Commentario del 16.07.2017

IN PRIMA PAGINA
Padoan ottimista: "Italia più forte, priorità è il lavoro". Boccia (Confindustria) lo gela: "Imprese ancora in mezzo al guado" (QN). E anche i sondaggi parlano di ripresa per pochi (QN). Pil, tasse basse e lavoro: vede rosa solo Renzi, attacca il Fatto. Ma gli italiani dicono stop al rigore (Messaggero).
Sul Sole Boeri (Inps) frena sulle pensioni: "Lo stop a 67 anni costa 141 mld". Ma nel 2019 si tornerà alla rivalutazione piena (Messaggero).
In primo piano anche la crisi dei migranti: sbarchi continui, sindaci in rivolta. Dagli Usa allarme per gli infiltrati (Messaggero e tutti). Sulla gestione dell'accoglienza Washington boccia Roma (Stampa). Sul Corriere l'Italia assediata: facile entrare, difficile andarsene. E in Parlamento lo ius soli si allontana: Senato ingolfato e numeri a rischio (Messaggero).
Spazio anche alla politica. Sul Mattino intervista a Berlusconi: "Mai al governo con Renzi". Su Libero la prossima mossa di Matteo: togliere la P al Pd e andare al voto come Dem. Bersani avverte: l'esodo dal partito continuerà ancora. Delrio: "Basta veti, chi ci giudica di destra non vuole il dialogo" (Repubblica).
Sindacati nel mirino: sul Corriere pensioni e privilegi di Barbagallo (Uil). Sul Giornale il paradosso Re David: la segretaria della Fiom mai stata in fabbrica.
Dalla Ue: la Polonia del boom ora cerca l'idraulico ucraino (Sole). Da Londra l'esodo delle banche dalla City, destinazione Dublino, Francoforte e Parigi. In Russia torna di moda Stalin (Stampa). In Turchia Erdogan "festeggia" un anno di repressione (Avvenire).
In cronaca il debutto del numero chiuso a Venezia (Corriere) e Roma, per la donna trascinata dal metrò: indagato il macchinista (Corriere). Il Messaggero: "Licenziatelo". Su tutti gli atleti del Settebello colpiti dal morbillo. 

ITALIA-ECONOMIA
Crescita, Padoan ci crede: "Adesso la strada è più facile" (Repubblica). "Siamo usciti dal tunnel – dice il ministro commentando i dati di Bankitalia sullo scatto del pil all'1,4% - L'economia sta compiendo un salto di qualità strutturale grazie alle nostre riforme. Ora spinta massima all'occupazione giovanile". Da Padoan stop invece alla proposta di flat tax cara al centrodestra e alla revisione del Fiscal compact chiesta da Renzi: "Una battaglia ideologica, la strada è quella di una maggiore integrazione europea".
Berlusconi non la pensa così e al Mattino dice: "L'Italia sta facendo passi indietro: su mercato e concorrenza, su occupazione, sul terreno fiscale, sulla povertà delle famiglie. Serve una vera e propria rivoluzione per liberarci dell'oppressione fiscale, burocratica e giudiziaria". E rilancia sulla sua proposta di Flat tax "a un livello abbastanza basso da ridurre la tassazione per tutti, soprattutto per i ceti medi".
Boccia (Confindustria) tiene i piedi per terra: "L'inversione di tendenza c'è ma aumentano anche i divari – dice in un'intervista a QN - solo un 20% delle imprese partecipa attivamente alla crescita, il 60% è in mezzo al guado e il restante 20% deve ancora fronteggiare la crisi. Il sistema industriale è ancora in fase di transizione". Su Repubblica parla Pugliese (Conad): "La vera ripresa partirà solo quando tornerà a crescere l'occupazione e per questo servono investimenti pubblici e sgravi fiscali. Le casse dei nostri grandi magazzini dicono che le cose sono un po' migliorate ma il tempo è ancora variabile. E da imprenditore mi preoccupa la stabilità politica".
La ripresa resta ancora un miraggio anche per gli italiani: solo il 7% vede rosa, "sonda" Noto (Ipr): per il 67% la propria condizione economica è rimasta uguale, è peggiorata per il 10%. Il 31% dichiara di aver aumentato la propria situazione debitoria, il 55% è rimasta uguale. Il 21% ha ridotto significativamente i consumi (QN). Il Giornale riprende invece il sondaggio Tecné commissionato dalla Fondazione Di Vittorio: il 20% degli intervistati teme un ulteriore peggioramento delle proprie condizioni economiche, il 70% pensa che non cambierà nulla; al 32% la situazione è addirittura peggiorata; solo il 4% si sente più sicuro rispetto a un anno fa. La Stampa (in apertura): 6 milioni non andranno in vacanza, la crisi cancella un sogno italiano. Al sud il record di rinunce.
Sul Sole intervista a Boeri: "Pensioni, lo stop a 67 anni costa 141 mld". Il presidente dell'Inps respinge il pressing di politica e sindacati che vorrebbero bloccare gli adeguamenti dell'età della pensione rispetto alle aspettative di vita. "Pericolosissimo toccare ora questo meccanismo". Per Boeri "con il blocco dell'adeguamento alla speranza di vita si avrebbero da subito 200 mila pensionamenti in più all'anno. Ma con una concentrazione della povertà tra i giovani noi andremmo a squilibrare ulteriormente la spesa a favore di chi ha 65 anni o più".

