Commentario del 24.08.2016

IN PRIMA PAGINA
Nella notte in cui un violento terremoto, di magnitudo 6.0, scuote il Centro Italia - con danni enormi e non ancora quantificabili a cose e persone nella zona al confine tra Lazio, Umbria e Marche (nel comune di Amatrice nello specifico) - i giornali aprono con i temi temi legati al vertice di Ventotene. Regia europea per i rimpatri degli immigrati (Stampa), Ue pronta ad incrementare i fondi su crescita e migranti (Messaggero). Corriere parla di un piano migranti che prevede una forza europea per il rimpatrio. Credendino (Eunavfor med) al Sole: "Così addestreremo i libici a combattere gli scafisti". Repubblica sul patto con la Merkel di Renzi e Hollande: 10 mld di flessibilità. E Delrio al QN: "Ora 5 anni di flessibilità". Tema legato alla manovra. Il ministro Poletti al Corriere: "Un voucher ai disoccupati. Servirà a trovare lavoro. La manovra parta dai più deboli". Stampa sulle pensioni, bonus anche sopra i 10 mila euro. Intanto ieri Borse europee in recupero, a Milano rally delle banche (Sole).

ITALIA-ECONOMIA
Manovra, proseguono le discussioni tra chi sostiene di dare priorità a crescita e investimenti, e chi punterebbe su misure sociali. Poletti al Corriere (in prima e p.5): "Contrapporre le misure è un errore. Le politiche sociali per l'equità sono necessarie per la crescita: gli interventi sociali e per le imprese devono camminare insieme. Essendo stretti gli spazi di manovra, credo si debba partire dai più deboli: pensioni minime e Ape". Barbagallo (Uil) alla Stampa (p.6): "Sappiamo benissimo che agli imprenditori degli aiuti possono servire, ma i fatti dicono che con questa politica non usciamo mai dalla crisi". Uno dei temi centrali resta la flessibilità Ue, patto tra Renzi Merkel e Hollande per strappare 10 mld (Repubblica in prima e p.2). Il ministro Delrio al QN (in prima e p.2): "Dobbiamo ragionare su una flessibilità Ue di 5 anni per gli investimenti, negoziare di anno in anno è complicato".  Rispetto alle resistenze tedesche, dice: "Sia chiaro che non chiediamo più risorse, ma di spendere le risorse che abbiamo. I nostri bilanci sono virtuosi, se spendiamo per opere importanti non è un debito, ma un investimento che sviluppa l'economia". Gozi ad Avvenire (p.7): "La nostra richiesta di è di applicare regole esistenti per favorire riforme e crescita. Non è un'eccezione ne uno sconto. È una regola". E sulla polemica tra investimenti e misure sociali, dice: "Punteremo su tutto quello che va a rafforzare l'economia. Contrapporre investimenti e interventi sociali è sbagliato oltre che anacronistico". Zingales a Repubblica (p.2) parla di flessibilità: "L'allargamento del deficit è un fatto politicamente importante perché garantisce più soldi da spendere, ma non risolve i nodi di fondo della nostra economia. Anzi, è un aggravamento di questi problemi perché porterà a un aumento ulteriore del debito, il nodo insopportabile che ci soffoca ed è del tutto irrisolto". Intanto, per Repubblica (p.3) nuova Costituzione, Pa, contrattazione, giustizia, concorrenza, competitività: questi i pilastri per invocare ancora la clausola riforme e quella investimenti in Ue. "Siamo favorevoli alla contrattazione di secondo livello – dice Poletti al Corriere -. Nella manovra intendiamo rafforzare la tassazione agevolata del salario di produttività. Ora le parti sociali trovino l'accordo per la riforma del modello". L'editoriale del Sole (in prima e p.5): la produttività è la leva che manca all'economia da vent'anni, rilanciarla significa cambiare faccia all'Italia: se si comincia puntando risorse importanti per incentivare i bonus aziendali può essere un passo importante. Sole (in prima e p.5) parla di 3 opzioni sul tavolo per il taglio del costo del lavoro in modo stabile: un primo assaggio nel 2017, chiaro riferimento nella prossima manovra all'alleggerimento dei contributi previdenziali da far scattare nel 2018, oppure rinvio dell'operazione al prossimo anno facendo però scattare il confronto tra le parti sociali.

