Commentario del 14.08.2016

IN PRIMA PAGINA
"Una scossa al Pil: ecco il piano": sul Messaggero Delrio promette investimenti pubblici per far ripartire l'economia. Il Messaggero parla di manovra da 25 miliardi. Per Repubblica il Pil fermo costa al Paese 6,5 miliardi: più difficile tagliare Irpef e cuneo fiscale. Per la Stampa la manovra sulle pensioni ci sarà, seppure in due tempi. Pressing sulla Ue per ottenere flessibilità sui conti. Prodi sul Messaggero: Italia in deficit di credibilità. Spazio anche alla politica, con Parisi che si schiera sul referendum: "Sostengo il sì, nel solco dell'Ulivo". Prodi per ora tace (Repubblica). Parla invece Salvini, che a Libero dice: "Renzi tra quattro mesi cade, il centrodestra torni unito". Parisi cala le carte: "Mi presento alle primarie" (Giornale). Dagli 007 allarme sicurezza: nei barconi dei migranti rischio infiltrazioni di militanti Isis (Messaggero e tutti). Sul Corriere la caccia alla rete Isis di Milano. Intanto è polemica per il "no" di Capalbio agli immigrati. Il Giornale: "Razzisti radical chic". Sul Corriere una proposta di piano nazionale per i migranti di Milena Gabanelli.

ITALIA-ECONOMIA
Con l'Italia a crescita 0 nel secondo trimestre e le previsioni di crescita per il 2016 ormai sfumate, sui quotidiani si rincorrono le ipotesi sulle contromosse del governo. Il Messaggero parla di possibile manovra da 25 miliardi, che potrebbero scendere a 20 se Bruxelles dovesse concedere nuova flessibilità. Repubblica (p.2) stima in 6,5 mld il costo della frenata del Pil e questo mette a rischio i tagli promessi dal governo a Irpef e cuneo fiscale. Ma Renzi punterebbe comunque a una manovra espansiva, contando su nuovi margini di flessibilità dalla Ue. Per il Sole (p.3) la flessibilità sarà essenziale per avere le misure sulla crescita promesse, a cominciare dagli sgravi fiscali garantiti alle imprese. Per la Stampa (p.6) la misura più importante della manovra dovrebbe essere la riduzione dell'Ires a carico delle imprese e il pacchetto previdenza: misure, quelle sulle pensioni, che potrebbero arrivare in due tempi, a cavallo del referendum, avendo una chiara connotazione "politica". "Non ci sarà alcuna manovra intesa come strumento di blocco della crescita – dice il vice ministro Morando al Mattino (p.3) – contesto anche il giudizio secondo cui si sarebbe esaurita la funzione positiva delle riforme. Il problema è che pur avendo favorito una certa ripresa non abbiamo ancora un volume adeguato di investimenti privati". "Più investimenti pubblici per rilanciare l'economia" la ricetta del ministro Delrio, che in un'intervista al Messaggero (in apertura e a p.3) annuncia una manovra tutta orientata sulla crescita, implementando il piano per le infrastrutture del governo. "Niente interventi a macchia di leopardo: insieme alle Regioni abbiamo individuato le priorità infrastrutturali, i progetti cantierabili, le opere per unire il Paese e mettere in sicurezza il territorio. Adesso si può partire davvero". Su Repubblica (p.2) parla il sottosegretario Gozi: "Conti peggiori per tutti, non solo per l'Italia. Flessibilità necessaria". Quanto al governo "continuiamo a lavorare sulle riforme e sugli investimenti per recuperare produttività, riduzione della pressione fiscale e lotta alla disoccupazione". Parlano anche gli industriali. In un'intervista a Repubblica (p.3) il vice presidente di Confindustria Pedrollo chiede la conferma del superammortamento per i macchinari e un pacchetto di misure a sostegno di "Industria 4.0", anche a costo di sforare il rapporto di deficit-pil dell'1,8%: "Credo che per il governo sia una via obbligata". Sulla Stampa parla Snaidero (Federlegno Arredo): "Gli incentivi sono la strada giusta per far ripartire l'economia. Senza bonus mobili avrebbero chiuso tremila aziende". Prodi, nell'editoriale del Messaggero (in prima e a p. 16) richiama il governo e gli imprenditori alle proprie responsabilità sui dati "oggettivamente cattivi" di questi giorni: sono 10 anni che l'Italia non cresce, non si possono continuare a chiedere sconti alla Ue ne inseguire rimedi parziali o sussidi temporanei."Servono cambiamenti strutturali che ci rendano credibili di fronte all'economia e alla politica internazionale". Critico anche il Fatto (in apertura e a p.3): "la renzinomics sta portando l'Italia in recessione. Colpa di misure adottare solo per raccogliere consenso". Anche per il Giornale (in prima e a p.8) il governo, rincorrendo la politica dei bonus, ha sprecato gli assist Bce. Buone notizie arrivano dal turismo: l'Italia torna a catturare gli stranieri, scrive Avvenire (in prima e a p.19). Tedeschi, francesi e inglese a +10%. La sottosegretaria Bianchi ad Avvenire: "Ora dobbiamo destagionalizzare e delocalizzare l'offerta".


