Commentario del 15.08.2016

IN PRIMA PAGINA
"Sui migranti passi indietro della Ue" dice Gentiloni al Messaggero: "Non possono essere un problema solo di Italia e Grecia". Sulla Libia "pronti a una fase 2, per addestrare agenti e militari". Sul Corriere la battaglia in mare contro l'Isis. Sulla Stampa reportage dalla Somalia, dove nascono i kamikaze. Nordio: "Siamo sotto assedio". Sul Giornale tutta la verità sulle cellule Isis in Italia. Anche l'economia in primo piano: su Repubblica il pressing dell'Italia sulla Ue per avere flessibilità sui conti per 10 miliardi. QN parla di crisi infinita e Italia nella palude per colpa di politici, industriali e furbetti. Sul Sole la mappa del caro-vita: fare la spesa costa di più in Romagna, meno in Campania. Ma tariffe locali, turismo e auto non conoscono deflazione. Sulla Stampa l'eccellenza del made in Italy nel mondo: costruiamo noi dighe e ponti da record. Su tutti la festa per i ragazzi d'oro del nuoto e del tiro (Stampa), per la Cragnotto, bronzo nel trampolino (Messaggero). Sul Messaggero Roma ancora in prima pagina per lo scandalo Atac: "Così i sindacalisti truccavano i concorsi". Marino a Repubblica: "Della Raggi pensavo meglio. Troppe lobby".

ITALIA-ECONOMIA
Manovra, Italia pronta a chiedere alla Ue flessibilità per 10 miliardi: per Repubblica (in apertura e a p.6) Palazzo Chigi punta a invocare nuovamente cause eccezionali per ottenere anche per il 2017 un deficit al 2,4% invece che all'1,8%. Ma sarà una partita durissima, quella che Renzi e Padoan dovranno ingaggiare con Juncker e Moscovici, con un debito pubblico che doveva iniziare a scendere dal 2017 e che invece risulta ancora a livelli record. Col deficit al 2,4% Roma avrebbe uno "sconto" sul consolidamento di 10 miliardi, che sommati alle risorse attese da spending review, una nuova voluntary disclousure e risparmi dallo spread per impostare una manovra da 20/25 miliardi che comprenda lo stop all'aumento dell'Iva, investimenti, pacchetto pensioni, pacchetto competitività delle imprese e taglio dell'Ires. Ma se ne riparla dal 22 agosto, con il primo vertice tra Renzi, Merkel e Hollande a Ventotene. Poi ci sarà tempo fino al 20 ottobre per preparare la legge di Stabilità trattando con la Commissione. "Fa bene il governo a chiedere flessibilità – dice alla Stampa (p.8) la Furlan - Spero in una manovra che spinga sulla crescita e dia risposte sociali". Investimenti pubblici e riforma delle pensioni le priorità della Cisl. E poi contratto del pubblico impiego per ammodernare la Pa e zero tasse alle imprese che investono in ricerca e innovazione. Su QN (p.4) pala Alberto Vacchi (Ima): "Anche gli imprenditori devono cambiare: serve meno individualismo e più coraggio nell'innovare". Sul Messaggero (p.5) le opinioni degli economisti. Bruni (Bocconi): "Renzi deve tornare allo spirito degli inizi e fare le riforme strutturali necessarie al Paese, guardando più alla micro che alla macroeconomia". Goldestein (Nomisma): "Serve semplificare disco e pubblica amministrazione, efficientamento della spesa pubblica, investimenti in infrastrutture e concorrenza". Onori (Prometeia): "Chiedere alla Ue di sforare il rapporto deficit e pil e aumentare i consumi". Sul Sole (in apertura e a p.3) la mappa del caro-spesa: al top Rimini, Ferrara, Ravenna, più convenienti Benevento, Catanzaro e Napoli. Ma tariffe locali, turismo e auto non conoscono la deflazione.

ITALIA-POLITICA
"Renzi è già bollito. Se ne andrà non per il referendum ma per il disastro dell'economia – dice Salvini alla Stampa (p.6) – Il problema è che il Quirinale, Bruxelles e la Confindustria vogliono sostituirlo col quarto fantoccio. E noi andremo in piazza, tutti a Roma a circondare il Parlamento". Oggi l'atteso intervento a Ponte di Legno. Salvini si dice certo che sul referendum vinca il no, "anche se dobbiamo mettere in conto una campagna mediatica sovietica per il sì"; quanto al centro destra "primarie, leadership, candidato premier è tutto politichese che interessa pochissimo alla gente e quindi nemmeno a me". Al referendum guarda anche la comunità internazionale, dice Gentiloni al Messaggero (p.3): "Nessuno si augura che le riforme, i cambiamenti e anche la leadership del presidente del Consiglio possano essere messe in discussione dal referendum". Sulla Stampa (p.7) parla la Serracchiani: "La spinta alle nostre riforme è la stessa dell'Ulivo ma allora alcune cose non si fecero per colpa della stessa compagine che formava l'Ulivo. Chi ci chiede un altro Italicum ricordi perché cadde l'Ulivo", dice attaccando Bersani e D'Alema. La Serracchiani non si sbilancia sull'esito del referendum ma "il voto del no è molto gattopardesco, fatto per bloccare per decenni le riforme e creare incertezza e instabilità". "E' un voto tra innovazione e conservazione, ci serve tempo per spiegare i contenuti ma alla fine ribalteremo i sondaggi negativi" dice Ceccanti a Repubblica (p.8). Orfini al Corriere (p.15): "La riforma costituzionale non è un capriccio di Renzi ma una riforma nella storia della sinistra italiana. Tra noi c'è chi pensa solo a battere Renzi". Quanto alla riforma dell'Italicum "non è con i ping pong delle dichiarazioni che troveremo un accordo. Per cambiarla servono i numeri". Il Fatto (in apertura e a p.2) torna ad attaccare la Rai: "Ballarò diventa Balla-sì": il promo di "Politics", la nuova trasmissione di approfondimento politico affidata a Gianluca Semprini, è uno spot al sì.

EUROPA
"A settembre saremo costretti ad alzare la voce sui migranti. E' come se la questione fosse tornata ad essere solo un affare di Grecia e Italia – dice il ministro Gentiloni al Messaggero (in apertura e a p.3) - Mi auguro che l'accordo con la Turchia regga ma a Bruxelles devono sapere che l'Italia non lascerà che "migration compact" e impegni sull'Africa restino sulla carta". Prioritario, per Roma, stabilizzare la Libia, "per la minaccia terroristica e per stroncare il traffico dei migranti", senza dimenticare gli interessi economici legati all'Eni. Quanto alla presenza italiana "se ci sarà richiesto di contribuire all'addestramento di forze regolari valuteremo e ne discuteremo in Parlamento. Altra questione sono le operazioni di intelligence, riservate e regolate dalla legge". E con gli jihadisti in fuga dalla Libia e dalla Siria si riaccende il rischio di riapertura della rotta balcanica (Messaggero p.2). In Spagna e Francia ferragosto con i soldati in spiaggia per il timore di attentati (Corriere p.2). Il procuratore di Venezia Nordico alla Stampa (p.5): "L'intero occidente è sottoassedio e ci sono tutti i presupposti per possibili attentati in Italia. Bisogna intensificare i controlli alle frontiere, una nuova politica italiana alla pari di Francia e Austria".

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