Commentario del 19.09.2015


IN PRIMA PAGINA
Governo, risale la fiducia. Pd e Forza Italia in ripresa (Corriere). A spingere Renzi al 37% il miglioramento  dell'economia e la riforma del Senato. Riforma su cui l'intesa dentro al Pd sembra vicina (Messaggero e tutti). Ma è il Colosseo chiuso per assemblea sindacale il caso politico del giorno. Scontro Renzi-sindacati. Musei come servizi pubblici per decreto (Corriere). Franceschini al Messaggero: "Nessun attacco ai diritti ma i siti restino aperti". Libero: Franceschini abbaia ma non morde. Il Giornale: Aridatece Nerone. In primo piano anche la manovra: deficit più alto e meno tasse per la crescita (Corriere). E per trovare i soldi anticipati i tagli della nuova Pa (Messaggero) mentre sale a 16 mld il "tesoretto" Ue (Repubblica e altri).Su tutti l'abbandono a sorpresa della presidenza di Alitalia di Cassano: in sei mesi rosso di 130 milioni (Repubblica). Su tutti anche la crisi dell'immigrazione, con i profughi che rimettono in crisi i Balcani (Corriere). Attesa per la visita del Papa in Usa, ma da Obama gaffe e inviti disinvolti (Corriere).

POLITICA
Torna a crescere la fiducia in Renzi (dal 32% al 37%), Salvini arretra, raggiunto al secondo posto nel gradimento degli italiani dalla Meloni (28%), poi Di Maio (27%) e Grillo (26%); Berlusconi al 22%. Il Pd al 33%, M5S al 27%, mentre Fi (12,8%) si riavvicina alla lega (13,7%). Udc-Ncd al 3,7%, Sel e Fdi al3,5%. Sono gli scenari di Pagnoncelli sul Corriere (p.6) che danno premier (e Pd) in ripresa, spinti dal miglioramento dell'economia e dalla riforma del Senato.
Sul Giornale (p.4) l'osservatorio di Mannheimer è sull'immigrazione: per un italiano su due non si possono accogliere tutti; ma scende dal 43% al 26% la quota dei favorevoli al respingimento totale.
Diventa intanto un caso politico il Colosseo rimasto ieri mattina chiuso per assemblea sindacale con quattromila in coda a inveire: "Solo nel vostro paese i turisti vengono trattati  così". (Repubblica p.2). Il governo prepara un decreto legge per estendere alla cultura lo status di servizio pubblico essenziale e striglia i sindacati. Renzi: "Non gli lasceremo la cultura in ostaggio". Sulla decisione sponda preventiva con Mattarella (Messaggero p.3, Stampa p. 4). Franceschini al Messaggero (p.4): "Nessun attacco ai diritti, ma i siti restano aperti"."Questo decreto è una conquista di civiltà".  "Franceschini abbaia ma non morde", scrive Belpietro su Libero (in prima e a p.15).  Cacciari (su Repubblica p.3) invece lo boccia: "Misura illogica, basta alibi, qui l'arte non è una priorità". Il Sole (in prima e a p.12): "Il sindacato non è più in sintonia con la società". Quello che è successo ieri "è un danno per la reputazione dell'Italia e anche per la reputazione del sindacato".
Intanto sul fronte delle riforme, Renzi apre all'accordo con la minoranza dem (Stampa p.6 e tutti). "I numeri ci sono ma faremo di tutto per convincere quanti più senatori possibili". Obiettivo: portare a casa la riforma. Bersani: "Sì alla modifica ma dentro l'articolo 2" (Repubblicap.10). Per Repubblica (p.10), Corriere (p.8) e Messaggero (p.13) l'intesa si troverà su un emendamento con cui si assegnerà alle Regioni il potere di scegliere come eleggere i senatori. Forza Italia in stand by, in attesa di una linea che da Berlusconi non arriva (Messaggero p.12, Sole p.12) ma 11 parlamentari sarebbero pronti a votare il ddl.

