Commentario del 14.09.2015

IN PRIMA PAGINA
Migranti, dietrofront Merkel (Messaggero, Qn). La Germania chiude le frontiere (Repubblica, Stampa). Già esaurito l'entusiasmo di Berlino (Messaggero). Merkel avvisa la Ue: l'onere è di tutti (Repubblica). Schulz: "L'Europa ritrovi il suo coraggio" (Repubblica). Oggi a Bruxelles patto di Dublino e ricollocamenti (Messaggero). L'Europa chiacchiera, intanto muoiono altri 15 bimbi (Giornale). Su tutti anche l'avvento della sinistra radicale in Gran Bretagna. Corbyn a Repubblica: "Così voglio cambiare gli inglesi". Politica in primo piano sul fronte interno, col muro di Renzi sulle riforme: nessun cambio (Corriere). "Ho i numeri". Ncd frena: "Modificare Italicum" (Repubblica). E tra Salvini e Berlusconi torna il gelo (Tempo). Sul fronte finanziario ed economico è la settimana della Fed: dilemma tassi tra Cina e crescita (Messaggero). Dietro le quinte della decisione (Corriere). Su Corriere e Unità si discute di dopo Expo': nelle aree il nuovo polo universitario, scrive il Corriere. L'Unità parla di Expo' permanente contro fame e povertà. Su Repubblica il tesoretto dei pellegrini: col Giubileo 11 miliardi di euro di pil.

POLITICA
"L'Italia era nella palude, ho fatto l'elettroshock, il motore del Paese è ripartito. Adesso che l'Italia ha svoltato è il momento della tranquillità, fiducia, credibilità". Da New York Renzi "racconta" così il Paese e sulle riforme dice: "I numeri ci sono sempre stati e ci saranno anche per la riforma del Senato" (Corriere p.5 e su tutti). A frenare Renzi le mosse di Grasso e gli avvertimenti di Quagliariello: "I voti del Ncd solo se cambia l'Italicum" (Repubblica p.12). Con Renzi deciso ad andare avanti e in tempi rapidissimi sulla riforma e senza mettere la fiducia, per il Corriere (p.6) il "problema" è Grasso, se deciderà o meno di riaprire i giochi sull'articolo 2. Ma Mattarella lavora perché questo non accada con un messaggio preciso: dopo Renzi c'è solo Renzi. Anche il Messaggero (p.7) parla di sponda di Mattarella su Grasso. Ma per Repubblica (p.13) alla fine l'appoggio decisivo alle riforme verrà da Berlusconi. Così la Boschi a Sky Tg24: "Sull'articolo 2 non ci sono margini". Quanto ad appoggi esterni "non ci vedo nulla di strano se Verdini vota le riforme. Spero che anche FI possa votarle con noi". Intanto il Ncd rimette in discussione l'Italicum, chiedendo di passare dal premio alla lista al premio alla coalizione. Quagliariello: "Dire no alla riapertura della discussione avrebbe conseguenze sul piano politico". Guerini: "L'Italicum non si tocca" (Corriere p.8). Occhi puntati sui 15 dissidenti del Ncd: difficile il rientro in Fi, già avviati contatti con Fitto e Tosi (Corriere p.8). Cicchitto a QN (p.6): "Mai più con Berlusconi. La riforma? Il rischio crisi non esiste, ma si cambi la legge elettorale". E nel Pd è D'Alema che soffia sul fuoco della scissione. Tensioni anche nel centrodestra dove tra Salvini e Berlusconi torna il gelo (Tempo in prima e a p. 6). "Forza Italia decisa dove stare o noi avanti da soli" l'ultimatum del leader leghista in vista della manifestazione di novembre per bloccare l'Italia. E sulle pensioni minaccia di occupare il Tesoro: "Basta con la Fornero" (Repubblica p.14). Slitta ancora l'incontro con Berlusconi ma Toti continua a mediare, rilanciando sulla convocazione immediata di un tavolo delle opposizioni "aperto a tutte le forze che si ritengono alternative al governo Renzi" (Corriere p.9).

