Commentario del 18.09.2015

IN PRIMA PAGINA
La decisione della Fed e la politica italiana in primo piano sui quotidiani odierni. "Tassi Usa fermi allo 0,25%" (Sole) per vai dei "timori americani" sull'economia (Corriere). Per Repubblica "paura Cina, tassi invariati" e la parola "paura" torna anche nell'apertura di MF. "Crescita bassa, frenata della Fed" (Messaggero). Per la politica, ancora la riforma del Senato in evidenza. "La maggioranza tiene. Tensione tra Renzi e Grasso" (Corriere), "Scontro Renzi-Grasso" (Stampa) "Sprint di Renzi, scontro con Grasso. Spunta l'ipotesi: ritocchi all'Italicum" (Messaggero), "Pregiudiziali respinte. Primo round a Renzi" (Avvenire), "Minacce, ricatti, compravendite. Ma se lo facesse Berlusconi?" (Fatto). Per l'economia, i dati del Centro studi di Confindustria: "Pil 2015 in rialzo (+1%)" (Sole). L'Espresso apre con i "Renzomandati" e attacca il premier che "aveva promesso rottamazione e meritocrazia ma ha imposto una classe dirigente di fedelissimi". Il Foglio intervista Carlo De Benedetti su "che cos'è una sinistra senza ideali": "dovrebbe essere chiaro che trincerarsi nel passato significa semplicemente disinteressarsi del presente". Il Giornale punta su Marchini: "novità nel centrodestra. L'imprenditore romano scende in campo e lancia la sfida a Renzi: mi candido io a leader". Ampio spazio ancora ai profughi con la Croazia ora al collasso: "Entreremo in Europa a ogni costo" (Stampa). Su tutti anche il confronto tv tra i Repubblicani in vista delle primarie per la candidatura alla Casa Bianca, vinto dal Carly Fiorina: "La grinta di Fiorina. Trump nell'angolo" (Corriere).

ITALIA-ECONOMIA
"Tassi Usa fermi allo 0,25%" (Sole prima e p.3 e tutti), manovra rinviata a fine anno, debole Wall Street e il dollaro cade. "Una mossa che guarda alla Cina" spiega Onado (Sole prima e p.3). Discordanti i pareri sui vari quotidiani. "Alla banca centrale Usa manca una strategia" critica Masciandaro intervistato da Avvenire (p.7): "la politica monetaria da sola non ci porterà fuori dalla trappola". In disaccordo con Yellen anche Bini Smaghi che a Repubblica (p.13) spiega: "Il rinvio causerà instabilità. Così si deprime la crescità. Tassi più alti avrebbero drenato un po' di liquidità in eccesso che è causa della volatilità delle Borse". "Janet ostaggio di Wall Strett. Si rischia una nuova bolla" agggiunge Huszar sulla Stampa (p.10). "Una scelta difficile e obbligata" la definisce invece Gaggi nell'editoriale del Corriere (prima e p.2). D'accordo anche l'economista Madrik intervistato dal Messaggero (p.2): "decisione corretta, l'economia è fragile e basta poco a rimandarla nel baratro". Attendista Zingales, intervistato da QN (p.27): "L'economia Usa di fronte al bivio. La banca centrale ha avuto un percorso lineare durante la crisi. Ora teme un errore". Per l'Italia la decisione della Fed è "un sollievo ma resta il nodo debito" segnala Bufacchi sul Sole (prima e p.2).
A proposito del nostro Paese, il Corriere (p.6) intervista il commissario Ue, Moscovici: "Conti, l'Italia non è più un sorvegliato speciale. Mi sento regolarmente con Padoan, va riconosciuto lo slancio riformista del governo. Ma intanto la Bce "avverte Roma" (Corriere p.5 e tutti): l'Italia usi i risparmi derivanti dallo spread per ridurre il debito pubblico. E Fubini (Corriere p.5) evidenzia come "le paure tedesche rischiano di avverarsi" visto che Weidmann era contrario al QE perché avrebbe alleggerito la pressione a migliorare i conti pubblici degli Stati e oggi "in Italia sembra che ci siano soldi per tutto" e "si accavallano propsote di ogni tipo, del governo e non solo". Rispetto al richiamo Bce, da Palazzo Chigi però fanno sapere che le priorità "restano crescita e taglio tasse" (Corriere p.6). La Stampa (p.13) intanto annuncia che c'è l'accordo Padoan-Ue: "più deficit per l'Italia rispettando i vincoli". Si va verso un +2,2%. Il Messaggero (p.5) annuncia che lo sconto sul deficit sarà di 13 miliardi: oggi il governo approva la Nota di aggiornamento dove aumentano le stime di crescita.
Dati positivi sull'economia reale dal CsC: "Cresceremo l'1% quest'anno, 1,5% nel 2016" (Sole p.6,7 e tutti): per Confindustria 500 mila nuovi posti nel biennio. E Squinzi conferma: "L'Italia riparte ma servono misure ambiziose. Legge di stabilità veicolo straordinario per sostenere investimenti e ridurre il costo del lavoro". Su Confindustria, intanto, retroscena di Notizia Giornale (prima e p.13): "Squinzi ricuce col Governo. E Renzi ringrazia spingendo Marchionne in Confindustria". Il quotidiano parla di un lavorìo sottotraccia per convincere il ceo Fca.

