Commentario del 22.09.2015

IN PRIMA PAGINA
Volkswagen sbanda negli Usa. Dati truccati sugli inquinanti (Avvenire e tutti). Shock in Borsa (Sole). Il Giornale: comprereste un'automobile dalla cancelliera Angela? L'eco-truffa della Volkswagen negli Usa che ha travolto il colosso tedesco in primo piano su tutti. E' la caduta di un mito (Repubblica). Pd,  sì alle riforme, i ribelli non votano. Attacco a Grasso (Repubblica). E sul ritorno al "Tatarellum" prospettato da Renzi per designare i senatori Bersani apre. In primo piano su tutti la direzione del Pd di ieri: l'intonazione generale è a un'intesa nel Pd ormai vicina. Strappo del premier con Grasso: un ricatto, per il Giornale, un passaggio sopra le righe per il Sole. Notizia Giornale: "Prepariamoci a vent'anni di Renzi". Su tutti anche i piani del governo per la pensione anticipata per donne e disoccupati senior: ma sull'assegno tagli dal 3-4% al 10% (Sole, Messaggero e tutti). Sul Sole il possibile ritorno in manovra della "Robin Tax". Su Avvenire affondo contro la "riformina" delle liberalizzazioni: poca cosa, le festività vanno liberate dal lavoro. In Grecia Tsipras già al lavoro. La Ue ad Atene: ora privatizzate (Sole). Tsipras dovrà vendere porti e aeroporti (Messaggero). Contro gli immigrati un muro anche in Slovenia. Ungheria, esercito al confine (Repubblica).

POLITICA
Mossa di Renzi verso la minoranza dem – modello Tatarella per la designazione dei senatori – Bersani apre. Ma scoppia un nuovo caso con Grasso (Corriere p.2 e su tutti)."Se il presidente del Senato dovesse riaprire l'articolo 2 sarebbe un fatto inedito e a noi non resterebbe che convocare Camera e Senato", dice Renzi alla direzione riunita. Una mezza gaffe costituzionale – la definisce il Giornale (in prima) – quasi subito corretta dal premier – "Intendevo dire i gruppi parlamentari del Pd" – ma che innesca l'intervento di Mattarella e lo sdegno di Grasso. Verderami, sul Corriere (in prima e a p.29) parla di un attacco pubblico che non ha giustificazioni né politiche né istituzionali. Anche Pombeni sul Sole (p.11) parla di passaggio sopra le righe. Grasso: "Nemmeno la mafia mi fermò" (Fatto p.3). Da Renzi parole dure anche verso gli "scissionisti" e contro Floris e Giannini: "Fanno meno ascolti di una replica di Rambo". Ma l'attenzione di tutti è sull'apertura di Renzi sulla designazione dei senatori attraverso un listino bloccato di consiglieri regionali. Il Corriere (p.3) parla di accordo già pronto, con Renzi sicuro che saranno al massimo in 5 a non votarlo. E se rientra il dissenso dem, il soccorso azzurro è ininfluente, scrive Magri sulla Stampa. Bersani: "Un'apertura significativa c'è purché decidano gli elettori. Meglio tardi che mai se è così" (su tutti). E a Repubblica (p.4): "Così a vincere è il metodo Mattarella e Verdini non serve". Speranza al Corriere (p.2): "E' caduto un totem. Così a scegliere saranno i cittadini". Serracchiani all'Unità (p. 2): "C'è un Pd unanime e con Renzi. La minoranza non c'era ma non ha votato "no". Un punto di mediazione è possibile, la legge regionale Tatarella".