ECONOMIA
Borse al bivio della "stangata" Usa (Giornale p.21): a due  giorni dalla riunione della Fed cresce il fronte degli analisti convinti che alla fine la Yellen convincerà la Fed a mantenere lo status quo monetario. Piazza Affari si prepara comunque a un autunno "con l'elmetto". Per Fubini (Corriere p.11) sulle decisioni della Fed peserà il fattore Cina: People's Bank of China possiede 1.200 mld di dollari del debito Usa, abbastanza per condizionare scelte ed effetti sull'economia americana. Tempo e QN tornano sulla ripresa dell'Italia: un bluff, per il Tempo (in apertura e a p.2 e 3), "solo l'automobile evita il disastro". Su QN (p.11) le opinioni a confronto di politici ed economisti. Su Repubblica (p.16) governo al lavoro per trovare i 25 mld a copertura della legge di Stabilità: si riparla di tagli alle agevolazioni fiscali, stretta sulle municipalizzate e dimezzamento degli incrementi al fondo per la sanità. Il Messaggero (p.8) torna invece sul rinvio di ogni intervento sulle pensioni: nel 2020 la spesa tornerà a salire e l'Italia non può permetterselo. Sulla Stampa (p.10) la stagione dei rinnovi dei contratti nazionali: 6 milioni e mezzo i lavoratori dipendenti in attesa di rinnovo, ma sul come si andrà a riscrivere i contratti i segnali sono contrastanti. La ripresa in atto potrebbe ammorbidire le posizioni, l'abolizione dell'articolo 18 potrebbe esasperarle. Punto interrogativo sul contratto degli statali, nonostante sia stata la Consulta stessa a censurare il blocco in vigore da anni. Per i metalmeccanici possibile il varo di due piattaforme, quella della Fiom e quella di Fim e Uilm. Complicati anche i rinnovi nel terziario. E sulla proposta di Squinzi – non rinnovare i contratti in scadenza ma modificare il sistema con aumenti legati alla produttività e pagati a consuntivo – arriva la stroncatura della Uil: "E' una proposta quasi provocatoria – dice Paolo Pirani – Oggi lavori e che salario avrai lo sai solo domani?". Intanto però cala la fiducia nei sindacati: per oltre la metà degli italiani non riescono a tutelare gli occupati e non comprendono le dinamiche del lavoro (Stampa p.11). Per quasi un terzo degli italiani se i sindacati non ci fossero in Italia le cose andrebbero meglio. La Boschi a Sky Tg24: "I sindacati hanno contribuito a bloccare il paese" (su tutti). Il sociologo Manghi: "Vanno in tv e parlano poco coi lavoratori. Serve una nuova generazione di leader" (Stampa p.11). Ma la quota di iscritti in Italia è nettamente superiore alla media europea.

EUROPA
Migranti, dietrofront Merkel (Messaggero in apertura e su tutti). E ieri nuova strage in mare: 34 vittime, la metà neonati e bambini. A sorpresa, Berlino chiude le frontiere, ferma i treni ai confini con l'Austria e sospende Schengen puntando il dito contro l'Italia, la Grecia e l'Ungheria. Baviera nel caos: non possiamo fare tutto noi (Stampa p.2). Con il Paese già al collasso per l'accoglienza dei profughi si chiede alla Ue "un rapido ritorno a procedure ordinate" e al governo greco di controllare le frontiere con la Turchia. Il vice cancelliere Sigmar Gabriel a Repubblica (p.3): "Il Paese è al limite, colpa dell'inerzia europea". Gentiloni al Die Welt (ripreso da Repubblica p.4): "Troppa pressione su Italia e Germania. L'Europa ora si muova o si rischia il baratri". Su Repubblica (p.4) parla anche l'ambasciatore britannico a Roma Christopher Prentice: "Londra è solidale, ma dice no ai migranti economici". Gozi a QN (p.3): "Berlino ha ricevuto una lezione. Anche loro hanno capito che da soli, senza Europa, non ce la possono fare". Attesa per il vertice di oggi a Bruxelles sull'immigrazione. La Stampa (p.2) rivela che dalla bozza della Commissione sono già sparite le quote vincolanti: si parla piuttosto di ripartizione non vincolante dei rifugiati e rinviata la definizione delle modalità al Consiglio europeo dell'8 ottobre. Anche per il Corriere il rischio è che a Bruxelles non si arrivi a nessuna intesa per le resistenze dei Paesi dell'est e perché altri Paesi potrebbero sospendere Schengen.Sul Corriere (p.3) le condizioni dell'Italia su piano Juncker, quote e centri. L'Italia è pronta a rispettare il piano europeo sui profughi ma non aprirà i nuovi centri di accoglienza prima del via libera alla distribuzione dei 160 mila migranti tra Stati dell'Unione. Alfano chiede anche un piano per la riammissione degli stranieri non regolari nei Paesi d'origine.
Sul Sole (p.6) i test elettorali d'autunno della Ue: Grecia al voto domenica, poi Portogallo, Polonia e Spagna. "Un test per le politiche di austerity nella Ue, nel caso di Atene, Lisbona e Mdrid; per Varsavia una sorta di referendum sull'adesione alla moneta unica".

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