su "Mafia Capitale". Pignatone al Corriere: "Ma a Roma la mafia c'è". E a Repubblica: "Ho perso ma resto convinto che sia vera mafia". Idem la Bindi: "A Roma patto tra i clan. Fare ricorso su Mafia Capitale" (Fatto, Avvenire). Cantone al Messaggero: "Roma bloccata, deve ripartire".
Milano invece già l'ha fatto: è l'unica città che ha superato la crisi (Libero).
Tra finanza ed economia, l'adieu di Cattaneo a Telecom, con 30 milioni di buonuscita (su tutti). Sul Sole la svolta sostenibile dell'Eni. Descalzi: "Gas, rinnovabili e chimica verde: così rispondiamo alla crisi del greggio".
In cronaca il terremoto nell'isola delle vacanze: 2 turisti morti e 200 feriti in Grecia (Messaggero e tutti). A Gerusalemme torna l'Intifada: 3 palestinesi e 3 coloni morti sulla spianata (Corriere e tutti).

ITALIA-ECONOMIA
Contratti, le assunzioni superano le cessazioni ma cresce il lavoro a tempo; stabile solo un posto su quattro (Sole p.5); sei su dieci i contratti a termine (Corriere p.40). Su tutti i giornali gli ultimi dati Inps, che per il periodo gennaio-maggio evidenziano un saldo positivo tra cessazioni e assunzioni di 792 mila unità. Ma a differenza del passato, a fare da traino sono i contratti a tendo determinato, seguiti da apprendistato e contratti a tempo indeterminato. In calo anche le trasformazioni tra tempo determinato e indeterminato. La fine dei vecchi voucher ha determinato un forte aumento del lavoro a chiamata (+78%). 
Governo in manovra sulla legge di bilancio: caccia a 15 mld (Corriere). Sono quelli che servono per stoppare l'aumento dell'Iva. Altro pilastro della manovra, il taglio delle tasse sul lavoro, che Padoan vuole concentrata sulle assunzioni dei giovani. Renzi invece vuole che il taglio riguardi tutti i lavoratori. Difficile che in manovra entri la revisione delle agevolazioni fiscali. Possibile un nuovo intervento sulle pensioni, per ammorbidire l'innalzamento dell'età a 67 anni dal 2019 e per ampliare i margini dell'ape social, l'anticipo pensionistico per le categorie deboli.
Su Avvenire l'appello a Gentiloni del Forum delle Famiglie: "Gentiloni faccia una riforma fiscale che metta al centro le famiglie. La crisi demografica è un'urgenza assoluta. Il primo segnale deve arrivare dalla prossima manovra" scrive Gigi De Palo.

ITALIA-POLITICA
Cassano lascia il governo: "Facevamo da stampella ai dem, torno in Forza Italia, la casa in cui sno nato e cresciuto, e da Berlusconi, l'unico leader che può federare un centrodestra di nuovo vincente", dice l'ormai ex sottosegretario di Ap al Corriere. Al Senato maggioranza sempre più risicata, ma Gentiloni e Renzi tirano dritto. Obiettivo, blindare la manovra (Messaggero). Ieri l'incontro tra il premier e il governatore di Bankitalia Visco: "C'è una boccata di ossigeno che arriva dall'economia, ma la sfida è qui e ora". Anche il Colle in allerta sulla stabilità (Sole): per Mattarella la priorità è la legge di bilancio e la sicurezza dei conti pubblici. Solo dopo si potrà andare a votare.  
Berlusconi si gode il ritorno al centro della scena, evoca un nuovo "predellino" ma frena sul controesodo in atto tra i centristi: "Nessun traditore tornerà in Forza Italia" (Giornale). Si lavora semmai alla creazione di una formazione ad hoc nell'alveo del centrodestra.
Alfano, in un vicolo cieco ora punta su Franceschini per rilanciare su una legge elettorale che preveda il premio di coalizione (Repubblica).
Mentre Berlusconi "imbarca" centristi Renzi conta gli abbandoni: "Una marea quelli scesi dal mio carro. I nomi? Ci vorrebbero le Pagine gialle" (Repubblica). Ma intanto prepara la maxi squadra Pd (Stampa): Fassino agli Esteri, sindaci e donne nei dipartimenti chiave, spazio anche alle correnti, sia amiche che nemiche. Nella nuova segreteria Guerini, Martina, Giachetti, Nannicini, Bellanova. 
Sul Corriere le prossime mosse di Renzi: il segretario dem ha deciso di scomparire per un mese.Fino a settembre non parteciperà a dibattiti e ospitate televisive e si terrà alla larga dal chiacchiericcio romano. "Si è deciso di non andare alle elezioni anticipate, come volevo io, e allora è inutile partecipare ai teatrini di palazzo. E' tornata la Prima Repubblica e io voglio stare lontano". 
Ma prima va in diretta su Rainews per mezz'ora, per presentare il suo libro col direttore Di Bella. Il Fatto: non è la Rai, è casa sua.

EUROPA
"L'Italia chiuda i porti" (Libero in apertura e su tutti): Vienna e i quattro dell'Est contro Roma (Corriere e tutti). Dopo la richiesta del giovane ministro austriaco Kurz di fermare i profughi a Lampedusa, arriva la lettera dei responsabili di Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia, per chiedere all'Italia di cambiare marcia sui migranti. "Chiudere i porti, creare centri di accoglienza fuori dalla Ue e stoppare il ricollocamento compulsivo". Netta la replica di Gentiloni: "Noi facciamo il nostro dovere, pretendiamo che l'Europa intera lo faccia al fianco dell'Italia e non accettiamo improbabili lezioni o minacce. Pretendiamo solidarietà". La Pinotti: "I consigli non richiesti dimostrano che ognuno guarda il cortile della propria campagna elettorale". Il Corriere: rinasce l'alleanza austro-ungarica in nome del sovranismo, in totale contrapposizione al concetto di interesse comune europeo. Fino a quando a Orban sarà concesso di abusare della pazienza della Ue?
Intanto sulla Libia parte l'offensiva diplomatica della Francia (Messaggero): la Stampa parla di spallata di Macron all'Italia. L'obiettivo del presidente francese è ospitare a Parigi il 25 luglio l'incontro tra Haftar e Serraj per favorire la creazione di un esercito nazionale unitario. Quello di Macron, scrive la Stampa, è un chiaro tentativo di ridimensionare il ruolo svolto nell'area dall'Italia per assicurarsi una "golden share" nella Libia del futuro specie per quel che riguarda il petrolio.

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