ITALIA-POLITICA
Renzi-Grasso "scintille in Senato" (Corriere p.8) ma la prima prova, sulle pregiudiziali, passa con 171 voti. "Duello con Grasso" (Messaggero p.6) evidenziato da tutti i quotidiani mentre il M5S annuncia l'Aventino in Commissione e il presidente di Palazzo Madama lancia il monito: non relegare le istituzioni nei musei. Il Giornale (p.6) all'attacco del Capo dello Stato: "il Palazzo sta andando a fuoco e Mattarella non muove un dito". Intanto si fanno i calcoli in vista del voto: Repubblica (p.3) parla di trenta indecisi dell'opposizione "pronti al soccorso", il Mattino (p.5) parla di uno "smottamento" di Forza Italia con diversi senatori in fuga verso Verdini. Il verdiniano D'Anna alla Stampa (p.9) conferma: "Questa riforma è una fetenzìa però mi turo il naso e mi sa che la voto. Renzi ci porterà tutti in una grande Dc". E Tosi (Fare) a Libero (p.5) aggiunge: "Con Renzi se molla la minoranza Pd. Non cerco poltrone. Il rottamatore è concreto ma deve scaricare la sinistra". Per il Messaggero (p.7 e altri) "sul tavolo delle trattative torna l'ipotesi di ritocchi all'Italicum" con il sì alle riforme, per convincere minoranza Dem, Berlusconi e delusi Ncd. Si pensa ad un ritorno al premio di coalizione. Il Foglio (prima e p.4) intervista Carlo De Benedetti: "Renzi è figlio della modernità. Non è né destra né sinistra, è un politico nuovo che non so se avrà successo ma ha interpretato meglio di chiunque altro questo tratto del presente: concentrarsi più sugli interessi delle persone che sui loro ideali". Per Cbd, anche a livello europeo "siamo in una società di interesse in cui gli elettori ascoltano il politico se il politico fa il suo interesse e non se rispetta i suoi ideali. Una rivoluzione copernicana". L'Espresso (p.26-28) intervista Marchini che si candida ad "anti-Matteo" e propone il suo manifesto per il neoconservatorismo italiano: "l'ascesa di Trump e la vittoria di Corbyn dimostrano che la democrazia è ancora viva, la gente vota per gli outsider. Renzi è un frullato ideologico e Forza Italia nel 1994 era più a sinistra del suo Pd".

EUROPA
"L'Ue è nata per abbattere i muri, non per costruirne di nuovi" è il messaggio di Renzi e Hollande dal bilaterale di Modena (su tutti) nel quale il presidente francese ha sollecitato anche decisioni concrete "o sarà la fine di Schengen". Concordata una strategia comune sui migranti in vista del vertice straordinario del prossimo 23 settembre, annunciato ieri da Tusk. Intanto, mentre si spostano al confine tra Serbia e Croazia le tensioni e la Slovenia annuncia la chiusura temporanea delle frontiere (su tutti), il Parlamento Ue ha votato con procedure d'urgenza l'ok al piano della commissione per il meccanismo temporaneo di ricollocamento di 120 mila profughi, con quote obbligatorie (Repubblica p.7 e tutti). Ora si lavora per non dover imporre il meccanismo con voto a maggioranza qualificata (Sole p.10). Katainen (Commissione Europea), al Sole (in prima e p.10) parla del nuovo fondo Efsi: "E' utile per investire nell'integrazione, non serve solo a costruire ponti e strade" e per quanto riguarda l'integrazione la Merkel si è appellata alle industrie per favorire l'assunzione di stranieri (su tutti). Si degli industriali tedeschi, scettici gli italiani (Messaggero p.10). Proseguono intanto le discussioni sui centri di accoglienza, pressing francese sugli hotspot (Sole p.10). Renzi: "Siamo disponibili" ma dal Viminale continuano a ribadire che "in cambio servono trasferimenti e rimpatri". Nella road map che Roma invierà alla Ue sono già stati indicati i luoghi individuati per l'accoglienza: uno per ogni Regione (Corriere p.15) mentre è già attivo l'esperimento pilota di Lampedusa (Messaggero p.11 e altri). Intanto continua a tenere banco la possibile alleanza tra Russia e Usa nella guerra all'Isis in Siria. "States pronti a discutere con Mosca" titola Repubblica (p.10) anche se il dilemma resta Assad. Tra le forze in campo anche l'Iran. Per Ely Karmon, esperto di terrorismo, "l'arrivo di Putin sulla scena siriana non è una sorpresa e la debolezza di Obama ha dato la spinta necessaria ma c'è il timore che le armi per Damasco finiscano a Hezbollah, per questo Netanyahu andrà in Russia. Finora la campagna Usa è stata un fallimento" (Repubblica p.11).

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