ITALIA-POLITICA
Referendum, oggi al Meeting di Rimini il confronto tra Boschi e l'ex presidente della Corte Costituzionale, Francesco Paolo Casavola, che a Repubblica (p.12) dice: "Voto No, ci sono cose della riforma che non mi piacciono. Sarebbe stato più giusto e coraggioso eliminare il Senato. Invece si è giunti a soluzioni abborracciate. C'è chi dice che se vince il No sarà il baratro. Ma sono argomenti apocalittici. Penso che Renzi debba andare avanti, ha sbagliato a personalizzare". Sul fronte opposto schierata Confindustria, ora arriva il "Vademecum per il Sì": 14 pagine per spiegare la linea degli industriali (Repubblica p.12). La minoranza Pd prosegue sulla sua linea. Gotor alla Stampa (p.9): "Avevamo auspicato che Renzi scindesse le sorti del governo da quelle del referendum. Ma una rondine non fa primavera. Da qui al referendum il Pd deve prendere un'iniziativa parlamentare per modificare l'Italicum, la relazione tra Italicum e riforma del Senato impedisce di votare Sì al referendum". Intanto i renziani cercano il dialogo con Bersani, per la Stampa (p.9) l'intento è costruire un clima di fiducia, anche sulla scorta della manovra economica, e calmare le acque. In questa ottica va letta la mano tesa all'Anpi. A Bologna i partigiani parteciperanno alla Festa dell'Unità, ma restano le polemiche. Il partigiano Aldo Cossi al QN (p.9): "Si è usato il logo dell'Associazione per la campagna del No, ma questo è incostituzionale. Ho contestato la scelta perché nell'Anpi ci sono molti ex partigiani e iscritti antifascisti che voteranno Sì. Per questi motivi non rifarò la tessera nel 2017, sarà la prima volta dal 1945". Intanto prosegue il derby della raccolta fondi tra i due comitati: quelli pro riforma hanno ottenuto 500 mila euro di rimborsi pubblici, i comitati del No più forti sulle donazioni dei privati (Corriere p.13).

EUROPA
Dopo il vertice di Ventotene, sicurezza e migranti i temi in evidenza. Regia europea per i rimpatri (Stampa prima e p. 2): si punta a non lasciare più ai singoli Stati la competenza. Ieri la firma dell'accordo. Alfano: "La relocation fin qui è stato il vero flop di tutta l'agenda sull'immigrazione". Elmar Brok, l'uomo della Cancelliera a Bruxelles: "Bisogna coinvolgere i Paesi dell'Est. Collaboriamo per rafforzare il metodo comunitario: la cancelliera – continua Brok – ha bisogno di sostegno sui migranti e l'Italia può darlo. I ricollocamenti? La Germania si attiene agli accordi anche gli altri devono fare altrettanto". Intanto una missione europea addestrerà la Marina e la Guardia Costiera libiche per contrastare gli scafisti ed evitare "ulteriori perdite di vite in mare" sottolinea l'ammiraglio Credendino che comanderà questa operazione (Corriere p. 3). Credendino al Sole (prima e p. 4): "Passo decisivo nella lotta anti-scafisti: coinvolti Eubam Libia, Frontex e Nazioni Unite. A fine settembre inizieremo ad accogliere personale libico su navi".  Venturini sul Corriere (p. 25) sostiene che il vertice di Ventotene è stato di indubbio successo per rilanciare l'immagine Ue, ma non può essere considerata più di una premessa alla quale va data sostanza proponendo iniziative concrete per i cittadini. Dello stesso avviso la Bonino, intervistata da Repubblica (p. 4): "Ue, solo slogan vuoti se non si apre il tavolo per riformare i trattati. Impensabile andare avanti senza una politica estera comune".  Per Stefanini (Stampa prima e p. 25) l'unione d'intenti di Ventotene può rappresentare uno stimolo indispensabile per ripartire, ma non di certo un metodo di governo. Sul Messaggero (p. 2) più risorse al piano Juncker: la Ue rilancia gli investimenti. La commissione pronta ad incrementare fino a 500mld la potenza di fuoco dell'iniziativa. Allungati i tempi di due anni. Previsto anche il finanziamento di progetti, di infrastrutture in Africa per frenare l'immigrazione.

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