Commentario del 20.09.2015

IN PRIMA PAGINA
Pensioni, Renzi riapre la partita (QN). Ma Padoan frena: "Un rischio toccare le pensioni" (Repubblica). Intanto si delineano i contorni della legge di Stabilità: ridotti i tagli agli sgravi: "spending" più leggera (Sole). Sale a 17,9 mld la richiesta alla Ue (Sole). Libero accusa: "Più debito per dare soldi a immigrati e sud". Il Mattino: sugli sgravi, Nord contro Sud. Ancora in primo piano il caso Colosseo, leva per cambiare la legge sugli scioperi (QN). Il Messaggero anticipa: per gli scioperi, servirà il referendum. Camusso attacca: "Il decreto? Un blitz premeditato" (QN). Franceschini: con i sindacati ci accorderemo (Stampa). E intanto paga gli arretrati. Sul Giornale tutti i misteri della serrata. Su tutti la riforma del Senato di nuovo in alto mare. Bersani al Corriere: basta con i trucchi. Palazzo Chigi: abbiamo i numeri (Messaggero). Per il Fatto è Renzinformatija: non c'era intesa ieri, non c'è rottura oggi. Su QN gli italiani e il Senato: sette su dieci sono per abolirlo. Dall'estero, il Papa a Cuba: "Apritevi al mondo" (Corriere). "Il mondo è assetato di pace" (Stampa). Libero dipinge il Papa in basco e camicia rossa: "Comandante Fran-Che". Su tutti le elezioni in Grecia, tra stanchezza e disincanto (Sole) - Tsipras: "Mi gioco la testa" (Corriere) – e gli scontri alla frontiera tra Ungheria e Croazia: nessuno vuole i profughi (Stampa).

ITALIA-ECONOMIA
Pensioni, si riapre la partita sulla flessibilità (Sole p.2, Corriere p.6, Repubblica p.3, Messaggero p.2 e su tutti). Il premier sull'Unità: "Ho chiesto a Padoan e Poletti di individuare un meccanismo". Il Sole parla di mini intervento da un miliardo per un anticipo del pensionamento di 2-3 anni e con un taglio del 3-4% l'anno sull'assegno. Padoan a Repubblica (p.2 e 3) sottolinea la ripresa della crescita – "perché c'è più occupazione e per le tasse che stiamo abbassando" – ma frena su ritocchi alle pensioni: "Nulla di male a esaminare correttivi per chi è vicino alla pensione ma va considerato che questo ha un costo e l'equilibrio di finanza pubblica deve essere mantenuto". Nell'intervista, Padoan conferma e difende il taglio delle tasse: "Dire che è di destra lascia il tempo che trova, aiutare le famiglie e sostenere il lavoro sono cose di sinistra o no?". Codogno (ex Tesoro) al Fatto (p.7): "Rischioso chiedere la flessibilità e usarla per la Tasi". Cuperlo, a L'Unità (p.7): "Se per togliere la Tasi anche a Squinzi io nego la flessibilità in uscita a chi è rimasto prigioniero della riforma Fornero non è una cosa giusta o di sinistra". Intanto con la nota di aggiornamento del Def approvata venerdì dal consiglio dei Ministri si delinea più chiaramente la legge di Stabilità: si va verso lo stop a Tasi e Umu su prima casa, Imu agricola e tassa imbullonati; previsto anche un bonus per famiglie povere con bambini a carico (Repubblica e Unità p.4). Ma cambiano i numeri: prevista una "spending più leggera" (da 10 a 7,5-8,5 mld), e meno tagli agli sconti fiscali (1 mld),mentre sale a 17,9 mld il conto della "flessibilità" chiesta alla Ue e si fa strada l'ipotesi di anticipare la digital tax. Ipotesi contro la quale si schiera Confindustria: "Frenerà la crescita e l'innovazione dell'Italia" dice Elio Catania alla Stampa (p.7). "Questo non è un tema che tolleri normative tampone a livello locale". Con il pil in crescita (0,9% nel 2015, 1,6% nel 2016) e il deficit fissato al 2,2%, calerà la disoccupazione (12% nel 2015, 11,9% nel 2016), la pressione fiscale (dal 43,1% al 42,6%); il debito salirà ancora nel 2015 (132,8%, per cominciare a scendere dal 2016 (131,4%, fino al 119,8% nel 2019). Ma sulle privatizzazioni i conti non tornano: il def conferma 6,5 mld, ne mancano quasi 4 (Fatto p.7). E anche quelli sul calo della disoccupazione: dai dati Inps mancano 49 province su 110 (Fatto p.9). La Commissione Ue: "Valuteremo la posizione dell'Italia quando riceveremo la legge di Bilancio" (Sole p.3). Padoan: "I rapporti con Moscovici sono fruttuosi e cordiali, c'è un clima di fiducia che ci aiuta".