ECONOMIA
Discussione aperta nel governo sulle pensioni anticipate per donne e disoccupati senior: l'ipotesi più accreditata prevede un taglio del 3-4% annuo (Sole p.7), fino a un massimo del 10% in tre anni (Messaggero e Giornale p.5). La dote massima dell'intervento non dovrebbe superare il miliardo, l'anticipo non dovrebbe superare i 3-4 anni rispetto ai requisiti di vecchiaia. Renzi: "I conti pensionistici non si toccano ma se esiste la possibilità per cui in cambio di un accordo si può consentire flessibilità è un gesto di buon senso e buona volontà". Attesa per l'audizione di giovedì di Padoan e Poletti. Intanto nel menù della legge di Stabilità entra una nuova "Robin Tax" rivista e corretta da applicare soltanto agli utili delle imprese energetiche, l'avvio già nel 2016 della digital tax e un rilancio della Voluntary disclosure (Sole p.8). Dall'Ufficio di Bilancio richiamo al governo sui numeri del Def: "troppo ottimista" (QN p.8). Prudente anche Bruxelles: le "flessibilità" evocate da Renzi e Padoan sono ancora tutte da negoziare, a cominciare da quella sull'emergenza migranti. E nel giudizio della Commissione – sospeso fin quando non avrà la bozza di Finanziaria, entro metà ottobre – pesa il nodo spending review (Sole p.8). Fa discutere anche il ddl Concorrenza, da ieri in aula alla Camera in versione assai più timida rispetto a promesse e aspettative della vigilia. Critico il sottosegretario Zanetti: "Così è un regalo alle lobby" (Repubblica p.26). Di parere opposto Avvenire (in prima): "Tanto rumore per nulla, i negozi rimarrebbero comunque aperti 359 giorni su 365. Resta il tema delle festività da liberare dal lavoro".
Oggi al via la trattativa sulla riforma del modello contrattuale tra Confindustria e Cgil, Cisl e Uil. Il Messaggero (p.20) e Libero (p.2) parlano di falsa partenza, dopo la minaccia di Barbagallo (Uil) di disertare l'incontro se da Confindustria "non arriva una parola chiara sui contratti aperti". Idem la Furlan (Cisl) - "Confindustria sblocchi i tavoli dei rinnovi le cui piattaforme sono già state presentate" – e Solari (Cgil): "Il problema non è solo come cambiare le regole generali ma cosa si scambia". Ma fino a ieri sera nessun segnale da Confindustria. E Squinzi, parlando all'assemblea degli industriali di Cremona è tornato ad accusare i sindacati di essere un freno allo sviluppo, pur concedendo un'apertura sulla riforma dei contratti: "Bisogna evitare lo scontro frontale, cerchiamo di trovare le le soluzioni" (Sole p.10). Per Cgil, Cisl e Uil rinnovi contrattuali e riforma del modello devono viaggiare su binari paralleli, il che significa che i contratti in scadenza vanno rinnovati con le vecchie regole. Ma sui tavoli già aperti arrivano i primi stop (a cominciare da Federalimentari). Squinzi a Cremona ha ripetuto di voler mantenere la valenza del contratto nazionale del lavoro ma ha espresso dubbi sulla possibilità di fare contratti col vecchio sistema. Barbagallo, Furlan e Camusso decideranno stamattina se andare o meno al tavolo. Sull'Unità (p.12) intervento di Bentivogli (Fim Cisl): "Rinnovo contrattuale, no alle brutte copie della Germania". "LA Fim e la Cisl sostengono un nuovo modello contrattuale con un contratto nazionale essenzialmente mirato alla difesa del potere d'acquisto dei salari, e una contrattazione di secondo livello che dà al sindacato l'opportunità di rientrare da protagonista nella gestione dell'organizzazione del lavoro".

EUROPA
Profughi e quote, si tratta a oltranza (Avvenire p.7 e tutti): oggi la riunione dei ministri dell'Interno Ue per la redistribuzione di 120 mila migranti. Scontro con i Paesi dell'Est ma la presidenza Ue avverte: "Accordo oggi, con o senza voto". In Slovenia nel frattempo sorge un altro muro al confine con la Serbia mentre Orbàn invia i soldati al confine (Repubblica p.12). Mattarella: "Di fronte a fenomeni epocali quel filo spinato non serve" (Corriere p.15 e altri) e per Lorent Fabius, ministro degli Esteri francese, a Repubblica (p.12): "La risposta non è chiudere le frontiere. Bisogna porre fine al conflitto in Siria". Intanto nuovo allarme per la Ue, rischio ondata dalla Turchia: il Paese ospita 1,8 mln di siriani, possibilità che Istanbul rallenti i controlli (Corriere p.15). Grecia, oggi sarà presentato il nuovo governo. Tsipras: "Adesso serve stabilità" (Repubblica p.10 e altri): tra le novità prevista l'istituzione di un ministero per il Memorandum. L'Ue in pressing per l'immediato avvio delle riforme (Sole p.4): tra le priorità gli impegni con i creditori, poi si discuterà di taglio de debito. Le prime mosse saranno su banche e privatizzazioni. Syriza riparte dal 34,5% ma per governare deve puntare all'alleanza con i nazionalisti. Sul Corriere (p.10) il ritratto di Panos Kammenos, leader di Anel, e ago della bilancia greca: "Per Tsipras un alleato scomodo e necessario". Per Adriana Cerretelli sul Sole (in prima e p.4) "la vittoria di Tsipras dovrebbe insegnare molte cose ai leader europei: dal mettere al centro l'interesse nazionale, anche a costo di perdere la faccia, alla capacità di puntare su stabilità sociale e politica, oltre che economica. Premier ha un incarico opposto rispetto a quello di 7 mesi fa: accelerare sulle riforme che prima osteggiava".

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