ITALIA-POLITICA
"Mai al governo con Renzi": in un'intervista al Mattino Berlusconi torna ad escludere alleanze con il Pd dopo il voto. "Il mio obiettivo è vincere, non fare accordi al di fuori del centrodestra. L'alleanza con la Lega non è mai stata in discussione, abbiamo lo stesso programma. Il centrodestra unito con il sistema proporzionale vince". Quanto alla leadership "l'idea di Marchionne era un esempio. La strada è: aprire ai migliori". 
Su Libero la prossima messa di Renzi: togliere la P dal simbolo Pd. Con i sondaggi sempre più negativi si fa strada l'idea di fare un tagliando al Pd, rinfrescandone immagine e simbolo. L'idea è lasciare Democratici e basta. Ma l'assedio a Renzi dentro e fuori il Pd continua. Bersani: l'esodo dal Pd continuerà (Repubblica). Da Milano alla Calabria, dall'Emilia alle Marche si moltiplicano i traslochi verso Mdp.
Orlando al Corriere: "Renzi smetta di inseguire i populisti: così il Pd è destinato a una sconfitta certa. Io resto nel Pd, la battaglia la faccio qui. Senza il Pd il centrosinistra non esiste. A Mdp auguro le migliori fortune ma se si radicalizza come il Pd allora perderemo tutti".
Cuperlo a Repubblica: "Mi addolora l'esodo dal Pd ma ancora di più le parole di Renzi: chi non è d'accordo scenda dal treno. Chi se ne va non lo fa per la poltrona ma perché offesi nella dignità".
Renzi snobba i malumori Pd: "Sono inquieti per le poltrone" (Stampa).
"Basta con i veti su Renzi. E' chi ci giudica di destra che impedisce un vero dialogo – dice a Repubblica il ministro Delrio – Il Pd continua a essere l'elemento di stabilità del governo, nessuno vuole mettere in crisi Gentiloni. La discussione è importante ma l'accanimento che vedo contro Renzi non aiuta nessuno.Non si ragiona per veti".
Martina in movimento per rompere l'isolamento del Pd: "Decidiamo con i sindacati l'agenda dei prossimi 5 anni" dice alla Stampa alla vigilia dell'incontro con Cgil, Cisl e Uil. E sul resto della sinistra: "I grandi progetti hanno bisogno di leadership forti e il Pd è una casa grande dove tutti possono trovare spazio". 
Sul Giornale la rivoluzione d'ottobre del M5S: Grillo prepara l'addio, M5S in mano a Casaleggio. Secondo il retroscena, il comico è stanco e va verso un distacco definitivo dalla politica, specie se i risultati del voto confermeranno i risultati trionfali dei sondaggi di questi mesi. Casaleggio si prepara a governare il movimento con una stretta sul sistema Rousseau in vista dell'individuazione dei candidati alle politiche.

EUROPA
Sbarchi senza sosta: ieri 1.500 arrivi. In Puglia sbarchi da navi militari tedesche e inglesi. Sindaci in rivolta: "Non c'è più posto" (Messaggero, Corriere e tutti). Le barricate anti-migranti per la prima volta al sud, nel messinese, dove sindaco e cittadini hanno bloccato il trasferimento di 50 migranti nell'ex hotel scelto per accoglierli (Repubblica p.9 e tutti). Su tutti le rivelazioni del Times, non smentite dal governo: il quotidiano americano scrive che l'Italia sarebbe pronta a concedere 200 mila visti temporanei validi per la Ue ai migranti sbarcati nel Paese e diretti verso il Nord Europa.
L'Italia ormai è un imbuto, scrive il Corriere: tanti arrivi, essendo la rotta Mediterranea l'unica aperta, poche uscite per i blocchi dei confini al nord. Così stiamo diventando un gigantesco hotspot europeo, uno Stato cuscinetto dov'è facile entrare e arduo uscire. Un assedio che può diventare devastante per la nostra convivenza democratica, con la gente aizzata da chi cerca tornaconto elettorale. "Tutti gli Stati membri devono dimostrare solidarietà all'Italia , ma a Roma abbiamo già dato oltre 600 milioni per gestire l'emergenza – dice il commissario Ue Avramopoulos all'Espresso – Su Triton un gruppo di lavoro stabilirà cosa debba esser rivisto. Aiutiamo Roma anche nella stesura di un codice di condotta per le Ong e per l'apertura di altri hot spot ma è il Trattato di Dublino che va cambiato. Fu redatto in un momento storico completamente differente e non è adatto al contesto attuale né si può mantenere lo status quo. Bisogna riformare tutto il sistema europeo di asilo, I ricollocamenti nei diversi Stati devono essere attuati".
Sul Messaggero (p.5) l'allarme Usa sui Cara: "Qui il crimine recluta i suoi uomini". Nel report del Dipartimento di Stato pesanti censure al sistema di accoglienza italiana, "organizzati" all'insegna dell'irregolarità, scarsa preparazione e zero sensibilizzazione dell'opinione pubblica. Sul Corriere l'allarme su Ventimiglia: non possiamo lasciare sola la città, è la nostra piccola Calais.

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