ITALIA-POLITICA
Senato, intesa in bilico. Bersani insiste: sia elettivo. Ma i renziani lo "asfaltano". Guerini: "Noi apriamo, ma niente veti" (Unità p.6). Giachetti: "Vogliono rompere a prescindere. Con questi la riforma non si farà mai, meglio votare" (Fatto p.2). "Io non rompo ma non mi scosto. Forse qualcuno cerca un pretesto" dice l'ex segretario del Pd al Corriere (p.13). "Devono essere i cittadini a eleggere i senatori. E da qui non ci si scosta. Che cosa è successo dovrebbe chiederlo a loro. A me mi sta bene tutto purché si faccia senza ambiguità e trucchi verbali". I senatori Corsini e Mucchetti parlano di "disinformatia: "Un accordo presuppone colloqui che però non ci sono mai stati. Non c'è stata nessuna trattativa" (Corriere p.13). Parla di "Renzinformatija" Travaglio sul Fatto: l'intesa ormai prossima sul Senato rilanciata ieri dai giornali era solo disinformatija renziana, utile a confondere i lettori e a mettere in difficoltà gli avversari del premier. In realtà Renzi e Verdini, "unici veri padri della riforma", "non si sono mai mossi di un millimetro dal Senato dei nominati". Romani al Corriere (p.12): "Non c'è alcuna trattativa autentica e se non ci saranno le modifiche che chiediamo voteremo no". Il costituzionalista Ainis al Fatto (p.3): "Il nuovo Senato non conterà, questo è il vero problema. Il nodo sono le competenze: questa riforma svuota Palazzo Madama, lo rende un ibrido, né carne né pesce. Non ha più poteri di controllo e non rappresenta gli enti locali". Meloni al Corriere (p.12): "Renzi avrebbe fatto meglio ad abolire il Senato. Questa riforma è ridicola e pericolosa". Su QN (p.4) il sondaggio di Noto: il 58% degli italiani è per l'elettività del Senato ma potendo scegliere il 70% opterebbero per l'abolizione tout court. Ma nella fiducia ai leader istituzionali Grasso sopravanza Renzi (47% a 42%); su tutti  Mattarella (65%), in coda la Boldrini (31%).

EUROPA
Grecia alle urne "stanca e disincantata" scrive il Sole (p.7). Con Syriza e Nea Dimokratia appaiati nei sondaggi per governare il Paese ci vorrà una coalizione. Chi parte favorita – dalla crisi economica e dei profughi – è Alba Dorata: "In Grecia siamo noi l'unica opposizione" (Stampa p.9). Paese spaccato. Tispras: "Mi gioco la testa" (Corriere p.16).  Ma qualsiasi governo che uscirà dalle urne avrà una politica economica già scritta negli accordi con i creditori. Moscovici alla Stampa (p.9): "Chiunque vinca collaborerà con noi. E il lavoro della troika non finirà". Su Repubblica (p.13) parla il leader di Podemos, Iglesias: "L'accordo non mi piace ma grazie a Tsipras l'Europa è cambiata".
Intanto, in attesa del vertice straordinario di mercoledì a Bruxelles, lo scontro sugli immigrati si attesta sulla frontiera tra Croazia e Ungheria: nessuno vuole tenere i profughi (Stampa p.8). Zagabria, che mercoledì aveva spalancato i confini, ci ripensa e riporta i migranti alle frontiere, pronta a usare l'esercito. Budapest: "così tradiscono noi e la Ue", e schiera i riservisti. Oltre 1300 i migranti arrivati in Slovenia; molti quelli in marcia verso l'Austria che annuncia però di rimandarli indietro verso i Paesi di transito. E dalla Turchia il flusso di migranti continua ininterrotto, destinazione Grecia: le acque delle isole di Lesbo e Mitilene sono un cimitero. Sul Corriere (p.10) reportage dal fronte sloveno: "Se va male andiamo in Italia". Libero (in prima e a p.5) attacca: "Immigrati al confine e il governo si ferma per il fine settimana". Su tutti i giornali la foto di una bimba sirianache gattona davanti a un cordone di poliziotti: è stata scattata lungo l'autostrada Istanbul-Edirne, scelta da chi punta alla Grecia. L'ex premier francese Rocard a QN (p.9): "E' il suicidio dell'Europa, incapace di gestire l'emergenza".

©riproduzione riservata

Nessun commento:

Posta un commento