Commentario del 13.08.2016

IN PRIMA PAGINA
"Pil fermo e debito record, l'Italia non riparte. Ma il Tesoro rassicura: conti sotto controllo": su Corriere e tutti l'Italia a crescita zero. Piano economico da riscrivere (Corriere) e un'altra ombra sul referendum (Repubblica). Calenda alla Stampa: "All'Europa chiederemo tutta la flessibilità possibile". Delrio al Sole: "Infrastrutture e riqualificazione dei condomini per ripartire". Ma per Di Vico è l'industria che preoccupa. Su Repubblica il rapporto McKinsey sulla ricchezza: i figli più poveri dei padri, in Italia più che altrove. Spazio anche agli esteri. In Thailandia attentati in serie per colpire i turisti (Corriere). In Libia l'Isis in fuga minaccia Roma. In Siria gli jihadisti scappano con 200 civili come scudi umani (Messaggero e tutti). Sul Corriere l'allarme degli 007: "Uomini Isis nel Milanese". Roma ancora in prima pagina, stavolta per gli stipendi d'oro del Campidoglio: 193mila euro alla capo di gabinetto della Raggi (Messaggero e tutti). Opposizioni in rivolta: "Stipendi a 5 Stelle" (Repubblica). Ancora in prima pagina anche il caso della maturità: Italia divisa, troppi 100 e lode al Sud. I governatori del Nord: "Beffati dal nostro rigore" (Repubblica). Sul Corriere parla la ministro Giannini: "Prof trasferiti? L'algoritmo è ok".

ITALIA-ECONOMIA
Pil fermo e debito record, l'Italia non riparte (Corriere in apertura e a p. 2 e tutti). Padoan: ripresa più fragile del previsto ma i conti sono sotto controllo (Stampa in apertura e a p.2). Mentre il pil dell'Europa cresce, l'Istat certifica crescita 0 per il secondo trimestre. Pesano il rallentamento dell'industria, migranti, terrorismo e Brexit. Morando: "Difficile conseguire l'obiettivo di crescita dell'1,2% nel 2016". "Niente ripresa fino al 2017", l'analisi di Forte sul Giornale (p.3). Doccia fredda anche da Bankitalia, che aggiorna a 2.248 mld il record del debito pubblico. "Ora bisogna riscrivere il piano economico", scrive il Corriere (p.2), a cominciare da pensioni e contratti. Anche il Sole (p.3) prevede spazi più stretti per la manovra d'autunno. Renzi all'offensiva con la Ue: "Vogliamo più flessibilità per fare una manovra espansiva" (Repubblica p.3). Ma sulle trattative con Bruxelles aleggiano le incognite legate a debito, salvataggio di Mps e referendum. "All'Europa chiederemo tutta la flessibilità possibile" dice il ministro Calenda alla Stampa (p.3): "C'è molto a fare su produttività, innovazione, internazionalizzazione. A settembre presenteremo il piano "Industria 4.0" con incentivi fiscali, risorse per le eccellenze e banda larga". "Infrastrutture e condomini per ripartire" la ricetta del ministro Delrio, che al Sole (in prima e a p.4) dice: "Il dato del Pil non è bello ma abbiamo segnali che già nel trimestre estivo avremo una ripresa". Molte le analisi e le interviste. Sul Corriere (p.3) parla Storchi (Federmeccanica): "Serve una spinta all'industria, subito, sostenendo gli investimenti, potenziando i superammortamenti, accelerando su industry 4.0 e abbassando le tasse per rilanciare la produttività". Sulla stessa linea Bombassei (Brembo) che al Messaggero (p.2) dice: "Serve una Finanziaria per la crescita: gli investimenti vanno detassati. Necessario incentivare le aziende che creano lavoro, anche all'estero". Su Repubblica (p.3) parla Carbonato (Prima Industrie): "Il nostro fatturato in Italia sceso dal 30 al 10%. Resiste solo chi investe e vende in tutto il mondo". In un contesto di economia ferma, speranze solo da export e turismo (Repubblica p.2). Per Ferragosto ritorna il "tutto esaurito" anche se per voli e servizi la Spagna ci supera (Corriere p.20). Ma gli anni del boom sono alle spalle. Ora 9 italiani su 10 sono più poveri dei genitori, certifica il Rapporto McKinsey pubblicato da Repubblica (in prima e a p.4). E' un fenomeno di massa nelle economie occidentali ma l'Italia è in assoluto il paese più colpito.


ITALIA-POLITICA
L'Italia senza crescita mette in difficoltà il governo (Fatto p.2, Corriere p.2, QN p.4 e altri): il Financial Times per primo lega la frenata dell'economia a nuovi problemi per il premier e la maggioranza. Sallusti sul Giornale (in prima) parla di "Bancarotta Renzi": comunque vada il referendum il premier cadrà sui soldi che non ci sono; meglio dunque giocare d'anticipo e farsi da parte. Al contrario, Feltri su Libero (in prima e a p.3) chiede a Renzi di battere un colpo, ovvero spending review e taglio delle tasse. Per Folli (Repubblica in prima e a p.13) il ritorno della crescita zero è un'altra ombra che si staglia sul referendum: il voto sarà un giudizio sull'efficacia del governo e delle sue politiche. Probabile che Renzi accentui la drammatizzazione del voto, ma sarebbe meglio aprire a modifiche sull'Italicum per ammorbidire almeno la minoranza Pd. "Sbagliato legare referendum e Italicum – dice Guerini al Corriere (p.10) – Guardiamo al merito della riforma, che fa fare passi avanti notevoli al Paese anche in tema di competitività. Giusto dialogare al nostro interno ma senza poteri di veto". Su Repubblica (p.13) parla Cacciari: "Renzi riuscirà ad avere il "sì" di Prodi, per le stesse ragioni di Napolitano. Votare no significa mettere un altro sassolino dentro la valanga che rischia di travolgere il Paese, dare un'arma in più a Salvini e compagnia". Su Libero (p.8) intervista a Di Battista, in moto coast to coast per il "no" al referendum: "Il premier è un mentitore seriale,la gente è furiosa e del referendum non capisce niente. La hit parade dei problemi? Equitalia, sostegno alle pmi e mandare a casa il governo".

EUROPA
L'Italia non cresce, idem la Francia, l'Eurozona sì, +0,3%. E la Germania cresce più del previsto scrive il Sole (p.2): con il pil a +0,4% nel secondo trimestre, a fine anno sfiorerà il 2%. Bene anche l'Olanda (+0,6%), seguiti da Grecia (0,3) e Portogallo (0,2). "Italiazero, Franciazero è un risultato preoccupante: basta un passo falso per cadere in recessione", scrive Sorrentino nell'analisi del Sole (in prima e a p.2). A questi dati fanno da contraltare quelli di Germania, Spagna e Olanda: "numeri che confermano una tendenza che pesa sul futuro dell'Unione monetaria. Eurolandia non si sta integrando, i suoi paesi membri non convergono". Le distanze enormi sulla disoccupazione "rendono più gravi i problemi e più difficili le politiche comuni". E per superare questi problemi "occorre non solo capitale tecnologico, umano, organizzativo e sociale ben allocato ma bisogna ridere il progetto dell'eurozona, che ha mostrato i suoi limiti in questa lunga crisi".

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