ECONOMIA
"Nel 2016 crescita all'1,6%" (Sole p.5)", più deficit per spingere la ripresa. Avanti con il taglio delle tasse" (Corriere p.5). Su tutti i giornali l'aggiornamento del Def e i nuovi obiettivi del governo. Renzi: "l'Italia è ripartita, ora bisogna spingere tutti insieme". Il disavanzo potrà salire fino al 2,4%, aumento del pil allo 0,9%. Ma il vero negoziato sarà con Bruxelles, a cui il governo chiede di utilizzare un margine di flessibilità pari a 0,4 punti di Pil, a cui si aggiunge un altro 0,2 per far fronte alla situazione eccezionale delle migrazioni (il Fatto p.7 parla di bonus profughi di 3 mld). In tutto fanno circa 13 mld di maggior deficit (16 per il Messaggero p.7) , oltre alla richiesta di spostare al 2018 il pareggio di bilancio. Ma per la prima volta dal 2007 il debito comincerà a calare, anche se meno del previsto. Padoan: "Ridurremo le tasse per dare massimo sostegno alla domanda interna, per una crescita trainata dalla domanda delle famiglie e delle imprese" (Sole p.5). Moscovici: "Riforme solide e concrete, l'Italia non è più sorvegliata speciale. Ma il debito pubblico resta alto" e il giudizio sospeso fin quando non si vedrà la manovra. Il Corriere (p.5) sul punto prevede battaglia con Bruxelles. Ancora aperto anche il cantiere pensioni, con Poletti in pressing per trovare soluzione al problema esodati, opzione donna e flessibilità in uscita. Dubbi del Tesoro sulle coperture (Corriere p.5). Dubbi anche sulla crescita del pil: "Non sarà facile far salire il pil all'1,6% - dice al Messaggero (p.8)l'economista Giacomo Vaciago. "Per il 2016 necessarie misure choc". Per il Messaggero (p.8) una spinta alla crescita arriverà dai tagli della Pa, con la chiusura delle partecipate e degli enti inutili. Squinzi: "Per la crescita fondamentale rilanciare la domanda interna ma pesa l'austerity Ue" (Sole p.4). Da Confindustria e da Moody's nuovo assist all'esecutivo: "Con le riforme potremo raggiungere l'obiettivo che Confindustria ha sempre dichiarato, crescita del 2%". (Messaggero p.12).

EUROPA
Grecia, domani il voto anticipato voluto da Tsipras. Per Syriza testa a testa nei sondaggi con Nea Demokratia (Repubblica p.20). Per Avvenire (p.5) dopo il voto di domani Syriza potrebbe allearsi con i socialisti del Pasok. Fubini sul Corriere (p.15) intervista il leader di Nea Demokratia, Meimarakis: "L'incoscienza di Tsipras ha portato la Grecia al limite. I greci vogliono in governo che porti la Grecia in avanti e noi risponderemo, un altro governo Tsipras avrebbe conseguenze gravi anche per i nostri vicini". L'ex ministro Varoufakis ha annunciato che voterà per i dissidenti euroscettici di Unità Popolare e a Repubblica (p.21) spiega: "Il nostro slogan quando vincemmo le elezioni era 'Riprendiamoci la Grecia, cambiamo l'Europa' ma dopo la capitolazione di luglio è venuto il momento di portare il messaggio della Primavera di Atene che ha mostrato a tutti che le decisioni importanti vengono prese da organismi che non rendono conto  a nessuno, dittatoriali, che non rispettano la legalità. I tempi sono maturi per portare il trittico della rivoluzione francese a livello europeo: libertà, uguaglianza e fratellanza".
Nel frattempo resta tesa la situazione profughi in Ue: la Germania minaccia chi si oppone alle quote: "Le imponiamo a maggioranza". La replica di Orlowski, ambasciatore polacco in Italia, alla Stampa (p.8): "Polonia disposta ad accogliere, ma Bruxelles non può imporre le quote". Intanto tensioni al confine tra Ungheria e Croazia mentre la Slovenia non esclude "un corridoio" per l'Europa (Su tutti). In Italia aumenta la sorveglianza, sotto osservazione i confini di Gorizia e Trieste (Messaggero p.16).   

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