ITALIA-POLITICA
Referendum, in un'intervista alla Stampa (p.5) Arturo Parisi si schiera per il sì": "Riconosco nella riforma quasi alla lettera le principali tesi che Prodi propose alla coalizione dell'Ulivo. Ci sono limiti e contraddizioni ma il sì manterrebbe aperto quel cammino di cambiamento nella continuità che intensificammo dopo la caduta del Muro di Berlino. Mentre la vittoria del No ci riporterebbe alla casella di partenza. Altro che riforme alternative". Parisi però rimprovera al premier non solo la personalizzazione del referendum ma anche la personalizzazione delle riforme: "Riconosca i meriti di chi lo ha preceduto". Prodi invece, almeno per adesso, non si schiera, scrive Repubblica (p.9), né ci sarebbero stati corteggiamenti espliciti da parte di Renzi ma sicuramente renderà pubblica la sua valutazione. "Siamo il Paese che più soffre per un deficit di credibilità", scrive oggi Prodi nell'editoriale del Messaggero (in prima e a p.16) critico col governo  per i dati "oggettivamente cattivi" dell'economia: "chi ci guarda chiede politiche di lungo periodo, indipendentemente dai risultati del referendum". Intanto, con l'asticella dei "sì" necessari a 16 milioni di voti, Renzi inaugura "l'estate della Nazione" (Fatto p.2): domenica sarà al Festival della Versiliana, intervistato da Del Debbio, per poi girare le feste dell'Unità fino alla chiusura di quella nazionale di Catania l'11 settembre. Al Meeting di Cl a difendere la riforma andrà la Boschi.
In movimento anche Salvini, che domani parlerà a Ponte di Legno: "Renzi è cotto, non arriva a Natale – dice a Libero (in prima e a p.10) - E il problema non è nemmeno più lui ma quello che Bruxelles, Quirinale, gotha della finanza stanno già scegliendo per installare il quarto governo di fila non eletto da nessuno". Il riferimento, stando a quanto scrive Mazzuca sul Giornale (in prima e a p.8), potrebbe essere a Mario Draghi, tra gli outsider a cui penserebbe il Quirinale in caso di vittoria del no e caduta del governo. Per Salvini il centrodestra deve "fare presto ad attrezzarsi per governare": "Le condizioni per avere un dialogo con la Lega sono il no al referendum e a qualsiasi governo non eletto".

EUROPA
Unione Europea stretta tra stagnazione, terrorismo e spinte centrifughe. Per la Stampa (p.7) la cancelliera Merkel vorrebbe rimandare "Brexit" il più possibile per evitare ripercussioni politiche interne, in vista dei test elettorali tedeschi in agenda nel 2017 e ne avrebbe parlato alla primo ministro May nel faccia a faccia del 20 luglio. Per questo sarà essenziale che la gestione del dossier sia nelle mani del Consiglio europeo e non della Commissione. "Per rilanciare l'Unione europea bisogna partire dalla difesa comune" dice alla Stampa l'economista francese Attali. "Gli eurobond potrebbero finanziare un esercito europeo, che tenga testa a sicurezza e immigrazione".

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